Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
“GRAZIE A QUESTO GOVERNO IL DISABILE VERRA’ DISCRIMINATO TRE VOLTE: NON AVRA’ L’AUMENTO DELL’ASSEGNO, NON ACCEDERA’ AL REDDITO DI CITTADINANZA E AVRA’ PIU’ DIFFICOLTA’ A TROVARE UN LAVORO”
A dicembre Matteo Dall’Osso ha lasciato il Movimento 5 Stelle per passare al gruppo di Forza
Italia. Il giovane deputato bolognese, affetto da sclerosi multipla, è stato per anni tra gli esponenti stellati più osannati dagli attivisti, visto come uomo-simbolo nella lotta alla disabilità .
Eppure sono bastate poche ore perchè diventasse bersaglio di migliaia di insulti e minacce.
In molti casi gli haters tirano in ballo persino la sua malattia, con commenti disgustosi.
“Io non li chiamo haters”, spiega Dall’Osso a TPI: “Preferisco chiamarli ‘diversamente lovers’. Quando sono andato via c’è stato un vero e proprio shitstorm contro di me, alcuni soggetti erano palesemente riconoscibili, altri meno”.
La verità “è che mi sono sentito tradito dal Movimento perchè mi hanno trattato da disabile. E una persona disabile, anche se ingegnere elettronico come il sottoscritto, è sempre percepita come ‘ti diamo questo tozzo di pane, tieni, mangialo’. Mi sono sentito usato per la mia condizione ‘attira voti’ e poi mollato quando ho provato a mettere le mie competenze a servizio della comunità e delle persone affette da disabilità . Io ci credevo tanto, davvero. Credevo che il M5S potesse essere più sensibile a certi temi”.
La rottura si consuma nelle ore in cui il governo lima i dettagli della Legge di Bilancio: “Oggi i disabili percepiscono un assegno di 285 euro al mese. Io ero riuscito a trovare le coperture per alzarlo a 500 euro per i disabili al 100% ed ero convinto che i miei ex colleghi di partito non sarebbero mai stati contrari” visti “i tanti impegni presi per ottenere i voti dei disabili: ma proprio nel giorno della Giornata Internazionale della Disabilità , il Governo ha messo parere contrario sul mio emendamento”.
A quel punto “ho fatto un intervento alle 2 di notte, durante il quale sono riuscito a fargli cambiare idea e l’hanno accantonato. Passata la Giornata Internazionale della Disabilità , alle 3 del mattino, l’hanno bocciato. A quel punto sono passato a Forza Italia. Quando sono andati in tv a dire che avrebbero esteso l’assegno a 780 euro con il reddito di cittadinanza, non nascondo che ho avuto qualche dubbio”.
Ancora una promessa da marinaio: “Non solo non c’è stato alcun aumento dell’assegno di disabilità , ma per la prima volta nella storia della Repubblica, quello attuale verrà conteggiato nell’ISEE come reddito famigliare. Di conseguenza, molte famiglie con a carico un disabile non riceveranno il reddito di cittadinanza. Una follia”.
E poi “c’è un’altra questione: la Legge 68/99 (che ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato, ndr.) obbliga le aziende ad assumere una percentuale di disabili: che questa legge sia disattesa in tutte le regioni di Italia è cosa nota”.
Adesso “con il Rdc le aziende sono incentivate ad assumere chi non ha lavoro, quindi non i disabili. In questo modo il disabile è discriminato tre volte: non avrà l’aumento dell’assegno, in moltissimi casi non accederà al Rdc e avrà molte più difficoltà a trovare un lavoro”.
A conti fatti, tra i paletti messi dal governo per limitare la platea dei beneficiari e ridurre i costi dell’operazione, sembra che a rimetterci siano proprio i più deboli: “Una volta il disabile veniva trattato da disabile”, prosegue il deputato, “oggi vene trattato da ‘povero disabile’”.
