Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
LEGA 33%, PD 21.2%, M5S 21,1%, FORZA ITALIA 9,7%, FDI 4,1%
Gli ultimi sondaggi evidenziano il sorpasso del Pd al Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni europee di maggio. Sono in calo sia i Cinque Stelle che la Lega, pur rimanendo il primo partito.
In ripresa, invece, il Pd che dopo le primarie e l’elezione di Zingaretti sta guadagnando terreno sugli altri partiti.
Il governo perde consensi, il centrosinistra recupera qualcosa.
La rilevazione realizzata da Bidimedia sulle elezioni europee mostra che il Pd guidato da Nicola Zingaretti raggiunge e sorpassa il Movimento 5 Stelle, sempre più in crisi.
Ma non basta per riavvicinare la Lega, anche se in calo. Rimane molto alto il dato del centrodestra
Nel sondaggio si considera il Pd in una lista con il suo simbolo insieme al nome Siamo europei, il progetto avanzato dall’ex ministro Carlo Calenda. In questa lista ci saranno personaggi del centrosinistra e della società civile.
Al contrario, vengono rilevate in modo separato +Europa e Italia in Comune di Federico Pizzarotti, che invece potrebbero presentarsi insieme. Italia in Comune viene stimata, insieme ai Verdi, come Onda verde civica.
Il primo dato da evidenziare è la continua discesa del Movimento 5 Stelle, che perde lo 0,9% e scende al 21,1% (corrispondente a 18 seggi in Ue).
Si tratta del minimo storico dopo il risultato delle elezioni europee del 2014, persino peggiore di quel 21,16%. Perde qualcosa, ma solo lo 0,2%, la Lega di Matteo Salvini: ora è al 33% e conquisterebbe così 28 seggi a Bruxelles.
Si ferma a 18 seggi, invece, il Pd, arrivando al 21,2%, di poco davanti rispetto al M5s ma in salita del 2,6% in poche settimane
Nel centrodestra cresce Forza Italia, che guadagna lo 0,7% e raggiunge il 9,7%, corrispondente a 8 seggi.
Nella lista delle europee vengono conteggiati anche i voti di Udc e Svp.
Fratelli d’Italia, invece, perde lo 0,1% e si ferma al 4,1%, subito sopra la soglia di sbarramento: con questo risultato otterrebbe 4 seggi.
Una lista di sinistra composta da Si, Prc e Possibile, invece, raggiungerebbe il 3%, in calo dello 0,4%.
Mentre +Europa si attesterebbe al 2,7%, quasi un punto percentuale in meno rispetto alla precedente rilevazione Bidimedia.
Sale dello 0,1% l’Onda verde civica, arrivando all’1,8%.
Scende l’affluenza, che arriva al 54,2%, con un forte astensionismo soprattutto al Sud.
Andando a vedere le coalizioni, che comunque non ci saranno alle europee, il centrodestra raggiungerebbe il 46,8% sommando i voti di Lega, Fi e Fdi.
Sale il centrosinistra, arrivando al 25,7% e staccando nettamente il M5s al 21,1%.
Analizzando il voto per regioni, in tutte il centrodestra avrebbe la maggioranza relativa. In quelle del Nord otterrebbe più del 50%, mentre al Sud sarebbe intorno al 40% o poco sotto.
Il centrosinistra torna comunque a crescere, soprattutto nelle regioni rosse come Toscana ed Emilia Romagna, le uniche in cui supererebbe il 30%.
Al Sud, invece, continua la crisi: in quasi tutte le regioni non riuscirebbe a superare il 20%. Infine, il Movimento 5 Stelle va male al Nord (mediamente sotto il 15%), un po’ meglio al Centro e si rianima al Sud, dove quasi ovunque è sopra al 30%.
(da agenzie)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
LA TERZA RILEVAZIONE DA STRASBURGO
Il gruppo dei popolari (Ppe) e quello dei socialisti (S&D) recuperano terreno in vista del voto del 26
maggio, ma non hanno ancora la maggioranza assoluta a Strasburgo.
E’ quanto emerge dalla terza proiezione ufficiale realizzata dall’Europarlamento in vista delle elezioni europee.
