Agosto 6th, 2011 Riccardo Fucile
FABIO GRANATA: “LA CORRUZIONE E’ UNA METASTASI SOCIALE, DETERMINA DISGUSTO VERSO LA POLITICA E GENERA UNA VORAGINE NEI CONTI PUBBLICI”
La corruzione: il male, la metastasi sociale che attanaglia l’Italia.
Di oggi e, si spera, non di domani.
Quella cosa brutta e pelosa che come rileva il deputato finiano Fabio Granata «oltre a determinare il disgusto verso la politica genera una voragine nei conti pubblici».
Per questo un segnale importante da parte della politica che si dice alta verrebbe proprio da un decreto rigorosissimo nei contenuti, con la previsione della totale confisca dei patrimoni e della ineleggibilità definitiva e immediata per quei politici corrotti.
Il vicepresidente della commissione antimafia ritiene che sbloccare e approvare il decreto anticorruzione entro settembre sarebbe il modo migliore per riprendere l’attività parlamentare.
Per urlare al paese che in quel palazzo vi sono impulsi puliti, idee non di salvaguardia coatta di una categoria, azioni concrete (non slogan o pieghevoli) che diano pedagogicamente un esempio.
E che non si facciano trascinare dal “salviamoli tutti”.
Una sorta di certificato di garanzia che indichi il pedigree del politico, con il principio sacrosanto che dinanzi alla legge tutti sono uguali, e nessuno lo è più di altri.
Chi vuole intendere, insomma, intenda.
Da parte nostra auspichiamo la massima vigilanza verso ogni tentativo di infiltrazione e corruzione.
E’ ora di fare piazza pulita.
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Agosto 6th, 2011 Riccardo Fucile
L’INTERVENTO DEL SEGRETARIO AL TESORO TIM GEITHNER CONVINCE LA MERKEL A DARE IN VIA LIBERA ALL’ACQUISTO DEI TITOLI PUBBLICI ITALIANI…IL FORCING DI SARKOZY PREOCCUPATO DALLA CRISI DEI TITOLI FRANCESI…LA CASA BIANCA RINGRAZIA PARIGI E BERLINO PER IL “RUOLO GUIDA”
“La Bce ha commissariato l’Italia, Trichet governa a Roma su mandato di Germania e
Francia”.
Sono le 13 a Wall Street, manca un’ora e mezza alla conferenza stampa di Silvio Berlusconi in Italia, e i mercati sanno già tutto.
Un “gabinetto di crisi” sovranazionale ha dato mandato alla Bce per scrivere l’agenda del governo italiano.
“Anticipo dei tagli al deficit; pareggio di bilancio nella Costituzione; liberalizzazioni dei mercati”: in tre diktat, è l’anticipazione che la Borsa americana apprende molto prima dei cittadini italiani.
La fonte che firma lo scoop è l’agenzia Dow Jones, le gole profonde stanno al Tesoro di Washington e alla Federal Reserve, e subito gli indici di Borsa recuperano.
Barack Obama a tarda sera di venerdì si mette al telefono con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy che “ringrazia per la loro leadership”.
A mezzanotte ora italiana non c’erano invece conferme di telefonate con Berlusconi.
Il segretario al Tesoro Tim Geithner è al lavoro dietro le quinte fin da giovedì sera. È costretto a un intervento eccezionale sui governi europei dopo il tracollo di 513 punti del New York Stock Exchange.
I suoi interlocutori privilegiati sono il leader francese che è anche presidente di turno del G7 e G20; la cancelliera tedesca; il presidente della Bce. L’obiettivo è far passare uno schema familiare a Geithner, che si fece le ossa al Fmi e nella diplomazia Usa quando i focolai di crisi erano Thailandia, Argentina, Brasile.
Per spegnerli, arrivavano gli esperti del Fmi con i diktat del “Washington consensus” nelle loro valigette.
Commissariamento dei governi inaffidabili, in cambio di aiuti.
È la ricetta che ieri Geithner ha caldeggiato nel corso della giornata, nelle sue ripetute triangolazioni con Berlino, Parigi, Francoforte.
A Berlusconi le condizioni sono state anticipate a metà pomeriggio dal presidente Ue Herman Van Rompuy e dal commissario all’Economia Olli Rehn: “l’Italia deve accelerare il suo risanamento”, prendere o lasciare.
Sarkozy e Geithner hanno confermato, costringendo il premier italiano alla conferenza stampa.
Ben più difficile era convincere la Merkel.
Sull’altro piatto della bilancia, infatti, al commissariamento dell’Italia da parte di un gabinetto di crisi corrisponde l’intervento della Bce per acquisti di titoli pubblici italiani.
Uno strappo alle regole del rigore monetario. Un’operazione contrastata dalla squadra tedesca in seno alla Bce: il capo della Bundesbank Jens Weidmann, il chief economist Juergen Stark, più gli alleati olandesi e lussemburghesi.
