Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
BOCCIA IL NUOVO SISTEMA ELETTORALE: “E’ L’IMBROGLIO DEGLI IMBROGLI”
È “l’imbroglio degli imbrogli”, un “autentico specchietto per le allodole”, “l’apoteosi dei
nominati” anzi “siamo proprio al truffellum”, tanto per adeguarsi all’uso della desinenza del genere neutro latino che mai come nel caso del “Rosatellum” bis fu così distante dalla sostanza: Gianluigi Pellegrino, al telefono, è un fiume in piena.
Il giurista salentino, figlio dell’ex presidente della commissione bicamerale d’inchiesta sulle stragi, coi suoi ricorsi anti-furbate ha messo nei guai politici del calibro del governatore della Campania, Vincenzo De Luca ma anche Berlusconi, Alemanno e Renata Polverini.
A lui quel famigerato, per molti costituzionalisti, testo votato l’altro ieri alla Camera proprio non va giù.
A quale parte del disegno di legge, tra le tante contestate finora, si riferisce?
A quella in cui si dice che i voti dati e presi a favore del candidato al collegio uninominale si attribuiscono proporzionalmente alle liste a lui collegate.
Dov’è lo scandalo?
La truffa, vuole dire, sta nella ripartizione dei voti di chi non è stato eletto nell’uninominale tra i candidati nella lista bloccata: in pratica l’elettore crede di aver espresso la volontà di eleggere una persona mettendo una crocetta sul suo nome e invece vota qualcun altro. Non accade in nessun paese del mondo.
E se non si mette la crocetta sul partito?
Anche se per paradosso i simboli delle liste bloccate non li contrassegna nessuno la lista verrà comunque votata dagli elettori che hanno espresso la loro preferenza per il candidato nel collegio uninominale a essi collegati.
Per la prima volta nella storia io prendo i voti ma viene eletto qualcun altro, indicato dai partiti, giusto?
Il paradosso e l’inganno è proprio questo, la caratteristica dei sistemi elettorali basati sui collegi uninominali è il rapporto diretto tra elettore e candidato, i partiti cercano dei volti che abbiano un forte appeal sull’opinione pubblica per aumentare i consensi, ma con il Rosatellum il viso del votato si sfila dopo le elezioni e ne compare un altro: è l’apoteosi dei nominati.
Quale sarebbe la conseguenza dell’applicazione di questo sistema nei futuri collegi?
Le prossime elezioni saranno con ogni probabilità una gara tra minoranze: il 25-30% dei voti basterà a far eleggere il primo arrivato, il restante 75% non servirà a mandare in Parlamento i candidati che lo hanno raccolto ma a far scattare il seggio per i nomi della lista collegata; in questo modo gran parte degli elettori saranno derubati del loro voto e solo una piccola parte andrà a eleggere il vincitore.
Un’altra norma destinata a essere bocciata dalla Corte costituzionale?
È molto probabile. La volontà espressa dall’elettore non può essere così clamorosamente smentita, ci sono sistemi che implicano elezioni a catena, come per i sindaci, ma che io voto uno e si elegge l’altro è inaccettabile.
Si doveva allora andare a votare con il patchwork che ci hanno lasciato le pronunce della Consulta?
Si poteva applicare quanto ha stabilito la Corte costituzionale e il Consiglio d’Europa, che ci permette di mettere mano alle leggi elettorali anche a meno di un anno dalle elezioni, a patto che non si sconvolga l’impianto di fondo. L’ultima legge votata era stata l’Italicum che prevedeva un sistema maggioritario e il ballottaggio sul quale la Consulta non ha eccepito; la bocciatura ha riguardato invece la mancata fissazione di una soglia di partecipazione degli elettori al ballottaggio, sotto la quale non scatta il premio di maggioranza, bastava applicare quel sistema ed estenderlo all’altra Camera per evitare l’imbroglio degli imbrogli.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
AI DOMICILIARI PER TRUFFA, IL SINDACO DI PRIOLO VUOLE TORNARE LIBERO PER APPOGGIARE MUSUMECI… OTTIMO ACQUISTO, HA “SOLO” 25 CAPI D’IMPUTAZIONI
Si è dimesso da sindaco ma non perchè lo hanno arrestato due giorni fa.