Il reddito di cittadinanza “è una misura inclusiva che viene data alle persone povere che hanno un ISEE al di sotto di 9.600 euro. Calcolando come reddito l’assegno di disabilità , chi ha un disabile in famiglia ha una fonte di ricchezza. Nella loro incompetenza, non capiscono che quei 280 euro sono una misura economica volta a parificare le persone: se hai una disabilità lo Stato contribuisce alle spese extra causate dalla tua malattia. Oltre a quelli per mangiare, un disabile ha costi legati alla sua condizione, indispensabili tanto quanto nutrirsi”.
Mai come oggi in politica il confine tra “furbizia” e “incompetenza” appare labile. I detrattori del Movimento trovano nei 5 stelle entrambe le cose, all’ennesima potenza. “Ho letto un libro, ‘Il paradosso dell’ignoranza da Socrate a Google’ (di Antonio Sgobba, ndr); ci ricorda che più una persona conosce, più sa di non sapere. Più non conosce, più pensa di sapere”.
“A parte i tanti che mi hanno insultato sui social network senza sapere il motivo della mia scelta, mi sono sentito voltare le spalle da molti miei ex colleghi. ‘Eri una così brava persona’, mi dicevano”.
Ma “io sono sempre lo stesso, però, sono loro ad essere cambiati. Mi hanno accusato di essere andato via per tenermi tutti i soldi, ma continuerò a dare parte del mio stipendio a un ospedale pubblico e non a un’azienda privata. Mi hanno scritto che dovrei cercarmi un lavoro, ma io a differenza di tanti altri lavoro da quando avevo 24 anni, anche all’estero come ricercatore. Se tagliassero lo stipendio dell’80% ai parlamentari che prima non lavoravano, ritroveresti alcuni di loro per strada a chiedere l’elemosina. Me ne viene in mente uno che oggi ha tre ministeri, guida una formazione politica ed è anche vice premier. Non mi pare abbia mai lavorato prima. Però non parlo male delle persone, parlo bene di chi se lo merita”.
Dall’Osso sorride e aggiunge: “È incomprensibile come si possa avere una mancanza di sensibilità verso una persona che forse può insegnare qualcosa. Quelli che promettevano di difendere i più deboli hanno dato i soldi per ridurre l’Iva sul tartufo e non li hanno trovati per i disabili: la prossima volta rinasco tartufo”.
Gli insulti ricevuti da Matteo Dall’Osso hanno messo ulteriormente in luce la strategia di comunicazione utilizzata dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega: creare un nemico e colpirlo, accrescendo il consenso sul conflitto. E il nemico può essere un migrante, un avversario politico, un’intera nazione come la Francia, un deputato affetto da sclerosi multipla che passa a un altro partito.
“A ferirmi sono state le parole di Beppe Grillo: ‘Sono disponibile a pagare il doppio di quello che ha fatto Berlusconi per comprare i parlamentari in saldo’. Esperto di processi come è non ha fatto nomi, ma il riferimento era chiaro. Gi ho risposto che da buon genovese per lui sarebbe facile, perchè nessuno mi ha dato un euro”.
L’insulto che lo ha preoccupato di più?
“Quello di un diversamente lover: ‘Adesso devi chiedere la scorta. sappi che se ti incontro…’”.
Solo una volta uscito, il parlamentare si è reso conto dell’incitamento “all’odio” da parte del Movimento: “Da fuori ti accorgi che hai avuto a che fare con una sorta di Scientology, una setta. Quando sei dentro, ti senti dalla parte del giusto. Sono passato a Forza Italia volontariamente, perchè trattato da disabile ho voluto dimostrare che i veri disabili sono loro che non riconoscono le emozioni e i sentimenti dell’altro. Non ci vuole un ingegnere per capire quello che ho provato. Mi dispiace che molti di loro non abbiano studiato e non abbiano mai letto un libro per essere in grado di capirlo”.
