VOLKSWAGEN INGUAIA ANGELA E IL MADE IN GERMANY: IL GOVERNO SAPEVA DEL SOFTWARE TRUCCATO
A BERLINO ORA TEMONO PER GLI EFFETTI SULL’ECONOMIA
Nel giorno in cui Volkswagen subisce un altro tracollo in borsa facendo registrare un catastrofico -22% – bruciando, insieme a lunedì, 24 miliardi -, lo scandalo si allarga facendo tremare i palazzi del potere tedesco.
La questione delle emissioni diesel mette infatti nei guai anche Angela Merkel e il suo governo. Con il rischio concreto di colpire il made in Germany.
L’edizione online del Die Welt riporta che “il governo tedesco sapeva delle truffe sull’antismog”.
Nel sito web della testata tedesca si legge inoltre che “la tecnica della manipolazione dei motori è nota da tempo a Berlino e Bruxelles. Lo dimostra un documento del ministero dei Trasporti”. Il giornale cita inoltre una risposta a un’interrogazione dei Verdi in materia, che risale al 28 luglio scorso.
Una brutta grana per la Cancelliera tedesca che giovedì volerà a New York per partecipare all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, dove si parlerà di clima e di riduzione delle emissioni.
Solo cinque giorni fa, al salone dell’auto di Francoforte, a poche ore dallo scandalo dei software capaci di “truccare” i valori delle emissioni Volskwagen, la Merkel si era fatta ancora una volta paladina della salvaguardia ambientale: prima di essere fotografata insieme ai vertici Volskwagen aveva lodato infatti le compagnie automobilistiche tedesche per le loro tecnologie a basso impatto capaci di offrire “un importante contributo per gli obiettivi climatici”.
Per ora la Cancelliera è intervenuta sul caso auspicando un rapido chiarimento dei fatti: in questa “situazione difficile”,ha detto, serve “piena trasparenza”.
La Merkel ha aggiunto: “Spero che i fatti siano messi sul tavolo il più velocemente possibile”.
Un altro grosso problema che potrebbe innescare il “diesel-gate” è quello di macchiare l’ottima reputazione del made in Germany. Un articolo pubblicato su HuffPost Germania sottolinea proprio questo punto.
Il Deutsches Institut fur Wirtschaftsforschung (l’istituto nazionale per la ricerca sull’economia, ndt) ha messo in guardia dal danno permanente che potrebbe ricevere il marchio, finora garanzia di qualità , “made in Germany”.
Il presidente Marcel Fratzscher ha affermato alla Bild-Zeitung che oltre al caso specifico “anche altri esportatori tedeschi potrebbero rimanere danneggiati dallo scandalo, visto che finora VW era considerata un valido esempio della qualità dei prodotti “made in Germany”. Bisognerebbe ora occuparsi di “limitare i danni per VW e per gli esportatori tedeschi in generale”.
Anche il ministro dell’economia Sigmar Gabriel aveva espresso dubbi simili nella giornata di lunedì.
Anche diversi politici tedeschi hanno usato toni molto forti – il che in Germania è piuttosto insolito – arrivando a immaginare una “catastrofe per l’intera industria dell’auto”, come nel caso del parlamentare della Csu Max Straubinger. Volkswagen è il simbolo della economia tedesca, e un crollo di questa azienda potrebbe, negli scenari peggiori evocati – lo ha fatto il notista politico di NTV Heiner Bremer – avere effetti addirittura sulla crescita della locomotiva.
(da “Huffingtonpost“)
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