Luglio 9th, 2009 Riccardo Fucile
L’ENCICLICA DEL PAPA “CARITAS IN VERITATE” SUPERA LA DICOTOMIA TRA MERCATO ED ETICA… IL SOCIALE NON DEVE ESSERE VISTO “COME UN MODO PER COLMARE LE CARENZE DELL’ECONOMIA”… ”TRASPARENZA, ONESTA’ E RESPONSABILITA’ NON POSSONO PIU’ ESSERE TRASCURATI”… OCCORRONO AZIONI DI DEMOCRAZIA ECONOMICA E RESPONSABILITA’ SOCIALE
Non deve esistere più un’economia con le sue leggi lontane da un’etica condivisa, e
il sociale non deve essere più visto “come un sistema per colmare le carenze dell’economia”.
Nella sua prima e molto attesa enciclica sociale, Benedetto XVI supera le due concezioni e propone la terza via di una “economia di comunione”, un mercato civile, un’etica che sia dentro l’economia di mercato.
La “Caritas in Veritate” appare come l’introduzione teologica alla sintesi sistematica della dottrina sociale degli ultimi decenni.
Nessuna demonizzazione del mercato o del ruolo dello Stato, quanto piuttosto una critica contro gli atteggiamenti culturali che relativizzano la verità .
Al centro dell’attuale crisi economica per il Papa c’è una crisi di verità sull’uomo, sulla storia, sullo sviluppo e sulla tecnica. Lo sviluppo ha bisogno della verità volta alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo.
L’enciclica è un vademecum dove si trovano i grandi temi sociali, dall’immigrazione alla bioetica, al diritto a un lavoro decente, al turismo sessuale, alla tutela dell’ambiente, ai media, ai rischi della tecnocrazia.
“La società sempre più globalizzata ci rende vicini, non ci rende fratelli” – sostiene Benedetto XVI- e propone “una fraternità dei singoli e dei popoli come base di un nuovo modo di fare finanza”. L’esclusivo obiettivo del profitto “senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà , così come un’attività finanziaria per lo più speculativa, i flussi migratori mal gestiti e anche lo sfruttamento delle risorse della Terra”. Continua »
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Luglio 9th, 2009 Riccardo Fucile
IL GOVERNO VUOLE RIDURRE IL RUOLO DELL’ISTITUTO: A RISCHIO 700 RICERCATORI SU 2.160 DIPENDENTI… TROPPE STIME E TROPPO FREQUENTI SECONDO IL GOVERNO E QUINDI INAFFIDABILI.…MA C’E’ CHI PARLA DI UN TENTATIVO DI PENALIZZARE L’ISTAT PER AVER PUBBLICATO DATI NEGATIVI SULL’ECONOMIA
Qualche giorno fa era stato il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, a picchiare duro: per migliorare l’atteggiamento psicologico verso la crisi economica, aveva proposto una riforma della comunicazione dell’Istat:
“Sarebbe meglio diffondere i dati ogni tre mesi e tutti insieme; i numeri ripetuti quotidianamente possono fare un danno allo sviluppo del nostro Paese, per non parlare dei soloni che, attraverso istituzioni private, diffondono dati e previsioni”.
Il solito concetto della “percezione” del problema, insomma.
Meno la gente conosce i dati e meglio è, una strana concezione democratica perchè o i dati sono fasulli e allora li si contesta nel merito, o sono reali e allora non ha senso ammetterlo ( come ha dovuto fare recentemente Tremonti) dopo qualche tempo.
Ora pare che siamo alla resa dei conti e gli stessi censimenti siano a rischio.
L’Istat non ha i soldi per effettuare i prossimi (tra cui quelli della popolazione e dell’agricoltura) e chiede l’approvazione della legge che stanzi le risorse.
La direzione dell’Istat ne approfitta anche per rispondere a Scajola precisando che “i regolamenti europei impongono che nel biennio 2009-2011 siano realizzati sia il censimento generale della popolazione e delle abitazioni che quello dell’agricoltura, ma anche quello dell’industria, dei servizi e delle istituzioni no-profit”. Continua »
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Luglio 9th, 2009 Riccardo Fucile
MOLTE LE CATEGORIE PROFESSIONALI PRONTE A INCROCIARE LE BRACCIA NEL CORSO DELL’ESTATE… C’E’ IL SEGNO DI UN DISAGIO GENERALE
Sul fronte degli scioperi si prepara un luglio caldissimo: dai giudici di pace alle maestre d’asilo, dalle hostess ai benzinai, ce n’è per tutti.
Scenderanno in piazza non solo gli iscritti ai sindacati confederali o i gruppi tradizionalmente legati alle rappresentanze di base, ma anche categorie che di solito non occupano le pagine dei giornali. Le motivazioni sono diverse, così come le professioni: licenziamenti, rinnovi del contratto, la “riforma di prossimità ” chiesta dai giudici.
Da Nord a Sud il calendario è impressionante. Ad inizio mese si è registrata già la protesta dei Vigili del Fuoco e dei ricercatori dell’Ispra che hanno occupato la nave oceanografica dell’Istituto, contro il taglio di 430 precari.
Dopo lo sciopero dei ferrovieri in Toscana, c’è stato quello dei dipendenti pubblici e dei lavoratori del settore Sanità dei sindacati di base, dei precari della Piana di Gioia Tauro, dei dipendenti della Regione Emilia Romagna, delle maestre d’asilo di Genova. Continua »
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