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DI MAIO SI E’ SVEGLIATO CON IL BRACCIO VIOLENTO DELLA LEGGE ADDOSSO

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

IL GRANDE COSTITUZIONALISTA CAMPANO INVITA I CANDIDATI “IMPRESENTABILI” (DEGLI ALTRI) A RINUNCIARE ALLA CANDIDATURA… MA MOLTI SONO SOLO INDAGATI, COME PERALTRO MOLTI SINDACI M5S, RAGGI COMPRESA: PERCHE’ NON CHIEDE PRIMA LA RINUNCIA A LORO?

Luigi Di Maio stamattina si è svegliato con il braccio violento della legge addosso e ha tirato fuori un altro dei capolavori che ne fanno il più apprezzato politico della sua generazione, isole comprese.
Nello specifico, il candidato premier del MoVimento 5 Stelle ha approntato un modulo di “rinuncia alla candidatura da parte del candidato del collegio” che prevede persino l’autentificazione della firma e va “presentato alla Corte d’appello del collegio del candidato“, la quale di sicuro ne prenderà  atto.
Resta purtroppo in vigore però la legge italiana, che non prevede una procedura simile e anzi istituisce che delle candidature si occupino le camere di appartenenza come prevede in primo luogo la Costituzione, che all’articolo 66 stabilisce: “Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità  e di incompatibilità ”.
È quindi evidente che qualsiasi rinuncia alla candidatura, pur da considerare come impegno che verrà  sicuramente rispettato da parte di chi lo prende — tutta questa cagnara Di Maio la sta tirando fuori per la vicenda di Emanuele Dessì, che si è “volontariamente” e “preventivamente”   ritirato dalle elezioni per non danneggiare il M5S — non ha nessun valore legale perchè bisogna seguire modalità  e tempi stabiliti dalla Camera o dal Senato.
Inutile fare dell’ironia su un vicepresidente della Camera così scarsamente rispettoso delle prerogative delle Camere, perchè è evidente che qualcuno potrebbe anche in teoria disattendere un impegno del genere preso pubblicamente: avrebbe comunque un suo valore di fronte all’opinione pubblica in attesa del voto del Parlamento.
Incidentalmente, si tratta di quel parlamento che ha respinto per cinque volte le dimissioni del senatore Giuseppe Vacciano, eletto con il MoVimento 5 Stelle ma in dissenso politico con i grillini: lui non ha mai voluto passare ad altri partiti, voleva lasciare il mandato ma è rimasto fino all’ultimo giorno in Senato contro la propria volontà  espressa cinque volte. A Dessì potrebbe accadere la stessa cosa.
Impresentabili sono anche Raggi e Appendino?
Ma a parte le piccole facezie come la Costituzione italiana, nel post comparso sul blog delle stelle Di Maio invita gli impresentabili a farsi da parte.