In molti hanno creduto e continuano a credere nel Movimento; spesso l’approccio è dogmatico, non c’è voglia di ascoltare ragioni. Eppure c’è chi inizia a ricredersi, e la delusione comincia a manifestarsi. “Molti rimarranno delusi, come sono delusi i disabili. Io voterò a favore del Rdc perchè ne ho sempre condiviso le ragioni, ma non si risolverà assolutamente il problema della povertà per cinque milioni di persone”.
Lo voterà , annuncia, “citando un proverbio bolognese che in italiano fa ‘la ragione si dà ai matti e alle quaglie, basta che stiano buone’. Una volta il leitmotiv del Movimento era che nessuno doveva restare indietro. Era una cosa che a me piaceva tanto, perchè io disabile mi sentivo indietro”.
Oggi, “uno vale l’altro, ma non è detto che l’altro sia migliore. Ormai da molto tempo decidono tutto in in tre o quattro, all’inizio non era così: per ogni decisione si alzava la mano. Alla prima legislatura firmammo un contratto secondo il quale la linea comunicativa del Movimento sarebbe stata gestita da Grillo e dallo staff. Noi non potevamo dire nulla. Per cinque anni sono rimasto nell’ombra come tanti altri per questo motivo”.
Per Dall’Osso “i leader hanno snaturato il movimento con il direttorio, creando dei personaggi. Per questo Gianroberto Casaleggio voleva che nessuno andasse in televisione o diventasse un leader: voleva che ognuno fosse leader di sè stesso”.
“Hanno tradito l’idea di Casaleggio ma anche l’idea di Beppe Grillo. Lo stesso Beppe si è tradito: durante la prima campagna diceva: ‘Noi siamo un movimento leaderless, senza sede, senza soldi’. Oggi la Casaleggio Associati fa sei milioni di euro in 5 anni grazie alle donazioni ‘spontanee’ dei parlamentari… molti di loro all’interno soffrono, ma una regola del Movimento è che tutto quello che accade dentro non puoi raccontarlo fuori”.
C’è chi, anche tra gli eletti del partito della Casaleggio Associati, ha accusato più o meno velatamente Dall’Osso di sfruttare la sua condizione di disabile per ottenere dei benefici.
“Pubblicai online la mia storia di malato, letta da qualche migliaio di persone in Italia; in molti ne hanno tratto giovamento. Un produttore mi propose di fare un film per aiutare i malati come me, accettai per puro spirito ecumenico; non voglio guadagnare sulla malattia”.
Ma “quando sono uscito dal Movimento, c’è chi ha fatto girare la voce che lo avessi fatto per far produrre il film: l’ennesima fesseria per poter dire ‘ecco, lo ha fatto per soldi’, la solita strategia, insomma”.
La verità — spiega — “è che quando in una coppia c’è uno che ti tradisce è difficile rimanere insieme. Se si mente una volta è facile che si menta anche una seconda”.
E i grillini, a suo dire, “mentono” abbastanza spesso: “Hanno fatto nuovo hastag: tutto quello che diciamo facciamo. A parte che tutto quello che dicono alla fine non fanno, il vero problema è quello che non dicono e che non fanno. Ci sono tante cose che non dicono e che dovrebbero dire, cose che non fanno e che dovrebbero fare come ad esempio tutelare i più deboli. Oltre a 5 milioni di persone senza lavoro ci sono le persone disabili e le persone disabili senza lavoro”. Anche se non sono tartufi, qualcuno dovrebbe occuparsi di loro.
(da “TPI”)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
CAMBIA NOME PER DEDICARLO AD ALAN KURDI, IL PICCOLO ALAN DI TRE ANNI IL CUI CORPO SENZA VITA FU RITROVATO SU UNA SPIAGGIA TURCA NEL SETTEMBRE 2015
Loro, chi salva le vite, sono vittime di una campagna di criminalizzazione, alimentata dall’odio dei sedicenti ‘sovranisti’ europei
Ma chi aiuta gli ultima ha il dovere della memoria: una nave usata dall’organizzazione umanitaria tedesca Sea-Eye per il salvataggio dei migranti in mare è stata ribattezzata oggi nel corso di una cerimonia che si è svolta nel porto di Palma de Mallorca con il nome di Alan (Aylan) Kurdi, il rifugiato curdo-siriano di tre anni la cui famiglia era fuggita da Kobane il cui corpo senza vita fu ritrovato su una spiaggia turca nel settembre 2015.
