Settembre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
BOCCHINO: “IL FALSO DOCUMENTO CONTRO FINI E’ STATO PRODOTTO AD ARTE DA UNA PERSONA MOLTO VICINA AL PREMIER CHE HA GIRATO PER IL SUDAMERICA: ABBIAMO LE PROVE, FAREMO IL NOME AL MOMENTO OPPORTUNO”… LE INCAUTE PAROLE DEL PREMIER IL GIORNO PRIMA
“Il dossier è stato prodotto ad arte da un persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il
Sudamerica di cui al momento opportuno saprete il nome”.
Con queste parole Italo Bocchino gela i giornalisti che gli chiedevano una replica alle affermazioni del premier, sdegnato per gli attacchi ai servizi.
E il suo collega Carmelo Briguglio aggiunge: “Rinviamo al mittente le accuse di irresponsabilità , che la Presidenza del Consiglio farebbe bene a indirizzare ad altri destinatari nelle immediate vicinanze”.
Va ricordato che era iniziato il giorno prima il tam tam del nuovo tarocco-scoop di Feltri, sull’asse Santo Domingo-Italia ed era arrivato alle orecchie di Fini il racconto di un Berlusconi che se ne vantava parlandone ai suoi: “Lo fottiamo un’altra volta”.
Fini ha avuto riscontri precisi all’operazione di dossier costruiti contro di lui e ha pure in mano la certezza più importante: il cognato non c’entra nulla con le società acquirenti della famosa casa di Montecarlo.
E ora il mandante del killeraggio è alle corde, mentre Fini prepara un colpo clamoroso.
Ma di questo parleremo domani.
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Settembre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
AUTOGOL DEL PREMIER: SI DIFENDE DIMENTICANDO CHE IL 17 SETTEMBRE A PAGINA 3 FU PROPRIO “IL GIORNALE” A PARLARNE… FELTRI, MA COSA GLI COMBINI? AVVISALO ALMENO….
“Falso e diffamatorio chiamare in causa i servizi segreti”.
L’obiettivo della nota ufficiale di Palazzo Chigi è chiaro: Gianfranco Fini e Fli che ieri, a proposito degli articoli sul Giornale, avevano parlato di “azioni di dossieraggio contro di noi”.
La presidenza del Consiglio, visti i giornali che riportano con grande evidenza le accuse contro i servizi, utilizzati secondo loro “per colpire la terza carica dello Stato”, prova a chiudere il tappullo, ma peggiora la situazione.
“Le illazioni, le voci e le congetture apparse su alcuni quotidiani in relazione ad una presunta attività di dossieraggio sono assolutamente false, diffamatorie e destituite di ogni fondamento”, scrivono a Palazzo Chigi.
Ma Italo Bocchino, capogruppo di Fli replica: “Nessuno ha mai dubitato della lealtà istituzionale dei nostri apparati di sicurezza. Il problema semmai è avere certezza che, come accaduto in passato, non ci siano azioni torbide, illegali, deviate che, come tali, non sono certo a conoscenza dei vertici. E questa certezza purtroppo non la può avere nessuno, come dimostrano tante vicende anche recenti (vedi Pio Pompa)”.
Nella nota ufficiale il premier ha anche detto: “Di fronte alla gravità di queste insinuazioni la Presidenza del Consiglio non può non denunciare la totale irresponsabilità di chi diffonde voci siffatte solo per ragioni di polemica politica, ben sapendo che esse non hanno il minimo fondamento».
Non si fa attendere la replica di Futuro e Libertà .
«Palazzo Chigi – replica con una nota del capogruppo Italo Bocchino – ha fatto benissimo a definire irresponsabili le illazioni, apparse per la prima volta su Il Giornale della famiglia Berlusconi il giorno 17 settembre a pagina 3, circa il coinvolgimento dei nostri servizi di Intelligence in operazioni di dossieraggio politico-scandalistico.
Eh sì, fu proprio il Giornale a scrivere questi concetti ora ritenuti diffamatori, tanto da far porre stamane a diversi quotidiani la domanda:
“È vero, come ha scritto il Giornale il 17 settembre scorso a pag. 3 che sono stati inviati a Santa Lucia agenti dei Servizi e della Guardia di finanza, e chi li ha mandati?”