Casualmente fa i nomi di una serie di appartenenti al Partito Democratico e al centrodestra (suoi avversari politici) ma è interessante notare da cosa siano accomunati secondo il vicepresidente della Camera: quelli del Partito Democratico sono tutti indagati o rinviati a giudizio, tranne Alfieri, di cui si cita una condanna a restituire 40mila euro al Comune di Agropoli per il mancato utilizzo di beni sequestrati alla camorra.
Per il resto si tratta di indagati o rinviati a giudizio, a volte per reati politicamente imbarazzanti, come Luca Lotti per rivelazione di segreto istruttorio nel caso Consip.
Ma si tratta, appunto, di indagini: di Luca Lotti non è stato chiesto il rinvio a giudizio.
Ad oggi la sua posizione potrebbe finire archiviata o in un processo dove si deciderà  se è colpevole o innocente.
Se Lotti è impresentabile, Virginia Raggi che dovrà  affrontare un’imputazione per falso (e ha deciso di saltare il rinvio a giudizio visto che riteneva scontata la sentenza) perchè è ancora sindaca di Roma?
Il motivo, direbbe Di Maio, è che il M5S ha deciso di cambiare il suo “codice etico” a più riprese.
Ma se un processo per falso si può sopportare (esponenti del M5S hanno comunque detto che la Raggi dovrebbe dimettersi in caso di condanna in primo grado), allora perchè è un impresentabile chi è soltanto indagato
I casi di Appendino e Nogarin non contano?
Il parametro allora forse è la gravità  (politica, non penale) del reato?
Se così fosse Chiara Appendino, accusata di omicidio e disastro colposi per piazza San Carlo dovrebbe dimettersi subito.
E invece no, perchè giustamente è soltanto indagata e come per Lotti alla fine il pubblico ministero potrebbe chiedere l’archiviazione.
Ma se Lotti non può essere eletto, perchè Chiara Appendino può rimanere in carica? Anche Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, è indagato per omicidio colposo per l’alluvione e qualche tempo fa ha detto che si sentiva talmente toccato soltanto dall’ipotesi di reato da non essere convinto di volersi ricandidare. Giusto e comprensibile. Anche lui potrebbe vedere archiviate le accuse nei suoi confronti.
Perchè dovrebbe essere migliore di De Luca imputato per bancarotta fraudolenta? O per il M5S non sono reati se sono colposi?
In seguito Di Maio segnala invece altri nomi del centrodestra che sono stati condannati ma in primo grado, tra cui Formigoni e Bossi, e di altri rinviati a giudizio o indagati o condannati anche in secondo grado (come Ugo Cappellacci). Ci sono molti casi di candidati imputati che Di Maio non ha citato.
Ma in tutto ciò la domanda che resta senza risposta è questa: perchè uno dovrebbe sottoscrivere un modulo in cui c’è scritto di inserire il “nome e cognome dell’impresentabile” (autoinsultandosi da solo, in pratica) solo per soddisfare lo spirito di Torquemada che a fasi alterne e mai nei confronti dei propri esponenti ogni tanto ritorna nel MoVimento 5 Stelle?

