Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
LA PREGHIERA NON STOP DURATA PIU’ DI TRE MESI HA VISTO LA MOBILITAZIONE DI 650 SACERDOTI E DECINE DI MIGLIAIA DI CITTADINI
La maratona religiosa della chiesa protestante di Bethel, all’Aia, è finita. Era stata una strategia per evitare il rimpatrio di una famiglia di profughi armeni, che si era vista rifiutare la richiesta di asilo, nonostante viva in Olanda da nove anni.
Il governo dell’Aia si è espresso positivamente nei confronti della famiglia: i due genitori e i tre figli potranno restare, sopratutto perchè i ragazzi vanno ancora a scuola e all’università .
In Olanda la polizia non ha il diritto di entrare in un luogo di culto e interrompere una funzione religiosa. È proprio così che il parroco della chiesa è riuscito ad evitare il rimpatrio.
La famiglia Tamrazyan, cristiana credente, ma con il permesso di soggiorno scaduto, si era vista rifiutare la richiesta d’asilo, e ha avuto l’idea di chiedere “asilo” in chiesa.
Giorno e notte. La cerimonia è durata oltre tre mesi, con quasi 650 pastori e fedeli, provenienti da tutto il Paese, ma anche da Francia, Germania e Belgio, che si sono dati il cambio per proteggere i cinque armeni, organizzando una messa a oltranza.
La costanza è servita: il governo olandese si è arreso e ha garantito alla coppia, con i suoi tre figli, di restare nel Paese.
Questa battaglia non è stata utile solo per il nucleo famigliare in questione: il governo dei Paesi Bassi ha promesso di rivedere altre 700 richieste di asilo di minori che erano state rifiutate finora.
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
“LA SICUREZZA NON SI FA CON I POST SU FB, MA CON AZIONI REALI”
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha nel suo fornito guardaroba un giaccone della polizia,
che ieri ha indossato a Montecitorio.
Ma i nuovi agenti freschi di nomina potrebbero non essere altrettanto fortunati.
A lanciare l’allarme è il maggiore sindacato Silp spiegando che nell’ultima nuova legge di bilancio sono stati tagliati due milioni di euro che servivano appunto “a vestire i nuovi agenti in uscita dai corsi di formazione, a partire dai circa 1.200 ragazzi e ragazze che prenderanno servizio il prossimo 13 febbraio”.
Il risultato, secondo il Silp, è prevedibile: per coprire il buco sarà necessario tagliare risorse al personale già in forze.
A spiegarlo è il segretario generale del Silp, Daniele Tissone, che riprende ironicamente l’allarme lanciato ieri dal capo della Polizia, Franco Gabrielli: “Ha ragione Gabrielli quando dice che mancano 60.000 operatori alle forze di polizia a causa del mancato turn over e dei pensionamenti, come anche noi denunciamo da anni. Mancano però anche le divise”.
Tissone spiega appunto che, dopo il taglio dei 2 milioni previsti, “ai ben forniti guardaroba di felpe e polo della polizia sfoggiati spesso da chi non appartiene alla nostra amministrazione corrisponde oggi una mancanza di risorse per le divise dei nuovi agenti”.
Come sarà risolta? “L’amministrazione si troverà costretta, per vestire chi è appena entrato in servizio, a sottrarre risorse ai 33 milioni complessivamente disponibili per il personale già in forza, un budget già da anni carente”.
E conclude, con un ultimo riferimento neanche troppo velato proprio al ministro da cui la polizia dipende, e che non perde occasione per indossare una divisa, sia quella dei carabinieri, dei vigili del fuoco o dei barracelli sardi: “La sicurezza non si fa con i post su Facebook, ma con risorse reali per le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa. Questi sono i fatti, il resto è solo propaganda”.
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
BASTA SPIEGARE ALLA BASE CHE UN SEQUESTRO DI PERSONA AGGRAVATO NON E’ COSI’ GRAVE COME UNA TANGENTE E QUALCHE PIRLA CHE CI CREDE SI TROVA SEMPRE
La fabbrica delle fregnacce è in funzione e non vi preoccupate: a breve uscirà fuori in una triangolazione di fuoco di geometrica potenza.