E ancora: “È vero – come ha scritto Libero – che «c’è un rapporto personale tra l’ex primo ministro di Santa Lucia e Silvio Berlusconi» che «deve far tremare Fini”?”
Invece che convocare vertici coi subcolonnelli Gasparri e La Russa, il premier farebbe bene ad atttivare il proprio ufficio stampa onde evitare brutte figure.
Anche perchè Feltri si potrebbe risentire di essere stato definito “diffamatore e irresponsabile” dal premier.
Cadere colpito da fuoco amico sarebbe imbarazzante: almeno non prima di aver percepito lo stipendio.
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Settembre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
HA COMPRATO UNA CASA IN DANNO DEL CONTRIBUENTE PERCHE’ PAGATA IL 50%, HA PIAZZATO L’AMICA IN RAI E GLI ITALIANI LE PAGANO LO STIPENDIO… SECONDO IL CODICE FELTRI, BERLUSCONI DOVREBBE DIMETTERSI: A QUANDO LA RACCOLTA FIRME?
La bomba deflagrò nell’agosto del 2007, quando L’Espresso rese di pubblico dominio una
vicenda: alcuni immobili di proprietà di Enti dello Stato, pochi anni prima erano stati acquistati a prezzi stracciati da taluni politici.
Da Casini a Mastella, da Violante a Mancino, da Veltroni a Maura Cossutta: l’elenco dei beneficiari di quella che fu ribattezzata “svendopoli” era assolutamente bipartisan.
Come lo sdegno che la vicenda suscitò nei cittadini.
Da quella lista, però, mancava un nome: quello di Silvio Berlusconi.
Il quale, nel 2004, al pari degli altri illustri colleghi partecipò alla “grande abbuffata immobiliare“ acquistando, mediante una propria società (la Idra), “un superattico alla Balduina, una bella zona di Roma, per un prezzo scontato del 50 per cento rispetto al valore di mercato”.
Superattico munito di cinque camere da letto distribuite su due piani, quattro bagni, un megasalone e una terrazza con tripla esposizione.
Non certo un tugurio.
La cosa interessante è che l’immobile, quando fu comperato da Silvio (e così almeno fino al gennaio del 2009), era nella disponibilità di un’ex velina di Striscia la Notizia, tale Sonia Grey (all’anagrafe: Sonia Colone).
Di fronte alla possibilità di acquistare l’appartamento, intervenne l’immobiliare di Berlusconi che provvedette direttamente, facendo un affare, visto che pagò il 50% del valore dell’immobile.
E Sonia Grey potè restare serenamente nell’appartamento grazie alla lunga “amicizia” con il premier e in attesa delle sue visite. Come si gridò (anche da destra) alla scandalo per la tariffa scontata nei confronti dei politici che penalizzava, trattandosi di ente pubblico, le casse dello Stato, ci stupiamo che nessun giornale vicino al premier non abbia sollevata allora la questione etica, chiesto dimissioni o raccolto firme.
La Grey nel frattempo, dopo un lungo periodo di “buio televisivo”, in concomitanza della vittoria del Cav. alle Politiche del 2001 era riuscita a ritornare in video, grazie a Mamma Rai.
Da quel momento, la sua carriera — sull’emittente pubblica — non si è più arrestata (come racconta il sito di Viale Mazzini):
“Dal 2002 al 2008 ha condotto “Notti Mondiali” 2002 su Rai1, “Uno Mattina Estate” nel 2002, “Mezzogiorno in famiglia” nel 2002/2003 su Rai2, “Uno Mattina Estate” nel 2003 su Rai1. Nel 2003-2004 conduce “Unomattina Sabato e Domenica”, nel 2004-2005 “Uno Mattina”, nel 2005-2006 , su Rai1, “In forma con Sonia”, nel 2006 “Sabato e Domenica… la tv che fa bene alla salute” e “Sabato e Domenica Estate”. Nel 2007 conduce il Premio Massimo Troisi e, sempre nel 2007-2008, “Sabato e Domenica… la tv che fa bene alla salute”. Nel 2008 conduce su Rai1 il “Concerto per ragazzi di strada”. Il 2008-2009 la vede nuovamente conduttrice di “Sabato e Domenica… la tv che fa bene alla salute”. Inoltre nel 2008 conduce lo speciale su Rai1: “La notte dei leoni”.