Al contrario Antonello Rizza ha deciso sì di lasciare l’incarico di primo cittadino di Priolo, in provincia di Siracusa, ma solo per portare avanti la sua campagna elettorale in vista delle elezioni regionali in Sicilia.
E pazienza se dal 14 ottobre scorso si trova agli arresti domiciliari per truffa, tentata truffa e turbativa d’asta.
Ad annunciare le dimissioni è stato il suo legale, l’avvocato Domenico Mignosa, sottolineando che il suo assistito non intende ritirarsi dalla corsa per la conquista di un seggio all’Assemblea regionale siciliana in sostegno di Nello Musumeci.
Già prima dell’arresto, Rizza era coinvolto in quattro procedimenti giudiziari con 22 capi d’imputazione.
Che ora salgono a 25: l’ormai ex primo cittadino ha chiesto di essere sottoposto al più presto a interrogatorio da parte del gip di Siracusa.
L’obiettivo del candidato di Forza Italia è quello di ottenere la libertà prima possibile e svolgere quindi la sua campagna elettorale per le regionali senza limitazioni.
Dimettendosi dalla carica di primo cittadino, infatti, verrebbero meno le esigenze cautelari. Anche per questo motivo, sempre tramite il suo legale, ha sollecitato di potere chiarire la propria posizione davanti al giudice. Arrestato nell’ambito di un’inchiesta della procura di Siracusa sulla gestione di appalti al comune di Priolo, quello di Rizza è subito diventato un caso politico.
Da una parte, infatti, il suo partito ha attaccato la magistratura, con Gianfranco Miccichè che ha accusato i pm di “giustizia ad orologeria“.
Dall’altra Musumeci — che prenderà anche i voti di Rizza — ha rivendicato di non aver voluto candidare l’ormai ex sindaco nella lista del suo movimento, Diventerà Bellissima.
Un passaggio che oggi ha provocato gli attacchi di Giancarlo Cancelleri. “Musumeci mente e continua a mentire, considerando i siciliani degli stupidi. L’ultima menzogna — dice l’aspirante governatore del M5s — è stata svelata proprio da Rizza, il candidato di Forza Italia che è stato arrestato: Musumeci ha detto che per tre volte ha respinto la richiesta di Rizza di essere candidato nella lista Diventerà Bellissima, Rizza invece risponde di non avergli mai chiesto nulla. Musumeci mente quindi, anche perchè a Siracusa non è stata presentata la lista di Diventerà Bellissima”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
DOPO AVERE NEGATO, ORA AMMETTE E SI RIMANGIA TUTTO
Qualche giorno fa un articolo della Stampa firmato da Ilario Lombardo descriveva una
vera e propria carica di parenti e di portaborse che sono finiti nella lista dei 62 candidati consiglieri a sostegno di Giancarlo Cancelleri e del MoVimento 5 Stelle Sicilia.
Ad esempio Jose Marano, candidata a Catania, che è moglie di Marco Nipitella, già candidato (ma non eletto) alle regionali del 2012.
Il caso più eclatante però è quello di Stefania Campo ex assessora alla cultura di Ragusa che si è dovuta dimettere dopo che si è scoperto che il marito era stato assunto da una cooperativa comunale che si occupava della lettura dei contatori.
Diana Valeria ha un compagno che è stato candidato con lei a Catania nel 2012, finito prima nella graduatoria dello staff del M5S in Regione e poi entrato in servizio in Senato al seguito della questora Laura Bottici. Alberto Laspada si è candidato quest’anno dopo aver fatto, pure lui, l’assistente all’Ars, mentre Rosa Vilardi, risulta collaboratrice dell’onorevole Giulia Di Vita, sospesa dal M5S dopo lo scandalo delle firme false a Palermo. Luigi Sunseri, collaboratore dell’europarlamentare Ignazio Corrao, a cui nel 2014 aveva lasciato il posto Salvatore Cinà , oggi ricandidato in Regione.
