Destra di Popolo.net

POLONIA, IL TITOLO IN PRIMA PAGINA DEL GIORNALE SOVRANISTA: “COME RICONOSCERE GLI EBREI”

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

“CARATTERISTICHE ANTROPOLOGICHE, ESPRESSIONI, TRATTI CARATTERIALI, METODI OPERATIVI”: SIAMO AL DELIRIO RAZZISTA

I frutti avvelenati dei nuovi sovranisti che cavalcano il razzismo e vedono come nemici principali nemici gli ebrei e i neri, seguiti da omosessuali e musulmani.
Nel paesi dell’est questo fenomeno è preoccupante: così un settimanale sovranista ha aperto la sua prima pagina con il titolo: “Come riconoscere gli ebrei”
La pubblicazione, “Tylko Poska”, fa parte della mazzetta in dote ai parlamentari di Varsavia.
L’articolo antisemita è stato segnalato da un deputato dell’opposizione, Michal Kaminski, che ha subito chiesto di aprire un’indagine.
La cancelleria del Parlamento chiederà  la rimozione della rivista dal press kit.
Il settimanale in lingua polacca, con distribuzione nazionale, elenca in prima pagina “nomi, caratteristiche antropologiche, espressioni, aspetti, tratti caratteriali, metodi operativi” e “attività  di disinformazione”.
Nel testo si legge anche: “Come sconfiggerli? Così non si può andare avanti!”.

(da agenzie)

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L’EX M5S DALL’OSSO, COPERTO DI MINACCE E INSULTI, DENUNCIA DI MAIO, DI BATTISTA, TRAVAGLIO E 200 HATERS

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

IL DEPUTATO, PASSATO A FORZA ITALIA, AVEVA ACCUSATO I VERTICI DI AVER TRADITO LA BATTAGLIA A SOSTEGNO DEI DISABILI, FACENDO BOCCIARE UN SUO EMENDAMENTO