L’obiettivo: servire Salvini salvandolo dal processo — perchè nel processo le prenderebbe — con i voti dei milioni di italiani che hanno votato MoVimento 5 Stelle abbagliati dallo slogan “Onestà ” e sicuri del fatto che ognuno avrebbe avuto il suo.
Il primo obiettivo di Luigi Di Maio, fa sapere oggi Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera, è troncare, sopire, padre molto reverendo, sopire, troncare:
«Lasciar sedimentare gli argomenti» è un ritornello che diversi Cinque Stelle ripetono. E spiegare in ogni caso alla base che non si intende «abdicare ai valori» e che il «caso Salvini» rientra nell’azione di governo e non ha nulla a che vedere con corruzione, peculato, tangenti, oggetto di mille battaglie del Movimento contro l’immunità .
A quel punto gli elettori del MoVimento 5 Stelle saranno rinfrancati del fatto che il sequestro di persona aggravato non sia un reato oggetto di battaglie del MoVimento, e si chiederanno a quel punto come la pensino sull’omicidio volontario, lo sfruttamento della prostituzione minorile e l’abigeato: se po’ fa’, sì? Ok, grazie, vado.
I big hanno testato con chiamate dirette anche diversi parlamentari per conoscere la loro posizione e le loro idee su come uscire dall’impasse. «In questa decisione è necessario coinvolgere tutto il Movimento», precisa un pentastellato
Ma, appunto, uno dei progetti è coinvolgere il M5S in un voto democratico sul blog, magari tipo quello che ha seccato Marika Cassimatis da candidata sindaca di Genova con un post molto trasparente di Beppe Grillo: “Si fa come dico io, fidatevi di me, adesso votate che siete d’accordo e dopo il caffè lo voglio macchiato, grazie”. Potete in ogni caso tranquillizzarvi perchè tra poco, in tutta la sua coerenza, scenderà in campo Roberto Fico:
Intanto, però, molti ortodossi chiedono a gran voce un intervento di Roberto Fico.
Il presidente della Camera, tuttavia, in queste ore ha preferito tenere un profilo istituzionale e c’è chi sostiene che questa sarà la sua linea fino alla conclusione della vicenda
Insomma, per Fico è il momento delle decisioni irrevocabili: l’ammorbidente ci va a 60 gradi o no?
(da “NextQuotidiano”)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
“SUL CASO DICIOTTI NON ESISTEVA ALCUN PERICOLO ALL’INTERESSE PUBBLICO PER NON FARLI SBARCARE”
Premettiamo che sarà nostra cura leggere con attenzione la relazione della Giunta, e che ci
atterremo esclusivamente alla richiesta che ci viene dall’art. 96 della Costituzione e che non è nelle nostre prerogativa fare processi o esprimere giudizi, se non politici, prerogativa questa esclusiva della Magistratura.
Ma data l’importanza e l’eco della questione è interessante svolgere qualche riflessione preventiva.
Cosa ci viene chiesto dal Tribunale dei Ministri? Ci viene chiesto di giudicare se la condotta del ministro rispetto al caso Diciotti sia stata determinata da un interesse pubblico superiore.
Come sappiamo il presidente del Consiglio Conte ha dichiarato recentemente che l’azione del ministro fu un’azione collegiale del governo, condivisa da tutto il cdm, ma sappiamo anche che la Giunta al momento non ritiene che la cosa cambi i termini della questione.
Il quesito che ci viene posto riguarda dunque solo il ministro Salvini. Cosa cambia che sia stata, come sembra, un’iniziativa collegiale del governo?
Certamente nessuno vuole asserire che le azioni del governo possano essere sopra la legge, quindi la azione collegiale e condivisa non cancella la pertinenza di una richiesta di autorizzazione a procedere per un approfondimento giudiziario come quello che ci viene dal Tribunale dei Ministri.