Tra fine febbraio e fine marzo è cresciuto anche il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), mentre subisce un netto calo quello dell’Europa della Libertà e della Democrazia Diretta (Efdd) a cui appartiene il M5s.
Sostanzialmente stabili, invece, gli altri gruppi, compresa l’estrema destra sovranista Europa delle Nazioni e delle Libertà (Enl).
Rispetto alla composizione attuale dell’Europarlamento, le ultime proiezioni confermano il calo complessivo di Ppe e S&D, che sarebbero costretti a ricorrere all’Alde per la maggioranza assoluta. Vengono confermati anche il balzo in avanti l’estrema destra sovranista di Enl e il calo degli euroscettici di Efdd per l’uscita della componente britannica dell’Ukip che oggi è nel gruppo del M5s. Complessivamente le tre forze tradizionali europeiste (Ppe, S&D e ALde) ottengono il 57% dei seggi attribuiti dall’ultima proiezione.
I gruppi euroscettici di destra e estrema destra (Ecr, Enl e Efdd) ottengono il 20,5%.
(da agenzie)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
LE TENTA TUTTE PERCHE’ RISCHIA DI ESSERE DI NUOVO INCRIMINATO: RESPINGERE I MIGRANTI IN LIBIA E’ UN REATO… COMUNQUE PUO’ SEMPRE MANDARCI I SUOI CONGIUNTI COSI’ VERIFICA DI PERSONA
All’indomani del dirottamento del mercantile El Hiblu 1, risolto dalle forze armate maltesi che hanno abbordato la nave in cui i migranti tenevano sotto scacco il comandante che li aveva soccorsi pur di non essere riportati a Tripoli, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aggiorna la direttiva emanata la scorsa settimana di inibizione delle acque territoriali italiane alle navi che trasportano migranti e dichiara da solo la Libia un porto sicuro.
Il vicepremier invita quindi i vertici delle forze dell’ordine, della Marina e della guardia costiera “a garantire alle autorità libiche il legittimo esercizio delle proprie responsabilità nella gestione delle procedure di ricerca e soccorso”. Che significa soccorrere i migranti e indicare il porto sicuro di sbarco, ovviamente in Libia.
Nella direttiva Salvini fa riferimento ad una nota inviata dal direttore generale per la migrazione e gli affari interni della commissione europea Paraskevi Michou al direttore esecutivo dell’agenzia europea Frontex, che sottolinea la “piena responsabilità giuridica e operativa della Libia nel controllo delle frontiere e nel salvataggio delle vite umane in mare” dopo la ratifica da parte della Libia della convenzione Sar e la notifica all’Imo della propria zona Sar.
Affermazioni azzardate proprio nei giorni in cui diversi Paesi europei richiamano in patria i connazionali residenti in Libia per evidenti ragioni di sicurezza.
E che infatti suscitano l’immediata reazione dell’Unhcr, l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati: “Non consideriamo la Libia un porto sicuro e i rifugiati soccorsi e i migranti non dovrebbero essere riportati in quel Paese – dice la portavoce, Carlotta Sami – Per quanto riguarda la Libia invece, rimane una priorità per noi portare le persone fuori dalla detenzione, luoghi spaventosi dove non vengono garantiti i diritti mani e assicurare che abbiano accesso alla protezione internazionale. Questo è un imperativo umanitario”.
Per la Ong Mediterranea quella del governo è una “verita distorta.
Il Viminale dice il falso per coprire le atrocità e i respingimenti nell’inferno della Libia”.
anche la Commissione Ue precisa: “Per quello che riguarda gli sbarchi si applica il diritto internazionale e la Commissione ha sempre detto che al momento in Libia non ci sono le condizioni di sicurezza”. C
osì una portavoce della Commissione: “Tutte le imbarcazioni che battono bandiera Ue non hanno il permesso di fare sbarchi in Libia”, ha aggiunto.
Tornando alla risposta dell’Unhcr, Sami sottolinea ancora che “la capacità di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale è già stata ridotta negli ultimi due anni attraverso misure restrittive adottate contro le navi delle Ong”.
