SCIOPERI IN VISTA PER UN LUGLIO CALDO
MOLTE LE CATEGORIE PROFESSIONALI PRONTE A INCROCIARE LE BRACCIA NEL CORSO DELL’ESTATE… C’E’ IL SEGNO DI UN DISAGIO GENERALE
Sul fronte degli scioperi si prepara un luglio caldissimo: dai giudici di pace alle maestre d’asilo, dalle hostess ai benzinai, ce n’è per tutti.
Scenderanno in piazza non solo gli iscritti ai sindacati confederali o i gruppi tradizionalmente legati alle rappresentanze di base, ma anche categorie che di solito non occupano le pagine dei giornali. Le motivazioni sono diverse, così come le professioni: licenziamenti, rinnovi del contratto, la “riforma di prossimità ” chiesta dai giudici.
Da Nord a Sud il calendario è impressionante. Ad inizio mese si è registrata già la protesta dei Vigili del Fuoco e dei ricercatori dell’Ispra che hanno occupato la nave oceanografica dell’Istituto, contro il taglio di 430 precari.
Dopo lo sciopero dei ferrovieri in Toscana, c’è stato quello dei dipendenti pubblici e dei lavoratori del settore Sanità dei sindacati di base, dei precari della Piana di Gioia Tauro, dei dipendenti della Regione Emilia Romagna, delle maestre d’asilo di Genova.
Lunedì è toccato ai lavoratori dello stabilimento d Melfi, martedì del personale Fs della Toscana, mercoledì degli autonomi del settore trasporti per la sicurezza.
I giorni 8 e 9 sciopero de benzinai per il rinnovo del contratto, il 9 tocca ai dipendenti Meridiana e Eurofly, il 10 in Sardegna si fermeranno per 8 ore tutti i lavoratori dei settori produttivi e dei servizi.
L’11 luglio tocca al personale Trenitalia, poi il 13 tocca ai giornalisti, il 13 per i giornali e il 14 dei siti internet.
Sempre il 14 sciopero dei magistrati, mentre a Palermo si asterranno dal lavoro i vigili perchè non hanno più soldi.
Dal 13 al 18 luglio incroceranno le braccia i giudici di pace per la riforma del settore ( e ancora non sanno la montagna di carte con cui saranno seppelliti a causa del nuovo decreto sicurezza), mentre il 20 si assisterà allo sciopero del personale Alitalia e AirOne .
Anche qui i dati sono negativi, nonostante l’acquisizione di favore ricevuta da Colaninno e soci.
C’e un segno evidente di disagio in generale tra le varie categorie e i timori di continui tagli non facilita certo la composizione delle vertenze.
I dati sull’andamento del deficit segnala una spesa che cresce a ritmo sostenuto, un deficit che supererà il 5% sul Pil, un debito pubblico a 119% sul Pil, le entrate tributarie in forte calo e la disoccupazione in netto aumento.
I dati del deficit, del fabbisogno, delle entrate delle spese, forniti pochi giorni fa dal Tesoro sono esattamente quelli anticipati dall’Istat, dalla Banca d’Italia, dal’Ocse e dalla Commissione di Bruxelles che Tremonti aveva definito “congetture inutilmente allarmistiche” qualche settimana fa. Salvo ora doverle accogliere come veritiere, dopo averle dileggiate.
Un po’ meno arroganza forse non guasterebbe: non è spargere pessimismo dire la verità , è solo realismo.
E il popolo italiano sa giudicare da sè, senza bisogno di censure o anatemi..
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