Si afferma, da qualche parte, che, nelle intenzioni, la condotta del ministro dell’Interno fu condotta contro l’Europa e le sue politiche di ridistribuzione dei migranti, e non contro le persone sulla nave Diciotti. Ma è indubbio che nella pratica sia stata effettuata un’azione che ha avuto ripercussioni dirette su delle persone inermi che richiedevano asilo.
Soprattutto, ed è questo che ci viene chiesto, ho delle serie difficoltà a ritenere l’azione messa in atto ad agosto come un’azione effettuata per “salvaguardare un interesse pubblico superiore” poichè lo sbarco e la doverosa accoglienza non mettevano, nello specifico, in nessun pericolo l’interesse pubblico.
Si può decidere di discutere per ore se l’immigrazione in un paese in grave calo demografico e con migranti regolari che sostengono importanti settori produttivi, sia un problema sociale o un’opportunità , ma in ogni caso è per noi fuori da ogni discussione o valutazione che non può essere quella azione specifica, tenere giorni e giorni in mare delle persone che richiedono asilo, la soluzione.
Nell’interesse pubblico è svolgere una congrua politica negoziale con l’Europa. Ricontrattare il regolamento di Dublino III, quello firmato dalla Lega quando era al governo con Berlusconi, per esempio.
Ma avviene che la Lega non sembri avere alcun interesse a rinegoziare una riformulazione di quel regolamento (come invece è nel programma del M5s).
Paola Nugnes
Senatrice M5s
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
MA CI SONO QUELLI CHE NON VOGLIONO PERDERE LA POLTRONA E SI INVENTANO LA “DECISIONE COLLEGIALE DEL GOVERNO” CHE NON C’E’ MAI STATA
Il Movimento 5 stelle naviga in acque agitate sul caso Diciotti. Votare Sì o No all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini è una decisione che porta con sè conseguenze politiche rilevanti dentro il Movimento.
Lo chiariscono alcune interviste sui quotidiani oggi in edicola, che mostrano le preoccupazioni degli ortodossi, l’area che fa capo a Roberto Fico, sul mancato rispetto dei principi base dell’azione politica di M5S, ma anche il realismo di molti, che ritengono invece necessario preservare l’alleato e il Governo.
Luigi Gallo è considerato uno dei parlamentari più vicini a Roberto Fico.
Parla al Quotidiano Nazionale dei rischi che questa decisione porta con sè: “Se i senatori 5 stelle votassero No all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini in Giunta, non esisterebbe più il M5S” afferma il deputato, presidente della Commissione Cultura a Montecitorio.
“Salvini deve essere processato – aggiunge – noi siamo sempre stati contro i privilegi della Casta … Non è che possiamo votare Sì per sei anni di fila e poi No quando ci troviamo di fronte a un membro del Governo”.
Una posizione analoga a quella espressa ieri dalla senatrice Paola Nugnes, tra i parlamentari più critici della linea tenuta da M5S su diversi fronti, che si è detta pronta a lasciare il Movimento nel caso venisse salvato Salvini.
Chi ha in questa fase gli occhi puntati addosso è Mario Giarrusso, membro M5S in Giunta per le immunità al Senato.
In un’intervista al Corriere della Sera il senatore chiarisce che siamo di fronte a un caso inedito, “non stiamo parlando di singoli, gruppi o partiti. Stiamo valutando l’azione di governo, non quella di Salvini. Dobbiamo prima esaminare gli atti che ci invieranno sia il premier sia il ministro dell’Interno. Poi valuteremo insieme a Luigi Di Maio”.
Giarrusso sposta quindi l’asse decisionale sul capo politico dei 5 stelle, chiamato a una difficile mediazione interna.
C’è poi chi ammette che “votare a favore del processo per il ministro sarà complicato”, ma respinge con stizza il pressing che arriva dall’esterno. È Elvira Lucia Evangelista, anche lei membro M5S in Giunta per le immunità al Senato. Anche lei parla di caso inedito e di una decisione che è “posizione tecnico-giuridica sull’azione di governo”.