L’Alto commissariato ha chiesto di “porre fine a tali misure restrittive e di ristabilire e incrementare la capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo. E continua inoltre a invitare gli Stati a predisporre accordi predterminati per facilitare lo sbarco in un luogo sicuro per i rifugiati e i migranti soccorsi in mare”
Una presenza in Libia, quella dell’Unhcr, che, come ha già detto recentemente l’Alto commissario Filippo Grandi, “non deve essere strumentalizzata da nessuno per negare l’accoglienza ai richiedenti asilo e ai rifugiati in Europa”.
(da agenzie)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
IL MASCHILISMO DELLA MINISTRA ARRUOLATA NELLA LEGA E LE DONNE “ISTERICHE” CHE DENUNCIANO I MALTRATTAMENTI DELL’UOMO… MENTRE UN UOMO, IN PREDA A TURBAMENTO, PUO’ ANCHE SPARARE ALLE SPALLE A UN PRESUNTO LADRO
Giulia Bongiorno è fatta così: prima festeggia per l’approvazione dell’ennesima riforma della legge
sulla legittima difesa e poi insulta le donne che denunciano violenze e maltrattamenti lasciando intendere che molte di loro sono delle isteriche. A
ndiamo con ordine. Ieri il Senato ha approvato le modifiche agli articoli del codice penale sulla legittima difesa. La ministro della Pubblica Amministrazione ha esultato dichiarando che «finalmente la difesa è legittima davvero».
Spiegando che «chi entra in una casa per violentare, uccidere o rubare deve mettere in conto che ci possa essere reazione da parte della vittima».
Poco dopo la Bongiorno ha spiegato la legge denominata “Codice Rosso” contro la violenza sulle donne. Secondo la ministro la norma prevede che quando una donna sporge denuncia per una violenza debba essere ascoltata entro tre giorni da un pubblico ministero o dalla polizia giudiziaria «così si può appurare immediatamente se si ha a che fare con un’isterica o con una donna in pericolo di vita, e in tal caso salvarla».
Ci sono molte cose che non tornano in questa affermazione. La prima è l’utilizzo del termine “isterica” che un tempo — stiamo parlando del periodo tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900 — identificava una precisa psicopatologia tipicamente femminile.
Senza tirare in ballo Michel Foucault basti dire che l’isteria è stata a lungo definita come un disturbo derivante proprio dalla costituzione biologica della donna.
Non a caso deriva dal tardo latino histerà«cus, che significa “utero” ed è quindi anche etimologicamente radicato quindi nel suo essere femmina.
L’isteria come categoria nosologica ha a lungo rappresentato una delle declinazioni del potere maschile sul corpo femminile. Ora le cose in medicina sono cambiate, ma ancora nel linguaggio comune si utilizza il termine “isterica” come insulto per indicare una donna che — in preda ad una “crisi isterica” — non sta ragionando ma è quasi “posseduta” dalla sua femminilità .
Al punto ad esempio di accusare falsamente una persona di averla violentata.
Ora la cosa grave è che la Bongiorno oltre ad essere un avvocato è anche la co-fondatrice di un’associazione — Doppia Difesa, fondata assieme a Michelle Hunziker — che si occupa di difendere le donne dalle violenze e dagli abusi.
La Bongiorno quindi ha dimostrato poca sensibilità , perchè non solo avrebbe potuto usare un termine più neutro come ad esempio “verificare la fondatezza delle accuse” ma anche perchè dipingendo come potenziali “isteriche” le donne che denunciano violenze e abusi non fa altro che ribadire quello stereotipo in base al quale una donna che denuncia una violenza domestica sta solo esagerando o reagendo in maniera eccessiva a normali dinamiche della vita di coppia.
Ed è grave che la presidente di un’associazione che difende le donne che sono vittime di abusi non si renda conto che quando una vittima va a denunciare una violenza non è in uno stato d’animo rilassato e che per questo è facile farla passare per un’isterica
Ma la cosa più interessante è un’altra. Nella legge sulla legittima difesa per viene escluso il reato di eccesso colposo di legittima difesa se la persona «ha agito in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto».