Scriveva Lombardo che:
Nello staff di Corrao c’è anche Giuseppe Lomonaco, che fallita l’elezione alla Regione nel 2012 è partito per Bruxelles dopo un passaggio all’Ars: la fidanzata, Paola Pietradura, di Gela come lui, lo ha raggiunto in Belgio nella sede locale dello studio dell’avvocato Carmelo Giurdanella, già candidato sindaco M5S a Vittoria. Quando salì a Roma, Tommaso Currò, primo parlamentare eretico, poi passato al Pd, aveva come inseparabile assistente Giuseppe Scarcella, oggi nell’elenco dei candidati dopo aver ambito al ruolo di governatore. Scarcella è catanese come Clementina Iuppa, in corsa per il Comune nel 2013 e cognata di Antonio Fiumefreddo, presidente di Riscossione Sicilia fino alla rottura con il governatore Rosario Crocetta. A questa tornata Iuppa non si è candidata e fa la portaborse di Angela Foti, che invece c’è nella squadra di Cancelleri.
Il difficile rapporto di Cancelleri con la verità
La risposta di Cancelleri fu, come suo costume, molto lucida. In un’intervista a Tagadà su La7 disse che “nella nostra lista non ci sono parenti nè portaborse, questo è articolo è falso, tant’è che stamattina il giornalista che ha scritto quell’articolo mi ha fatto sapere che si scusava per quello che c’era scritto nell’articolo, soprattutto nel titolo”. E sua sorella? “Ma non è vero, è tutto falso”.
Nell’occasione Ilario Lombardo non solo ha confermato il contenuto del suo articolo ma ha scritto che lui quelle scuse non le ha mai fatte:
Cancelleri mente sapendo di mentire, ma soprattutto si inventa di sana pianta delle scuse. Noi non ci siamo sentiti, l’ho cercato al telefono per chiedergli un’intervista e non mi ha risposto. Ma non gli ho mai chiesto scusa e confermo ogni virgola dell’articolo. Dispiace che il candidato governatore di una forza politica che predica la trasparenza sia inciampato in questa menzogna.
La scoperta di Cancelleri
Vicenda conclusa così? No, perchè oggi è arrivata la sorpresona.
Cancelleri ha concesso un’intervista a Federico Capurso della Stampa. Quale migliore occasione per contestare il contenuto dell’articolo di Lombardo sulla parentopoli siciliana a 5 Stelle?
Quale opportunità più trasparente per ribattere punto per punto e svelare che le sorelle non sono sorelle, i parenti non sono parenti e gli amici non sono amici? E invece ecco cosa risponde a domanda precisa il candidato M5S in Regione Sicilia:
Nella vostra lista, però, ci sono amici, portaborse di parlamentari nazionali e dell’Ars. Il Movimento, dopo tanti anni, non è abbastanza maturo da evitare di attingere alla ristretta cerchia del branco?
«C’è un problema di fondo: noi abbiamo un sistema per cui ogni cittadino incensurato si può proporre. Abbiamo semplicemente persone che si sono candidate e che sono state votate dagli iscritti. È gente normale, senza scheletri nell’armadio. Non dimentichiamoci che dall’altra parte, invece, c’è una banda».
Nella replica non c’è l’ombra di una contestazione nel merito all’articolo di Lombardo.
Si dice che tutti si possono proporre, e quindi si conferma che si sono proposti anche i parenti. Non solo: Cancelleri fa i conti anche con l’accusa di complotto dei giudici a proposito di Patrizio Cinque:
Anche lei ha avuto un rapporto difficile con i giudici.
Quando è stato chiesto l’arresto del sindaco M5S di Bagheria Patrizio Cinque, ha parlato a «La Stampa» di «inchiesta molto costruita», «fatta ad arte». Esiste un problema con la magistratura?
«Se l’ho detto mi sono espresso male. Abbiamo grande rispetto per la magistratura e per i giudici che combattono contro le mafie ogni giorno. La mia storia personale è il mio miglior biglietto da visita».
E niente, anche questa se l’è rimangiata.
Mica male per un candidato trasparente, vero?
(da “NextQuotidiano“)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
LA TRAGEDIA A LATINA, L’AVVOCATO 47ENNE E’ INTERVENUTO A SEGUITO DI UN ALLARME, INDAGATO PER ECCESSO COLPOSO DI LEGITTIMA DIFESA
Ascoltato fino a tarda sera fino a quando gli è stato comunicato di essere indagato.
