UNA REGGIA PER LA GIUNTA DELLA REGIONE CALABRIA
LA NUOVA SEDE DI CATANZARO: 65.000 METRI QUADRI, COME VERSAILLES…14 EDIFICI PER 2.141 PERSONE, COSTI TRIPLICATI FINO A 160 MILIONI…MA RESTA ANCHE LA SEDE DI REGGIO CALABRIA
Dicono che con i 46 anni di affitti pagati finora per alloggiare gli uffici della Regione Calabria si sarebbe costruita la reggia di Versailles. Ma non è esatto. Perchè – invece – l’hanno costruita davvero.
Si trova a Catanzaro, località Germaneto: dove la grandeur calabrese ha potuto avere pieno sfogo, come avrà modo di verificare anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che venerdì 29 gennaio andrà a inaugurarla.
La nuova sede della giunta regionale oggi presieduta dal democratico Mario Oliverio è un immenso complesso edilizio che raggiunge un’altezza di 39 metri, come un palazzo di 13 piani, per una superficie coperta di 65 mila metri quadrati.
Appena duemila in meno rispetto ai 67.121 della reggia del re Sole.
In compenso, però, la reggia regionale progettata dall’architetto Paolo Portoghesi ha 2.400 metri quadrati di garage e più 2 mila posti auto scoperti: ma ai tempi di Luigi XIV non era stato ancora inventato il motore a scoppio.
E come per costruire il palazzo reale di Versailles ci vollero più di vent’anni e i costi lievitarono in modo astronomico, così è accaduto anche per la «Cittadella», come l’hanno battezzata, di Germaneto.
Il primo bando per costruirla risale addirittura al 1987, e quando dieci anni fa iniziarono i lavori il costo preventivato era di 53 milioni: alla fine siamo arrivati a 160,5. Il triplo, e se basta.
Con il risultato di avere oggi una specie di astronave a forma di C in grado di ospitare comodamente in 14 edifici da 3.500 a 5.500 mila persone, in base alle specifiche dell’agenzia del Demanio secondo cui la superficie ottimale per ogni dipendente pubblico varia da un minimo di 12 a un massimo di 20 metri quadrati.
Peccato che gli occupati della giunta regionale calabrese, pur non essendo un numero propriamente esiguo, non siano che 2.141: compresi, si badi bene, quei 481 trasferiti dalle Province dopo l’entrata in vigore della legge che porta il nome del ministro Graziano Delrio. Così da far meravigliare l’implacabile Antonio Ricchio sul Corriere della Calabria che «in una superficie tanto sterminata non siano stati previsti spazi per ospitare gli archivi».
Dicono pure che grazie alla «Cittadella» si risparmieranno 5 milioni e mezzo l’anno, il che consentirebbe di ammortizzare il costo dell’enorme manufatto in vent’anni.
Ma anche questo non è esatto: perchè di anni ne servirebbero una trentina almeno. Non bastasse, restano aperti gli uffici di palazzo Alemanni, declassata a semplice sede di rappresentanza della Regione nel centro di Catanzaro e che ora ospita la struttura del commissario ad acta per la Sanità : circostanza, questa, che fa sorgere almeno un paio di domande.
La prima, è a che cosa serva una sede di rappresentanza a tre chilometri e mezzo in linea d’aria dal nuovo gigantesco quartier generale regionale. La seconda, è come mai gli uffici del commissario non abbiano trovato posto nella Cittadella, dove i metri quadrati davvero non mancano.
Di domande, però, ce n’è una terza ben più seria. È accettabile che ancora nel 2016 la giunta regionale abbia sede a Catanzaro e il Consiglio si trovi invece a Reggio Calabria?
Soprattutto con la valanga di soldi spesi per la reggia di Germaneto e dopo il taglio del numero dei consiglieri regionali, ridotti per legge da 50 a 30?
Questa assurda situazione, capace di superare nella realtà perfino le suggestioni immaginifiche delle Città Invisibili di Italo Calvino, è figlia della rivolta del 1970 a Reggio, quando con la nascita delle Regioni si decise che il capoluogo calabrese non fosse la città dello Stretto bensì Catanzaro.
Al grido di «Boia chi molla» i neofascisti reggini scatenarono per mesi un inferno: dovette intervenire l’esercito, e i moti si conclusero con la garanzia che una fetta del potere sarebbe comunque rimasta a Reggio. Il Consiglio regionale, appunto.
Mentre la giunta veniva invece insediata 157 chilometri più a Nord, nella città di Catanzaro. Restava però sempre con un pugno di mosche in mano il terzo capoluogo provinciale: la Cosenza del potentissimo leader socialista calabrese Giacomo Mancini. Così, visto che i pezzi della Regione erano esauriti, ci piazzarono la sede della Rai: a 91 chilometri da Catanzaro e a 180 da Reggio Calabria.
Dodici dipendenti per ogni consigliere
Impossibile dire quanti denari sia costata a tutti noi questa folle dicotomia geografica fra giunta e Consiglio, in una Regione con meno di due milioni di abitanti.
Può dare tuttavia un’idea il rimborso chilometrico concesso cinque anni fa a un ex presidente del Consiglio regionale (il diessino Giuseppe Bova) per 1.340 giorni di uso dell’auto propria: 211.842 euro e 42 centesimi.
Anche se toccare questo tasto equivale sicuramente in Calabria a provocare una feroce guerra fra campanili, non c’è dubbio che l’unificazione delle sedi sarebbe stata per i contribuenti una mano santa: considerato che il Consiglio regionale costa 58 milioni l’anno.
Nei 65 mila metri quadrati della reggia di Germaneto avrebbero potuto trovare facilmente collocazione non soltanto i 30 consiglieri con i loro staff di quattro persone ciascuno, per un totale di 120. Ma anche i dipendenti dell’assemblea regionale, che sono 362.
Ben 12 per ogni consigliere, a ulteriore riprova delle generose opportunità occupazionali offerte dalla politica regionale.
Per capirci, i dipendenti di Camera e Senato non arrivano a duemila unità , con un rapporto di poco superiore a due dipendenti per ogni onorevole. Sei volte inferiore.
E poi parlano di risparmi…
Sergio Rizzo
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply