Destra di Popolo.net

DUELLO TRA DUE EX

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

RENZI HA LA CATTIVERIA DEL PUGILE CHE SA DOVE COLPIRE, SALVINI CERCA DI INCASSARE E LIMITARE I DANNI

Eccoli, i “due Mattei”, in abito blu, camicia bianca e cravatta scura, visibilmente compiaciuti di esserci, nell’eterno salotto di Vespa, unica “Camera” che sopravvive al furore iconoclasta dei tempi.
Perchè l’esserci, proprio lì, in un contesto quasi “istituzionale” dove la storia non è mai dramma in divenire, è già  il senso di questa operazione: il duello, la reciproca legittimazione come leader, l’idea che questo sarà  il “dopo”.
Ecco, gli “ex” che nel, corpo a corpo, alimentano la suggestione di essere “post”, quando si chiuderà  la parentesi di questo governo.
Si parte come ti aspetti, con l’orologio fermo in spiaggia, e qualche battuta sul mojito: “Renzi — dice Salvini – in maniera geniale si è inventato un governo sotto il fungo per evitare queste elezioni”.
L’altro: “Il colpo di sole da Papeete che ha preso il collega Salvini è evidente. E lo fa rosicare ancora adesso”.
Ma c’è un momento che dà  il senso dello iato tra questo storytelling dei due Mattei e la realtà . Ed è quando Vespa, con una battuta, introduce un sanguigno principio di realtà : “In fondo, loro hanno un obiettivo comune, fare la festa a Conte”. È una battuta che resta sospesa, perchè Salvini glissa e Renzi la lascia abilmente affogare, in una delle tante raffiche contro Salvini: “Lei era per la Padania ed ora è nazionalista, era comunista padano ed ora sta con Casa Pound, tifava Francia agli Europei, cantava ‘senti che puzza scappano anche i cani’ e ora difende l’Italia, diceva basta euro e ora dice fa l’europeista. Lei è una banderuola”.
Si vede che Renzi è preparato, ha studiato nel dettaglio le debolezze dell’avversario, i tempi, ha la cattiveria del pugile che si è allenato e sa dove e quando colpire, fin troppo, perchè il furor agonistico rischia, come al solito, di diventare il punto debole di chi vuole non solo vincere ma stravincere, risultando antipatico.
Colpo riuscito sul Papeete (“era meglio se lei non si fosse messo in missione al Senato mentre era in spiaggia”), altro colpo riuscito sulle numerose assenze di Salvini ai Consigli europei dove si discuteva di immigrazione, così come sulle scarse presenze dell’avversario al Senato (“ha partecipato all’1,3 per cento di votazioni”), insomma “se fai il ministro stai nelle istituzioni, non vai per sagre”.
Il suo obiettivo è dimostrare, per citare Travaglio, che l’altro è un Cazzaro: “Sono 27 anni che fa politica, da quando non c’era Porta a Porta e Di Maio era alle elementari e non ha portato a casa nulla. Solo spot”.
Salvini, chissà  se per scelta o per incorreggibile refrattarietà  al metodo, è assai meno costruito nella gestione del confronto, meno preparato ma più sorridente, con doti da incassatore, forse anche con l’obiettivo voluto di allontanare da sè l’immagine del Truce che spaventa gli italiani.
Ed effettivamente, a vederlo, non fa paura con quell’aria da ultimo della classe che arriva scanzonato agli esami, sapendo che il grosso degli italiani sono come lui. Non ha grandi colpi in canna sull’avversario e sorride a ogni colpo subito, anche se, a un certo punto, la camicia pezzata sotto la giacca rivela una certa fatica. Soprattutto quando Renzi introduce l’argomento Russia (“Perchè non hai querelato Savoini?”).
Il suo è uno spartito semplice, ripetitivo. Ecco, il popolo: il popolo che ha raddoppiato i consensi alla Lega nell’ultimo anno, che ora non può votare per colpa di una operazione di Palazzo, che non si scandalizza che il ministro dell’Interno va in spiaggia “perchè io vado a Milano Marittima e voi a sinistra siete abituati a champagne e caviale a Montecarlo”
Il suo punto forte è la “coerenza” di fronte a una operazione fatta per le “poltrone”, parola che ripete fino alla noia, senza tante argomentazioni e senza mai affondare sull’avversario
L’uno è fermo ai mesi al Viminale e al “tradimento” di agosto, l’altro, se c’è da parlare di un governo, parla del suo, solito lutto non elaborato, per cui il termine di confronto è “quando io ero a palazzo Chigi”.
Già , l’“io” al Viminale e l’“io a palazzo Chigi”, con l’attuale governo che resta un convitato di pietra nel duello, in fondo narcisistico, che, in fondo, va bene ad entrambi. Per essere un appuntamento fondativo di una narrazione, quella dei due “Mattei”, c’è poca tensione, poco sangue, poco pathos, proprio perchè quella narrazione è mediatica, perchè Renzi non è il capo dell’alternativa a Salvini e Salvini non è più l’uomo che ha in mano l’Italia, e infatti è costretto a “fare il buono” e ad invitare sul palco di San Giovanni alleati a cui, solo qualche mese fa, non rispondeva neanche al telefono.
Resta qualche battuta, nel finale, la parte più divertente. “Non faccio conferenze in giro per il mondo a decine di migliaia di euro”, dice Savini. Risponde Renzi: “Perchè non la invitano per le conferenze”.
In fondo, hanno ragione entrambi. Dopo la partita della nazionale gli ascolti saranno ottimi. Per merito degli azzurri, ma sarà  facile per entrambi dire che è per merito loro. Alla fine, il vero goal lo ha fatto Vespa.

(da “Huffingtonpost”)

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“FACCIAMO NOI? DA OGGI NON E’ PIU’ NOSTRO TIFOSO”: COSI’ IL PESCARA SCARICA IL FAN RAZZISTA

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

DECISIONE ESEMPLARE DELLA SOCIETA’ DI CALCIO A UN COMMENTO SU TWITTER DI UN SOSTENITORE DEL CLUB… PIOVONO COMPLIMENTI DA SOCIETA’ DI CALCIO E CITTADINI

#NoToRacism: la carriera da tifoso biancazzurro di Andrea ha un hashtag come epitaffio. È il risultato di una diverbio via Twitter tra il Pescara Calcio e Andrea Dell’Amico, sostenitore digitale con il logo di Casapound nella foto profilo.
«Basta con questa storia del razzismo vi ho sempre sostenuto ma direi che è ora di finirla voi e quei comunisti del caxxo, state per perdere un tifoso fate voi» scrive Andrea dal suo account.
Immediata la risposta del club abruzzese: «Facciamo noi? Bene, signore e signori #Andrea non e’ più un nostro tifoso! #NoAlRazzismo #NoToRacism».
Una presa di posizione che ha scatenato reazioni immediate: più di 1200 retweet nelle poche ore intercorse dallo scambio di battute.
Tra i tanti messaggi di supporto, anche quello dei Sentinelli di Milano («Non sappiamo per quale squadra teniate, ma da oggi fate un posto nel vostro cuore per il Pescara Calcio») del Presidente della Lega B Maura Balata («Bravo Pescara Calcio! Continuiamo insieme questo percorso per dire ancora una volta #NoAlRazzismo #NoToRacism») e di numerose società  di calcio.
L’episodio sembra confermare un (necessario) cambio di atteggiamento nei confronti di azioni ed esternazioni razziste in una parte almeno del mondo del calcio: la Roma ha recentemente deciso di bandire a vita un tifoso che ha mandato messaggi pesantamente intolleranti a Juan Jesus su Instagram.

(da Open)

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L’ARABO E’ UNA LINGUA E UN’ETNIA, NON UNA RELIGIONE: QUALCUNO LO SPIEGHI A GIORGIA MELONI

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

LA LEADER DI FDI CI RICASCA IN   UN POST, PER LEI SE SEI ARABO DEVI ESSERE MUSULMANO

Come aveva già  fatto per l’iniziativa del Museo Egizio di Torino, Giorgia Meloni continua a dare per scontato che se sei arabo sei anche musulmano. Ma non è affatto così
La Meloni continua a far finta di non capire che arabo e mussulmano non sono sinonimi. Esistono milioni di arabi cristiani, che parlano arabo perchè quella è la loro lingua di nascita.
La leader di FdI ci ricasca: nel tweet in cui ricorda e omaggia Hevrin Khalaf, l’attivista curda per i diritti delle donne uccisa negli scorsi giorni, scrive: “Hevrin Khalaf è stata seviziata e uccisa in un attentato, sembrerebbe da miliziani filo-turchi. Si batteva per uguaglianza e convivenza pacifica tra Curdi, Cristiani e Arabi. Un pensiero per questa
donna eroica, punto di riferimento dei diritti delle donne”.
Di nuovo quegli arabi, messi lì come se l’arabo fosse una religione. Ignorando o facendo finta di ignorare che l’arabo è una etnia e una lingua parlata in un territorio immenso, dove si mischiano culture, religioni e minoranze.
Cristiano e arabo non sono due parole ‘contrapposte’. I cristiani sono cristiani. Italiani, latini, anglosassoni, scandinavi, asiatici, africani, arabi, turchi, curdi o dell’Oceania.
E gli arabi sono arabi non per la loro religione.

(da agenzie)

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IL BEL RICORDO CHE DI MAIO HA LASCIATO AGLI OPERAI WHIRLPOOL CHE CHIUDE IL 1 NOVEMBRE

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

DI MAIO HA TERMINATO DI RACCONTARE BALLE

È ufficiale: la Whirlpool lascia Napoli. La notizia arriva poco prima dell’inizio della discussione al Senato dove si voterà  per la conversione in legge del decreto-legge 3 settembre 2019, n. 101, recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali.
Secondo l’azienda la disponibilità  confermata oggi dal Governo su Whirlpool e quella inclusa nel decreto per la risoluzione delle crisi aziendali «sono misure non risolutive e che non possono incidere nè sulla profittabilità  del sito di Napoli nel lungo periodo, nè sulla competitività  di Whirlpool nella regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa)».
«Nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli non è più sostenibile per via di una crisi strutturale» ha aggiunto l’azienda nella nota in cui annuncia di prendere atto «con grande rammarico della mancata disponibilità  da parte del Governo a discutere il progetto di riconversione del sito». Vale a dire la cessione del sito di Napoli alla PRS (Passive refrigeration solutions) che però non produce lavatrici (come oggi avviene nello stabilimento) ma container autorefrigerati. Dal 1 novembre 2019 l’azienda fa sapere che verrà  sospesa l’attività  produttiva a Napoli. Ironia della sorte esattamente un anno dopo l’annuncio dell’allora ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che il 30 ottobre 2018 scriveva così su Facebook: «Whirlpool non licenzierà  nessuno e, anzi, riporterà  in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia».
L’incontro a Palazzo Chigi non è quindi servito a sbloccare la vertenza sindacale. «Non c’è stato un passo avanti nella direzione auspicata dal governo», afferma il premier Giuseppe Conte, notando che la posizione dell’azienda «non dà  una prospettiva al dialogo».
Per Whirlpool EMEA invece la questione riguarda il drastico calo della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale che ha costretto lo stabilimento napoletano ad operare «al di sotto del 30% della capacità  di produzione installata».
Il successore di Di Maio al MISE Stefano Patuanelli parlando con i giornalisti al termine dell’incontro ha contestato la decisione dell’azienda: «è surreale che ci sieda al tavolo con il presidente del Consiglio nella stessa posizione di tre settimane fa al Mise».
Il 21 settembre scorso Patuanelli aveva dato un aut aut alla Whirlpool dicendo che l’unica modo per proseguire una discussione sullo stabilimento di Napoli sarebbe stata la sospensione da parte dell’azienda della procedura di cessione alla PRS.
Una decisione quest’ultima sulla quale i sindacati non sono mai stati d’accordo.
Dopo l’annuncio da parte di Whirlpool i sindacati hanno proclamato uno sciopero di due ore in tutti gli stabilimenti mentre i dipendenti del sito di Napoli hanno occupato per più di un’ora l’autostrada Napoli-Salerno (chissà  se verrà  contestato il reato di blocco stradale previsto dal Decreto Sicurezza emanato dal precedente esecutivo).
Messo davanti alla scelta unilaterale dell’azienda (che per altro è stata annunciata il 1 agosto) il ministro minaccia decisioni altrettanto unilaterali.
Ma abbiamo già  visto   nei mesi scorsi il valore degli ultimatum del governo. Luigi Di Maio aveva ad esempio detto che avrebbe fatto restituire i finanziamenti erogati nell’ambito dell’accordo dell’anno scorso ma questo non è possibile perchè non sono legati ad un unico sito produttivo.
In ultima istanza il governo era arrivato a promettere a Whirpool altri dieci milioni di euro affinchè non se ne andasse da Napoli: ma per l’azienda non era sufficiente. Il resto è storia di una colossale presa per i fondelli dei lavoratori da parte del MoVimento 5 Stelle.
Di Maio ha taciuto infatti per due mesi sul caso Whirpool pur essendo stato informato dall’azienda della volontà  di vendere lo stabilimento di Napoli. Per settimane poi ha mentito gli operai che andavano sotto le finestre del Ministero a gridare «dai Di Maio non mollare».
Ma lui aveva già  mollato, solo che non lo aveva detto   a nessuno. Ora Di Maio ha trovato un posto comodo al Ministero degli Esteri, che suona quasi come una promozione, mentre per i dipendenti di Whirpool si spalancano le porte dei licenziamenti, della cassa integrazione e dei tagli del personale

(da “NextQuotidiano”)

argomento: denuncia | Commenta »

ALITALIA E IL LIMONCELLO DEL LEGHISTA RINALDI

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

LA COMPAGNIA PERDE OGNI GIORNO UN MILIONE DI EURO DEI CONTRIBUENTI ITALIANI, MA IL LIMONCELLO E’ BUONO

Ieri l’europarlamentare della Lega Antonio Rinaldi ringraziava Alitalia per l’ottimo limoncello che aveva servito a bordo di un volo.
Non sfuggirà  ai più che quel limoncello è attualmente offerto da una compagnia aerea che perde un milione di euro al giorno di soldi pubblici (cioè di soldi nostri) e non si riesce a chiudere il piano di salvataggio.
Oggi infatti è scaduto il termine per la presentazione dell’offerta vincolante di acquisto delle attività  di Alitalia ai commissari della compagnia. Non ci sarà  alcuna offerta perchè manca un accordo tra Fs-Delta e Atlantia.
Spiega Il Sole 24 Ore:
I cda di Atlantia e Delta si riuniscono oggi in contemporanea. Si profila un compromesso in vista della richiesta che il capocordata, Fs, dovrà  presentare ai commissari e al Mise per chiedere una nuova proroga per l’offerta, di almeno due-tre settimane (sarebbe la settima).
Atlantia oggi dovrebbe deliberare l’impegno a partecipare alla costituzione del consorzio con Fs che dovrebbe fare l’offerta se si realizzeranno tre condizioni: un miglioramento della proposta di Delta, sia alzando la quota di capitale rispetto al 10%(che vale ioo milioni), sia nell’accesso di Alitalia alle rotte Nord Americane; un intervento del governo per dare liquidità  ad Alitalia con altro denaro pubblico (si stima 300 milioni); gli ammortizzatori sociali per i 2.000 esuberi previsti.
Con questo «impegno» di Atlantia, comunque non vincolante, le Fs potranno motivare la richiesta di proroga. La senatrice del M5S Giulia Lupo, che nei giorni scorsi ha detto di aver sollecitato la mossa dei tedeschi, ieri ha incontrato Hohmeistere ha detto: «La partnership commerciale proposta da Lufthansa per Alitalia dà  più risultati di quelli che possono dare i milioni di Delta senza alleanza: si creerebbe un network più nuovo e più ampio». E questo aumenta la confusione. Perchè per Fs se i tedeschi non entrano nel capitale non potranno giocare la partita.
Verso la proroga.

(da agenzie)

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E ANCHE OGGI SALVINI NON E’ IN SENATO

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

NONOSTANTE   IN TV AVESSE DETTO IL CONTRARIO, IL LEGHISTA IN SENATO NON SI E’ MAI VISTO

Domenica Matteo Salvini si è un po’ schermito quando Lucia Annunziata durante Mezz’ora in più gli ha chiesto se voterebbe in Parlamento contro la Turchia o preferirebbe restarsene in Umbria a fare campagna elettorale: “A parte il fatto che io domani sono a Roma… sono in Umbria perchè oggi è domenica e quando riapre il Parlamento sono in Senato…”.
Naturalmente Salvini lunedì non era in Senato ma in Umbria, al contrario di quello che ha detto. Basta guardare sulla sua pagina facebook per notare che il primo giorno della settimana il Capitano, piuttosto che stare a Roma, ha preferito passarlo incontrando gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Spoleto. Perchè in Umbria, si sa, si vota a fine mese.
Ma lunedì, c’è da dirlo, non era nemmeno convocata la seduta del Senato. Quindi, come dire, magari Salvini è venuto il giorno dopo a Roma.
Però stamattina era ancora in Umbria perchè nel video in cui si è esibito alla macchina del caffè e che ha postato stamattina su facebook, prima di andarsene dal bar ha ricordato a tutti che a fine mese si vota.
In ogni caso probabilmente Salvini subito dopo è finalmente partito per Roma. Sarà  finalmente andato a seguire i lavori del Senato? Eh, no, cari miei.
Perchè mentre la seduta del Senato è in pieno svolgimento si è appena conclusa (alle 18,30) dopo l’intervento di Elena Cattaneo, Salvini è invece negli studi Rai a registrare il confronto con Matteo Renzi che andrà  in onda stasera a Porta a Porta.
Insomma, nemmeno oggi Salvini ha avuto il tempo di assistere alla seduta in Senato. Il punto politico è però che dall’11 settembre, giorno del voto di fiducia al governo Conte BIs, Salvini non ha mai partecipato ad una votazione in Aula.
Non era assente: era in missione. Esattamente come i tanto vituperati (da lui) senatori Segre e Monti che hanno la medesima percentuale di presenza alle ultime votazioni.
E che invece lui aveva accusato di non essere abbastanza presenti a Palazzo Madama.
Le missioni in questo caso sembrano essere le varie tappe del tour elettorale permanente di Salvini in giro per l’Italia.
Quando in Senato si sono tenute le ultime votazioni (il 25 settembre) lui era in giro per l’Umbria a Tavernelle, Passignano sul Trasimeno e San Feliciano.
In Umbria si vota per le regionali, o meglio votano gli umbri, a palazzo Madama dovrebbe votare lui.

(da “NextQuotidiano”)

argomento: Costume | Commenta »

OCEAN VIKING IN ARRIVO A TARANTO: ASSOCIAZIONI ORGANIZZANO SIT-IN DI BENVENUTO

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

LAMORGESE, SENZA TANTE CHIACCHIERE, STA ORGANIZZANDO RIDISTRIBUZIONE IN EUROPA CON LA COMMISSIONE EUROPEA

L’arrivo della Ocean Viking a Taranto è previsto per domani e gli aderenti ai movimenti e alle associazioni della campagna #ioaccolgo stanno organizzando un sit-in di benvenuto davanti all’ingresso del porto mercantile, per accogliere i 176 migranti soccorsi in acque internazionali dai volontari di SOS Mediterranee e Medici senza Frontiere.
Taranto vuole cosi’ consegnare simbolicamente un messaggio di accoglienza, solidarieta’ e pace ai migranti che arriveranno in citta’. “Crediamo che questo messaggio debba essere piu’ forte di certa campagna d’odio e pregiudizio”.
L’appello alla partecipazione al sit-in e’ stato esteso anche a associazioni, movimenti, istituzioni e sta registrando numerose adesioni
L’Italia nel frattempo si sta coordinando con l’Unione Europea per la redistribuzione dei migranti. A tal fine “sono in corso contatti costruttivi con più Stati membri” ha detto la vice portavoce capo della Commissione Europea Natasha Bertaud, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

(da agenzie)

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ABBRACCIATI IN FONDO AL MARE

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

RECUPERATO IL BARCHINO CON 12 CADAVERI NAUFRAGATO A LAMPEDUSA: TRA LORO UNA MAMMA CON IL FIGLIO NEONATO

C’era anche una mamma abbracciata al suo bambino appena nato tra le persone morte nel naufragio del 7 ottobre a Lampedusa.
I due corpi sono stati trovati insieme a quelli di altre 10 persone. Erano in fondo al mare, a 60 metri di profondità , nel barchino con il quale stavano cercando di arrivare verso la terraferma.
I corpi senza vita erano a poche centinaia di metri dal luogo del naufragio. Sono stati individuati da un robot subacqueo della Guardia Costiera che da giorni perlustrava tutta la zona.
Saranno recuperati nei prossimi giorni, come apprende l’Adnkronos. Sono previsti almeno tre giorni per il recupero.
Secondo Salvatore Vella, il pubblico ministero che sta conducendo le indagini sulla tragedia che ha portato alla morte di 13 donne, altri corpi potrebbero essere ancora in fondo al mare.
Sul barchino viaggiavano, infatti, una cinquantina di persone. “I sommozzatori ci hanno messo non solo la professionalità  ma anche il cuore”, ha affermato il magistrato.
“Oggi è stata trovata dal robot una macchia che era compatibile con il barchino naufragato – racconta ancora il Procuratore aggiunto – a quel punto il robot è stato mandato giù in profondità  ed allora è stato individuata l’imbarcazione. Anche il nome corrisponde”.
Il magistrato è stato colpito soprattutto dall’immagine della mamma abbracciata al figlio piccolissimo. “Domani riprenderemo e ricerche – dice – Il piano è di mandare giù i sommozzatori per portare su un cadavere alla volta. Ci vorranno almeno tre giorni”.

(da agenzie)

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DUELLO SCONTATO TRA RENZI E SALVINI: UN RENZI BRILLANTE FA EMERGERE I LIMITI CHE HA SALVINI QUANDO NON PARLA DA SOLO

Ottobre 15th, 2019 Riccardo Fucile

RENZI: “INVECE DI GOVERNARE STAVI ALLE SAGRE, HAI UNO STOMACO DI AMIANTO”…. SALVINI : “IO HO IL SENSO DELL’ONORE”…LA REPLICA DI RENZI: “MA QUANDO MAI SEI UNA BANDERUOLA”

Appena il tempo di sedersi, di ascoltare i convenevoli di Bruno Vespa nel salotto di Porta a Porta e lo scontro fra Matteo Renzi e Matteo Salvini parte a razzo. “Renzi in maniera geniale si è inventato un governo sotto il fungo per evitare queste elezioni. Ma io sono contento di essere qui stasera perchè ho un’idea di Italia diversa da quella della sinistra”, attacca il leader della Lega.
Pronta la replica di Renzi: “Il colpo di sole da Papeete che ha preso il collega Salvini è evidente. E lo fa rosicare ancora adesso”.
L’ex premier   gli ricorda di aver “fatto una cosa che non ha nè capo nè coda”. Non inquadrato, Salvini sospira. E replica: “Renzi crea partiti, mette lì un ministro e si inventa un partito, non è un rottamatore per caso”.
L’ex ministro dell’Interno la butta sull’ironia: – “Io e Renzi siamo diversi. Non mi Interessa litigare con lui. Lui si inventa un governo dalla sera alla mattina. Dice ‘Bruno stai sereno’. E poi traaac. Fa un governo. Con me, invece, Bruno può star sereno”, scherza.
Tutto è buono per punzecchiarsi. Anche un bicchiere d’acqua: “Ma c’è acqua o altro là  dentro?”, dice il leader leghista. “Parli di alcol a me?”, ribatte Renzi che poi sibila “mojito”. Hanno da disputare anche sulle parole di Vespa che gli ricorda che si erano già  incrociati al gioco tv di Mike Bongiorno. “Io su quel premio in tv pagai le tasse – Lei non so: magari Berlusconi le riservò un trattamento di favore”. replica Renzi alle preoccupazioni di Salvini sulla volontà  del governo di volere tassare anche i premi di chi vince i concorsi in tv. Prologo allo scontro vero sulla manovra finanziaria.
Intanto Renzi cerca di stuzzicare l’avversario: “Stare in spiaggia col figlio è legittimo, ma se sei un ministro non stai in piazza, stai nelle istituzioni. Conosci tutte le sagre del paese, stai sempre a mangiare, hai uno stomaco d’amianto. Allora fai il presidente della Pro loco…”, dice.
L’altro replica: “Io adoro i comuni, le sagre. E’ vero, ma o gli italiani sono cretini, visto che mangio come un bufalo, non vado alle riunioni europee, oppure qualcosa di buono si è fatto, se tu ha il 4% e io il 33%”.
Salvini dice anche: “Renzi è un genio incompreso, ha fatto tutto e gli italiani non se ne sono accorti, ha portato pure la pace nel mondo”. L’ex premier rintuzza: “Ribadisco che quando un avversario politico, non parlo di un nemico, fa una cosa buona, io non lo prendo in giro come fa lui parlando di geni incompresi”.
L’ex premier non gradisce e risponde: “Noi abbiamo Il dovere di mettere in sicurezza il debito pubblico. Lei è 27 anni che fa politica, Salvini. Non ha portato a casa nessun risultato se non tanti spot”.
E si comincia a litigare sulle mancate elezioni politiche. Salvini insiste sul fatto che bisognava votare, Renzi replica che non compito suo sciogliere le Camere e fissare la data del voto. poi Renzi alza il tono: “Salvini mi prende in giro ‘Ti sei fatto il partitino al 4%’. Beh, ci vuole coraggio. Potevo starmene in panciolle e fare il grande manovratore dentro il PD. C’è uno spazio nuovo ed è uno spazio che prende gente che viene da sinistra e gente che viene da destra”.