Ma non finisce qui, perchè da quest’anno la Grey approderà addirittura a Domenica In (come ha rivelato quest’estate a Davide Maggio):
“Condurrò la fascia centrale di Domenica In. Il programma partirà con Massimo Giletti che mi lascerà la linea alle 15.55 e poi andrò avanti io sino alle 16.25, quando sarà la volta di Lorella Cuccarini”.
A proposito di Mediaset, le chiede il giormalista, cosa è rimasto in Sonia Grey dell’infermiera sexy di Striscia la Notizia?
“Ritengo che tutto il mio percorso professionale sia un bagaglio esperienziale importante. Penso che la mia crescita personale come donna e come persona sia andata di pari passo col mio percorso televisivo. Ricordo quel periodo con molto affetto. Fortunatamente poi la strada è stata lunga ed oltre ad usare le mie caratteristiche estetiche mi son messa a lavorare su altre caratteristiche altrettanto utili”.
Infatti.
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Settembre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
GLI 007 AMERICANI SI ERANO ACCORTI CHE UNA REGIA OCCULTA STAVA OPERANDO PER GETTARE DISCREDITO SUL PRESIDENTE DELLA CAMERA… LA VICECONSOLE ITALIANA A SANTA LUCIA: “IL MINISTRO FRANCIS, SE AVESSE FIRMATO UNA LETTERA DEL GENERE, MI AVREBBE AVVISATA” …. IL PORTAVOCE DEL PRIMO MINISTRO: “MAI SENTITO PARLARE, NON NE SAPPIAMO NULLA”…E IERI SERA LA NOTIZIA E’ SPARITA DAL SITO DEL GIORNALE “EL NACIONAL”
Ormai è chiaro: c’è una “manina” dietro il falso dossier pubblicato da due giornali di Santo Domingo e ripreso da alcune testate italiane.
Una “manina” appartenente direttamente o indirettamente ai servizi segreti italiani che nei giorni scorsi si è recata a Santa Lucia per confezionare la falsa lettera contro Fini.
Una “manina” che non è sfuggita ai servizi segreti americani che hanno mandato una segnalazione informale al Presidente della Camera in persona, in cui avvertono di uno strano giro di uomini e soldi finalizzati a creare un falso dossier per screditarlo.
Non a caso quegli stessi americani che non vedono di buon occhio le mosse di Berlusconi da quando Obama siede alla Casa Bianca.
Ma non è tutto.
IL “Corriere della Sera” è riuscito a intervistare il viceconsole italiano nell’isola di Santa Lucia, Maria Piccinin Thom, che esprime forti dubbi sull’autenticità della lettera del ministro della Giustizia Francis: “Con i computer si possono ormai fare miracoli. Il ministro Francis è un mio amico, è molto strano che non mi abbia avvisata di questa iniziativa, chi avvia indagini su questioni italiane si rivolge a me. E poi è stato eletto da poco, è in piena campagna elettorale: mi pare curioso che la priama cosa cui va a pensare, appena insediato, sia un’inchiesta sulla casa di Montecarlo”.
Il telegiornale de La 7 è riuscita poi a contattare il portavoce del primo ministro di Santa Lucia, Stephenson King, che è caduto dalle nuvole: “Non ne so niente, non ne avevo mai sentito parlare prima, faremo delle verifiche”.
E dopo poche ore “casualmente” iero sera il sito del giornale “El Nacional” ha fatto sparire l’articolo incriminato.
Ricordiamo anche che l’attuale editore de “El Nacional” è Ramon Baez Figueroa, casualmente proprietario delle reti televisivi Telecanal e Supercanal con forti interessi nel campo della comunicazione.