Quindi da un lato si dice sostanzialmente che è giusto sparare ad una persona disarmata se ci si trova in uno stato di grave turbamento emotivo dall’altra la ministra Bongiorno sostiene che se una donna va a denunciare una violenza, magari proprio in stato di turbamento emotivo, bisogna per prima cosa appurare in tempi brevi se si tratta di un’isterica.
Probabilmente il ragionamento è sempre lo stesso ovvero quello di “evitare un calvario giudiziario”, solo che in questo caso bisognerebbe tutelare la vittima e non il presunto aggressore.
E un colloquio con il magistrato in genere non è sufficiente per stabilire se un’accusa è fondata, motivo per cui il nostro ordinamento prevede indagini e addirittura — udite udite — tre gradi di giudizio. Verrebbe quasi da pensare che ad una donna vittima di violenza convenga sparare all’aggressore e invocare la legittima difesa (con annesso grave turbamento) piuttosto che andare a denunciare l’autore degli abusi.
Incredibilmente quando si tratta di sparare liberamente il governo si mette dalla parte della vittima, quando invece si tratta di un caso di violenza (magari del tipo più diffuso: quella domestica) invece coltiva i dubbi sulle “isteriche”.
Ma le polemiche non finiscono qui perchè la Bongiorno difende anche la decisione della Lega di introdurre nella legge “Codice Rosso” l’ipotesi della cosiddetta castrazione chimica per gli stupratori. In cambio della castrazione chimica gli stupratori otterrebbero uno sconto di pena e uscirebbero prima di galera.
Una proposta che la Bongiorno difende così: Da circa 10 anni parlo di questa misura. Noi ci limitiamo a proporre che il soggetto nel caso in cui sia reo confesso e magari gli è stata abbattuta la pena, possa avere questo bonus ulteriore, questo regalo di ulteriori 2 anni senza andare in carcere purchè, quando torna in circolazione, magari si faccia curare. La castrazione chimica non è come la castrazione fisica. È un trattamento farmacologico. È una pillola che porta all’inibizione della libido. Non è un qualcosa di preistorico ma anzi all’avanguardia».
detto da una che parla di isteria e che andrà al WCF di Verona non si sa bene di che avanguardia si stia parlando, forse di quella di certi rigurgiti “medievali”?
La proposta però non piace ai 5 Stelle. La ministra della Salute Giulia Grillo ha dichiarato: «Sono ministro della Salute e anche un medico, quindi non posso essere a favore di un provvedimento che riduca l’integrità psicofisica di una persona» sottolineando che l’obiettivo è l’inasprimento delle pene, non il contrario.
Ancora più dura la ministra della Difesa Elisabetta Trenta che al Corriere della sera commenta così l’idea all’avanguardia «Guardi, da donna le dico che mi sento offesa, perchè è una presa in giro verso tutte le donne, si sta cavalcando il terrore che ogni donna nella sua vita sente, a suo modo. E mi sorprende che il ministro Bongiorno l’abbia sostenuta».
La Trenta sottolinea poi come la proposta della castrazione chimica non possa essere applicata nel nostro ordinamento: «qui parliamo di una misura che si applica nei casi di minore entità in cui è prevista la condizionale, quindi non si colpiscono gli stupratori. Il nostro ordinamento giuridico per fortuna per chi è accusato di stupro non prevede la condizionale. Per intenderci dunque, con questo provvedimento si va a colpire chi compie un palpeggiamento in bus, che è una cosa disgustosa, ma è diverso. La violenza sulle donne è una cosa seria».
Insomma se uno palpeggia una donna su un bus, un reato disgustoso, se la può cavare con la castrazione chimica. Solo se accetta ovviamente perchè tutto è su base volontaria. Ci si chiede come questa cosa possa proteggere le donne dalle violenze più gravi. Ma poi ci ricordiamo subito: quelle sono isteriche. Parola di ministro.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO E CHIESE EVANGELICHE FINANZIANO DA SOLE IL PROGETTO, COME AL SOLITO I SOVRANISTI DELLA DOMENICA NON FANNO UNA MAZZA
“Mio marito è andato via senza dirmi nulla, sono rimasta sola con i miei figli e da quel momento ho vissuto con un’amica. Poi siamo scappate dalla guerra e siamo andate in Libano. Sono una cuoca ma senza un uomo la vita è stata difficile, spesso ero vittima di molestie”.