È accusato di eccesso di legittima difesa Francesco Palumbo, l’avvocato di 47 anni che nel pomeriggio di domenica 15 ottobre si è recato in casa dei genitori a Latina, visto che era scattato l’allarme: dentro, però, ha trovato tre ladri.
Dopo aver estratto un’arma, ha quindi fatto fuoco uccidendo uno dei malviventi.
La vittima, 41 anni, di nazionalità italiana, era riversa a terra in strada, gli altri due, invece sono riusciti a scappare e sono al momento ricercati.
L’avvocato avrebbe sparato, viene confermato, almeno 6-8 volte e con sè avrebbe avuto due caricatori con 13 colpi.
L’arma è regolarmente detenuta. Palumbo è stato interrogato dalla polizia e dal magistrato di turno: è indagato in libertà . Le indagini sono affidate al pm Simona Gentile e agli agenti della squadra mobile.
“Ho visto uno dei ladri infilare la mano in tasca ed ho avuto paura, preso dal panico ho sparato molti colpi”, ha riferito agli investigatori. L’autopsia eseguita dal medico legale Tommaso Cipriani dice che il ladro è stato ferito ed ucciso da due colpi di pistola mentre era di spalle a una distanza di circa dieci metri.
Probabilmente perchè stava fuggendo, riferiscono gli inquirenti sul posto.
(da agenzie)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
SENZA MDP IL NUMERO LEGALE E’ A RISCHIO… IL PD PREPARA LA SOLUZIONE PATACCA CON LA COMPLICITA’ DI BERLUSCONI E SALVINI
Con la defezione di MDP mancano 12 voti al Senato per far approvare il Rosatellum. Le
opposizioni di Berlusconi e Salvini non voteranno contro la fiducia, ma saranno presenti.
Se escono dall’aula anche Mdp, 5 stelle e le sinistre, il problema per il PD a quel punto non sarà tanto strappare la maggioranza bensì garantire il numero legale dell’aula.
Alla quarta mancanza del quorum infatti la seduta viene sospesa. Spiega oggi Goffredo De Marchis su Repubblica:
Qui scatta la contromossa studiata dal gruppo del Pd a Palazzo Madama e già oggetto di una discussione con forzisti e leghisti. I congedi vengono contati ai fine del raggiungimento del quorum.
Per il numero legale, «è necessario che sia presente la metà più uno dei senatori (escludendo dal computo i senatori in congedo e quelli assenti per incarico avuto dal Senato o in ragione della loro carica di Ministro)», è scritto nel regolamento parlamentare. Perciò degli assenti giustificati diventano necessari per abbassare la soglia e non avere guai. Ne bastano dodici per stare sicuri.
Berlusconi e Salvini non dovrebbero fare fatica a convincere alcuni di loro. Non stupisce che il Partito democratico stia all’erta.
Perchè a Palazzo Madama i numeri della maggioranza sono molto risicati e perchè la legge non può rimbalzare alla Camera modificata.
Per questo si studiano tutte le possibilità e si tiene un occhio sull’effetto che faranno le critiche di Giorgio Napolitano.
Il presidente emerito conferma che interverrà in aula contestando sia il merito (la riforma) sia il metodo (la fiducia sulla legge elettorale). E non va escluso che presenti degli emendamenti per difendere il ruolo di proposta del Parlamento.
Nel Pd, con il tatto dovuto alla figura di Napolitano, si sta cercando di capire quanta “violenza” userà il senatore a vita.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
MADRID REPLICA: “RICHIESTA NON VALIDA”
IL presidente della Generalitat Carles Puigdemont non risponde direttamente
all’ultimatum di Madrid e prende tempo.
Con una lettera inviata a Mariano Rajoy ha chiesto un margine di “due mesi” per dialogare e negoziare un’uscita politica dal braccio di ferro.
Cinque giorni fa il governo spagnolo aveva chiesto al governo catalano di chiarire la sua posizione: il ministro della Giustizia spagnolo, Rafael Català¡, fa sapere che non considera valida la dichiarazione di Barcellona “per mancanza di chiarezza”. Gli fa eco il ministro degli Esteri: “Questa lettera non costituisce una risposta”.