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Settembre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
UOMINI DEI SERVIZI A ST.LUCIA PER SOVRINTENDERE ALL’OPERAZIONE, INVIATI DE IL GIORNALE, DOCUMENTI FALSI… LE AMICIZIE DEL PREMIER A ST. LUCIA, LA VIA SCELTA PER FAR USCIRE IL FALSO DOCUMENTO, LA RIUNIONE LA SERA PRIMA TRA BERLUSCONI, FELTRI, SALLUSTRI E LA BOCCETTA
“Ecco come gli uomini del premier hanno manovrato la macchina del fango”: l’articolo di
Giuseppe D’Avanzo che ricostruisce i fatti sul falso scoop da St.Lucia
Ora, tra Berlusconi e Fini, tutto ritorna in alto mare. Come prima. Se è possibile, peggio di prima. Molto peggio.
Va per aria la pace concordata per scrivere insieme una legge immunitaria costituzionale e quindi la road map che avrebbe consentito al governo di vivacchiare per lo meno fino ai primi mesi del 2012 quando il referendum confermativo avrebbe dovuto decidere il destino della legislatura.
Che cosa è accaduto?
Perchè il presidente della Camera ha chiesto ai suoi “ambasciatori” Italo Bocchino e Giulia Bongiorno di chiudere ogni canale di comunicazione e trattativa con il ministro della Giustizia Alfano e l’avvocato del Cavaliere Ghedini? Quali evidenze hanno convinto Fini che quella trattativa politico-legislativa è una falsa trattativa, una trappola, soltanto un modo per temporeggiare in attesa che si concluda il character assassination; una parentesi tattica per dar modo agli “assassini politici” di concludere il lavoro sporco di demolizione di ogni affidabilità pubblica del co-fondatore del Popolo della Libertà ?
La risposta che si raccoglie negli ambienti vicini al presidente della Camera non è ambigua: “Fini ha qualche prova e la ragionevole certezza che le informazioni distruttive che ogni giorno vengono pubblicate da il Giornale e Libero, controllati dal presidente del Consiglio, sono fabbricate in un circuito che fa capo direttamente a Silvio Berlusconi”.
Fini, nel pomeriggio di ieri, può dire ai suoi “ambasciatori” che quel che gli viene riferito, quel che gli viene mostrato, quel che ha accertato con indagini private non lascia spazio al dubbio.
Gli uomini più esposti nell’aggressione riferiscono passo dopo passo del loro lavoro e delle loro mosse al Cavaliere.
Che martedì, alla vigilia del titolo “Fini ha mentito, ecco le prove”, ha incontrato Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti, i “sicari” del Giornale, e ieri Amedeo Laboccetta, il parlamentare del Pdl, vecchio esponente napoletano di An, capace di “muovere le cose” nei Caraibi grazie all’influenza di Francesco Corallo. Altro nome chiave – Francesco Corallo – di questa storia.
Figlio di Gaetano, detto Tanino, latitante catanese legato al boss di Cosa Nostra Nitto Santapaola, Francesco Corallo è nei Caraibi “l’imperatore di Saint Maarten”, dove gestisce con attività collegate a Santo Domingo alberghi, un giornale, quattro casinò con l’Atlantis World, multinazionale off-shore, partner dei nostri Monopoli di Stato nel business (complessivamente 4 miliardi di euro) delle slot machines ufficiali.
Le mani che s’intravedono nella “macchina del fango” che muove contro Fini da mesi sono di Berlusconi, Feltri, Angelucci (editore di Libero), Laboccetta (Corallo), dicono senza cautela gli uomini del presidente della Camera.
“Non è più il tempo della prudenza. Abbiamo sufficienti informazioni per poter ricostruire che cosa è accaduto e per responsabilità di chi”.
Gli uomini di Fini hanno isolato otto questioni “decisive per capire” e Flavia Perina, direttore del Secolo d’Italia, le ha ordinate come se fossero domande.
“È vero, come ha scritto Libero che c’è un rapporto personale tra l’ex primo ministro di Santa Lucia e Silvio Berlusconi che “deve far tremare Fini” (nell’isola di Santa Lucia è registrata la società proprietaria dell’appartamento di Montecarlo affittato dal cognato di Fini, ndr)?
