TRA LEGA E FDI VOLANO STRACCI E CARTELLE: IL VICEMINISTRO MELONIANO, MAURIZIO LEO, FRENA SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE ESATTORIALI CHE IL CARROCCIO VUOLE INSERIRE IN MANOVRA
A FRATELLI D’ITALIA NON VA GIÙ CHE LA SANATORIA FISCALE SIA VALIDA ANCHE PER I RECIDIVI. E IL PARTITO DELLA MELONI VUOLE CONCENTRARE LE SCARSE RISORSE NEL TAGLIO DELL’IRPEF AL CETO MEDIO
Fratelli d’Italia frena sulla rottamazione delle cartelle chiesta dalla Lega. Nel corso di una riunione sul cantiere della manovra a cui hanno partecipato i parlamentari meloniani, presieduta qualche giorno fa dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo, è emerso il malumore del partito sulla sanatoria fiscale pretesa da Matteo Salvini.
L’idea di inserire nella legge di bilancio una rottamazione da 120 rate per tutti, compresi i recidivi seriali che sono decaduti dalle definizioni agevolate precedenti, non convince diversi esponenti
di Fratelli d’Italia che hanno partecipato al tavolo.
La priorità per il partito della premier, così come per Forza Italia, è la riduzione dell’Irpef al ceto medio, con un taglio di due punti dell’aliquota del 35% sui redditi tra 28 mila e 50 mila euro. Dai ragionamenti che si sono fatti alla riunione, difficilmente si riuscirà ad allargare la base fino a 60 mila euro, perché le coperture crescerebbero da due miliardi e mezzo a quattro miliardi.
La rottamazione, invece, riferisce una fonte, dovrà essere molto selettiva, con una platea ristretta e costare uno o due miliardi al massimo. E non è detto che il disegno di legge all’esame della commissione Finanze del Senato finisca davvero nella legge di bilancio, che potrebbe contenere solo i fondi necessari, mentre il provvedimento sulla pace fiscale correrebbe su un canale differente.
Negli ultimi giorni il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato della rottamazione, anzi, ha preferito chiamarla pace fiscale, come di un obiettivo «in vista» e di un risultato «ragionevole che si può raggiungere» per aiutare quei contribuenti in difficoltà. Secondo alcuni rumors, un’intesa si potrebbe trovare con una sanatoria più corta, non più decennale, e con un anticipo da versare subito nelle prime rate – pari al 5% del debito complessivo – per scongiurare i furbetti che aderiscono e poi non pagano solo per avere uno scudo sui pignoramenti.
Tuttavia il Carroccio pare non voler cedere. Alberto Luigi Gusmeroli, presidente della commissione Attività produttive della Camera e responsabile fiscale della Lega, rilancia: «Non
vogliamo trattamenti asimmetrici: dovranno poter accedere anche i debitori decaduti dalle precedenti edizioni».
Gusmeroli inoltre conferma la rottamazione lunga: «La nostra proposta si esprime su un arco temporale sostenibile e non contempla pesanti acconti in ingresso, aiuterà l’erario a incassare somme altrimenti non recuperabili».
Le coperture, insiste Salvini, dovrebbero arrivare dalle banche. Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli invita la politica a «non fare demagogia» visto che il sistema bancario e i suoi azionisti pagano complessivamente il 55% di tasse. Patuelli ricorda l’intesa già fatta con il governo sui crediti fiscali per il 2025 e 2026, però lascia una porta aperta: «Siamo interlocutori disponibili al confronto e all’approfondimento dell’accordo biennale e al prosieguo, se qualcuno ci chiama».
(da agenzie)
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