Gennaio 31st, 2018 Riccardo Fucile
“FREQUENTE E SISTEMATICO MANCATO RISPETTO DELL’ORARIO DIFFUSO PRESSO LE STAZIONI E IL SITO INTERNET”
L’ATAC deve pagare 3,6 milioni di euro di multa inflittale dall’Antitrust nel luglio 2017 per una
pratica commerciale, ritenuta scorretta, su corse cancellate e mancata informazione ai consumatori.
Questo ha deciso oggi il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio che ha respinto il ricorso della municipalizzata dei trasporti romana.
La parte curiosamente divertente della vicenda è che l’ATAC è di proprietà del comune di Roma, ovvero dei cittadini romani.
Secondo la sentenza la condotta dell’Atac “legittimamente è stata ritenuta scorretta, in quanto contraria ai canoni di diligenza richiesti, nonchè ingannevole” e la tesi dell’Autorità in merito all’ingannevolezza della pratica è “logica e adeguatamente argomentata”.
La pratica commerciale sanzionata consisteva “nel frequente e sistematico mancato rispetto dell’orario diffuso presso le stazioni e attraverso il sito Internet” nonchè nella “mancata diffusione preventiva di informazioni riguardo all’impossibilità di effettuare determinate corse”.
Contro la sanzione è stato proposto un ricorso al TAR volto da un lato a contestare la competenza e la potestà istruttoria e sanzionatoria dell’Autorità , e dall’altro ad escludere che la condotta sanzionata fosse una pratica commerciale scorretta.
Per il Tar “non vi è dubbio — si legge nella sentenza — che la carenza sistematica di corse nonchè la mancata, tempestiva, informativa alla stessa utenza, in ordine alla probabilità che alcuni treni sarebbero stati soppressi, risultano idonee a fondare l’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato”.
Premettendo poi che nel settore dei trasporti “la tutela dei consumatori-utenti costituisce un obiettivo di preminente rilievo”, i giudici amministrativi hanno ritenuto che “condivisibilmente AGCM, nel provvedimento sanzionatorio, ha osservato che ‘la soppressione delle corse, indipendentemente dalla successiva rimodulazione delle stesse, ha sostanzialmente vanificato la valenza informativa dell’orario diffuso, dal momento che esso non ha molto spesso trovato corrispondenza con la reale consistenza del servizio di trasporto ferroviario effettivamente offerto da ATAC in tutto il periodo oggetto di osservazione”.
Infine “la carenza di diligenza di ATAC, nel non rendere in tempo utile edotto il consumatore finale del servizio di trasporto reso onde garantire allo stesso la possibilità di decidere di avvalersi di un sistema di trasporto alternativo e diverso da quello fornito dalla stessa Società , deve ritenersi rilevante ai fini sanzionatori”; e “il provvedimento sanzionatorio contiene una sufficiente e congrua motivazione a suffragio della determinazione della sanzione”.
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 31st, 2018 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA DI CUNEO SCRIVE ALLE FAMIGLIE: “PIU’ CHE AGLI IDEALI, PENSATE ALLA REALTA'”
“Qualsiasi percorso scolastico individuerete, avrete fatto una buona scelta, ma è nostro dovere come imprenditori segnalarvi le esigenze delle nostre imprese…servono operai e tecnici”.
Con una lettera aperta alle famiglie cuunesi il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, in una lettera aperta alle famiglie, ha invitato figli e genitori che si apprestano ad iscrivere i propri ragazzi alle scuole superiori a “riflettere bene”, in sostanza, a pensare che dopo una prima fase di studi è importante guardare a quel lato del lavoro “tecnico” di cui necessitano le aziende.
Ecco la lettera integrale.
Cari genitori,
tanti di voi, si trovano in questi giorni ad affrontare una difficile decisione: la scelta della scuola superiore per il proprio figlio.
Una scelta dalla quale dipenderà gran parte del suo futuro lavorativo, ma che spesso viene fatta dando più importanza ad aspetti emotivi e ideali, piuttosto che all’esame obiettivo della realtà .
Quella realtà , tuttavia, che si imporrà in tutta la sua crudezza negli anni in cui il vostro ragazzo cercherà lavoro ed incontrerà le difficoltà che purtroppo toccano i giovani che vogliono inserirsi nel mondo produttivo.
Ed ecco il consiglio che gli industriali cuneesi vogliono darvi.