“Stimato Presidente Rajoy…”, così si apre il documento ufficiale inoltrato da Puigdemont alla Moncloa, sede dell’esecutivo spagnolo. “La priorità del mio governo è cercare con tutta l’intensità la via del dialogo”, prosegue nel testo, “la situazione esige risposte che siano all’altezza, così come ci chiede la maggioranza della società e l’Europa, che non comprende altro modo di risolvere i conflitti che non passi attraverso il dialogo, il negoziato e l’accordo”
Puigdemont propone di organizzare “il prima possibile” un incontro urgente per “esplorare le prime intese”. Nella comunicazione ufficiale si ribadisce che il risultato del referendum del 1 ottobre ha dato mandato al Parlamento catalano per dichiarare l’indipendenza.
La Generalitat ha ancora tre giorni, fino a giovedì, per correggere la propria decisione. Poi Madrid potrebbe procedere con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione e sospendere l’autonomia catalana.
(da agenzie)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
REGALA LA STATUA CHE RAFFIGURA ALAN KURDI, IL PICCOLO SIRIANO ANNEGATO DAVANTI ALLA SPIAGGIA DI BODRUM
“La fame non va presentata come malattia incurabile”. Può essere sconfitta, curata, è un problema che va affrontato. Eliminando le guerre, lottando per il clima. “Guerre, conflitti e cambiamenti climatici sono le principali cause della fame. Si tratta di presupposti importanti per garantire la sicurezza alimentare, ma anche per evitare le migrazioni”: papa Francesco alla Fao, in occasione della Giornata mondiale della alimentazione, intitolata quest’anno Cambiare il futuro della migrazione, e a cui partecipano anche i ministri dell’Agricoltura del G7, ha ribadito i punti cardinali di un’umanità che continua a fuggire, a spostarsi, generazioni a rischio.
Sbagliano potenti come Trump a uscire da accordi che riguardano le sorti dell’umanità : “l’Accordo di Parigi sul clima da cui per disgrazia alcuni si stanno allontanando, è importante”, ha detto Francesco.
E ha portato un regalo. Una scultura di marmo che raffigura Alan Kurdi, il piccolo profugo siriano annegato davanti alla spiaggia di Bodrum in Turchia nell’ottobre dell’anno scorso.
L’opera di marmo, dell’artista trentino Luigi Prevedel, è il suo dono all’agenzia dell’Onu, l’immagine simbolo della tragedia delle migrazioni.
“Nel mondo ci sono oggi 740 milioni di migranti, mai un numero così alto. Essi rappresentano una sfida alla quale siamo chiamati a rispondere in modo ordinato e giusto”, ha detto accogliendo Bergoglio il direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva, Alan Kurdi, ha aggiunto, “ci ricorda chi fugge dalla guerra in cerca di una vita migliore” e i “valori fondamentali”.
Il Papa ritiene che ‘Il Patto mondiale per una migrazione sicura, regolare e ordinata’ al quale stanno lavorando le Nazioni Unite richiede “una azione intergovernativa coordinata e sistematica di accordo con le norme internazionali esistenti”, ma “impregnata di amore e intelligenza” e “il suo obiettivo è un incontro dei popoli” “e non l’esclusione nè la vulnerabilità “.
Un mondo unito, in grado di non respingere. Per il pontefice tutte le nazioni devono impegnarsi sull’applicazione dell’accordo di Parigi per limitare e prevenire i cambiamenti climatici, nonchè “l’impiego delle tecnologie per favorire lo sviluppo”. Le “speculazioni in ambito produttivo” vanno assolutamente evitate: “La terra deve essere a disposizione di tutti”, applicando “modelli di consumo sostenibili”, “la cultura del dono”, “la fraternità “, “l’eguaglianza”. “L’accaparramento della terra non è accettabile”, ha insistito papa Bergoglio.