È vero, come ha scritto il Giornale il 17 settembre scorso che sono stati inviati a Santa Lucia agenti dei Servizi e della Guardia di finanza, e chi li ha mandati?
È vero che a Santa Lucia ci sono, e da tempo, inviati della testata di Paolo Berlusconi, il Giornale e del mondadoriano Panorama?
E’ vero che la lettera di Rudolph Francis, con la dicitura “riservata e confidenziale” è stata fatta filtrare alla stampa estera attraverso un sito di Santo Domingo, località di residenza – guarda caso – di Luciano Gaucci?
E’ solo una coincidenza che Gaucci sia la “mina vagante” della stagione dei talk show, indicato negli scorsi giorni come possibile ospite eccellente di Matrix, l’Ultima Parola e persino Quelli che il calcio?
Cosa significa l’ambigua nota in coda alla lettera di Francis “le nostre indagini restano in corso in una prospettiva di una determinazione finale”?
E ancora, come è immaginabile che il ministro di un paradiso fiscale giudichi “pubblicità negativa” la segretezza delle società off-shore, posto che essa è il principale motivo per cui il suo Paese sta in piedi?
Dice niente a nessuno il fatto che l’attuale editore di El National, Ramon Baez Figueroa, sia anche proprietario di diverse reti televisive come Telecanal e Supercanal?”.
Gli otto dubbi retorici consentono di ricostruire il puzzle che, benchè ancora monco, Gianfranco Fini ha sotto gli occhi.
Indagini private gli hanno confermato che Giancarlo Tulliani non è il proprietario dell’appartamento di Montecarlo.
Sospiro di sollievo: il giovane cognato avrebbe sempre potuto mentirgli ostinatamente, e fino ad oggi.
Con la certezza dell’estraneità di Tulliani, Fini ha potuto sistemare meglio le altre tessere del mosaico.
Si è chiesto: ma è ragionevole che un’isola (Santa Lucia) che vive con la leva della sua legislazione offshore si dia da fare per svelare i nomi dei proprietari di una società registrata in quel paradiso fiscale? Un non-sense.
Epperò perchè il ministro di Giustizia scrive che è Tulliani il proprietario delle sue società sospette? Ma è vero che questo ha scritto quel ministro? E’ autentica quella lettera o su carta intestata (autentica) è stata sovrapposto un testo apocrifo?
La lettera se la sono rigirata a lungo tra le mani, ieri, Giulia Bongiorno e Italo Bocchino e hanno concluso che o la lettera è del tutto falsa o, anche se non lo è, non aggiunge nulla di nuovo a quel che si sa perchè conferma che, secondo fonti monegasche, Giancarlo Tulliani è il “beneficiario dell’appartamento” che potrebbe voler dire soltanto che Tulliani è – bella scoperta, a questo punto – l’affittuario dell’immobile.
Gianfranco Fini è apparso più interessato a ricostruire, con le informazioni che ha a disposizione, lungo quale canale e con quali protagonisti quella lettera manipolata si sia messa in movimento consapevole che il mandante dell’assassinio politico provochi la fuga di notizie rimanendo al di fuori della mischia.
Dicono che sul tavolo intorno a cui Fini ha incontrato i suoi collaboratori sia rimasto a lungo un foglio, presto annotato con nomi, frecce, connessioni. Lo si può ricostruire così.
Uomini dei servizi segreti o della Guardia di finanza raggiungono Santa Lucia (la notizia è del Giornale).
Devono soltanto sovrintendere che “le cose vadano nel verso giusto”, che quel ministro di Giustizia dica quel che deve o fornisca le lettere con intestazione originale che necessitano.
E’ stato lo stesso Silvio Berlusconi a predisporre le cose potendo contare sul “rapporto personale tra l’ex ministro di Santa Lucia e il nostro presidente del Consiglio”.
Un legame (notizia di Libero) che “deve far tremare Fini”.
Bene, viene confezionato il falso.
Ora deve arrivare in Italia senza l’impronta digitale del mandante.