Questa è una delle tante storie che le persone atterrate a Fiumicino si portano dietro. Prima la guerra, poi la vita nei campi profughi in Libano, una vita sospesa dove è impossibile tornare indietro ed è difficile andare avanti. Tra questa storie c’è anche chi ha provato la via del mare, verso Cipro, ma loro figlio è annegato e loro sono stati riportati indietro.
Invece stavolta, grazie al progetto dei Corridoi Umanitari, si viaggia in sicurezza con un aereo di linea da Beirut a Roma. Il progetto è della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane e della Comunità di Sant’Egidio ed è finanziato interamente da loro.
(da TPI)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
IL CASO DI UN RAGAZZO ALBANESE OPERATO TRE VOLTE PER UN TUMORE MIDOLLARE E ORA IN CHEMIOTERAPIA, CON FUNZIONI MOTORIE COMPROMESSE
“Voi lo sapevate che in base alla legge 1 dicembre 2018 n.132 persino chi si trova in Italia per
motivi di salute può essere espulso? Anzi, si tende a favorire l’espulsione attraverso il meccanismo di ‘valutazione specifica’? Persino per un paziente neoplastico?”.
La domanda la pone sul proprio profilo Facebook Carlo Pontorieri, che di professione fa il medico, e che racconta la vicenda di un ragazzo albanese di 26 anni, operato ben tre volte per un tumore midollare e ora in chemioterapia che secondo la Questura di Napoli potrebbe, in quelle condizioni, tornarsene tranquillamente a farsi curare in Albania ed essere “rimpatriato” secondo il cosiddetto decreto di sicurezza che il ministro Salvini ha licenziato con tanta soddisfazione a dicembre dell’anno scorso.
Secondo il decreto sicurezza, infatti, le condizioni di salute di particolare gravità , tali da non consentire di eseguire il provvedimento di espulsione senza arrecare pregiudizio alla salute dello straniero, in caso di rientro al Paese d’origine devono essere oggetto di specifica valutazione nella certificazione sanitaria di una struttura pubblica o convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale, da parte del sanitario firmatario.
Il resto si legge tutto nel post del dottor Pontorieri: “Come si può leggere nel documento in foto — postato dal dottor Gigi Sigona, neurochirurgo, mio pluridecennale e plurigenerazionale amico — in base a tale legge un ragazzo albanese di 26 anni, operato già tre volte per un tumore midollare, ora in chemioterapia, con funzioni motorie compromesse, viene invitato ad allegare alla sua domanda una specifica valutazione da parte dell’autorità sanitaria che un eventuale decreto di espulsione arrecherebbe pregiudizio alle sue condizioni di salute. Pena appunto il rigetto della domanda e l’espulsione dal ns. Paese”.
“Fermiamoci e ricapitoliamo”, prosegue il post. “Un ragazzo, tumore midollare, in chemioterapia, funzioni motorie compromesse, potrebbe dunque sospendere il rapporto con le strutture sanitarie del ns. Paese e tornare in Albania, senza pregiudizio per le sue condizioni di salute. Salvo specifica valutazione contraria da allegare alla domanda di soggiorno da parte di una struttura sanitaria…”.
“Ora, è certamente molto discutibile un’interpretazione così restrittiva della norma da parte del funzionario (ho cancellato il nome, non m’interessa fare una gogna pubblica) in un caso come questo. E ci si domanda com’è possibile che tutto ciò sia avvenuto. Se si è consolidata una prassi: al di là delle patologie, occorre dunque in ogni caso una valutazione specifica ed espressa, per sollevare l’ufficio da ogni valutazione discrezionale e dunque da qualunque responsabilità , rimandandola all’autorità sanitaria? oppure ci troviamo di fronte a un caso unico?
Tuttavia, resta la domanda: voi lo sapevate che in base a tale legge 1 dicembre 2018 n.132 persino chi si trova in Italia per motivi di salute può essere espulso?
Anzi, si tende a favorire l’espulsione attraverso tale meccanismo di ‘valutazione specifica’? Persino per un paziente neoplastico? Fermiamoci un attimo a pensare e vergogniamoci tutti (quelli che hanno sostenuto e votato i partiti dell’attuale maggioranza di più, però)”.