Dopo migliaia di insulti e minacce, Matteo Dall’Osso non ce l’ha fatta più: tramite i suoi avvocati ha denunciato alla Procura di Roma quasi duecento attivisti del Movimento 5 Stelle.
Sui suoi profili social e su pagine pubbliche vicine al partito di proprietà  della Casaleggio Associati è stato riempito di ingiurie a causa del suo passaggio a Forza Italia, avvenuto nel dicembre scorso dopo che il Governo aveva bocciato un suo emendamento in sostegno alle persone affette da disabilità .
Dall’Osso, affetto da sclerosi multipla, ha deciso di cambiare partito perchè si è sentito tradito e abbandonato dai suoi ex compagni, “colpevoli” di averlo utilizzato in quanto disabile per attrarre i voti, per poi scaricare lui e le sue istanze.
Tra i tanti che il deputato adesso vuole portare in tribunale, spiccano i nomi eccellenti di Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Marco Travaglio, il deputato Massimo Baroni e la senatrice Sara Paglini.
Nelle ore in cui si consuma la rottura tra Dall’Osso e il Movimento 5 Stelle, il vicepremier Luigi Di Maio gli invia dei messaggi Whatsapp per chiedere con una certa insistenza un incontro chiarificatore: l’uscita di un volto storico evidentemente preoccupa i vertici, si teme l’ennesimo colpo all’immagine del partito già  logorato dall’alleanza con la Lega di Salvini.
Il tono cambia quando il capo politico dei grillini apprende del passaggio di Dall’Osso a Forza Italia: “Non fare caxxate”, “Credimi non fare caxxate”, “Ne uscirai a pezzi da sta storia”, “Fidati”, “Ritira quella lettera”.
Dall’Osso non risponde ai messaggi del capo, la decisione ormai è presa.
Sono ore convulse, il caso attraversa tutti i canali interni del Movimento e sui social network parte la gogna mediatica contro il “traditore”: “Chiedi la scorta, brutto infame”, “spero che muori presto fetente”, “stai contando il gruzzoletto….brutto str…?”, “Se poi vorranno realizzare un film sulla mia storia personale…. sì, chiedilo al fondate del tuo attuale partito politico, di diritti cinematografici ne ha molti, vedrai che sarai accontentato”, “Ti sei venduto come Giuda per 30 denari”, “Il tuo handicap non è negli arti superiori ed inferiori, ma solo nel tuo cervello bacato… Spero solo che la SLA non ti porti via presto come ha fatto con mia suocera, ma spero che camperai per molti anni navigando tra villa Arcore e le Olgettine che potranno solo cambiarti il pannolone”, “Quanto ti hanno dato?”, “sei un traditore che si è venduto a un mafioso”; questi alcuni dei messaggi e dei commenti che compaiono nel fascicolo depositato in procura.
L’accusa che molti muovono a Dall’Osso è di aver cambiato casacca in cambio di soldi, tesi stimolata da un post di Beppe Grillo che, senza citare il nome del deputato, scrive: “Offro il doppio di qualunque cifra possa offrire Silvio Berlusconi per l’acquisto di parlamentari in saldo”.
Alessandro Di Battista, in quelle ore, contatta con insistenza il deputato con decine di messaggi whatsapp dai toni paternalistici: “Ciao Matteo, sono ale dibba, cosa è successo amico mio?”, “cioè nemmeno 5 anni di amicizia meritano una risposta?”.
Dall’Osso si lamenta con l’esponente di punta del Movimento per le accuse del comico leader, ma l’ormai “travel blogger” dei grillini non accetta spiegazioni e inizia a scrivergli messaggi a raffica: “Ha fatto strabene Beppe. Ti sei bevuto il cervello? Cioè rinneghi ogni cosa fatta e detta per tutta la tua vita?”, “Matteo sei ancora in tempo per tornare sui tuoi passi e dire ho fatto una caxxata”, “Ma chi devi colpire Matteo, rifletti, amico mio rifletti”, “Cioè stai rinnegando la tua vita. Rifletti amico mio. Un caro saluto”. E ancora: “Se non ti piace il movimento prendi e ti dimetti. E fai le battaglie da fuori. Non te ne vai con il partito fondato dai mafiosi. Rifletti amico mio. Così perdi tutta la tua lotta e non la recupererai più. Quel palazzo fa male. Fa impazzire. Sono davvero contento di non starci più dentro”.
Dall’Osso risponde che continuerà  le sue battaglie e che la sua uscita ha fatto miracolosamente comparire i soldi per i disabili (che poi non verranno stanziati, ndr) e che continuerà  le sue battaglie in Parlamento presentando emendamenti.
A quel punto Di Battista sbotta: “Ma falla finita Matteo. A me non mi prendere per il culo. Io per te ci sarò sempre. Ma devi tornare a prendere decisioni da uomo. La dignità  non ha prezzo”. E ancora: “ne riparleremo tra qualche anno quando ti vedrai indietro e capirai che un conto in banca più corposo non vale ciò che hai perso. Buona vita Matteo”, “Stai sfidando solo la tua coscienza. Se ancora ne hai una. Quando uscirai da quel palazzo te ne renderai conto. Saluti amico mio. Che brutta cosa quel palazzo”.
Una querela per diffamazione è stata poi depositata contro il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che nell’articolo dal titolo “MediaShopping” pubblicato l’11 dicembre 2018, lascia intendere che Dall’Osso sia passato a Forza Italia unicamente per un ritorno economico.
Con le denunce depositate, i legali del deputato sperano di ottenere delle condanne che facciano giurisprudenza: l’odio, quello che viaggia sui social network, verrebbe incitato e promosso in forme dirette e indirette dagli stessi esponenti di punta del partito della Casaleggio Associati, che diventerebbe — in questo modo — un vero e proprio vettore d’odio.

(da TPI)

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IL SOCIAL MEDIA MANAGER DELLA LEGA TOSCANA CHE USA L’IMMAGINE DI BAMBINI DOWN PER IRONIZZARE SU FACEBOOK CHE NON FUNZIONA

