Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
PER IL M5S E’ COLPA DEI MEDIA CHE MOSTRANO I CASSONETTI SPORCHI… E ARRIVANO LE RISPOSTE INFURIATE DEI CITTADINI
Mentre a Roma prosegue l’emergenza rifiuti più pazza del mondo il MoVimento 5 Stelle
Roma sulla sua pagina Facebook pubblica uno status in cui sostiene che Roma abbia “retto alla valanga di rifiuti” e che i cassonetti sono in gran parte puliti:
“Roma ha retto alla valanga di rifiuti che ogni anno, da sempre, invade tutte le città italiane nel periodo delle festività natalizie. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, oltre 1.000 tonnellate in più di rifiuti sono state raccolte e avviate a trattamento. Roma ha oltre 60mila cassonetti per strada e per uno che straborda ce ne sono dieci puliti. Ma in TV ci va sempre quello pieno. Chissà perchè.”
Lo status si è però in breve tempo riempito di gente inferocita che è andata a far notare che la ricostruzione offerta dal M5S Roma è leggermente… di parte.
“La situazione al X municipio (quartiere San Giorgio di Acilia) la situazione dei rifiuti è veramente vergognosa, secchioni stracolmi montagne di sacchetti a terra!!!”, dice Stefania; “A torre angela veramente stiamo affondando nei rifiuti vedete voi!!!!! Sono quasi due anni ci fosse stato un briciolo di cambiamento in questo municipio no ragazzi cosi non va bene sono dei vostri ma anche obbiettivo”, risponde Maurizio.
E ancora: “Non mi interessa la polemica politica: da quello che vedo nei quartieri che frequento la situazione non si può definire disastrosa ma senz’altro altamente insoddisfacente, soprattutto sul versante della raccolta differenziata e dello stato a volte allarmante dei cassonetti…dopo 2 anni speravo in qualcosa di meglio“, scrive Antonello; “State negando la realtà , che i cittadini vivono tutti i giorni. Vi state facendo solo del male. Sarebbe più intelligente ammettere il problema e affrontarlo seriamente. Una volta risolto vi arriveranno valanghe di voti”, aggiunge Mimmo.
“Uno che straborda ce ne sono 10 puliti? Maledico il giorno in cui vi ho votato . ma vi ricordate quando la cara sindachella sbeffeggiava il sindaco marino riguardo ai rifiuti?siete penosi. La scusa del PD non regge più, avete rotto le scatole voi e il PD. Basta!vergogatevi!”, fa sapere Osvaldo mentre Giovanni dice: “Nel quartiere dove abito , spinaceto, i rifiuti hanno invaso i marciapiedi ….proprio tutto sotto controllo non è”.
La parte più divertente della vicenda è che c’è chi si dedica a cancellare i commenti che provano che è stata l’AMA a chiedere aiuto all’Emilia Romagna.
Il tutto allo scopo di dare la colpa alla Regione Lazio per la situazione: “La gestione dello smaltimento è della Regione Lazio che non ha mai pianificato il problema scaricando sulle città , e Roma è una metropoli di dimensioni impressionanti. La sindaca ha sollecitato Zingaretti per la soluzione del problema e la regione ha dovuto necessariamente far richiesta ad altre disponibili a ricevere i rifiuti in eccedenza. Ci sono molti articoli di giornale al riguardo”, scrive qualcuno.
Ma Girolamo non è d’accordo: “Siete come gli altri. Bugie a non finire! Chiedete ai romani!”. In ogni caso la parola d’ordine è negare, negare tutto, negare anche l’evidenza: a Roma i cassonetti sono puliti, è tutto a posto, non si vede più nemmeno un topo.
E infatti poco dopo il post arriva anche una nota su Facebook dell’assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, che in effetti aveva dichiarato di non aver mai visto un topo a Roma qualche tempo fa, che conferma la linea dello status del M5S: “A Roma il sistema di raccolta ha tenuto, pur di fronte all’impennata di produzione dei rifiuti del periodo natalizio. Siamo intervenuti riportando le situazioni di criticità alla normalità . Le polemiche non ci interessano e soprattutto non interessano ai cittadini”.