Più sicurezza per tutti, ci aveva promesso quello là .
(da TPI)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
IL RACKET GESTITO DA ITALIANI VOLEVA IMPEDIRE ALLE DUE LEGITTIME ASSEGNATARIE DI ENTRARE IN POSSESSO DELL’ALLOGGIO, MA UNA PARTE DEGLI INQUILINI SI E’ SCHIERATA CON LORO… INTERVIENE LA POLIZIA
“Siete immigrate, non vi vogliamo. No a extracomunitari e musulmani in casa”. Roma. Mercoledì 27 marzo. Una cinquantina di abitanti delle case popolari di Pietralata ha tentato di impedire l’assegnazione di un alloggio ‘pubblico’ a due sorelle marocchine.
Una vera e propria rivolta contro l’arrivo nella palazzina di via del Peperino di due donne di 63 e 60 anni, entrambe invalide al 100 per cento.
Due giorni dopo l’assegnazione dell’abitazione da parte dell’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica), avvenuta lunedì scorso, le due donne si sono recate nella palazzina per prendere possesso dell’immobile.
Davanti al portone hanno trovato, ad “accoglierle”, una trentina di persone. Piano piano la folla è aumentata, fino a contare oltre cinquanta persone.
Dalle abitazioni circostanti, però, diversi condomini hanno avvertito le forze dell’ordine, difendendo così le due donne che, intanto, erano state letteralmente circondate dalla folla.
Solo quando è arrivata la sera gli agenti sono riusciti a portare le due sorelle davanti alla loro abitazione.
Aicha, il nome di una delle due sorelle, è un’iscritta al sindacato Unione Inquilini. “È grazie a noi”, ha spiegato il segretario romano Fabrizio Ragucci in un video su Facebook, “se lei e la sorella sono riuscite a ottenere l’assegnazione di un alloggio popolare”.
Ma “una volta arrivata a Pietralata Aicha è stata aggredita da gruppi criminali che gestiscono il racket delle case”.
“Prima gli si sono fatte incontro due persone ‘di zona’ chiededo chi fosse”. Alla risposta, “sono la nuova inqulina”, sono arrivate altri due individui “che le hanno detto di aver comprato la casa popolare per 5mila euro”.
“Una persona che qui gestisce tutto mi ha dato le chiavi. O te ne vai o ti buttiamo fuori”.
L’intera palazzina, “evidentemente ‘vicina’ a chi gestisce il racket delle case popolari”, denuncia ancora Ragucci, “si è mobilitata per cacciare Aicha e la sorella”. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha poi consentito ad Aicha e alla sorella di prendere possesso dell’alloggio.
(da TPI)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
DODICI INFAMI A VOLTO COPERTO HANNO MASSACRATO UN RAGAZZO ITALIANO DI ORIGINE AFRICANA
È un racconto agghiacciante quello riportato da Il Messaggero e che vede come protagonista un
ragazzo di 17 anni di Ostia, di origine africana – il papà , un interprete, è senegalese – ma nato e cresciuto nella cittadina sul litorale romano.
Gli eventi risalgono allo scorso 4 marzo, ma la storia è stata resa nota solamente adesso: il ragazzo, di cui non si può divulgare il nome in quanto minorenne, si trovava in compagnia di un’amica sul lungomare, chacchierando e facendo passeggiare il cane.
D’un tratto, 4 macchine sono comparse e hanno iniziato dapprima a lanciare palloni pieni d’acqua ai due ragazzi urlando ‘negro di merda’, dopodichè le auto si sono fermate e ne sono venuti fuori 12 ragazzi tra i 17 e i 20 anni che hanno selvaggiamente picchiato il ragazzo.
Contusioni al volto, alla testa, al ginocchio: una prognosi di 20 giorni e tanta paura, non solo sua ma anche dei genitori, che non riescono a capacitarsi di come possa essere avvenuta una cosa dal genere. Ma in realtà , la spiegazione è molto semplice: l’Italia è piombata in un momento oscuro, in cui la fogna razzista è impunita, grazie alla complicità della politica.
