VALDITARA RIMANDATO A SETTEMBRE: IL CONSIGLIO DI STATO HA SOSPESO IL SUO PARERE SUI NUOVI PROGRAMMI SCOLASTICI, EVIDENZIANDO CARENZE, SOPRATTUTTO NELL’ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE PRESENTATA DAL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DEFINITA “PER MOLTI ASPETTI INADEGUATA ALLO SCOPO” E RILEVANDO CRITICITÀ
I GIUDICI SOTTOLINEANO ANCHE UNA LUNGA SERIE DI REFUSI E STRAFALCIONI LINGUISTICI NEL TESTO DEL MINISTERO
Il Consiglio di Stato ha sospeso l’espressione del parere sullo schema di regolamento delle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo d’istruzione, evidenziando alcune carenze, soprattutto nell’analisi di impatto della regolamentazione presentata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito definita “per molti aspetti inadeguata allo scopo” e rilevando altre criticità. Per questo sospende il parere “in attesa degli adempimenti richiesti”.
In particolare, sull’insegnamento del Latino, introdotto come disciplina facoltativa nelle scuole medie, i giudici di Palazzo Spada criticano sia l’aspetto dell’equità educativa, con il rischio, evidenziano, di aumentare il divario tra studenti, sia questioni organizzative concrete: i docenti di lettere potrebbero non possedere i requisiti necessari per l’insegnamento del latino, mentre un docente della classe di concorso specifica potrebbe teoricamente insegnare in diciotto classi diverse.
I giudici amministrativi osservano inoltre che alcune delle indicazioni formulate sollevano il dubbio sull’effettiva
disponibilità di mezzi e risorse per conseguire egli obiettivi prefissi.
La documentazione predisposta dal ministero, secondo quanto si legge nel dispositivo, presenta poi lacune strutturali. L’analisi di impatto della regolamentazione risulta inadeguata sotto molteplici profili: mancano evidenze misurabili delle carenze delle attuali Indicazioni, non emergono le ragioni specifiche delle modifiche introdotte e risultano assenti indicatori quantitativi per misurare l’efficacia degli interventi proposti.
La relazione illustrativa si limita a evocare genericamente i “cambiamenti epocali” dell’ultimo decennio senza fornire una puntuale descrizione delle inadeguatezze normative riscontrate. Il Consiglio di Stato chiede anche di tenere in maggiore conto il parere del Cspi, il Consiglio superiore della pubblica istruzione ed evidenzia l’assenza di dati per la scuola dell’infanzia.
(da agenzie)
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