Ma critica le recenti dichiarazioni di Alessandro Di Battista, che chiede il Sì al processo a Salvini: “Lui non è neppure parlamentare”.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
SOTTO ACCUSA L’OPERATO DELLLA GUARDIA COSTIERA PER IL NAUFRAGIO DEL 18 GENNAIO CHE HA CAUSATO LA MORTE DI 117 PERSONE… ORA USCIRA’ FUORI IL NOME DI CHI HA IMPEDITO CHE I SOCCORSI VENISSERO INVIATI IN TEMPO, DOPO CHE L’AERONAUTICA ITALIANA AVEVA LANCIATO L’ALLARME
La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione al naufragio avvenuto il 18
gennaio scorso nel Mediterraneo e che, secondo il racconto dei tre superstiti, avrebbe causato la morte di 117 persone.
Il procedimento, al momento contro ignoti, è stato avviato in base alle carte trasmesse per competenza dalla Procura di Agrigento. Il caso è quello del primo naufragio nel Mediterraneo del 2019, al quale sono sopravvissute solo tre persone.
Nel mirino dei pm di Agrigento, che hanno ora trasmesso gli atti a Roma per competenza, finisce di nuovo il Centro di coordinamento di ricerca e soccorso della Guardia costiera italiana, come avvenne per la strage dell’11 ottobre 2013, per la quale sono a giudizio alcuni ufficiali ritenuti responsabili del ritardo nei soccorsi.
L’incartamento, coordinato dal procuratore Giuseppe Pignatone, si basa sull’attività istruttoria svolta dai colleghi della Procura di Agrigento.
L’ipotesi di reato che la procura di Roma dovrà valutare è quello di omissione di soccorso da parte degli ufficiali che, quel venerdì 18 gennaio, furono informati che un gommone stava affondando da un aereo del 41esimo stormo dell’Aeronautica.
L’aereo lanciò ai migranti due zattere. Ma solo diverse ore dopo, un elicottero partito dal “Duilio” della Marina italiana issò a bordo gli unici tre superstiti, i quali hanno raccontato che a salpare erano stati in centoventi.
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
NEL FOGGIANO OTTO ATTENTATI A NEGOZI, CRIMINALITA’ MAFIOSA CHE DILAGA, MINISTRO DEGLI INTERNI CHE PENSA A FARE SPOT ALLA NUTELLA
Due malviventi incappucciati hanno fatto irruzione nella scuola per l’infanzia ‘Angela Fresu’ a Foggia, quando i bambini erano in classe, e hanno messo a soqquadro l’aula mentre i piccoli piangevano terrorizzati e le maestre urlavano per la paura.
E’ la sesta volta che malviventi si introducono nella stessa scuola e, con le stesse modalità , terrorizzano bambini e insegnanti ma non portano via nulla.
L’ultimo episodio si era verificato il 25 gennaio. Secondo quanto riferito dai presenti, i malviventi che oggi si sono introdotti da una finestra sul retro dell’edificio erano armati ma i carabinieri, che stanno indagando, non confermano.
“Abbiamo trovato i nostri bambini impauriti, tremavano”, racconta un genitore.
“Le maestre hanno fatto da scudo umano per proteggerli”, afferma la mamma di due piccoli alunni. “È il sesto episodio che si verifica dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi – ricorda la donna – l’ultimo in ordine di tempo lo scorso 25 gennaio quando, a mezzogiorno in punto, mentre i piccoli alunni erano radunati in preghiera nell’atrio, un malvivente ha fatto irruzione in un’aula”.
La scuola rimarrà chiusa fino a domani per consentire agli inquirenti di effettuare gli accertamenti.
I genitori chiedono un intervento immediato alle istituzioni.
