Maggio 20th, 2014 Riccardo Fucile
DAL GRAN PRIX D’EUROPA AL CONCISTORO, I LEADER CAMUFFATI DA PULEDRI E CAMERLENGHI
Non risultano trascorsi da fantino per Matteo Renzi.
Nè ha mai indossato la porpora cardinalizia Silvio Berlusconi, pur azzardando paralleli lunari con Papa Bergoglio.
Eppure in questo si trasformano i leader — cavalieri o alti prelati — nei sondaggi “camuffati” che circolano alla vigilia delle Europee.
Da una settimana è vietato, vietatissimo pubblicare gli umori dell’elettorato. Nessuno, però, può proibire di giocare con i numeri.
Si diverte parecchio a far correre il Grand Prix d’Europa, ad esempio, il sito “Notapolitica.it” .
E non è difficile scorgere in Igor Brick la silhouette di Beppe Grillo, oppure quella del premier nel fantino fiorentino Fan Faròn, al galoppo con il puledro Schulz.
I tempi ottenuti misurano naturalmente le rispettive percentuali.
Non manca neanche FI — in arte Varenne — «sempre alle prese con la latitanza di Burlesque a Chà¢teau de Boscòn».
Ogni riferimento al Cavaliere e a Cesano Boscone sembra voluto.
Corre pure la Lega del «nordico Groom de Bootz», il Ncd di «Ipson de Scipiòn» e il «meticcio allevato dalla scuderia Petit Jean-Ipson de la Boccòn», alias Mario Monti.
A chi non fossero gradite le corse dei cavalli, il sito Youtrend regala invece un parallelo con il concistoro.
C’è il «giovane e iperattivo cardinale di Firenze», il «riccioluto camerlengo di Genova» e il «prelato pelato di Monza e Brianza».
E i dati da chi arrivano?
«Dall’affascinante madre Gilda Sleri, studiosa fra le più apprezzate dall’anziano cardinale brianzolo».
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica“)
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Maggio 20th, 2014 Riccardo Fucile
PRIVI DEL SENSO DELLA VERGOGNA: UN PARTITO TRAVOLTO DAGLI SCANDALI CHE SI ERGE A DIFENSORE DEL POPOLO
La spedizione condotta ieri dalla Lega, guidata dal suo ducetto Salvini, sotto casa di Elsa Fornero
(dopo analoga performance a Bologna sotto l’abitazione di Romano Prodi) si distingue per una violenza che supera i limiti anche della più cruda e legittima contestazione politica perchè colpisce uno spazio privato e dunque fisicamente — seppur nel simbolo — l’avversario.
Ed è così vero che Salvini stesso dice: «Per fortuna il ministro non è in casa, perchè mi prudono lemani…».
Per nostra sfortuna, però, tutto questo ha un nome: squadrismo.La politica può essere cruda nelle parole, ha il diritto di colpire sotto la cintura e insieme sfruculiare la pancia degli elettori.
Si può mentire, esagerare, caricaturare. Sarà il popolo a giudicare mentitori, fanfaroni e caricaturisti.
Ci sono però dei limiti non scritti che appartengono all’educazione personale prima che al galateo pubblico. Ma anche, eccome, al costume politico che la campagna elettorale attualmente in corso sta piegando al grottesco per iperboli dei soggetti evocati (Hitler, Stalin) e per la violenza delle immagini che vengono usate: la lupara bianca…
Un ultimo limite, poi, dovrebbe essere rappresentato dal senso della vergogna e del ridicolo. Con quale faccia, un partito trascinato negli scandali più goffi e grotteschi della Seconda Repubblica — in un tourbillon di lauree comprate e rimborsi spese tarocchi — osa ergersi a difensore del popolo contro un establishment di cui ha ampiamente dimostrato in questi anni di fare parte?
Nella visita a casa Fornero, accanto al Salvini si agitava nientemeno che Cota, cha sarebbe ancora governatore del Piemonte in carica, ma che con quest’ultima uscita sarà davvero ricordato soltanto per un per un paio di mutande verdi.