Ma anche il post di Pinuccia Montanari non riscuote grandissimo successo: “Ma veramente dice? Ma si rende conto che siamo sommersi dall’immondizia ovunque??? Ma come si fanno a dire queste cose? Ma perchè perdete tempo a pubblicare queste slide inutili invece di pensare a come risolvere il problema, visto che a Roma siamo in PERENNE EMERGENZA immondizia???? Io sono sconcertato dal vostro atteggiamento”, scrive Emiliano.
“Quindi la spazzatura 4/5 giorni per strada quando finira?? Se vuole può controllare tutti i pagamenti ama regolari, magari parecchi che scrivono qui sono evasori totali..grazie per la sua risposta….”, aggiunge Fabrizio.
“Invece di tenere il sedere al calduccio e sparare stronzate, esci dal guscio e fatti un giro in periferia fra i cittadini per percepirne l’umore; sono partito i 22 dicembre scorso, per tornare ieri, nulla è cambiato a Tor Sapienza e penso anche nelle altre periferie, c’è purtroppo la stessa immondizia ammucchiata intorno ai cassonetti dello scorso anno con qualche cumulo in più”, chiude Franco.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
COSTO 1,6 MILIARDI… ATTUALMENTE GIA’ UN TERZO E’ ESENTATO, NON PAGA CHI E’ SOTTO LA SOGLIA DI 13.000-15.000 EURO DI REDDITO FAMILIARE
Pietro Grasso durante il suo intervento all’assemblea programmatica nazionale di Liberi e Uguali ha proposto di abolire le tasse universitarie.
La misura, ha spiegato Grasso, costa 1,6 miliardi: “È un decimo dei 16 miliardi che ci costa lo spreco di sussidi dannosi all’ambiente, secondo i dati del ministero dell’ambiente”.
Secondo Grasso “avere un’università gratuita, come avviene già in Germania e tanti altri Paesi europei, significa credere davvero sui giovani, non a parole ma con fatti concreti. Ne beneficerà il Paese: dare a tutti la possibilità di studiare, mettere in moto la genialità e le intelligenze significa allargare il nostro orizzonte e rendere l’Italia più competitiva”. Poi ha concluso: sul fronte del lavoro occorre “far tornare prevalenti i contratti a tempo indeterminato”, reintroducendo “le garanzie eliminate dal Jobs Act. Altri aboliscono le tasse, noi aboliamo il precariato”.
In realtà , con il debutto dello “Student act”, nell’anno 2017/18 un iscritto su tre rientra di diritto nella no tax area, l’esonero totale dai contributi universitari previsto dalla legge di Bilancio del 2017 riconosciuto a chi ha determinati requisiti di reddito e di merito.
A certificarlo sono i dati dell’Inps che registrano al 21 novembre scorso oltre 543mila dichiarazioni Isee — l’indicatore di reddito e patrimonio familiare — presentate per le università (Iseeu) che si posizionano al di sotto dei 15mila euro.
Il tetto di legge per l’esonero è di 13mila euro, ma molti atenei hanno stabilito limiti a 15mila, se non addirittura a 23mila euro.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
“LE PERSONE DEBOLI PENSANO DI INTIMIDIRE CON L’ODIO, IO NON RIESCO A ODIARE”… E COME AL SOLITO IL REGOLAMENTO NON VIENE APPLICATO E LA POLIZIA NON INTERVIENE
“Non posso lasciar passare senza reagire”. Blaise Matuidi, centrocampista francese della
Juventus, non ci sta. E su Twitter replica agli insulti razzisti di alcuni tifosi del Cagliari e commentando l’episodio su Facebook: “Ho assistito a scene di razzismo durante la partita. Le persone deboli cercano di intimidire con l’odio. Io non riesco a odiare e posso solo essere dispiaciuto per coloro che danno questi cattivi esempi. Il calcio è un modo per diffondere l’uguaglianza, la passione e l’ispirazione ed è questo per cui sono qui. Pace”.
È successo tutto a metà del primo tempo: Matuidi si è scagliato contro il pubblico cagliaritano e poi ha vivacemente protestato con l’arbitro Calvarese, spiegandogli che il pubblico lo aveva apostrofato con “buuu” razzisti e altri insulti dello stesso tenore.
Una bruttissima pagina di una partita che ha fatto arrabbiare molto il francese della Juventus.