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

DA UNO CHE GESTISCE LA PAGINA “DIOIMPERATORESALVINI” NON C’ERA DA ASPETTARSI DI MEGLIO, IN EFFETTI

Augusto Casali si definisce su Twitter “Fondatore e capo admin di dioimperatoresalvini“. Attualmente è social media manager della Lega Toscana.
E ieri ha deciso di dimostrare il suo clamoroso senso dell’umorismo pubblicando questo tweet di tre bambini probabilmente affetti da sindrome di down con la simpatica didascalia: “Facebook, Instagram e Whatsapp in questo momento”.
Inspiegabilmente, subito dopo il “simpatico” tweet qualcuno gli ha fatto notare che stava facendo una figura di merda e allora lui, altrettanto inspiegabilmente, ha dimostrato tutta la sua indole guerriera e l’adesione alle massime di Ezra Pound (“Se uno non ha il coraggio di difendere le sue idee o le sue idee non valgono niente o non vale niente lui”) lucchettando il profilo Twitter:
Il che, converrete, è un peccato. Perchè un così fine umorista non può certo chiudere i suoi spazi escludendoci da intuizioni comiche di questo livello.
Casali, ritorna, Salvini aspetta a te. Per spiegarti cosa significa epic big fail.

(da agenzie)

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I PRECARI SONO SEMPRE PIU’ PRECARI: IL FALLIMENTO DEL DECRETO DIGNITA’

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

CRESCONO SOLO I CONTRATTI A TERMINE COME AI TEMPI DI RENZI, NULLA E’ CAMBIATO

I precari sono sempre più precari nonostante il Decreto Dignità .
I posti di lavoro aumentano ma all’interno dell’incremento a crescere di più sono i contratti a termine, come era chiaro anche qualche tempo fa e nonostante la propaganda ridicola di Di Maio.
Racconta oggi Repubblica:
Quanto ai dati sul lavoro, l’ Istat conferma la crescita degli occupati per il quinto anno consecutivo, sono 192.000 in più nel 2018, con il tasso di occupazione che ritorna ai livelli precrisi (58,6%). Si accentuano i divari, il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno è il triplo di quello del Nord.
Scendono anche i disoccupati e gli inattivi, ma già  il quarto trimestre risente del calo del prodotto interno lordo: ci sono 36.000 occupati in meno rispetto al trimestre precedente.
Soprattutto, il dato che emerge è quello della scarsa qualità  dell’occupazione: nel confronto annuo nel quarto trimestre crescono solo i dipendenti a termine, la cui incidenza sale dell’1,1% sul 2017.
Rallenta inoltre la crescita degli occupati a tempo pieno, aumenta il part time involontario. I precari sono sempre più precari: l’Istat parla di «diminuzione di permanenza nell’occupazione», soprattutto per la fascia di età  15-24 anni.
Il tasso di disoccupazione dei giovani continua a rimanere un record negativo in Europa, ricorda, alla Bocconi, Benoit Coeurè, membro del consiglio esecutivo della Bce: «Il tasso di disoccupazione giovanile è due volte quello totale, e nei Paesi colpiti più duramente dalla crisi rimane intollerabile con tassi sopra il 30% in Italia e Spagna e vicini al 40% in Grecia».

(da “NextQuotidiano”)

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“A GRETA IL NOBEL PER LA PACE”: LA PROPOSTA DI UN GRUPPO DI DEPUTATI NORVEGESI

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

LA LOTTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO SARA’ IL TEMA POLITICO DEGLI ANNI FUTURI, SOLO GLI IMBECILLI NON LO COMPRENDONO…   I GIOVANI IN TUTTO IL MONDO SI MOBILITANO, IN ITALIA I PARTITI STANNO A PENSARE ALLE CAZZATE (E LA SEDICENTE DESTRA VIVE NELL’IGNORANZA)