Cesare Martinetti
(da “La Stampa“)
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Maggio 20th, 2014 Riccardo Fucile
DA VESPA EMERGE IL VUOTO DI GRILLO: SE INTERROMPI I SUOI MONOLOGHI STRAMPALATI E GLI PONI DOMANDE CONCRETE NON SA RISPONDERE
Ho fatto lo sforzo di seguire per 60 minuti il presunto show di Beppe Grillo a “Porta a Porta”: a differenza di chi ce l’ha mandato (e non parlo di Casaleggio) ero convinto che non sarebbe stata questa la strada per tentare il sorpasso al Pd.
E quei 60 minuti mi hanno dato ragione.
Perchè nella battaglia tra venditori di pentole avariate, il pubblico del mercato rionale sceglie sia per convinzione che per interesse.
Insomma deve fiutare l’affare.
Non a caso Berlusconi vinse con la promessa dell’Imu (e oggi si trova a pagare la Tasi ancora più alta) e Renzi vincerà grazie agli 80 euro senza coperture (e gli italiani se ne accorgeranno in ritardo, come sempre, l’anno prossimo).
Ma mentre costoro avevano a fianco economisti-battitori che davano credibilità alle loro panzane, Grillo non ha nessuno, se togli la nefasta presenza dell’allampanato Casaleggio.
E di suo, comicità a parte, Grillo è solo in grado di produrre monologhi incasinati per una platea di incazzati, quindi potenzialmente sensibili al “mandare tutti a casa”.
Nella parte “destruens” ripete, da buon orecchiante, quello che tanti movimenti anticasta dicono da molti anni prima di lui.
Ma nella parte propositiva è un disastro e si vede che recita.
Se poi lo mandi fuori dal copione con una semplice osservazione (e Vespa non ha certo infierito) , si perde, annaspa, beve per prendere tempo, diventa evasivo.
Qualche esempio?
Gli chiedi se è per il proporzionale e ti risponde che “abbiamo presentato una nostra proposta”, ma non sa neanche dire quale e cambia discorso.
Gli chiedi dell’immigrazione e ti parla di satelliti.
Gli chiedi: ” ma non raggiungerai mai il 51%, come puoi governare senza alleanze?” e bonfonchia “poi vedremo”.
Gli parli della mancanza di democrazia interna e ti risponde da comico: “non decido io”.
E a fronte di 10 milioni di elettori dovrebbero poi decidere quando va bene in 20.000 iscritti al Movimento? Silenzio.
Unica arma da usare era il reddito di cittadinanza, ma non sa giocarsela: “costa minimo 19 miliardi” osserva Vespa “se per Renzi è stato un problema trovare 6 miliardi, come ne trovi 19?”
E qua Grillo sprofonda : prima parla di tagli ai rimborsi elettorali, peccato si dimentichi che già sono stati eliminati, poi di tagli all’editoria (pochi milioni) , quindi misteriose misure sul gioco d’azzardo on line (invece di eliminarli vuole incentivarli, così raddoppiano i suicidi dei disperati?).
Quando non sa più come uscirne si aggrappa alle spese militari, dimenticando che se tagli la produzione crei anche disoccupazione.
Alla fine tutti quelli in buona fede hanno capito che il reddito di cittadinanza non avrebbe coperture e l’unico argomento capace di fare presa viene mandato a puttane.
Rimangono le dentiere fatte col riciclo delle stampanti, lo svilimento di teorie ambientaliste che avrebbero meritato spiegazioni all’altezza, qualche battuta da cabaret, un approccio reazionario al problema immigrazione, “la crescita felice” e la redistribuzione del debito (perchè non comincia lui?), un referendum sull’euro che non si potrà fare mai perchè è vietato e lui lo sa bene.
Mi fermo qua.
Avrà anche portato in dono a Vespa un castello con politici e giornalisti dietro le sbarre, ma il vero castello di carta stasera è caduto a lui.
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