Lo stesso Matuidi era stato oggetto delle stesse incivili parole durante la partita del 30 gennaio al Bentengodi di Verona, in seguito “squalificato” proprio a causa degli atteggiamenti razzisti nei confronti del giocatore francese di origine angolana.
Per l’episodio di Verona l’Hellas è stato multato di 20mila euro con diffida della curva del Bentegodi.
A Matuidi sono giunte le scuse del Cagliari: “Sei un grande giocatore. Esempio per i giovani. Ci scusiamo con te se sei stato insultato alla Sardegna Arena per il colore della tua pelle. Il razzismo non ha nulla a che fare con il popolo sardo. Solo l’ignoranza può spiegare certi comportamenti. Rispetto” il messaggio del club sardo.
Inutile dire che come al solito il regolamento non viene applicato: la partita deve essere sospesa dove richiami di rito dello speaker. Per non dire delle forze dell’ordine che dovrebbero identificare i responsabili.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
SONO OSTAGGI DA “CONTROLLARE” E MANODOPERA A BASSO COSTO, FUNZIONALI ALL’ECONOMIA DI SFRUTTAMENTO DEL SISTEMA OCCIDENTALE
I migranti sono un pretesto per militarizzare lo spazio del Sahel. In effetti, da tempo immemore, questa area di raccordo col deserto del Sahara è stata un luogo di scambi commerciali e di migrazioni umane.
Fino ai nostri giorni l’Africa occidentale è tra le zone del mondo a più alta percentuale di mobilità umana. La maggior parte degli spostamenti si realizza peraltro all’interno dell’area citata. Una minima parte dei migranti si avventura verso il nord Africa e una parte ancora più ridotta cerca di transitare in Europa.
La guerra contro i migranti non è cominciata oggi. Uno sguardo anche superficiale ai vari Summit dell’Unione europea hanno giustificato e accompagnato le politiche di controllo ed esternalizzazione delle dinamiche migratorie.
In questa operazione si è precisata una strategia mercantile che prevedeva impegni da ambo i lati del Mediterraneo.
Gli stati africani interessati si impegnavano a controllare le frontiere, a riaccogliere i migranti “indesiderati” e, quando richiesto, a ospitare centri di “filtraggio” per rifugiati e migranti. L’Europa si impegnava a dare soldi, formazioni agli agenti interessati e ad andare ‘alle radici profonde delle cause delle migrazioni’.
Quest’ultimo punto implicava anche dei fondi, chiamati ‘fiduciari’, per progetti di ‘sviluppo’ locale.
Scopo della strategia, fallimentare dal suo concepimento, dell’Unione Europea è quello di controllare la mobilità umana. Gli altri aspetti sono funzionali a questo obiettivo dichiarato
I fondi per gli aiuti economici sono ormai legati alla ‘docilità ‘ degli stati africani nel controllare i migranti “sospetti”e a riprendere sul territorio statale gli eventuali espulsi dalla Comunità europea.
Si trattata di un ricatto che non fa che mettere in risalto il ruolo subalterno dei paesi africani in tutto il processo appena descritto.
Il Niger, paese strategico per la sua collocazione geografica e geopolitica, si è visto assegnare un ruolo di primo piano nell’applicazione della guerra contro i migranti. In effetti, il Paese si è dotato di una legge contro il traffico dei migranti “irregolari” che non casualmente è stata approvata nel 2015.
Chiedendo e ottenendo aiuti, il Niger, si è gradualmente trasformato in un’azienda che si è vista “appaltare” parte del controllo della mobilità regionale.
Questo è avvenuto “bloccando” in modo fisico i migranti.
Agadez ne è la visibile frontiera. I pozzi sono essenziali per sopravvivere nella traversata del deserto. Gli autisti dei mezzi, per non farsi arrestare, abbandonano, in caso di pericolo i migranti. Diverse decine sono morti e altre decine “salvati” dal mondo umanitario che come sempre gioca su due fronti.
Con una mano carezza e con l’altra “schiaffeggia”, cioè si pone spesso al servizio del controllo e dello sconsigliare le migrazioni chiamate “irregolari”.
Di questa guerra poco nascosta contro i migranti, una tappa ulteriore è quella di “armare” il territorio. Quanto denunciato in Libia, le schiavitù dei nostri giorni, è in sè un fenomeno conosciuto, accettato e riprodotto dal sistema.