La voce della lotta al cambiamento climatico, la 16enne svedese diventata un simbolo e un esempio per una intera generazione, è stata indicata per il prestigioso riconoscimento da un gruppo di deputati socialisti norveges
La proposta è partita, e ora rimbalza sui social. A testimoniare quanto una tenera ma lucida voce possa arrivare lontano, raggiungendo una portata mondiale.
L’adolescente svedese Greta Thunberg   – una delle voci più forti, appunto, della lotta al cambiamento climatico – è stata indicata per il Premio Nobel per la Pace.
La proposta è stata fatta al Comitato dei Nobel – che ogni anno, in autunno assegna il prestigioso riconoscimento – da un gruppo di deputati socialisti norvegesi. Lei si dece “onorata e molto grata”. Lo scrive su Twitter.
“Abbiamo indicato Greta perchè la minaccia del clima è probabilmente una delle principali cause di guerre e conflitti. Il movimento di massa che Greta ha innescato è un contributo molto importante per la pace”, ha spiegato, presentando l’iniziativa, il deputato norvegese Andrè Ovstegard. Ovstegard è uno dei tre parlamentari del partito che ha indicato la giovane svedese, di appena 16 anni.
Thunberg ha iniziato la scorsa estate a protestare ogni venerdì di fronte al Parlamento svedese per chiedere misure più efficaci contro i cambiamenti climatici.
Dopo il suo discorso al vertice sul clima delle Nazioni Unite in Polonia e al forum di Davos, Greta è diventato un esempio per molti giovani in diversi Paesi, che hanno promosso iniziative simili.
Domani venerdì 15 marzo, in oltre 1300 diverse località  di tutto il mondo, milioni di ragazzi scenderanno in piazza per sollecitare i governi ad agire contro il surriscaldamento climatico.

(da agenzie)

argomento: Ambiente | Commenta »

TARANTO, SETTE ARRESTI PER CORRUZIONE, COMPRESO TAMBURRANO, EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FORZA ITALIA

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

L’INCHIESTA SULLA DISCARICA DI GROTTAGLIE SCOPERCHIA TANGENTI PER CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO

Sette persone, tra cui l’ex presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano (Forza Italia), sono state arrestate dalla Guardia di finanza nell’ambito di una inchiesta della Procura sull’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie-contrada Torre Caprarica.
I reati contestati sono, a vario titolo, quelli di corruzione e turbata libertà  degli incanti.
I militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Taranto hanno eseguito sette ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Vilma Gilli su richiesta del pubblico ministero Enrico Bruschi.
Quattro in carcere, nei confronti dell’ex presidente della Provincia Tamburrano, del dirigente della Provincia Lorenzo Natile, dell’imprenditore di San Marzano di San Giuseppe, Pasquale Lonoce (titolare di una società  attiva nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti), e del procuratore speciale della società -gestore della discarica di Grottaglie Roberto Venuti.
Ai domiciliari sono finiti Rosalba Lonoce (figlia di Pasquale), l’ex presidente Amiu Federico Cangialosi, e l’ex dirigente Amiu Mimmo Natuzzi (presidente e membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti Solidi Urbani).
Il gruppo, costituito dall’ex presidente della Provincia, da un dirigente dello stesso Ente e dagli imprenditori operanti tra l’altro nel settore dello smaltimento e gestione rifiuti, secondo l’accusa ha tratto vantaggi in denaro e beni attraverso atti corruttivi che hanno consentito notevoli indebiti guadagni.
Nell’agosto del 2017 la Provincia di Taranto, dopo i pareri negativi degli organi preposti, aveva respinto la richiesta di ampliamento della discarica di Grottaglie.
Il procuratore legale della società , sfruttando i buoni uffici dell’imprenditore sammarzanese, avrebbe iniziato a tessere stretti rapporti illeciti con il presidente della Provincia Tamburrano, finalizzati a valutare nuovamente la richiesta rigettata di rilascio dell’autorizzazione per il sopraelevamento della discarica di ulteriori 15 metri rispetto al livello di colmata.
Tamburrano avrebbe ottenuto anche contributi per finanziare la campagna elettorale della moglie alle ultime elezioni politiche per il Senato.
È stato accertato, anche attraverso l’ausilio di attività  tecniche, che la società  proprietaria della discarica aveva terminato la sua attività  di raccolta in quanto il sito era ormai colmo, senza possibilità  di poter conferire ulteriori rifiuti solidi urbani.
La Provincia di Taranto respinse la richiesta di ampliamento e il procuratore legale della società , attraverso l’imprenditore Pasquale Lonoce, avrebbe stretto accordi illeciti con il presidente Tamburrano per valutare nuovamente la richiesta rigettata.
L’allora presidente della Provincia, sempre secondo l’accusa, si adoperò per nominare un nuovo comitato tecnico e un dirigente del settore Ambiente, figura fino ad allora ricoperta dal segretario provinciale.
I pubblici ufficiali, a fronte di tale impegno e dell’affidamento dei lavori di sanificazione della discarica alle società  riconducibili all’imprenditore sammarzanese, avrebbero ricevuto denaro e altre utilità . I pagamenti, risultati sovrafatturati, erano in buona parte destinati a corrispondere il prezzo dell’accordo corruttivo.
Il rappresentante legale della discarica, attraverso l’intermediazione del titolare di un autosalone, avrebbe inoltre donato a Tamburrano, quale ulteriore compenso illecito, una autovettura di lusso del valore commerciale di circa 50mila euro.
L’ex presidente della Provincia si sarebbe prodigato per pilotare anche la gara di appalto per il servizio integrato di igiene urbana ed ambientale di Sava (Taranto), del valore di due milioni e 800mila euro, indetta dal Comune attraverso la Stazione unica di Montedoro.
Tamburrano avrebbe influito sul giudizio tecnico di due professionisti, l’ex presidente Amiu Federico Cangialosi, e l’attuale dirigente tecnico dell’Amiu di Taranto Mimmo Natuzzi (presidente e membro della Commissione di gara per la raccolta di rifiuti solidi urbani nominata dal Comune di Sava), permettendo di far vincere l’appalto allo stesso imprenditore amico, Pasquale Lonoce, che lo aveva contattato per l’ampliamento della discarica di Grottaglie. Quest’ultimo è ritenuto amministratore di fatto della Universal Service, che si aggiudicò il servizio.
La gestione degli affari illeciti da parte dell’ex presidente della Provincia di Taranto, stando alla tesi dell’accusa, si è spinta fino all’affidamento diretto all’imprenditore di San Marzano, di lavori per somma urgenza e necessità  per il ripristino della viabilità  in sicurezza, a seguito di eventi atmosferici dell’estate 2018 su strade provinciali, alle imprese Ecologistica Servizi srl e Universal Service, di fatto amministrate da Pasquale Lonoce, facendo fruttare compensi per ulteriori 95mila euro.
In base a questi accordi corruttivi, Tamburrano avrebbe ricevuto dall’imprenditore 250mila euro per finanziare la campagna elettorale di sua moglie, Maria Francavilla, candidata al Senato (ma non eletta) nelle elezioni politiche del 4 marzo 2018.
Lonoce avrebbe anche provveduto all’organizzazione di incontri elettorali oltre al pagamento di cene e all’acquisto di telefonini e computer e alla promessa di assunzione di terze persone nelle imprese da lui amministrate.