È necessaria l’applicazione del Diritto internazionale e la Carta delle nazioni unite, per evitare le carestie e i conflitti, ma anche il traffico di armi: “Tutti siamo coscienti degli effetti delle armi di distruzione di massa, ma lo siamo altrettanto degli effetti della povertà ?”, ha chiesto alla platea. “Pensiamo a tutte quelle guerre che si prolungano per decine di anni, e che con un intervento di buona volontà e dialogo da parte della comunità internazionale avrebbero potuto essere evitate, risparmiando sofferenze e spostamenti forzati di migliaia di persone”.
Il “dibattito sulla vulnerabilità ” causa divisioni a livello internazionale quando si parla di immigrati, ma per il Papa sono inaccettabili “sofismi linguistici che non fanno onore alla diplomazia, riducendola ad arte del possibile o a un esercizio sterile per giustificare egoismi e inattività “. Il migrante è “vulnerabile”, ammonisce Francesco, perchè costretto “da violenza, situazioni naturali, o peggio, da indifferenza, intolleranza, o escluso dall’odio”
“Se si lavora prestando attenzione ai bisogni” si può vincere sulle speculazioni di chi ragiona “solo in funzione del beneficio economico dei grandi produttori o in relazione alle stime del consumo, e non alle esigenze reali delle persone. “In questo modo – ha detto – si alimentano i conflitti e gli sprechi e aumentano il numero degli ultimi della terra che cercano un futuro lontano dalla loro territori d’origine”.
Francesco ha però definito “un fatto che ci dà speranza” le recenti previsioni degli esperti della Fao che contemplano un aumento del prezzo di produzione dei cereali, a livelli che consentano una maggiore giustizia” verso i produttori.
“L’istituzione della Fao – ha concluso Bergoglio – è arrivata in un momento di grande insicurezza alimentare, con milioni di persone affamate dalla guerra. L’attualità di oggi deve spingerci a una rinnovata responsabilità , non solo in termini di produzione ma anche di credibilità del sistema internazionale. Non si può accettare il compromesso. Dobbiamo far sì che tutti possano guardare al futuro con speranza, senza illusioni, soprattutto a chi fugge dalle guerre e subisce gli effetti del cambiamento climatico”.
(da agenzie)
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Ottobre 16th, 2017 Riccardo Fucile
A SINISTRA DEL PD C’E’ UN 8%, SE IL FRONTE FOSSE UNITO PARI AL CENTRODESTRA
Il MoVimento 5 Stelle è sopra il Partito Democratico di più di un punto, anche se
entrambi i partiti sono in calo complessivamente di mezzo punto.
Il centrodestra unito è al 34% e sembra irraggiungibile anche perchè la sinistra fuori dal PD arranca (Articolo 1 — MDP è al 3,7%, Sinistra Italiana al 2,2%, Campo Progressista al 2%). Questi i risultati del sondaggio Demos pubblicato oggi da Repubblica e illustrato da Ilvo Diamanti. I partiti a sinistra del PD, insieme, sfiorano l’8%.
Ma, viste le tensioni politiche di questo periodo, è difficile immaginare che i loro voti siano sommabili a quelli del PS (salvo, forse, nel caso del Campo Progressista di Pisapia).
Mentre i partiti della Destra risultano ben più compatibili.
Insieme, FI, Lega e Fd’I sfiorano il 34%. Lo scorso marzo non raggiungevano il 30%.
Il Centrodestra appare, dunque, l’area politica maggiormente in crescita.
Il risultato del sondaggio disegna quindi un’Italia tripolare, nella quale, per effetto del Rosatellum Bis che si sta per andare a votare in Senato, nessuno raggiungerebbe la maggioranza in nessuna delle due camere.
§Ma anche maggioranze spurie, ovvero ottenute “in vitro” dopo il voto, avrebbero vita difficile ad ottenere una maggioranza stabile e valida nei due rami del Parlamento.
Questo fa prefigurare un risultato elettorale che costringerà a larghe o larghissime intese, nelle quali il Partito Democratico potrebbe, anche se arrivasse terzo alle elezioni, rientrare in gioco nella formazione di un governo che escluda il MoVimento 5 Stelle dal governo prossimo venturo.
Rimane un mistero il nome del presidente del Consiglio. Così come non sono state calcolare alcune delle variabili impazzite che portarono al risultato del 2013, come la grande rimonta di Berlusconi.
(da agenzie)
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