AttualitÃ
IL MUSULMANO VA A PRANZO GRATIS ALLA caritas, ma IL CROCIFISSO GLI BLOCCA LA DIGESTIONE
Ricordate le apparizioni televisive di Marco Pannella degli anni migliori. Quando si presentava sugli schermi della RAI e si imbavagliava per protestare contro le discriminazioni vere o presunte che dichiarava di subire. O quando incrociava le braccia per propagandare qualche referendum cui la Tv di Stato non dava adeguata copertura mediatica e iniziava l’ennesimo sciopero della fame o della sete, a base di cappuccini. Certamente non avremmo immaginato che, a distanza di anni, le sue gesta fossero raccolte anche da uomini provenienti da altri nazioni che vengono nel nostro squassato Paese per “educarci” ad usi e costumi più evoluti ed elevati, improntati alla tolleranza e al bon ton. Eppure anche questo abbiamo dovuto leggere e approfondire. In quel di Senigallia, cittadina delle Marche, ad alta densità di immigrati che hanno monopolizzato un intero quartiere, espropriando di fatto i cittadini locali, con un sindaco ( inutile dire di che orientamento) che favoleggia la “città aperta agli stranieri”, è accaduto un fatto che sembra quasi incredibile, ma purtroppo vero. Un musulmano marocchino, che aveva bussato alle porte della Caritas diocesana per chiedere gratis del cibo e che i volontari cattolici gli avevano pure servito, in base al principio cristiano che un pasto caldo non si nega a nessuno, quando ha notato nella mensa un crocifisso alla parete è andato su tutte le furie e ha detto: “Togliete quell’affare o non mangio”, offeso per la presenza in un luogo cattolico di quello che con disprezzo ha chiamato “affare”; altrimenti avrebbe iniziato lo sciopero della fame. La Caritas ovviamente non ha tolto il crocifisso, perdendo probabilmente un qualificato e raffinato cliente straniero che avrebbe sicuramente elevato il livello dei commensali. La vicenda ha superato ogni fantasia. Siamo oltre le pretese, già gravi e inaccettabili, di rimuovere i crocefissi dai tribunali e dalle scuole ( luoghi in ogni caso laici), oltre persino le richieste di rimuovere Gesù Bambino dai presepi delle scuole materne. Qui siamo arrivati oltre ogni limite del ragionevole, un segnale chiaro e sintomatico della arroganza a cui stanno arrivando certi provocatori musulmani. Non basta più chiedere la rimozione dei nostri simboli religiosi nei luoghi laici, ora la chiedono anche nei luoghi del cattolicesimo, tra non molto pretenderanno la rimozione dei crocifissi anche nelle chiese. Proprio in nome di quel simbolo, di “quell’affare”, tanti nostri uomini e donne aprono loro le porte di una Caritas o di una casa per offrirgli un pasto caldo e un tetto. In nome di quel simbolo esiste una fratellanza universale che dà aiuto ai più bisognosi e ai poveri della Terra. E’ la nostra civiltà occidentale di latini che ci ricorda di quanta tolleranza fosse impregnata l’antica cultura romana che rispettava gli dei e i simboli di ogni civiltà e di quanto senso dell’ospitalità , concepito addirittura come dovere sacro, fosse ricca la cultura greca antica. Non è più tollerabile che l’Occidente debba subire l’ignoranza e l’arroganza di chi, ospite non invitato a casa nostra, a cui ancora garantiamo assistenza e aiuto, vuole pure imporci la sua prepotenza. In mancanza di un governo degno di tale nome, davanti a politici di Sinistra che sanno solo danneggiare il nostro Paese, non resta che auspicare un ritorno di quei sanguigni frati di una volta che almeno, di fronte ai prepotenti, sapevano reagire con una scarica ben assestata di calci nel culo. Forse tanti teorici della tolleranza non hanno capito a dove ci stanno portando e a quanto gli Italiani siano incazzati di vedersi negare i propri diritti ( persino nella graduatoria delle case popolari ormai ) e i propri simboli spirituali. Per non parlare delle condizioni medievali in cui vivono molti musulmani nei loro Paesi, delle discriminazioni sessuali, della condizione di sfruttamento della donna, della mancanza di libertà anche ma non solo religiosa: dovrebbero vergognarsi persino di dichiarare da dove provengono in molti casi…altro che pretendere di darci insegnamenti. Se non siete a vostro agio nelle mense della Caritas, toglietevi dai coglioni e tornate al vostro evoluto Paese…non vi rimpiangeremo.