(da agenzie)

argomento: Giustizia | Commenta »

PRIMA GLI ITALIANI: MEDICO ITALIANO VIOLENTAVA LE PAZIENTI DOPO AVERLE IPNOTIZZATE

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

ALBA: CONDANNATO A SEI ANNI DI CARCERE CON RITO ABBREVIATO IL PROFESSIONISTA AUTORE DI QUATTRO VIOLENZE SESSUALI

Sei anni e quattro mesi di carcere è la condanna in primo grado, con rito abbreviato, inflitta a Marco Vito Surdo, medico di 56 anni di Alba accusato di violenza sessuale su quattro sue pazienti, una delle quali era stata ipnotizzata.
Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Asti, Giorgio Morando. Confermata la richiesta del pm Gabriele Fitz: il medico non potrà , inseguito, esercitare la professione per altri tre anni.
Le donne, tre delle quali si erano costituite parte civile, avevano raccontato di aver subito atti sessuali contro la loro volontà  e di essere state toccate nelle parti intime dal medico durante alcune visite. Le indagini, durate due anni e guidate dalla Procura di Asti, erano state condotte dai carabinieri di Alba.
Per il medico erano stati disposti gli arresti domiciliari, poi revocati.
I legali di parte civile Silvia Calzolaro, Paola Coppa e Stefano Tizzani si sono detti soddisfatti della disposizione del giudice.