In tutto il Maghreb, i neri sono “schiavi” e così anche nei “nostri” civili campi di raccolta di pomodori, arance, ortaggi e altre amenità simili.
Il controllo dei migranti “ostaggi” è funzionale all’economia neoliberale dell’Occidente e degli suoi accoliti africani.
Lo sfruttamento mira a rendere i migranti come “oggetti docili” nelle mani del potere. Siamo forti per fare la carità . Molto meno, invece, nel leggere con lucidità e contrastare queste politiche di apartheid globale. C’è chi può muoversi a piacimento. Il business del turismo è senza limiti mentre per una parte del mondo muoversi è una condanna.
C’è un’esile porzione del mondo che decide le sorti dell’altra, di gran lunga più numerosa e importante.
E’ dunque per garantire la spartizione nel mondo, delle sue ricchezze e risorse che si perpetua il sistema di controllo della mobilità umana, malgrado sia essa riconosciuta tra diritti umani.
Come passare dall’organizzazione dei fatti, dalla “carità ” che accompagna la crescita esponenziale del mondo umanitario, dalle chiusure di tipo razzista tipo “fortezza europea”, ad una realtà dove la memoria del nostro “sottosuolo”(la migrazione italiana e europea) ci obbliga a considerarla come la normalità della storia umana.
Vivere è migrare. Assumere con rispetto giuridico e umano questa evidenza come specchio della nostra civiltà potrà aiutare a costruire un altro mondo, o meglio, un mondo altro.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
UN TRI-COLORE PER QUATTRO COMMENSALI
È questo il simbolo della coalizione di centrodestra appena ufficializzata al vertice, durato
quattro ore ad Arcore, tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni?
Tutto lascia pensare di sì.
A postare l’immagine, in quella che di prima impressione potrebbe sembrare una svista, è stata Licia Ronzulli, eurodeputata molto vicina al Cavaliere che segue nei suoi appuntamenti più importanti.
Sul social network Ronzulli pubblica un’immagine di alcuni dolcetti pugliesi sul tavolo da pranzo intorno al quale si sono riuniti i tre leader del centrodestra.
Piccolo particolare: sullo sfondo, su un foglio bianco, c’è il disegno di un simbolo che sembra quello della coalizione: in alto il nome di Salvini sullo sfondo verde, al centro quello di Berlusconi su sfondo bianco, e in basso quello della Meloni su sfondo rosso, a richiamare così i colori della bandiera italiana.
In basso, ma non si legge benissimo, quello che sembra il nome della quarta gamba, “Per l’Italia”. Scomparirebbero così i simboli dei rispettivi partiti.
Quello che appare un errore in realtà potrebbe non esserlo dal momento che nella stessa immagine c’è il programma elettorale del centrodestra, volutamente oscurato.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
A PARTE UN PROGRAMMA CHE SEMBRA QUELLO DEL 1994, QUALCUNO NON HA ANCORA CAPITO COSA STA DIETRO LA SCELTA DI MARONI DI RINUNCIARE ALLA LOMBARDIA
Roberto Maroni potrebbe non ricandidarsi per un secondo mandato da governatore della Lombardia. È quello che emerge dal vertice del centrodestra convocato da Silvio Berlusconi nella sua villa di Arcore.
Per quanto riguarda la Lombardia, se davvero il presidente Maroni per motivi personali non confermasse la disponibilità alla sua candidatura, verrebbe messo in campo un profilo già comunemente individuato”, si legge nel comunicato diffuso alla fine del summit.
In realtà Maroni ha già deciso da tempo, il nome del sostituto sarebbe quello di Mariastella Gelmini, ben poche possibilità per il leghista di Varese Fontana.
Prendono corpo, dunque, le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni su un passo indietro di Maroni, eletto nel 2013 con il 42% dei voti contro l’aspirante governatore del centrosinistra Umberto Ambrosoli.
La nota della coalizione parla di “motivi personali”, ma vale la pena ricordare che il presidente è attualmente tra gli imputati del processo con al centro le presunte pressioni per far ottenere un contratto di lavoro e un viaggio a Tokyo a sue due ex collaboratrici dell’epoca in cui era ministro dell’Interno.
