“TROVO INSOPPORTABILE LA RETORICA PER CUI LA LIRICA È DI GRAN MODA, I GIOVANI AFFOLLANO I TEATRI: NON È VERO”
ALDO CAZZULLO: “QUANDO VADO A TEATRO, A 59 ANNI A VOLTE MI TROVO A ESSERE IL PIÙ GIOVANE. LA PRIMA DELLA SCALA IN DIRETTA TV HA PORTATO RAIUNO AI MINIMI STORICI
Sono uno delle decine di milioni di italiani che non è mai stato alla Prima della Scala, per la semplice ragione che, non contando nulla, non sono mai stato invitato. Ciò detto, la Scala è un luogo dell’anima per tutti gli italiani. Evoca Verdi, il Risorgimento, la rinascita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, il ritorno di Toscanini in Italia, il magistero di Abbado e di Muti.
La Scala è, se vogliamo, uno degli ultimi segni dell’egemonia milanese, in un momento in cui il Paese diventa sempre più romanocentrico. Tuttavia, non prendiamoci in giro.
Trovo insopportabile la retorica per cui la lirica è di gran moda, i giovani affollano i teatri… Non è vero. Quando vado a teatro, a 59 anni a volte mi trovo a essere il più giovane. La Prima della Scala in diretta tv ha portato Raiuno ai minimi storici: Sandokan ha fatto il 34%, Shostakovich il 6, e la serata è proseguita ancora peggio scendendo al 5%, cosa che su Raiuno non accade mai.
Semplicemente non possiamo pensare che l’opera sfugga alla distruzione sistematica — provocata dalla Rete — di tutto ciò che l’uomo ha pensato, scritto, dipinto, composto negli ultimi secoli.
La Rete sta cancellando i giornali di carta, il cinema, i dischi, i cd, i dvd, prima o poi cancellerà anche i libri, oltre ovviamente al teatro e appunto all’opera. Certo, le prime della Scala sono anche un fatto mondano.
Nell’Ottocento non si andava all’opera solo per la musica: si cenava, si conversava, si faceva l’amore nei palchi, si faceva politica.
Resta il fatto che l’opera ha connotato la civiltà italiana e occidentale per secoli, e ora sembra aver traslocato a Oriente, adottata dai cinesi e dai sudcoreani, come molte altre cose.
(da Il Corriere della Sera)
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