(da agenzie)

argomento: violenza sulle donne | Commenta »

FRANK CALI’, BOSS DELLA FAMIGLIA GAMBINO, E’ STATO UCCISO A NEW YORK: QUANDO SONO GLI IMMIGRATI ITALIANI A PORTARE CRIMINALITA’ A CASA D’ALTRI

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

I GAMBINO SONO UNA DELLE CINQUE STORICHE FAMIGLIE MAFIOSE ITALO-AMERICANE DI NEW YORK

L’italoamericano Francesco ‘Frank’ Calì, 53 anni, noto boss della famiglia criminale dei Gambino, è stato vittima di un agguato ieri sera davanti alla sua residenza di Staten Island, a New York: è morto in ospedale a causa delle ferite riportate da colpi di arma da fuoco.
Secondo i media americani si tratta del primo assassinio di rilievo negli ambienti della criminalità  organizzata di New York da oltre 30 anni.
L’agguato è avvenuto alle 21:00 ora locale, le 2 della notte in Italia: Cali è stato raggiunto da almeno sei colpi di arma da fuoco, hanno riferito alcuni testimoni, ed è stato poi investito con l’auto dall’assassino – non identificato – che è riuscito a fuggire.
I Gambino sono una delle cinque storiche famiglie mafiose italoamericane di New York insieme ai Genovese, i Lucchese, i Colombo e i Bonanno.
Per ora non ci sono stati arresti, le indagini sono ancora in corso, ha fatto sapere la polizia. Cali avrebbe assunto la direzione dell’organizzazione da Domenico Cefalu nel 2015. Nel 2008 aveva scontato 16 mesi di prigione per estorsione.
Il capo più noto della famiglia dei Gambino è stato John Gotti, che fu condannato nel 1992 per 13 omicidi e una serie di altri reati. È morto nel 2002.
Il ricco quartiere di Todt Hill di Staten Island è famoso per i suoi collegamenti con ambienti criminali, fu usato come location anche nel film Il Padrino. Anche Paul Castellano, ucciso nel 1985 a colpi di arma da fuoco fuori da un ristorante della famiglia Gambino, possedeva una casa lì.

(da agenzie)

argomento: mafia | Commenta »

ORBAN DEGNO SOVRANISTA: PRIMA INSULTA POI CHIEDE SCUSA QUANDO LE COSE SI METTONO MALE

Marzo 14th, 2019 Riccardo Fucile

LETTERA DI SCUSE AL PPE DOVE CHIEDE DI NON ESSERE ESPULSO DOPO AVERLI DEFINITI “UTILI IDIOTI”

Il premier ungherese e leader di Fidesz, Viktor Orban, ha scritto ai partiti che fanno parte del partito popolare europeo e che hanno chiesto l’espulsione di Fidesz, chiedendo scusa per gli insulti loro rivolti (“utili idioti”, li aveva chiamati) e pregandoli di riconsiderare la richiesta di espulsione, innescata dalla campagna di affissioni con cui il governo magiaro ha attaccato il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, anch’egli membro del Ppe.
“Non è un segreto – scrive Orban in una missiva inviata a Wouter Beke, presidente dei Cristiano Democratici Fiamminghi (Cd&V), uno dei partiti che hanno chiesto di cacciare Fidesz dal Ppe, diffusa da un giornalista di Vrt – che ci sono seri disaccordi tra Fidesz e il Cd&V sul tema delle migrazioni, sulla protezione della cultura cristiana e sul futuro dell’Europa. E non è un segreto che non desideriamo cambiare posizione su questi temi. Tuttavia, non considero ragionevole risolvere questi disaccordi espellendo un partito dalla nostra famiglia politica. Vorrei pertanto chiederle rispettosamente di riconsiderare la sua richiesta di espulsione, se possibile”.
“Nello stesso tempo il presidente del Ppe Joseph Daul e il presidente del gruppo del Ppe nell’Europarlamento Manfred Weber hanno sollevato obiezioni nei miei confronti per essermi riferito ai partiti che chiedono la nostra espulsione come ‘utili idioti’. Si tratta di fatto di una citazione di Lenin, con la quale intendevo criticare una determinata politica, e non determinati politici. Vorrei pertanto porgerle le mie scuse, se ha trovato la mia dichiarazione offensiva”, conclude Orban.
Dopo la diffusione della lettera, Zoltan Kovacs, il portavoce del governo ungherese, ha precisato su Twitter che “nè il governo ungherese nè Fidesz faranno compromessi sui temi della migrazione e della cultura cristiana in Europa. Sono temi fondamentali e insisteremo su questi”.

(da agenzie)

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