Maroni, in ogni caso, chiarirà la sua posizione domani, 8 gennaio, visto che ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Lombardia al termine della riunione della giunta regionale.
Cosa si nasconde dietro l’improvvisa decisione di Maroni, dato per vincente sicuro alle Regionali del 4 marzo?
Problemi processuali a parte, con relativa possibile inibizione in base alla legge Severino, Maroni punta a un incarico governatiuvo.
Ma se il centrodestra non raggiunge il 40% come può fare il ministro?
Vale la pena rischiare e perdere la carica di governatore?
Sì, se hai avuto garanzie che ministro (o premier) lo diventeresti lo stesso.
E qui sta l’abile operazione di Berlusconi che Salvini deve ancora capire.
Poniamo che nessuno raggiunga il 40% e si debba andare a un governo di larghe intese o “del presidente”.
Nessuno avrebbe a che ridire sul ruolo “tecnico” di Maroni, leghista moderato e con esperienza ministeriale, abile tessitore di alleanze trasversali.
Non solo, la mossa metterebbe all’angolo Salvini: nel caso si opponesse, Maroni è pronto a sfilargli una pattuglia di parlamentari a sostegno del neogoverno e a garantire diversi posti di sottogoverno ai leghisti più sensibili alle poltrone.
In un colpo Berlusconi riprenderebbe la Lombardia con la Gelmini e neutralizzerebbe quel Salvini che non ha mai amato, dopo aver recuperato un buon rapporto con la Meloni.
Per il resto il programma ricalca più o meno quello del 1994, quando Salvini e Meloni erano adolescenti ma Berlusconi era già agilissimo nelle promesse da campagna elettorale.
E nella capacità di trovare la quadra con i leghisti delle origini.
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL VERTICE E’ UNA VITTORIA DI BERLUSCONI, SALVINI COSTRETTO AD ACCETTARE LA “QUARTA GAMBA” E A TACERE SU EURO ED EUROPA
Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono incontrati oggi a Villa San Martino con Silvio
Berlusconi per fare il punto sul programma da presentare agli elettori. –
Nel comunicato congiunto diffuso al termine del vertice, sono stati elencati “i primi passi dell’azione di governo di Centrodestra che uscirà dalle politiche del prossimo 4 marzo: meno tasse, meno burocrazia, meno vincoli dall’Europa, più aiuti a chi ha bisogno, più sicurezza per tutti, riforma della giustizia e giusto processo, revisione del sistema pensionistico cancellando gli effetti deleteri della Legge Fornero, realizzazione della flat tax, difesa delle aziende italiane e del Made in Italy, imponente piano di sostegno alla natalità , controllo dell’immigrazione”.
I giochi di parole del centrodestra sulla legge Fornero
“Tra le priorità anche l’adeguamento delle pensioni minime a mille euro, il codice di difesa dei diritti delle donne e la revisione del sistema istituzionale con il principio del federalismo e presidenzialismo“, recita ancora il comunicato simile a un libro dei sogni. Che va letto in controluce aggiungendo che dal vertice è emerso che la coalizione sarà a quattro: c’è spazio anche per quarto polo di aggregati dell’ultima ora che hanno sostenuto i governi del centrosinistra o le piccole liste.
Salvini esce dal vertice twittando giulivo che nel programma del centrodestra è entrata la cancellazione della legge Fornero, ma come abbiamo visto nel comunicato si dice altro: “spariranno, secondo la promessa elettorale, gli effetti più deleteri della legge Fornero e non la legge Fornero.
E per effetti deleteri si può intendere di tutto: dagli esodati — che sono stati tutelati in parte da azioni dei governi successivi con le salvaguardie — a chissà che altro.
Come ai bei tempi di Bossi, Salvini si è accordato per una cosa ed è uscito dal vertice dicendone un’altra, tutto sommato diversa.
In cambio però ha dovuto ingoiare in primo luogo il quarto polo, che dovrebbe vedere dentro anche Flavio Tosi e Clemente Mastella.
In più, nè l’Europa nè l’euro vengono nominati nell’accordo finale. Eppure erano due temi a cui Salvini teneva.