(da “NextQuotidiano”)

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MACCHINA DEL FANGO M5S VENETO: 17 MILITANTI GRILLINI CHIEDONO LE DIMISSIONI DEL CAPO COMUNICAZIONE

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

“NON POSSIAMO INIZIARE UNA CAMPAGNA ELETTORALE CON QUESTO MARCHIO DI INFAMIA E MESCHINITA'”

Ieri 17 esponenti veneti dei 5 Stelle, tra cui la consigliera regionale Patrizia Bartelle, si sono dissociati dalla macchina del fango che il responsabile della comunicazione per le elezioni politiche 2018 in Regione Ferdinando Garavello ha chiesto via whatsapp ai candidati: “Per noi non è possibile affrontare la campagna elettorale con infamia e meschinità : la nostra metodologia di comunicazione non può mirare a screditare l’avversario politico attraverso la caccia a foto compromettenti e nefandezze, non possiamo intenzionalmente cercare di spargere ‘fango’ come la peggiore stampa scandalistica è solita fare al servizio di editori prezzolati o del peggiore offerente”.
Mentre il MoVimento 5 Stelle Veneto tirava fuori una nota di “difesa” piuttosto imbarazzante, dove si accusava il Gazzettino — che ha pubblicato la foto del messaggio — di essere un braccio armato di un non meglio precisato sistema dimenticando che per il quotidiano lavorava lo stesso Garavello, dagli esponenti veneto arrivava un invito diretto: “è il momento di prendere posizione con la massima chiarezza sul confine tra ciò che è lecito e ciò che è inaccettabile nella lotta politica — concludono — Le infamie, le delazioni e il dossieraggio non trovano la minima accoglienza all’interno del nostro Movimento. Siamo certi che tutti i portavoce del veneto aderiranno immediatamente a questa nostra presa di posizione”.
Nella richiesta la stessa Bertelle su Facebook ha chiesto le dimissioni del responsabile:
Siamo convinti che ci sia stato un grave fraintendimento ed è necessario fornire complete spiegazioni. Se qualcuno che opera in nome e per conto del MoVimento avesse commesso intenzionalmente o meno un atto così deprecabile crediamo che debba rassegnare le dimissioni senza indugio. Ci sentiamo obbligati con ogni mezzo e forma ad evidenziare la nostra dissociazione da questi metodi che non appartengono agli attivisti e ai portavoce che hanno aderito ad un chiarissimo codice etico: “Il Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle ha lo scopo di garantire una condotta, da parte di tutti gli iscritti e, in particolare, dei portavoce eletti, ispirata ai principi di lealtà , correttezza, onestà , buona fede, trasparenza, disciplina e onore, rispetto della Costituzione della Repubblica e delle leggi.
Gli iscritti ed i portavoce eletti ispirano la propria azione politica ed il loro comportamento al di fuori dell’attività  associativa ai valori della democrazia partecipata, della libertà , dell’onestà , della solidarietà , della trasparenza e dell’uguaglianza avendo cura di contenere il dibattito politico nei limiti della normale dialettica politica, evitando toni e linguaggio che sottendano atteggiamenti di aggressività  e prevaricazione”.
Dalle parti del M5S Veneto però per ora tutto tace. “Ci siamo già  espressi con il silenzio, queste cose fanno parte di iniziative personali che non sosteniamo”, ha detto invece Luigi Di Maio, solito pesce in barile.

(da “NextQuotidiano”)

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IL GRUPPO FB CHE INNEGGIA A TRAINI E IL FRATELLO D’ITALIA CHE ESULTA: “HAI FATTO BENE A SPARARE A QUESTE MERDE”

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

IL GRUPPO E’ STATO POI RIMOSSO MA LA MELONI FAREBBE BENE A DIRE   COSA PENSA DI QUANTO HA SCRITTO UNO CHE SULLA BACHECA HA IL SIMBOLO DEL SUO PARTITO, QUESTA E’ APOLOGIA DI REATO

Facebook per qualche ora ha ospitato ieri la pagina “Luca Traini presidente”, poi rimossa, inneggiante all’attentatore di Macerata.
Amministratori del “gruppo” tali “La Maura e l’Andre”, con tanto di tenere foto insieme a bambini nei loro profili.
La banalità  del male lungo le strade del web non si nasconde.
Si palesa con Giovanbattista Castagna di Marina di Catanzaro, nella sua “bacheca” anche un tricolore con crocifisso e il simbolo di Fratelli d’Italia, il partito di destra di Giorgia Meloni, vicino al volto nella foto profilo.
Scrive Castagna su “Luca Traini presidente”: “Hai fatto bene… dente x dente, occhio x occhio, abbiamo le palle piene di queste merde ke fanno arrivare x abbuffarsi dei soldi che l’ Europa da a questo governo di merda ke tra poco vedra la sua fine di abusivo e dove trionfera’ il popolo. W l Italia e W il duce…”.
Ma colpiscono anche i messaggi di utenti con la sintassi a posto che solidarizzano con Luca Traini.
Roberto Giannoni di Pontedera: “Non credo che Luca sia un eroe per il gesto fatto. Tuttavia capisco ciò che ha fatto…”, ma Alessandro Antonelli di Fabriano, invece, è sicuro: “È un grandissimo eroe”.
Nella sua pagina del social network campeggia un post del ristorante “il Federale” di Artena, Roma, il cui simbolo è il volto di Benito Mussolini: “Qui sei in Italia, si mangia carne di suino, tu che sei ospite rispetta la nostra cultura o torna a casa tua”.

