Radici e Valori
HO UN CASSETTO…
Ho un cassetto dove tengo le cose che mi sono più care, cose apparentemente senza valore ma che per me sono preziose… un biglietto di auguri scritto 50 anni fa dalla nonna, la medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto del nonno, il libretto di pensione di un mio trisnonno… e tra questi c’è una tessera, una tessera in cartoncino giallognolo che da una parte reca una bella fiamma tricolore con la scritta 1950 e dall’altra i dati di mio padre tra cui “data d’iscrizione 1948”. Perchè questa tessera mi è così cara? Per quello che racconta… racconta la vita di chi è nato e vissuto all’estero, racconta la frequenza al liceo italiano di Tunisi e le scazzottate con gli studenti francesi che gridavano “abbasso il Duce”, racconta la partenza, come volontario, nella seconda guerra mondiale, racconta i due anni di prigionia in Bretagna, racconta il rimpatrio a fine guerra… rimpatrio in una terra dove non aveva mai vissuto, il non poter tornare a Tunisi per aver combattuto contro la Francia e l’inserimento, da “sconfitto” in una delle regioni più antifasciste … ma, soprattutto, racconta il grande amore per l’Italia.
E’ così che sono nata e cresciuta… in fondo “quel cartoncino”è stato determinante per la mia formazione… e così, accanto a quella tessera ve ne sono altre, in plastica, con scritte FUAN e MSI, risalgono agli anni 70 e sopra c’è il mio nome. Anni di militanza, anni difficili e meravigliosi al tempo stesso… le elezioni universitarie e la fatica per raccogliere le firme… le campagne elettorali… il volantinaggio alla mensa universitaria… quel sentirsi fremere dentro, quel sentirsi “camerati”… quel dolore alla notizia dell’uccisione di altri militanti … e la rabbia, sì tanta rabbia di fronte ad una “giustizia” che ci dava sempre addosso, di fronte ai telegiornali “di regime”… e poi… il primo Campo Hobbit …meravigliosa, indimenticabile esperienza…il viaggio in treno… ragazzi di tutta Italia sotto il sole di Montesarchio… il conoscersi…i dibattiti…le canzoni…la grande croce celtica… finalmente i giornali parlavano di noi perchè erano costretti a parlare di noi…poteva essere l’inizio di qualcosa di grande… Poteva, anzi, avrebbe potuto essere l’inizio di una svolta che purtroppo non c’è stata… troppi, forse, gli interessi che hanno condizionato le scelte politiche.
Gli anni sono passati, non ho più tessere, troppe le delusioni da parte di chi avrebbe dovuto rappresentare le nostre idee e realizzare le speranze di una generazione di giovani che nulla chiedevano e che tanto sapevano dare, ma sono ancora qui a sperare che certi sentimenti possano affermarsi e certi sogni possano avverarsi.
Federica