A Salvini replica direttamente Elsa Fornero.”La legge sulle pensioni è stata introdotta in venti giorni, in condizioni di emergenza, ereditate da un governo di centrodestra e approvata con i voti di larga parte delle forze politiche che compongono l’attuale centrodestra. Sono passati sei anni, la riforma è stata mantenuta e migliorata laddove era necessario (e ci sono voluti quasi sei anni). Il centrodestra, o qualche suo componente, forse non si è accorto dell’introduzione dell’Ape“, dice l’ex ministro del Lavoro.
Quanto alla ripartizione dei collegi, altra vittoria di Berlusconi: 40% a Forza Italia, 35% alla Lega, 15% a Fdi, 10% ad altre aggregazioni.
Sulle regionali la coalizione conferma che si presenterà con candidati comuni e condivisi. Per quanto riguarda la Lombardia, se davvero il presidente Maroni per motivi personali non confermasse la disponibilità alla sua candidatura, verrebbe messo in campo un profilo già comunemente individuato.
È però ancora mistero sul candidato in Regione Lazio, mentre gli altri (Zingaretti, Lombardi, Pirozzi) sono già partiti da qualche tempo con la campagna elettorale.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
LA PROPENSIONE PER IL M5S SCENDE CON L’AUMENTO DELL’ETA’, EFFETTO CONTRARIO PER L’ELETTORE PD E DEL CENTRODESTRA
Il Giornale oggi pubblica l’elaborazione di una serie di risultati di sondaggi di Ixè e Youtrend che analizza la propensione al voto segmentata per fascia di età , nella quale si scopre ad esempio che la propensione al voto per il MoVimento 5 Stelle scende con l’aumento dell’età , mentre l’effetto contrario è dato per gli elettorati del Partito Democratico e dei partiti del centrodestra; in particolare i 35-44enni preferiscono di gran lunga il MoVimento, mentre tra gli over 64 le preferenze maggiori vanno a Forza Italia e al Partito Democratico.
Significativo è che dividendo l’elettorato in under e over 50, l’elettorato del Partito Democratico sia equamente diviso, così come più o meno quello di centrodestra, mentre il MoVimento 5 Stelle abbia una netta preponderanza di under 50 così come Liberi e Uguali di Bersani, a dispetto dell’età dei leader del partito.
Infine c’è l’analisi per i seggi uninominali nei collegi, dove, come abbiamo visto ieri, domina il centrodestra.
(da agenzie)
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Gennaio 7th, 2018 Riccardo Fucile
IL LUNGO ENDORSEMENT DI DI MAIO A FAVORE DI PARAGONE E’ VIETATO DAL REGOLAMENTO
«Verrà ritenuto lesivo dei principi del Movimento 5 Stelle qualunque endorsement fatto da
portavoce eletti a qualsiasi livello, da pagine ufficiali del Movimento 5 Stelle o dai meet up locali»: come ha raccontato ieri Repubblica, questo è uno dei punti del vademecum per aspiranti parlamentari che si trova nella seconda pagina delle “linee guida per i candidati alle parlamentarie”; si legge in fondo che «ogni violazione accertata di uno o più degli impegni sopra elencati, sarà ritenuta lesiva e costituisce danno al Movimento 5 Stelle».
Ma voi lo sapete, ogni regola ha la sua eccezione.
E infatti ieri Luigi Di Maio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un lungo endorsement a Gianluigi Bombatomica Paragone, spiegando: «Oggi diamo il benvenuto a Gianluigi Paragone, che, come molte altre persone oneste e competenti, ha deciso di mettersi in gioco con il MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni partecipando alle parlamentarie. Ci onora con la sua partecipazione e la sua esperienza. Oggi davanti ai risparmiatori truffati delle banche venete ha proposto di istituire una commissione permanente d’inchiesta sulle banche per ribadire che l’Italia tutela il risparmio e non i banchieri. Lo ringrazio. Ora continuiamo ad andare avanti tutti insieme: saranno due mesi caldissimi. Forza!»
Ovviamente è inutile star lì a sottolineare che Di Maio così sta facendo un endorsement, ovvero una cosa vietata.
Meglio sottolineare che tra i 5 Stelle ci sia anche chi si fa qualche domanda riguardo l’opportunità di candidare Paragone.
(da “NextQuotidiano”)
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