Riteniamo che la cosa più giusta da fare sia capire quali sono le figure che le nostre aziende hanno intenzione di assumere nei prossimi anni e intraprendere un percorso di studi che sbocchi in quel tipo di professionalità .
Un atteggiamento che potrete definire squisitamente razionale, ma che sicuramente denota RESPONSABILITA’, sia nei confronti dei nostri figli, che del benessere sociale e del nostro territorio.
Nel 2017 le aziende cuneesi nel loro complesso, presi in considerazione industria, artigianato, commercio, agricoltura e servizi, hanno dichiarato di assumere circa 40.000 nuovi lavoratori.
Di questi, il 38% sono operai specializzati, il 36% tecnici specializzati nei servizi alle aziende, il 30% addetti agli impianti e ai macchinari. Il resto, marginale, sono gli altri ruoli aziendali, che sebbene fondamentali ed irrinunciabili, occuperanno poche unità .
Il nostro dovere è quello di evidenziarvi questa realtà . Perchè queste sono le persone che troveranno subito lavoro una volta terminato il periodo di studi.
Poi la scelta sarà vostra e dei vostri ragazzi e qualsiasi percorso scolastico individuerete, avrete fatto una buona scelta perchè tutte le scuole della nostra Provincia sono eccellenti e qualificate.
I nostri uffici sono a vostra completa disposizione se vorrete più informazioni sul mercato del lavoro in provincia di Cuneo.
Da parte mia e nostra, vogliamo fare tanti auguri ai vostri ragazzi per il loro futuro, un futuro in cui il lavoro avrà un ruolo fondamentale per il loro essere uomini e donne, componenti consapevoli e responsabili di questa società .
Il Presidente Mauro Gola
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 31st, 2018 Riccardo Fucile
E’ MANCATO IL CT DELLE NOTTI MAGICHE
Ricordo bene, quei giorni. Quelle notti, che furono davvero magiche. 
E il beffardo colpo di testa di Caniggia e poi i rigori sbagliati, in semifinale contro l’Argentina, non potranno mai cancellare la bellezza e l’allegria di quella nazionale, arrivata poi terza tra gli applausi e i rimpianti.
Erano i giorni di Italia ’90, e il mondo scopriva i dribbling e le meraviglie di Roberto Baggio, i gol di Schillaci detto Totò, che esultava con quegli occhi stupiti e spiritati, il ritmo cadenzato di Giannini, la potenza e la classe di Vialli, le parate di Zenga (a parte quell’uscita mancata su Caniggia: ma fu l’unico neo del nostro estremo difensore).
Una squadra gestita da un artigiano del pallone, da un principe della zolla, da un commissario tecnico che aveva fatto, in maniera brillante, la trafila nelle Under, prima di diventare il successore di Bearzot, il grande Vecio di Spagna ’82, ed ereditarne, quindi, la panchina dopo il fallimento del mundial messicano del 1986, quello della mano e di ogni prodezza possibile e impossibile di Diego Armando Maradona, il Borges del pelota: Azeglio Vicini, che giocò nel Lanerossi Vicenza (esordendo in A nel 1955), nella Sampdoria e nel Brescia, ma che aveva, soprattutto nel cuore e nelle vene, la passione per insegnare il calcio.
Era un maestro. Era un persona splendidamente perbene.
Se n’è andato a 84 anni, nella sua amata Brescia, lasciando un segno indelebile nel suo passaggio dai prati verdi. Il segno di un uomo preparato, giusto e onesto. Che sapeva sdrammatizzare qualsiasi situazione, che sapeva guidare i suoi giocatori con la pazienza, con il sorriso, ma anche con la fermezza di chi non ammetteva, in nessun frangente, la presunzione e la superficialità .
Da cronista, per il quotidiano Tuttosport, ho avuto modo di apprezzare la sua competenza e la sua straordinaria umanità . Era una persona semplice, arguta, ironica, che aveva il gusto, tipicamente romagnolo, per la battuta.
Quante trasferte, quanti discorsi a tirar tardi la sera, e non solo sul pallone: amava la musica, la buona letteratura, la sua terra.
La moglie Ines lo accompagnava spesso in quei viaggi in giro per stadi e sogni: una coppia d’altri tempi, splendida.
Vicini lasciò la nazionale azzurra per cedere il posto, nel ’91, a un altro romagnolo: Arrigo Sacchi. Il calcio conosceva la sua rivoluzione tattica, voltava pagina, la poesia lasciava spazio alla prosa.
Vicini fu uno degli ultimi romantici.
(da “Huffingtonpost”)
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