Le immagini fecero il giro del mondo.
A più di un mese da un’odissea umanitaria nel Mediterraneo lunga 19 giorni, condivisa con la Sea Watch, l’organizzazione tedesca Sea Eye si prepara a tornare nel Mediterraneo
A darne notizia è stata la stessa Ong: “Siamo felici che una nave di salvataggio porti il nome di nostro figlio. Mio figlio sulla spiaggia non dovrà mai essere dimenticato”, ha detto il padre Abdula Kurdi. Nel naufragio morirono Alan, il fratello Galib e la madre Rehana.
Alla cerimonia hanno preso parte rappresentanti delle Isole Baleari e della comunità musulmana, oltre al vescovo di Mallorca, Sebastià¡n Taltavull Anglada.
(da agenzie)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
IL MINISTRO DELL’ECONOMIA BLOCCA DI MAIO E SALIVINI
L’indipendenza di Bankitalia “va difesa. Mi sono già espresso”. Lo ha detto il ministro
dell’Economia, Giovanni Tria, avvicinato dall’ANSA nelle vie del centro di Roma
Le parole del ministro dell’Economia arrivano poco dopo le dichiarazioni dei due vicepremier sulla necessità di discontinuità : “Sono d’accordo con Di Maio. Provare a guardare avanti mi sembra il minimo”, ha detto Matteo Salvini. Il riferimento è alle parole del vicepremier pentastellato che in merito alla nomina del direttorio di Bankitalia e Consob ha parlato della necessità di avere “discontinuità “.
“Chi è pagato per vigilare e non vigila deve cambiare”, ha ribadito Salvini che poi ha aggiunto: “Ci sono mega dirigenti con mega stipendi che dovevano controllare i risparmi degli italiani. Non mi sembra siano stati molto efficaci in questa situazione di controllo”.
Sentito dall’Agi, Tria ha precisato: “Sulla difesa dell’indipendenza della Banca d’Italia è stata un’affermazione prettamente istituzionale, ovvia e persino banale. Le parole di Tria non sono indirizzate contro nessuno”.
(da agenzie)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
LA LETTERA DI UNA DIRIGENTE SCOLASTICA: “ISTITUTI INSICURI, POCHI FONDI PER LA MANUTENZIONE, ORARI DI LAVORO NON RETRIBUITI”
Illustre ministro Bussetti,
ho avuto modo di vedere il video che la ritrae in visita nella nostra provincia, ad Afragola e Caivano, ed ascoltare la sua risposta ad una domanda di un giornalista. Le devo confessare che mi hanno molto colpito le sue parole e il suo sguardo: appariva disgustato e disturbato e allora, mi sono chiesta, perchè?
Forse è dura vedere realtà della profonda provincia del napoletano, scuole che definire difficili è davvero un eufemismo.
E ho pensato che mi farebbe piacere se volesse anche venire in visita a Procida, la più piccola isola del golfo di Napoli, nell’istituto comprensivo “ 1° C. D. Capraro” che dirigo da 4 anni.
Sicuramente il paesaggio la meraviglierà e il suo sguardo potrà apparire più sereno: il mare azzurro, l’incanto del borgo di pescatori della Corricella, la cucina strepitosa, il fascino dell’ex carcere di Terra Murata, una realtà decisamente più armoniosa dei luoghi da lei visitatil’altro giorno.
Pur tuttavia, anche Procida è come Afragola, Caivano e la maggior parte del Sud Italia e le racconto perchè.