Bisogna seguire le frecce sul foglio dinanzi a Gianfranco Fini.
Da Santa Lucia la lettera farlocca (o ambigua) arriva su un sito e poi nelle redazioni di due giornali di Santo Domingo.
Da qui afferrata come per una pesca miracolosa dal sito Dagospia.
Ora – gli uomini di Fini chiedono – chi ispira Dagospia?
Credono di saperlo. Anzi, dicono di saperlo con certezza: “Dagospia, sostenuto dai finanziamenti di Eni ed Enel, è governato nelle informazioni più sensibili da Luigi Bisignani, il piduista, l’uomo delle nomine delicate, braccio destro operativo di Gianni Letta dal suo ufficio di piazza Mignanelli”.
Da Dagospia l’informazione manipolata slitterà sulle prime pagine di Giornale e Libero. Che potranno dire: abbiamo rilanciato soltanto una notizia pubblicata dalla stampa internazionale.
Una menzogna che tace e copre e manipola quanto ormai è chiaro a tutti dal character assassination di Veronica Lario, Dino Boffo, Raimondo Mesiano, Piero Marrazzo e ancora prima di Piero Fassino. Continua »
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Settembre 23rd, 2010 Riccardo Fucile
DICHIARATO “NON PROCESSABILE” PER AVER INVITATO GLI INDUSTRIALI A NON DARE PUBBLICITA’ AL GRUPPO ESPRESSO… STESSA ASSOLUZIONE PREVENTIVA PER AVER DATO DEL BUGIARDO A DI PIETRO IN MERITO ALLA SUA LAUREA… I CITTADINI NORMALI NE RISPONDONO IN TRIBUNALE, IL CHE NON IMPLICA UNA CONDANNA: LUI NON CI VA NEPPURE, COSI’ RISOLVE IL PROBLEMA
L’aula di Montecitorio ha deliberato l’insindacabilità delle dichiarazioni di Silvio Berlusconi in occasione del convegno dei giovani di Confindustria, tenutosi a Santa Margherita Ligure il 13 giugno 2009.
E’ stato infatti approvato il parere della giunta di negare l’autorizzazione a procedere richiesta dal tribunale di Milano nell’ambito del procedimento civile aperto sulla richiesta di risarcimento danni “per concorrenza sleale” da parte del gruppo Espresso.
Il Cavaliere, davanti alla platea dei giovani industriali, aveva attaccato il gruppo Espresso, “colpevole” di creare un clima di pessimismo nel Paese. “La situazione della crisi – aveva detto il premier – è quella che conoscete. Bisognerebbe non avere un’opposizione e dei media che tutti i giorni cantano la canzone del pessimismo, del disfattismo, del catastrofismo”.
Un attacco che si era chiuso con l’esortazione agli industriali a far la loro parte, ovvero “a non dare pubblicità a chi si comporta così”.
La Camera, inoltre, ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del premier per gli attacchi al leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, durante ‘Porta a Porta’.
Berlusconi aveva definito bugiardo l’ex pm, mettendo in discussione la validità della sua laurea.
Se il premier ne era cosi certo, quale migliore occasione per dimostrare in tribunale che la chiacchierata laurea di Di Pietro era taroccata?
Ha perso un’occasione per farlo forse?
O ha preferito lanciare il sasso e ritrarre la mano?
Al di là delle valutazioni politiche e del confronto anche duro ed acceso, è legittimo cercare di danneggiare un altro gruppo editoriale concorrente invitando la platea degli industriali a boicottarne la raccolta pubblicitaria?
Anche questo stava scritto nel programma del Pdl?
E a che pagina era indicato che i processi personali si evitano?
La regola vale per tutti i rappresentanti del Pdl o solo per il premier?
Scusate ma non riusciamo a trovarlo nel programma.
E questa sarebbe una destra?
Ma dov’è finita la destra che poteva camminare a testa alta, senza tacchi e cerone?
Dov’è finita la destra del popolo, dei cittadini onesti, la destra della solidarietà , della legalità , della difesa delle istituzioni, dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, la destra anti-Casta e anti-privilegi?
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