Vespa sornione li stuzzica, vuole vedere scorrere il sangue. E dice alla coppia che l’unica cosa che li unisce è la voglia matta di fare la festa a Giuseppe Conte. “Non è vero replica” Renzi. “Non porto rancore. – spiega Salvini – Semplicemente quando io dico ‘Mai col Pd’ è mai col Pd. Rimprovero a Conte il fatto che per salvare la poltrona ha fatto l’accordo con chi prima attaccava. Rimprovero a Conte che è passato con nonchalance dai porti aperti ai porti chiusi dalla flat tax sì e alla flat tax no. Io ho un senso dell’onore che evidentemente per qualcun altro vale meno della poltrona”.
Alla parola onore Renzi si accende e sbotta: “Uomo di parola Salvini? lei era per la Padania e poi nazionalista, da comunista a Casapound, contro l’italia nel 2006 quando tifava Francia, e poi i canti contro i napoletani… Salvini, lei è una banderuola, non tiene la parola per più di un minuto”.
E si arriva al tema migranti. Salvini espone un cartello con tutti i numeri degli ultimi sbarchi. Renzi replica “Il governo Conte-Salvini ha messo due miliardi sulle forze dell’ordine. I governi Renzi-Gentiloni ne hanno messi sei”.
E aggiunge: “Mi dice dove sta scritto? Perchè così lei non fa che aumentare le paure dei cittadini. Allora, parliamo di numero e fatti: Salvini racconta cose che sono palesemente false”.
L’ex premier gioca sul terreno favorevole all’avversario. Ma non demorde: “Quello che mi divide profondamente da Salvini – dice – è il tema dell’immigrazione. Ma di cosa parliamo? Se il trend di settembre dovesse continuare, a fine anno avremmo trentamila persone: ma quale problema è in un Paese di 60 milioni di abitanti? Il problema non sono 30 mila persone che arrivano in un anno ma quelle 25 persone che delinquono e che vanno stangate”.
Il confronto si allarga alla Raggi, alle firme che Salvini vuole raccogliere per mandarla a casa. E su questo punto, finalmente i due non litigano. Anche Renzi pensa che la sindaca di Roma debba lasciare la sua poltrona.
Si parla di quota 100. Salvini difende la sua bandiera. L’ex premier spiega la sua contrarietà : “Io sarei per non confermare Quota 100, ma temo che verrà  confermata. Mio zio fa il vigile urbano e vorrebbe andare prima in pensione con Quota 100. Quelli come mio zio portano via 4 miliardi nell’anno appena trascorso, venti miliardi in tre anni e io vorrei che quei soldi fossero dati in busta paga ai lavoratori, alle famiglie e non a mio zio per andare prima in pensione”.
Si va avanti così fino alla fine. Il “lei” iniziale è diventato un “tu”, pieno di accuse e battute. Sulle merendine, sui progetti in Ghana che Salvini attacca e Renzi gli ricorda di averli avviati lui.
L’ex premier sbaglia il nome di una nave. ma rimprovera all’avversario il voto contro gli accordi di Parigi sul clima.
Si azzuffano sul malessere delle periferie. “Lei difende chi mette i dazi, chi crea nuove paure, tra noi e lei ci divide il futuro, non solo il passato”, attacca Renzi. Salvini torna ai migranti e definisce di pessimo gusto l’affermazione del rivale che lo accusa di avere raccolto i migranti morti in mare.
L’ex premier nega che qualche pm indaghi sul famoso aereo che doveva portarlo in giro per il mondo. Scontro innescato da Salvini: “Ancora col Papeete? Andrò a Courmayeur con il volo di Stato anch’io”, dice il leadewr leghista.   “Buono con i voli di Stato che non le conviene – ha replicato il leader di IV – lo dico per lei”.

(da agenzie)

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