Gennaio 7th, 2008 Riccardo Fucile
ACCA LARENTIA … PER NON DIMENTICARE TANTE COSE
Era il 7 gennaio del 1978, un normale sabato pomeriggio per lo shopping romano, da una sezione del MSI della periferia popolare della capitale, Acca Larentia, piccolo avamposto di Destra in un territorio egemonizzato dalla Sinistra, escono per andare a fare un “volantinaggio” tre ragazzi tra i 18 e i 20 anni. Appostato nei pressi, in agguato, un gruppo di 6 giovani apre il fuoco. Franco Bingonzetti, 20 anni, studente di Medicina, colpito alla testa, cade davanti alla porta della sede, Francesco Ciavatta tenta di fuggire lungo un’attigua scalinata e viene ucciso da una raffica di colpi alla schiena, morirà in ambulanza, mentre pochi mesi più tardi suo padre, disperato, si getterà dalla finestra. Un terzo ragazzo, Vincenzo Segneri, pur ferito, riesce a rientrare in sezione e a chiudere la porta blindata. Mentre i soccorsi tardano, in un clima di tensione, i militanti di Destra della capitale corrono tutti ad Acca Larentia, cosi come giornalisti ed operatori televisivi, Un giornalista della RAI getta un mozzicone di sigaretta in una macchia di sangue, “forse” distrattamente, ma questo atto genera piccoli tafferugli. I carabinieri lanciano lacrimogeni, un capitano perde la testa, impugna la pistola, si inginocchia, prende la mira e spara nel mucchio dei militanti: cade Stefano Recchioni, colpito in fronte, a soccorrerlo, a tenerlo tra le braccia è Francesca Mambro: ” Non verso nessuna lacrima, ma niente da quel momento sarà più come prima”, dirà Francesca a distanza di anni. Continua »
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Gennaio 7th, 2008 Riccardo Fucile
HO UN CASSETTO…
Ho un cassetto dove tengo le cose che mi sono più care, cose apparentemente senza valore ma che per me sono preziose… un biglietto di auguri scritto 50 anni fa dalla nonna, la medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto del nonno, il libretto di pensione di un mio trisnonno… e tra questi c’è una tessera, una tessera in cartoncino giallognolo che da una parte reca una bella fiamma tricolore con la scritta 1950 e dall’altra i dati di mio padre tra cui “data d’iscrizione 1948”. Perchè questa tessera mi è così cara? Per quello che racconta… racconta la vita di chi è nato e vissuto all’estero, racconta la frequenza al liceo italiano di Tunisi e le scazzottate con gli studenti francesi che gridavano “abbasso il Duce”, racconta la partenza, come volontario, nella seconda guerra mondiale, racconta i due anni di prigionia in Bretagna, racconta il rimpatrio a fine guerra… rimpatrio in una terra dove non aveva mai vissuto, il non poter tornare a Tunisi per aver combattuto contro la Francia e l’inserimento, da “sconfitto” in una delle regioni più antifasciste … ma, soprattutto, racconta il grande amore per l’Italia.
E’ così che sono nata e cresciuta… in fondo “quel cartoncino”è stato determinante per la mia formazione…
e così, accanto a quella tessera ve ne sono altre, in plastica, con scritte FUAN e MSI, risalgono agli anni 70 e sopra c’è il mio nome. Anni di militanza, anni difficili e meravigliosi al tempo stesso… le elezioni universitarie e la fatica per raccogliere le firme… le campagne elettorali… il volantinaggio alla mensa universitaria… quel sentirsi fremere dentro, quel sentirsi “camerati”… quel dolore alla notizia dell’uccisione di altri militanti … e la rabbia, sì tanta rabbia di fronte ad una “giustizia” che ci dava sempre addosso, di fronte ai telegiornali “di regime”… e poi… il primo Campo Hobbit …meravigliosa, indimenticabile esperienza…il viaggio in treno… ragazzi di tutta Italia sotto il sole di Montesarchio… il conoscersi…i dibattiti…le canzoni…la grande croce celtica… finalmente i giornali parlavano di noi perchè erano costretti a parlare di noi…poteva essere l’inizio di qualcosa di grande… Continua »
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Gennaio 7th, 2008 Riccardo Fucile
IL MUSULMANO VA A PRANZO GRATIS ALLA caritas, ma IL CROCIFISSO GLI BLOCCA LA DIGESTIONE
Ricordate le apparizioni televisive di Marco Pannella degli anni migliori. Quando si presentava sugli schermi della RAI e si imbavagliava per protestare contro le discriminazioni vere o presunte che dichiarava di subire.
O quando incrociava le braccia per propagandare qualche referendum cui la Tv di Stato non dava adeguata copertura mediatica e iniziava l’ennesimo sciopero della fame o della sete, a base di cappuccini. Certamente non avremmo immaginato che, a distanza di anni, le sue gesta fossero raccolte anche da uomini provenienti da altri nazioni che vengono nel nostro squassato Paese per “educarci” ad usi e costumi più evoluti ed elevati, improntati alla tolleranza e al bon ton. Eppure anche questo abbiamo dovuto leggere e approfondire. In quel di Senigallia, cittadina delle Marche, ad alta densità di immigrati che hanno monopolizzato un intero quartiere, espropriando di fatto i cittadini locali, con un sindaco ( inutile dire di che orientamento) che favoleggia la “città aperta agli stranieri”, è accaduto un fatto che sembra quasi incredibile, ma purtroppo vero. Un musulmano marocchino, che aveva bussato alle porte della Caritas diocesana per chiedere gratis del cibo e che i volontari cattolici gli avevano pure servito, in base al principio cristiano che un pasto caldo non si nega a nessuno, quando ha notato nella mensa un crocifisso alla parete è andato su tutte le furie e ha detto: “Togliete quell’affare o non mangio”, offeso per la presenza in un luogo cattolico di quello che con disprezzo ha chiamato “affare”; altrimenti avrebbe iniziato lo sciopero della fame. Continua »
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Gennaio 7th, 2008 Riccardo Fucile
CI VUOLE UN SOGNO DA REALIZZARE : RABBIA E ORGOGLIO COME DICEVA ORIANA
Riportiamo l’intervento del ns. direttore pubblicato su “ il Giornale” del 4 gennaio 2008, in merito al dibattito aperto nelle pagine genovesi sul tema “ Lo stato dell’opposizione” che ha visto succedersi i contributi dei maggiori esponenti locali di Centrodestra.
Ill.mo dott. Lussana,
gli interventi di Enrico Musso e Michele Scandroglio, nell’ambito del dibattito da Lei stimolato circa “lo stato dell’opposizione” a Genova, danno spunto a una serie di riflessioni che sottoponiamo ai suoi lettori. Ponendoci delle domande a cui tutti insieme dovremmo dare risposte oneste e adeguate. In primis, per “fare una opposizione non troppo morbida” ( come ha indicato Enrico Musso) occorrono uomini adatti e motivazioni forti. Non tutti gli uomini sono idonei “per tutte le stagioni”, il miglior oppositore non e’ detto che un domani possa automaticamente essere il miglior assessore e viceversa. Il centrodestra negli Enti locali genovesi ha pochi “politici” che sappiano “mordere le caviglie” degli avversari e molti “dormienti” o “aspiranti assessori per grazia ricevuta” (forse per quello leggono solo le rassegne stampa, come Lei ha sottolineato). La capacità di aggregazione elettorale di Berlusconi diventa un handicap se uno pensa che tanto i voti arrivano lo stesso, grazie alle sue “invenzioni” e si determina un clima di “vivere nell’attesa” della caduta di Prodi. Continua »
argomento: Politica | Commenta »