(da “il Fatto Quotidiano”)

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NEL CENTRO MIGRANTI CHE FACEVA PAURA ORA C’E’ LA CODA DI ANZIANI PER LA PALESTRA CHE I PROFUGHI HANNO RISTRUTTURATO

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

GENOVA: NEL QUARTIERE DI QUEZZI I RAGAZZI OSPITI DEL CENTRO HANNO DONATO LA STRUTTURA AGLI ANZIANI DEL QUARTIERE

Le pareti della prima palestra dentro un centro di accoglienza per migranti le hanno decorate loro: i richiedenti asilo che nessuno voleva
Oggi, due anni dopo le barricate per l’apertura di Casa Bozzo in via Edera, a Quezzi, i residenti fanno la coda al banco iscrizioni.
Per loro, il corso di ginnastica dolce — e la visita medica — sono gratuiti.
Sulle pareti giallo limone, due anziani stilizzati si stiracchiano, mentre motivi e colori africani fanno da cornice a questo spazio che è il primo punto di vero ingresso di due mondi che all’inizio si ignoravano, e poi piano piano hanno imparato a convivere, e a conoscersi.
“Sono i migranti che hanno donato questa palestra al quartiere, perchè sono loro che l’hanno ristrutturata e decorata, e la tengono pulita — rimarca Enrico Costa, presidente del Ceis Genova che gestisce il centro — oggi alla festa c’erano tanti residenti, e in 25 si sono iscritti. Ecco, è questa la restituzione alla comunità  di cui abbiamo sempre parlato”.

(da “La Repubblica”)

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SIAMO RIUSCITI A FARCI ACCUSARE PURE DA ERDOGAN: “A MACERATA UN ATTACCO RAZZISTA CONTRO L’ISLAM”

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE TURCO PRIMA DI PARTIRE PER L’ITALIA DENUNCIA LA DERIVA RAZZISTA IN ATTO NEL NOSTRO PAESE

Il raid di Macerata è “un attacco razzista, non diverso da episodi di attacchi a moschee luoghi legati alla religione islamica. Abbiamo visto quanto accaduto in Myanmar. Dinanzi a questi episodi è obbligatorio mostrare una reazione decisa”.
Lo ha detto il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, parlando con i giornalisti poco prima di partire alla volta dell’Italia e di Città  del Vaticano.
Nell’agenda dell’incontro con papa Francesco vi è anche l’aumento di islamofobia e razzismo in Europa: “Quanto avvenuto a Macerata – ha affermato Erdogan -mostra la grandezza di questo problema”.
“Le nostre relazioni bilaterali con l’Italia sono eccellenti, è un Paese amico con cui abbiamo una visione comune rispetto ai problemi regionali”.
Così Erdogan parlando all’aeroporto di Istanbul prima di partire per Roma. “Lavoriamo insieme per la pace e la stabilità  nel Mediterraneo. Come alleati Nato, contribuiamo alla sicurezza reciproca. Nei colloqui di Roma discuteremo delle relazioni bilaterali. Lo scorso anno il volume dei nostri scambi è stato di quasi 20 miliardi di dollari, ma il potenziale è doppio. Nel 2020 puntiamo a 30 miliardi di dollari”, ha aggiunto.

(da agenzie)

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CARA MELONI, ALMIRANTE SAREBBE ANDATO A TROVARE IN OSPEDALE LE VITTIME DI TRAINI, QUESTA LA DIFFERENZA TRA UNA DESTRA CIVILE E UNA DESTRA PATACCA

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

ALMIRANTE SAPEVA DARE UN SEGNALE, SUPERANDO GLI STECCATI … E SENZA DIRE NULLA A NESSUNO SAREBBE PIOMBATO A MACERATA PER DIRE UNA PAROLA DI CONFORTO SIA ALLA MADRE DI PAMELA CHE ALLE VITTIME DEL RAZZISMO