La nostra scuola ha circa 1000 alunni, dai 3 ai 13 anni, 138 docenti, 13 collaboratori scolastici, 6 unità di personale amministrativo ed è ubicata su 4 plessi.
Il trasferimento ordinario di fondi dal Miur per questa comunità ( che a Procida costituisce la prima “ azienda” dell’isola, per numeri) è di circa 16.000 euro all’anno: fondi che servono per il funzionamento generale e la didattica (dalla carta, al materiale di cancelleria, a eventuali sussidi didattici, piccole riparazioni, carta igienica, assicurazione degli alunni). Ricordo che, non essendo un istituto superiore, non è previsto il versamento di tasse scolastiche da parte delle famiglie, ma un contributo volontario, che non sempre viene erogato.
Questo è il capitolo dei fondi. Apriamo ora il capitolo dei sacrifici e dell’impegno da lei evocati.
L’orario di lavoro dei docenti va spesso al di là di quello previsto dal contratto di lavoro: ricordo che per un docente dell’Infanzia l’orario di servizio settimanale è di 25 ore, per un docente della Primaria di 22 ore per uno stipendio medio di 1400 euro, per un docente della Secondaria di Primo Grado si tratta di 18 ore per una media di 1600 euro ( ovviamente a queste ore si sommano altre funzionali all’insegnamento, fino a un massimo di 80 ore annue ed altre ancora legate alla preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, l’accompagnamento a visite guidate, viaggi di istruzione ecc., rigorosamente non retribuite).
Gli stipendi medi di un assistente amministrativo sono di 1300 euro, quelli di un collaboratore scolastico di 1200.
Un dirigente scolastico, ruolo di “privilegio” nella scuola, non più preside ma “manager” (come si ama dire da qualche anno) percepisce uno stipendio mensile che non arriva a 3000 euro netti, con responsabilità civili, penali, disciplinari e soprattutto equiparato a un “datore di lavoro” per quanto riguarda la sicurezza.
Questo è il quadro delle retribuzioni e, sommariamente, delle responsabilità di chi opera, a diverso titolo nella scuola: a questo aggiungiamo il “non riconoscimento” sociale che ormai da anni investe il mondo della scuola, i tanti luoghi comuni che circolano ( tre mesi di ferie per i docenti, le scuole chiuse quando finiscono le attività didattiche, solo per citare due bugie che ormai si sono trasformate in certezze nell’opinione pubblica).
Aggiungo, solo a titolo esemplificativo, che i docenti spesso conoscono oltre che i nomi di tutti gli alunni, le loro storie, le loro paure, i loro desideri, i disagi ed i sogni, perchè anche al di fuori delle aule, a dispetto di un immaginario collettivo superficiale, li ascoltano, li seguono, li “ orientano”.
Vogliamo parlare delle strutture nelle quali lavoriamo? Mi autodenuncio: sono una scuola non adeguata alla normativa antincendio.
Al Sud siamo tutte scuole in questa situazione: ma, a quanto pare, questo non è un tema urgente per il governo. Per non parlare della certificazione completa che le scuole dovrebbero avere sul versante della sicurezza: credo, caro ministro, che d’ufficio possa chiudere quasi tutte le scuole meridionali ( ma, se i dati non mentono, anche molte del Nord).
Le scuole più “ fortunate” dipendono da enti locali che erogano ordinariamente fondi, forniscono il riscaldamento e gli arredi, si occupano della manutenzione ordinaria e straordinaria. Peccato che la maggior parte di noi dipenda da enti locali in dissesto o predissesto, che, dunque, non riescono materialmente nemmeno a garantire l’ordinario.
E, secondo lei, se domattina nella mia bella scuola, nella mia isola felice, dopo una pioggia torrenziale, non volesse il cielo dovesse staccarsi una guaina impermeabile e colpire un alunno che aspetta l’ingresso nel cortile, come farei a dimostrare di non essere responsabile di non aver eliminato il pericolo?