Il ragazzo non è potuto andare a scuola per giorni, sconfitto dal dolore. Ora, nell’attesa che la giustizia italiana si muova, si spera che possa tornare alla vita di tutti i giorni.
(da Globalist)
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Marzo 29th, 2019 Riccardo Fucile
IN PIAZZA DE FERRARI “ARTE PER RIFLETTERE SUI MORTI IN MARE”
“Navigammo su fragili vascelli per affrontar del mondo la burrasca ed avevamo gli occhi troppo belli: che la pietà non vi rimanga in tasca.” Fabrizio De Andrè #arteresistente.
E’ una delle scritte che “spiega” l’installazione che questa mattina tutti i genovesi che passano per piazza De Ferrari possono vedere davanti all’entrata di Palazzo Ducale.
Mani di cartone che spuntano dalla pavimentazione della piazza cuore e in questo caso simbolo di una Genova che non rimane a guardare quello che continua ad accadere nei mari che solcano persone che, giorno dopo giorno, da anni, sono trasformate in numeri che si perdono in una conta di morti e, al massimo, di indesiderati: «Le persone devono riflettere fermandosi a guardare, l’arte serve a questo – ci ha spiegato Gabriella Barresi – Il Mediterraneo sta diventando un enorme cimitero. Queste mani che affondano sono dei migranti morti in mare, sepolti ormai nel profondo delle acque ma vivi nel dolore che tutti ci portiamo dentro».
C’è chi passa e si ferma a fare il segno della croce: «Per rispetto a tutti i morti in mare. Perchè sono tutti figli nostri», ha detto un signore anziano, visibilmente commosso.
La pietà non deve morire: il collettivo ha scelto una frase di De Andrè – tratta dall’album “Tutti morimmo a stento”, pubblicato nel 1968 – per spiegare la performance comparsa alle sei del mattino sui gradini di Palazzo Ducale.
«Navigammo su fragili vascelli per affrontar del mondo la burrasca ed avevamo gli occhi troppo belli: che la pietà non vi rimanga in tasca», si legge nel cartellone centrale.
«La pietà , intesa come l’antica pietas, non deve morire – ha precisato la Barresi – Noi che probabilmente vediamo le immagini nei Tg dei migranti che affogano stiamo mostrando che cosa potrebbe accadere se le mani che chiedono aiuto fossero le tue».
“Arte Resistente” nasce come collettivo artistico a febbraio, seguendo le iniziative nate attorno all’hashtag #Apriamoiporti, quando Matteo Salvini si recò ad Atri in campagna elettorale e si ritrovò ad aspettarlo questa installazione: «Quest’operazione dall’impatto visivo forte serve a lanciare un messaggio altrettanto importante – ha aggiunto Gea Riondino, dello stesso collettivo – Anche i bambini sanno che queste braccia sono dei migranti morti in mare, questo dolore è parte integrante anche delle loro vite, delle vite di tutti».
A rappresentare tutto è un «gruppo di cittadini», come si sono definiti nel comunicato che spiega la loro azione: « Anche a Genova abbiamo deciso di realizzare un’installazione artistica contro le politiche disumane della Lega di Salvini. Tra queste mani che affondano, silenti come coloro che ogni giorno perdono la vita nel Mediterraneo, c’è ancora il nostro coraggio resistente, che quotidianamente persegue Umanità , diritti, contro tutte le forme di razzismo, discriminazione, xenofobia. Tra queste mani c’erano uomini, donne e bambini in cerca del nostro aiuto, del nostro rispetto per la vita umana; non potranno più imparare, fare, condividere vita e bellezza. Sono mani di cartone sparpagliate sulle piazze delle nostre città e dei nostri quartieri che trasformano la pietra e l’asfalto nel Mediterraneo che chiede aiuto. La nostra protesta pacifica e civile crede fermamente che il confronto quotidiano e il rispetto delle diversità siano alla base di ogni sapere. Oggi più che mai non possiamo fare finta di non vedere, è importante rafforzare il valore di una comunità accogliente. Nell’indifferenza muore la nostra umanità . Nella paura annega la nostra solidarietà ”
(da “Il Secolo XIX”)
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