C’era una volta una destra, con tutti i suoi limiti, errori, nostalgie.
C’erano soprattutto dei leader, a destra come a sinistra, che erano “rispettati” e costituivano, anche quando li si contestava all’interno del partito, un esempio etico di condotta morale.
Non avevano cambiato tanti partiti a seconda della convenienza, non avevano sputato addosso a chi li aveva “allevati”, magari portandoli a posizioni immeritate, avevano un passato politicamente “discutibile” ma “coerente”, parola ormai in disuso.
Come non ricordare a sinistra i Berlinguer e gli Ingrao, come a destra gli Almirante e i Pino Rauti, per limitarci negli esempi.
Nei periodi degli anni di piombo, quando le strutture dello Stato erano scosse dal terrorismo, quando i giovani si massacravano nelle strade con la regia dei servizi e la gioia del potere politico democristiano che poteva accreditarsi come diga agli “opposti estremismi”, essi seppero “rischiare” e “investire sul futuro”.
A costo di assumere posizione scomode.
Di fronte al pericolo reale di una deriva razzista nel nostro Paese, fomentata da ben precise forze politiche, di fronte ai fatti di Macerata che rischiano di essere solo il primo evento di una guerra tra bande, Almirante avrebbe avuto il coraggio di presentarsi in modo riservato in ospedale a visitare quei poveri ragazzi che stanno cercando di costruirsi un futuro di legalità  in Italia e che sono stati fatti bersaglio senza motivo di odio razziale.
Per dare un segnale, per far capire che la destra è altra cosa: è merito non colore della pelle, è solidarietà  non esclusione, è capacità  di spiazzare non becero conformismo.
E in maniera altrettanto riservata avrebbe fatto la stessa visita per confortare la madre di Pamela, la ragazza trovata a pezzi in una valigia.
Ragazza che potrebbe essere morta per overdose e non per mano di nessuno, come qualche istigatore all’odio ha interesse a sostenere senza prove.
Oggi Giorgia Meloni ha affermato che trova “vergognoso che Mattarella non abbia fatto nemmeno una telefonata alla madre di Pamela”.
Potremmo facilmente rispondere che troviamo ben più disgustoso che Giorgia Meloni, la “sovranista”, non abbia mai fatto una telefonata ai genitori di Giulio Regeni, un “italiano” assassinato da un regime militare a lei caro.
Ma non è questo il punto.
La politica è altro, è capacità  di cogliere il momento, anche a costo di non essere compresi nel breve ma saper investire sul futuro del nostro Paese.
I salti di qualità  non si fanno ripetendo logore e becere parole d’ordine altrui, ma sapendosi “distinguere” nella difesa dei valori e della “legalità  vera”.
I leader non nascono a tavolino o per passaggi ereditari, devono far discutere per il coraggio nelle scelte, non per i servizi patinati.
Non serve accusare altri di “non esserci”, bisogna “saper esserci” quando è necessario.
Ecco perchè Macerata resterà  una occasione perduta per una destra di miopi senza cultura politica, senza coraggio e senza carisma.

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ULTIMO SONDAGGIO IXE’: CALANO M5S, LEGA E FDI, SALGONO FORZA ITALIA E LIBERI E UNITI, MA LA SORPRESA E’ LA BONINO

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

INGOVERNABILITA’ TOTALE, NESSUNA MAGGIORANZA POSSIBILE… M5S 28,7%, PD 22%, FORZA ITALIA 17%, LEGA 11,5%, LIBERI E UGUALI 7,3%, FDI 4,3%, BONINO 2,6%, NOI CON L’ITALIA 2%, LORENZIN 0,8%, INSIEME 0,4%