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
PRINCE JERY AVEVA 25 ANNI, NIGERIANO, LAUREATO, IMPEGNATO NEL VOLONTARIATO… UN ALTRO ESSERE UMANO SULLA COSCIENZA DI CHI CI GOVERNA
Un 25enne nigeriano, Prince Jerry, si è suicidato lunedì 28 gennaio a Tortona gettandosi sotto
un treno dopo essersi visto negare il permesso di soggiorno per motivi umanitari.
La notizia l’ha data monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes di Genova, in un messaggio alla chat dei propri parrocchiani, poi circolato ieri sera sui social e ripreso oggi da alcuni quotidiani.
I funerali si terranno domani alle 11.30 nella chiesa dell’Annunziata a Genova.
Nella lettera Don Giacomo scriveva: “Cari tutti, ieri sono stato tutto il giorno a Tortona- scriveva ieri sera don Giacomo- uno dei nostri ragazzi di Multedo, Prince Jerry, dopo essere stato diniegato prima di Natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno”.
“Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui è stato un momento difficile, ma importante perchè ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione. Vi scrivo perchè abbiamo deciso di portarcelo su a Coronata e seppellirlo nel cimitero lassù”.
Coronata è un quartiere collinare di Genova dove vi è un campus educativo per i migranti. “Quanti vorranno e potranno essere presenti saranno il segno dell’ultimo abbraccio terreno a questa vita così desolata. Una preghiera per lui e la sua famiglia”, conclude Don Giacomo.
Prince Jerry era nato nei pressi di Benin City ed era arrivato il 16 giugno 2016 sulle coste siciliane. Già dal quel mese era arrivato a Genova.
Chi l’ha conosciuto riferisce che parlava benissimo italiano, faceva volontariato con i ragazzi delle Scuole della Pace e per iniziative come lo Staccapanni della Caritas.
“Un ragazzo speciale e straordinario, molto sensibile e anche colto. Era laureato e amava conoscere e apprendere”, ha ricordato don Giacomo.
“Aveva fatto richiesta di asilo politico, ma non era stata accolta e lo aveva saputo alla metà di dicembre, il 17 per la precisione. E non rientrava in quello status, non più previsto dalle norme, che prima garantivano il permesso umanitario”.
(da agenzie)
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Gennaio 31st, 2019 Riccardo Fucile
CHI VUOLE CHE LA LEGGE SIA UGUALE PER TUTTI E’ AL 38%, BEN OLTRE LA SOMMA DEI PARTITI DI RIFERIMENTO… COMUNQUE SE SEQUESTRERANNO LORO FIGLIA, CI ASPETTIAMO CHE MANTENGANO LA STESSA COERENZA: IMPUNITA’ PER TUTTI
Per la maggioranza degli italiani il ministro dell’Interno Matteo Salvini non dovrebbe essere processato sul caso Diciotti.
Secondo un sondaggio EMG Acqua, presentato ad Agorà su Raitre, per il 57 per cento degli italiani, il Senato dovrebbe negare al Tribunale di Catania l’autorizzazione a procedere contro il vicepremier leghista, accusato di sequestro di persona per il trattenimento a bordo dei 174 migranti soccorsi questa estate dalla nave Diciotti, poi sbarcata a Catania.
Ad essere favorevole al processo a carico del vicepremier è invece il 38 per cento.
Nel dettaglio, la maggioranza dei sostenitori dell’area di governo vorrebbe che l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini fosse negata: di questa opinione è infatti il 97 per cento degli elettori della Lega e il 66 per cento di quelli del Movimento 5 Stelle.
Secondo il 60 per cento degli elettori del Pd, invece, il Senato dovrebbe concedere l’autorizzazione; il 22 per cento dei democratici preferisce comunque non esprimersi.
Considerando che in Parlamento i partiti favorevoli all’impunità per Salvini (compreso Forza Italia, Fdi e forze minori) raggiungono il 77%, vuol dire che un 20% si è espresso in dissenso (soprattutto nell’area grillina, ma non solo).
(da agenzie)
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