Ma Sarkozy ieri mattina ha capito di dover fare un pressing estremo su Berlino, quando ha visto allargarsi di nuovo lo spread dei tassi francesi su quelli tedeschi.
A dargli man forte sono intervenuti gli americani.
“Attenzione a non ripetere l’effetto Lehman – hanno detto gli uomini di Geithner agli europei – quando quella banca fu lasciata fallire nel 2008, nessuno capì che ne avrebbe trascinate molte altre a picco, e di più grosse”. Chiara l’antifona: “l’Italia ha il terzo debito pubblico mondiale in valore assoluto, se avanza verso il default non vi basterà triplicare il fondo di salvataggio europeo”.
È intervenuto Ben Bernanke, il presidente della Federal Reserve, con dati inquietanti sull’esposizione delle stesse banche americane al debito pubblico italiano; figurarsi quelle francesi e tedesche.
A rafforzare le pressioni americane sulla Merkel, si sono aggiunte due voci autorevoli dall’Estremo Oriente: Cina e Giappone, due mercati strategici per il made in Germany.
I governi di Pechino e Tokyo hanno chiesto un'”azione coordinata” per arginare il panico creato nel giovedì nero dallo spettro del default italiano.
Per smuovere la Merkel il contributo finale lo ha dato Trichet.
“Il presidente della Bce sta facendo un lavoro straordinario, dobbiamo dargli atto del ruolo prezioso durante questa crisi”, confida Geithner ai collaboratori. La mossa chiave di Trichet, è proprio quella che i mercati non hanno capito giovedì, e che ha provocato il panico. Nelle ore terribili in cui Milano perdeva il 5% e poi andava in tilt, a contenere le perdite iniziali delle altre Borse si era la diffusa la voce che la Bce avrebbe acquistato Btp italiani e bond spagnoli. Invece niente.
A sorpresa gli acquisti si erano limitati ai titoli portoghesi e irlandesi.
La delusione per il mancato sostegno all’Italia aveva contribuito al tracollo del Dow Jones, la capitolazione finale.
Geithner e Bernanke erano stati fra i primi a chiedere spiegazioni. Ieri la vicenda si è sciolta: il giovedì nero “è servito”, la Bce ha mostrato i muscoli alla Merkel e a Roma.
Una prova di forza giocata sul filo del terrore: per costringere Berlusconi a ingoiare qualsiasi imposizione esterna; per mostrare alla Merkel fin dove poteva degenerare il panico dei mercati.
“Non possiamo correre il rischio che un altro focolaio di crisi nell’eurozona uccida le speranze di una ripresa”, è l’imperativo che Obama ha sottolineato ai suoi ieri pomeriggio, prima di chiamare i leader europei.
Il presidente ha incassato ieri mattina un dato di 117.000 assunzioni, meno negativo di quanto temeva, ha annunciato una nuova manovra per l’occupazione, ma ricorda che un anno fa il crac greco diffuse la sfiducia sui mercati, soffocò i germogli della crescita americana.
Oggi è ancora peggio: l’America è già sull’orlo della ricaduta in recessione, il default di Roma va evitato ad ogni costo.
Il pacchetto delle direttive confezionato tra Parigi e Francoforte, Berlino e Washington, a Berlusconi è stato consegnato a scatola chiusa.
Il gabinetto sovranazionale di crisi ha avuto il suo battesimo di fuoco.
Ora i mercati lo attendono al varco, e già ieri cominciavano a serpeggiare i primi dubbi: per esempio sul valore che ha, in Italia, un obbligo di pareggio del bilancio scritto nella Costituzione.
Federico Rampini
(da “La Repubblica”)
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Agosto 6th, 2011 Riccardo Fucile
I GENERALI CONTRO IL MINISTRO DELLA DIFESA: “LA CAMICIA AZZURRINA E IL MAGLIONE NON SONO IDONEI”
Appena il tempo di difendersi dal missile libico che subito dopo Ignazio La Russa ha dovuto subire l’attacco dei «suoi» militari.
Per una questione puramente formale.
Ma per l’Aeronautica militare in questo caso la forma diventa sostanza, tanto da strigliare il ministro della Difesa per il suo abbigliamento «inadeguato alle circostanze», esibito in occasione di importanti cerimonie militari.
La lettera inviata da un’associazione di ufficiali al titolare del dicastero suona come una vera e propria bacchettata.
«Ill.mo Sig. Ministro», inizia così il severo messaggio vergato dal Consigliere nazionale «Associazione nazionale ufficiali Aeronautica militare», generale Giuseppe Lenzi, e inviata al ministro della Difesa La Russa e, per conoscenza, ai generali comandanti di Brigata Julia e Folgore, con la quale si stigmatizza l’abbigliamento «inidoneo» usato dal ministro in occasione di cerimonie militari dall’alto valore simbolico.