Cambia poco rispetto alla settimana scorsa e forse la notizia più significativa riguarda l’andamento della coalizione guidata dal PD, all’interno della quale la lista Più Europa – Bonino sale al 2,6%.
Cala leggermente il M5S e complessivamente resta stabile l’aggregato di centro-destra, mentre Liberi e Uguali si riconferma oltre il 7%.
L’insieme di questi lievi spostamenti, toglie una manciata di seggi al M5S e ne fa recuperare qualcuno al PD.
Stabile — dopo gli aumenti delle scorse settimane – l’affluenza. L’incertezza sul risultato finale resta elevata con 86 seggi alla Camera ancora in gioco e 38 al Senato.
Con questi andamenti, non ci sarebbe governabilità .
Guardando alla Camera al centro — destra infatti, benchè largamente in testa, mancherebbero 26 seggi per la maggioranza assoluta; ad un ipotetico Governo del Presidente ne mancherebbero 18; all’ibrido Lega-M5S servirebbero altri 46 collegi e infine il binomio PD-Forza Italia rimarrebbe a 64 seggi dalla meta.
Analoga — seppure con cifre diverse — la situazione al Senato.
Considerando che la quota di indecisione effettiva e registrabile si aggira intorno al 10% di chi dichiara che potrebbe andare a votare, che i collegi contendibili come abbiamo visto restano numerosi, che i candidati appena ora scendono sul terreno, c’è spazio ancora per parecchi cambiamenti.
Non vediamo tuttavia, spostamenti significativi nelle tendenze. Resta un mese di tempo per accendere una campagna che ad oggi lascia gli animi spenti.

(da “Huffingtonpost”)

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“HO RISCHIATO DI MORIRE SOLO PER IL COLORE DELLA MIA PELLE”: JENNIFER SALVATA DAL FIDANZATO

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

“UN PROIETTILE MI HA ATTRAVERSATA DA PARTE A PARTE, IL DOLORE PIU’ GRANDE NON E’ QUELLO FISICO, MA VEDERE QUESTO ODIO RAZZIALE”

“Ero appena uscita dall’emporio africano e stavo aspettando l’autobus alla fermata. Ho sentito dei colpi. Dopo pochi secondi, quasi senza rendermene conto, ero a terra”. Jennifer Odion ricorda così al Corriere della Sera la sparatoria di sabato mattina a Macerata.
È nigeriana, ha 25 anni ed è una delle sei persone ferite ieri da Luca Traini nel suo folle raid razzista per le strade della città  marchigiana. “Un proiettile mi ha attraversata da parte a parte” dice ancora a La Repubblica, “fa male” aggiunge: ma a pesarle non è il braccio rotto, quanto l’odio razziale che è stato manifestato in questi giorni.
Ha ancora paura e dice di esser viva perchè a salvarla c’era il suo fidanzato: “Mi ha salvato lui” dice indicando Ogie Igbinowania, che racconta: “Quando è partito il colpo lei si è girata cadendo a terra e il proiettile invece di centrarla nel petto si è conficcato lì”, tra la spalla e il seno.
Gli altri feriti sono tutti uomini, il più grave è Mahamadou Toure, 28 anni, originario del Mali: è ricoverato in rianimazione all’ospedale di Macerata con un ematoma al fegato.
È stabile, ma rimane sotto osservazione.
Prognosi riservata anche per Wilson Kofi, 20 anni, ghanese, che ha riportato diverse fratture alle costole e una contusione polmonare.
Quando Luca Traini ha sparato si trovava assieme a Festus Omagbon, 32enne nigeriano che ora si trova in ospedale ad Ancona con una sospetta lesione vascolare al braccio destro.
Il 25enne nigeriano Gideon Azeke è stato invece operato per rimuovere il proiettile che l’ha colpito alla coscia destra. È stato invece dimesso quasi subito Omar Fadera, 23enne originario del Gambia, colpito solo di striscio.
Sono tutti giovani richiedenti asilo, nessuno di loro parla bene italiano e per identificarli sul braccialetto al polso i medici hanno usato numeri anzichè nomi.
“Se sono finito qui è solo per il colore della mia pelle. Non è giusto, siamo esseri umani come tutti gli altri e non si può rischiare di morire senza avere colpa. Non so se riuscirò a non sentirmi in pericolo” è lo sfogo Gideon Azeke sulle pagine de La Stampa, “ho pensato di morire, non mi rendo ancora conto di cosa mi è successo e a chi mi ha aggredito vorrei chiedere soltanto due cose: perchè lo ha fatto e cosa ha contro di me” aggiunge.
Gideon è in Italia da tre anni e finora non ha mai avuto problemi con nessuno racconta ancora al quotidiano torinese: “Ho lavorato in un supermercato e adesso sono in cerca di un nuovo impiego”.
Per far fronte all’emergenza, gli ospedali di Macerata e Ancona hanno dovuto “richiamare chirurghi e rianimatori, ma la risposta è stata immediata” fa sapere al Corriere della Sera Alessandro Maccioni, direttore dell’Area Vasta 3 dell’Asur Marche. Due dei ragazzi feriti erano seguiti dal Gus, il Gruppo Umana Solidarietà , che sottolinea come i due ragazzi siano impegnati in un reale percorso di integrazione: “Festus ha chiesto di poter avere lezioni aggiuntive e, per premiare questo suo impegno, l’equipe sta riflettendo sul concedergli la possibilità  di frequentare un corso per operaio carrellista” spiega Giovanni Lattanzi al Corriere.