Inutile dirle che, a dispetto del mio contratto, lavoro mediamente 10 ore al giorno, con il cellulare sempre acceso per eventuali comunicazioni di servizio e diversi weekend impegnati a studiare documenti e circolari che, durante la giornata, non riusciamo nemmeno a sfogliare.
Questa è la mia quotidianità a Procida, come tanti altri dirigenti scolastici nella città e nella provincia di Napoli, come ad Afragola e Caivano, dove, a differenza mia, devono anche “combattere” con territori difficili, dove il disagio giovanile spesso incrocia la camorra e la microdelinquenza. E allora: a quale impegno e sacrificio pensava quando, con sguardo seccato, rispondeva alla domanda del giornalista?
(da “La Repubblica”)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
ANJA RUBIK, UNA DELLE TOP MODEL PIU’ NOTE IN POLONIA, SPIEGA AI GIOVANI L’IMPORTANZA DELL’AMORE, DEL SESSO SICURO, DELLA CONTRACCEZIONE
Si chiama Anja Rubik, è una delle top model più importanti della Polonia e ha deciso di
sfidare il partito Legge e Giustizia di Jaroslaw Kaczynski con i suoi 14 video che spiegano ai giovani amore, sesso sicuro, contraccezione e precauzioni contro malattie veneree e il suo libro, Sexedpl, ha venduto oltre 130mila copie.
Dal momento del suo arrivo al potere nel 2015, il partito Legge e Giustizia, PiS, ha spostato la Polonia verso posizioni sempre più chiuse e conservatrici.
Varsavia ha scontri continui con la Ue su temi come gestione dei migranti, l’indipendenza della magistratura
La Rubik ha dichiarato guerra al governo e le sue dichiarazioni sulla politica della sessualità sono tutte un programma: «Ormai mancano soltanto cacce alle streghe con roghi e leggende con malvagi draghi demoniaci. Nelle scuole viene detto ai bambini che le mestruazioni sono grida lanciate dall’utero per volere di Dio, grida perchè la donna non è incinta e non mette al mondo bambini, figli del signore…con questo governo anzichè andare avanti nei diritti delle donne stiamo regredendo al 19mo secolo e oltre indietro. E la politica governativa contro l’educazione sessuale e l’informazione dei giovani sul tema è una violazione dei diritti all’informazione garantiti dalla nostra Costituzione».
Anja Rubik e le sue amiche dei movimenti femminili come Klementyna Suchanow ora vogliono organizzare workshops sull’educazione sessuale e lanciare un appello alle grandi aziende (polacche e di altri Paesi che investono in Polonia) perchè sponsorizzino la campagna in nome della modernizzazione del Paese.
(da agenzie)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
MEGLIO ESSERE FIGLIO DI UNA ITALIANA E DI UN EGIZIANO CHE ESSERE SOLO FIGLI DI PUTTANA
La vittoria a sorpresa di Mahmood al 69esimo Festival di Sanremo indigna anzichè sorprendere.
Boom di messaggi razzisti e xenofobi sui social network, con tanto di assurde richieste a Matteo Salvini di ridare “L’Italia agli italiani”.
Eppure Mahmood è italiano al 100% e la sua vittoria arriva con merito e grande sacrificio. Sottovalutato da tutti, ecco perchè la sua vittoria è sacrosanta e apre una prospettiva tutta nuova nella musica italiana.
Mahmood ha trionfato a sorpresa al 69esimo Festival di Sanremo. La vittoria ha praticamente lasciato senza parole i leoni da tastiera di turno, scatenati nella notte sui social.
Nel biennio diretto dal dittatore-dirottatore artistico, ha vinto la musica prima che un nome sugli altri. Un cast variegato ed espressione del contemporaneo: è questo il Festival della Canzone Italiana che bisogna sperare di avere da qui in avanti.
