TERREMOTO, IL DRAMMA DI CHI NON HA PIU’ NIENTE
TRA PAURA E VOGLIA DI RICOMINCIARE… E A VISSO GLI ANZIANI PREFERISCONO SFIDARE IL SISMA PIUTTOSTO CHE LASCIARE LA LORO TERRA
“Io voglio tornare a casa mia, ho i cani e i cavalli, di sicuro in albergo non ci vado”. L’uomo che parla ha un viso apparentemente sereno, ma la voce tradisce l’emozione che nasce dall’incertezza.
In pochi secondi la vita degli abitanti di Visso, piccolo comune montano in provincia di Macerata, è cambiata completamente. “I pochi che sono rimasti non vogliono lasciare la zona. Doversi spostare in Abruzzo, dove ora, con le nuove emergenze legate al terremoto di Norcia, c’è più possibilità di accoglienza – dice un operatore della Protezione civile – , per loro è inaccettabile”. Chi vuole restare, per vigilare sugli animali, può farlo. “Noi, non deportiamo nessuno”.
Eppure c’è chi, da qualche giorno, ha accettato una nuova vita, anche se provvisoria.
Sono gli ospiti di una delle strutture turistiche che ha aperto le porte agli sfollati e che è diventata in poche ore anche centro operativo per la Protezione civile.
Si trova a Porto Sant’Elpidio dove, in tempi rapidissimi, il direttore Daniele Gatti, ha riaperto il villaggio turistico Holiday.
Cinquecento persone, tra cui anziani e bambini, hanno trovato posto nella struttura che aveva chiuso appena un mese fa.
“Avremmo molti più posti a disposizione – dice il direttore – , ma abbiamo difficoltà con la distribuzione del cibo”.
Il tentativo di far sentire gli ospiti a proprio agio si traduce nell’organizzazione di partite a carte, di aree giochi dedicate ai più piccoli, di bar che offrono consumazioni gratis a tutte le ore. “Qualcuno si ostina a voler pagare il caffè. Farlo è un gesto che riporta alla normalità “.
Sono lontani dalla normalità gli abitanti di Norcia. È una ferita troppo fresca quella che ha aperto il terremoto che ha spazzato via la basilica di San Benedetto.
Per ore aspettano la disponibilità delle squadre dei vigili del fuoco per recuperare farmaci, biancheria e animali domestici.
Cose semplici, banali nella quotidianità , ma che in momenti di difficoltà , come quelli di adesso, diventano tesori.
(da “La Repubblica”)
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