TURISMO: A FORZA DI FREGATURE CI SIAMO GIOCATI I GIAPPONESI
NIPPONICI IN FUGA DALL’ITALIA: CARO PREZZI, SERVIZI SCADENTI, RISTORATORI, TAXISTI E GELATAI CON COSTI ILLEGALI… IL SECONDO QUOTIDIANO GIAPPONESE (5 MILIONI DI COPIE) CI DISTRUGGE… 30% DI TURISTI GIAPPONESI IN MENO IN ITALIA… QUANDO SAREBBERO BASTATI CONTROLLI SERI E PENE SEVERE, INVECE CHE CHIACCHIERE
Ne vedremo molti di meno a spasso per le nostre città , armati di telecamere ad altissima definizione e di macchine fotografiche con mega-obiettivi.
I giapponesi se la stanno dando a gambe levate, stanchi di farsi rifilare fregature in Italia.
A sostenerlo è l’Asahi Shimbun, il secondo quotidiano del Sol Levante, con i suoi 5 milioni di copie al giorno, tanto per gradire.
Una voce credibile a Tokyo e dintorni, che fa da cassa di risonanza alle lamentele dei giapponesi: il caso della coppia che ha pagato una cena 695 euro in un ristorante di Roma è solo la punta di un iceberg di dimensioni gigantesche, lasciato andare alla deriva dalla incapacità delle autorità di controllo del nostro Paese a porre un freno al dilagare della truffa istituzionalizzata nei confronti dei turisti.
Il corrispondente romano dell’Asahi Shimbun certifica il calo di visite dei propri compatrioti in Italia, citando esempi di truffatori nostrani talvolta con le fattezze del ristoratore, altre volte del taxista, senza dimenticarsi dei gelatai (6 euro un cono), madonnari, centurioni, venditori di souvenir e compagnia cantando.
Si citano esempi reali di taxisti abusivi che si fanno pagare 100 euro la corsa da Fiumicino al centro che solitamente non supera i 40 euro, di menù completamente oscuri, di sorprese come “l’obbligo di consumare ogni portata fino al dolce”.
Per non parlare dei servizi insoddisfacenti, a partire dalle ferrovie e della sporcizia per le strade.
I giapponesi in visita nel nostro Paese dodici anni fa ammontavano a 2.170.000, ora si spera di reggere quota 1 milione, ma il calo previsto è del 60% rispetto a tre anni fa e del 30% rispetto al 2008.
Non solo: tanti ormai si affidano a quegli esercizi, come il McDonald’s, dove i prezzi sono chiari ed esposti in bella vista. Ma molti sono ormai indirizzati verso altri Paesi, in primis Francia e Germania, dove infatti i turisti nipponici sono dati in aumento.
D’altronde come si può far pagare 4 euro una bottiglietta piccola di acqua e 5,5 euro una grande? Eppure sono i prezzi praticati da molti bar del centro di Roma, dove ti fanno pagare 0,50 euro persino un bicchiere di acqua del rubinetto.
Inutile poi lamentarsi o sostenere che “è un fenomeno limitato”, quello dei manigoldi.
Diciamo semmai che sono limitati e inesistenti i controlli, mancano pene severe per chi approfitta del turista estero, si fanno tanti discorsi e si mettono in atto iniziative per attirare turismo e poi non si incide il bubbone del cattivo turismo.
Pensate quel conto di 695 euro nel ristorante romano quante decine di migliaia di turisti ci ha fatto perdere, eppure in via preventiva cosa viene fatto?
Le stesse pene sono ridicole e all’estero dimostrano solo che siamo poco seri.
Un Paese inaffidabile e con servizi pessimi, questo è il quadro in cui dobbiamo vendere delle bellezze artistiche e paesaggistiche ineguagliabili.
Eppure riusciamo a darci la zappa sui piedi.
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