Ma veniamo al vincitore. Partito in sordina, Mahmood è stato sottovalutato da tutti. Eppure aveva già vinto “Sanremo Giovani”, confermando in un certo senso la stessa parabola ascendente di Ultimo, arrivato secondo tra l’indignazione di tanti, lo stesso Matteo Salvini, che in fase iniziale di Festival consigliò proprio a Claudio Baglioni di occuparsi di musica e non di politica, ieri sera non ha resistito ed ha twittato la sua.
E verrebbe naturale da consigliargli di occuparsi di politica e non di musica, seguendo un postulato tutto sommato coerente. Meno male che ci ha pensato Elisa Isoardi a controbilanciare.
Ma torniamo a Mahmood. Madre sarda e padre egiziano, nato a Milano e per questo italiano al 100%, come ha ben sottolineato lui stesso in conferenza stampa, Alessandro Mahmud (il suo nome completo) si segnala già alla sesta edizione di X-Factor per la categoria Under Uomini di Simona Ventura.
Riesce ad arrivare alla terza puntata, esce fuori dai radar ma continua a lavorare sul suo sound fresco e originale: r’n’b e soul di influenze arabe.
Una primizia che in altre parti del mondo è in classifica già da tempo. Vincendo “Sanremo Giovani”, riprende quota e posizione: “Gioventù Bruciata”, che canta ancora una volta il contrastato rapporto con il padre, è un capolavoro moderno.
Partiva con queste premesse, ciononostante lo hanno sottovalutato tutti. Anche i più conservatori, troppo presi a pensare agli sberleffi fantastici di Achille Lauro.
Troppo presi per apprezzare il talento di Mahmood, italo-egiziano, che canta la violenza e il dolore dell’abbandono paterno aprendo una prospettiva tutta nuova. Troppo presi dalla rabbia cieca per apprezzare la reale bellezza
(da agenzie)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
LA SOLITA SCENA SOVRANISTA: IL VIGLIACCO CHE ISTIGA, I LEONI DA TASTIERA CHE INSULTANO
Ebbene sì, e anche qui “ha stato il PD!1!1!”. 
Nelle vesti, questa volta, di quel comunista dal ghigno mefistofelico che risponde al nome di Claudio Baglioni.
“C’è lui dietro il complotto”, “ha fatto vincere un extracomunitario, per di più musulmano (sic)!”, “che schifo questo Sanremo, povera Italia. Salvini spazali (sic) via”.
Confesso: sono crollato prima della proclamazione del Festival. La mattina mi sveglio e che succede?
Leggo che per la nuova idola dei sovranisti, Maria Giovanna Maglie (che, peraltro, ignoranza mia, fino a l’altro ieri non avevo mai sentito nominare) c’è “un vincitore molto annunciato” con “la frasetta in arabo, il Ramadan, il narghilè” e, quindi, “il meticciato assicurato”.
Leggo che Salvini ha aizzato, come di consueto, i suoi ultrà . Perchè preferiva Ultimo (legittimo) ma che Mahmood “……..” (18 puntini di sospensione) “mah………” (con altri 18 puntini di sospensione).
E poi leggo di commenti vergognosi, che riporto: “Ma è il festival dei clandestini pdiotafrica????? non e piu il festival della canzone italiana (sic)”, “se il padre e egiziano per mè e egiziano anche se nato in Italia non centra dove nasci ma da chi nasci (sic)”, a cui segue il sillogismo “la madre non centra e italiana il seme non e italiano e dal seme che nascono le piante e per mè e una pianta egiziana (sic)”.
E poi, ancora: “Il Festival islamico si impadronisce di Sanremo”, “se avessimo chiuso i porti, questo non avrebbe cantato a Sanremo”, “la canzone? Improponibile!!! La persona? Arabo musulmano e frocio!!! (sic)”.
Un mese fa ho scritto che siamo più razzisti di quanto pensiamo. E mi sono preso un sacco di insulti. Ora, chiedo: se queste schifezze sul vincitore del Festival non sono bile razzista, che cosa sono?