«La Sua camicia azzurrina – si legge nella lettera pubblicata sul sito GrNet.it- , sportivamente slacciata, ed il Suo scuro maglioncino a “V” (oltre ai pantaloni troppo abbondantemente ricadenti sui talloni), certamente appropriati per presenziare ad una cerimonia di scambio di gagliardetti fra bocciofile, non hanno conferito, all’evento in fieri, quell’importanza ch’esso si proponeva di raffigurare».
«Lo sventolio del nostro amato Tricolore, ai venti delle terre straniere, lontano dagli affetti e dal caldo tepore della Madre Patria, costituisce profondo motivo per indurre gli animi di “noi” militari a patire ogni contingente asprezza e tener alto il senso del dovere e dell’onore. Ed è per onorare quel vessillo che il Caporal. Magg. Capo Gaetano Tuccillo, da Lei accolto oggi al suo rientro in Patria avvolto in un identico Tricolore, ha donato la sua vita all’Italia».
«Ed è per onorare quel vessillo (che, purtroppo, elevati ed inqualificabili esponenti di fede politica contigua alla Sua userebbero per nettarsi…) – prosegue la lettera – che La prego di voler conferire, alle cerimonie militari cui parteciperà , quell’austerità , anche formale, che, nelle polveri afghane, Ella ha involontariamente offuscato».
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Agosto 6th, 2011 Riccardo Fucile
DALLA GRAN BRETAGNA ALLA FRANCIA, DALLA SPAGNA AGLI STATI UNITI. FINO AL PAKISTAN, TUTTI I GIORNALI STRANIERI SONO UNANIMI NEL CRITICARE L’INTERVENTO DEL PREMIER IN AULA… L’ECONOMIST: “UN DISCORSO MEDIOCRE”
C’è crisi? Per molti, ma non per tutti. 
Silvio Berlusconi infatti conserva il suo ottimismo nonostante la bufera dei mercati imperversi in Europa e nel Belpaese, mentre il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, al contrario, chiede all’Italia una seria agenda di austerity, misure anti deficit e tagli più convinti.
The Economist anticipa online la sua analisi sulle parole del premier.
“A differenza di Josè Luis Zapatero in Spagna, Josè Sà³crates in Portogallo e George Papandreou in Grecia che si sono dimessi o sono intenzionati a farlo, il Cavaliere non ha nessuna intenzione di fare un passo indietro, nonostante l’assenza di segni di ripresa”.
“Il discorso mediocre, quasi sbadato di Berlusconi è sembrato un’occasione mancata di influenzare il corso degli eventi”, scrive il settimanale britannico che prosegue: “Nel suo discorso al Parlamento, Berlusconi ha nuovamente promesso di rimanere al potere fino al 2013. Eppure — nota il giornale — c’è ampia evidenza del fatto che egli sia parte del problema.
Anche The Guardian non salva le parole del premier in Aula, perchè non ha indicato nè i sacrifici nè le riforme strutturali per uscire dalla crisi, limitandosi a osservare che “la stabilità è stata sempre un’arma vincente contro la speculazione”.
Dello stesso parere The Independent che evidenzia il vuoto di indicazioni per il pareggio di bilancio e il taglio della spesa pubblica entro il 2014.
In Spagna invece, El Pais rilancia la proposta di Berlusconi di rimandare la promessa di un piano di stabilità a settembre e se per il premier l’incontro con le parti sociali è stata “la riunione più cordiale degli ultimi 18 anni”, le imprese e i sindacati hanno invece sottolineato che la situazione è di “eccezionale gravità per il paese”. Nell’editoriale tranchant di Le Monde , poi, non ci sono dubbi: il problema dell’Italia è proprio lui.
Dato più volte per politicamente morto, il premier è sempre in grado di risorgere dalle ceneri e per questo è “prematuro” parlare della “fine del suo regno”.
Anche se, si legge sul quotidiano francese, i mercati finanziari non avranno “la stessa pazienza che gli italiani hanno avuto in tutti questi anni”.
Oltreoceano invece il New York Times osserva, come fa il Washington Post, che il premier non ha intenzione di dimettersi e che le sue parole in Parlamento non hanno convinto nè le opposizioni nè i mercati.
Infine cita Stefano Folli, editorialista del Sole 24 Ore, che lo ha valutato come “un discorso senza idee”.
Se nel Vecchio Continente e negli Stati Uniti incombe il terrore finanziario, il pakistano The Nation preferisce soffermarsi sulle questioni di cuore di Mister B.
E racconta che, mentre il paese crolla a picco, il Cavaliere trova il tempo per flirtare in aula con la deputata Pdl Micaela Biancofiore, tra carezze e sorrisi complici .
Alla fine, la crisi è solo un’opinione dei mercati.
Condivisa anche della stampa estera e degli italiani.
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