(da “La Stampa”)

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LA MADRE DI PAMELA: “MIA FIGLIA SAREBBE INORRIDITA PER QUESTO ATTO DI ODIO”

Febbraio 4th, 2018 Riccardo Fucile

“NON VOGLIAMO ALTRO SANGUE NE’ ALCUNA VENDETTA, NON SIAMO RAZZISTI, NON SI STRUMENTALIZZA LA NOSTRA TRAGEDIA”

«Chiediamo solamente giustizia. Pene esemplari per chi ha ucciso e fatto a pezzi nostra figlia. Ma condanniamo fermamente l’attacco di ieri, non siamo razzisti e anche Pamela se fosse ancora viva sarebbe inorridita per questo atto di odio».
Il momento è terribile, ma Stefano Mastropietro e Alessandra Verni, genitori di Pamela la ragazza di 18 anni uccisa e fatta a pezzi lo scorso 31 gennaio a Macerata, invitano alla «non violenza» e a «non strumentalizzare un momento del genere per fare politica, anche perchè di mezzo c’è la vita di una ragazzina e una famiglia che sta soffrendo».
Alessandra, è un momento difficile, cosa pensate del gesto di Luca Traini che ieri ha sparato a 6 persone di colore inseguendole per le vie di Macerata?  
«Condanniamo questo gesto. Il presunto colpevole per la morte di nostra figlia Pamela si trova in carcere, e ieri il gip ha convalidato l’arresto. Vogliamo che paghi per quello che ha fatto. Detto questo noi non vogliamo altro sangue sulle strade e non cerchiamo questo tipo di vendette. Siamo brave persone».
Secondo la segretaria provinciale della Lega Maria Letizia Marino, l’uomo fermato per la sparatoria di questa mattina conosceva Pamela e forse era anche il suo fidanzato. Cosa dite al riguardo?  
«Lo escludo. Non ho mai sentito parlare di questo Luca Traini, e visto il rapporto che avevamo io e Pamela sarebbe stata lei stessa a mettermi al corrente della relazione. Inoltre, mia figlia si trovava nella comunità  di recupero Pars di Corridonia, in provincia di Macerata, è strano che frequentasse qualcuno all’esterno».
Il pensiero di Traini però è condiviso da tantissime persone. Sui social molta gente ne ha lodato il comportamento. E alcuni politici, pur condannando il gesto estremo, lo giustificano parlando di «immigrazione fuori controllo che porta spaccio e scontro sociale». Cosa ne pensate?
«Esiste una politica di accoglienza sana, e il 4 marzo ognuno di noi andrà  alle urne sapendo come votare. Noi siamo per la non violenza assoluta e non vogliamo essere strumentalizzati”

(da “La Stampa”)

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