Preciso: non tiratemi fuori le percentuali che hanno portato alla vittoria di Mahmood e la storia del voto della giuria degli esperti. Perchè posso criticare il sistema che assegna il premio, certo. Ma da qui a insultare un ragazzo che, per metà , ha origini egiziane, ne passa. E ciò che passa, in mezzo, si chiama proprio intolleranza.
O, meglio, razzismo.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
A LUNGO CONSIGLIERE ECONOMICO DI DI MAIO, BOCCIA LA POLITICA ECONOMICA DEL M5S E CRITICA LA SUBALTERNITA’ A SALVINI
Il reddito di cittadinanza? «Principio giusto applicato male». Quota 100? «Una legge sbagliata». La flat tax per le partite Iva? «Un favore agli evasori».
La bocciatura senza appello della politica economica del governo gialloverde arriva dall’economista Giovanni Dosi.
Una bocciatura a dir poco sorprendente perchè Dosi, 64 anni, professore ordinario della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, nei mesi precedenti il trionfo elettorale del 4 marzo scorso aveva messo la sua dottrina e la sua esperienza al servizio dei capi dei Cinque Stelle, a cominciare da Luigi Di Maio.
Adesso invece Dosi, nell’intervista a L’Espresso arriva a dire che il Movimento grillino dovrebbe «staccare la spina il più presto possibile a questo governo anche per arginare una deriva autoritaria molto pericolosa».
La politica sull’immigrazione è «indegna di un Paese democratico» e anche la manovra di bilancio va nella direzione sbagliata: «Così è impossibile far ripartire la crescita»
L’economista critica la subalternità dei Cinque stelle a Matteo Salvini, che si è «trasformato, almeno nella percezione comune, nel vero leader del governo».
Il cattedratico della Scuola Sant’Anna, uno degli studiosi italiani più accreditati nei circoli accademici internazionali, definisce «un pasticcio» la legge sul reddito di cittadinanza perchè «si è mischiato un provvedimento contro la povertà con il più classico dei sussidi di disoccupazione».
Il risultato, secondo Dosi, è una «norma complicatissima che rischia di non funzionare nè in un senso nè nell’altro con gran spreco di risorse». Ma è l’intera manovra di bilancio che merita la bocciatura perchè «fa crescere la spesa corrente, mentre sacrifica gli investimenti che sono la vera molla che può innescare la ripresa».
Quanto alla trattativa con l’Europa, la stroncatura è netta. «Un approccio dilettantesco», attacca l’economista e spiega che era chiaro fin dall’inizio che «fare la faccia feroce con l’Europa non avrebbe portato a nulla di positivo».
Così come è stato un errore alimentare «polemiche futili» con la Francia. Polemiche che hanno finito per innescare lo scontro diplomatico di questi giorni.
(da “L’Espresso”)
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Febbraio 10th, 2019 Riccardo Fucile
“OCCORRE RILANCIARE COMPETITIVA’ E INVESTIMENTI”
Grazie ai dilettanti allo sbaraglio l’economia italiana è in ginocchio, lo spread viaggia a livelli
doppi rispetto a prima e l’Italia è in recessione
A poco servono i problemi contro i migranti, trasformati nel capro espiatorio di tutti i mali, e i selfie con la Nutella o le sceneggiate al balcone,
“Per invertire il calo della nostra economia, occorre intervenire subito e mettere in campo iniziative per rilanciare competitività , investimenti. Altrimenti il made in Italy rischia grosso”.
Lo ha detto alla Stampa, Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto.
“Occorre – indica Zoppas – che vengano avviati investimenti importanti nel settore dei trasporti. Il blocco senza una vera logica del governo sul fronte delle infrastrutture danneggia il Paese. Non va bene prendere delle decisioni sulla base di un dossier. Se adottiamo questo approccio allora l’autostrada del Sole non sarebbe mai stata costruita. In questo senso va detto che è la cultura che va cambiata. Mettiamo l’impresa al centro e così il trend economico del nostro Paese inizierà davvero a cambiare”
(da Globalist)
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