Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
“MAMBRO E FIORAVANTI NON SONO I RESPONSABILI, CONTINUARE AD ADDITARLI COME TALI E’ UN TRADIMENTO ALLA MEMORIA DELLE VITTIME”
“La teoria di stragi di Stato nel nostro Paese non si è certo fermata alla stazione di Bologna. Potrebbe essere ‘di Stato’ anche quella di Bologna, nel doppio o alternativo senso di una strage che lo Stato, potendolo fare, non avrebbe impedito avvenisse o di una strage che, una volta avvenuta, lo stato avrebbe coperto da una spessa e impenetrabile coltre di omertà .
La ‘verità processuale’ sulla strage di Bologna si specchia nel ‘segreto di Stato’ che per oltre 40 anni è stato imposto sulla strage di Bologna e sull’occultamento di possibili e più probabili verità alternative, indicibili e inconfessabili per la loro gravità . Non per libera convinzione ma per comune convenzione, non per un fondato giudizio ma per un diffuso pregiudizio, la strage doveva essere ‘fascista’.
Si tratta della stessa convenzione che per decenni ha portato l’arco costituzionale a escludere il Movimento Sociale Italiano dalla vita democratica e a negargli la dignità di forza politica del nostro Paese.
Francesca Mambro e Valerio Fioravanti, che per storia e loro stessa natura ‘fascisti’ non sono mai stati, erano le vittime predestinate di questo luogo comune dominante: stragismo uguale fascismo.
Aggiungo che, non per conoscenza diretta dei fatti e degli atti processuali, ma per conoscenza diretta del vissuto dei loro ultimi 30 anni, ho maturato da tempo il libero convincimento, l’assoluta convinzione della loro innocenza.
Quando sono usciti dopo due decenni di pena espiata, come Nessuno tocchi Caino abbiamo decisi di accoglierli, perchè doppiamente innocenti, non solo diversi dal tempo del delitto, ma anche estranei al più grave dei delitti.
Sono testimone del fatto che Marco Pannella diceva che avrebbe affidato loro l’educazione dei suoi figli. Per loro, militanti ‘fascisti’, era nato un comitato composto per lo più da ‘antifascisti’ militanti che si chiamava ‘E se fossero innocenti?’.
Dopo vent’anni, non credo vi sia un solo promotore di quel comitato ‘di sinistra’, un solo rappresentante delle istituzioni di questo Paese che, in scienza o coscienza, non abbia superato la cautela del dubitativo e dell’interrogativo posti all’origine e alla fine del nome di quel comitato.
Le vittime della strage di Bologna vanno onorate innanzitutto del dovere più sacro che va reso loro, quello della ricerca della verità .
Continuare a dare in pasto all’opinione pubblica colpevoli per convenzione, di comodo o di copertura, sarebbe la violazione più grave dei loro diritti, un alto tradimento della loro memoria.”
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
“COLORO CHE VOLEVANO TRASFORMARE L’INAUGURAZIONE DI UN PONTE NATO DA UNA TRAGEDIA IN UNA FESTA DI CARNEVALE DOVRANNO FARE PACE CON I NOSTRI MORTI”
Non sarà il grande giorno dal varo del nuovo ponte “Genova San Giorgio”, lunedì, per i familiari delle
vittime del crollo del Morandi.
Mentre una città intera aspetterà l’atto finale della ricostruzione del viadotto della tragedia, dopo due anni di dolore e disagi, “noi non ci possiamo sentire parte dell’attesa, nè vogliamo parteciparci”, spiega Egle Possetti, portavoce del comitato che riunisce i parenti delle vittime.
“Passeremo la giornata in viaggio perchè il Presidente della Repubblica Mattarella ha chiesto di incontrarci, un’attenzione per noi davvero importante, e ci riceverà in città prima dell’inaugurazione. Ma lì ci fermeremo”
Queste ore di vigilia “per noi sono angoscianti e faticosissime, emotivamente e non solo” — continua Possetti, che nel disastro dell’agosto 2018 ha perso la sorella, il cognato, i due nipoti.
Ieri sera, venerdì, una rappresentanza dei familiari ha partecipato al concerto organizzato dal Teatro Carlo Felice ai loro cari: “abbiamo ascoltato il brano che ha dedicato loro Ennio Morricone ed è stato molto bello”.
Possetti, dopo la decisione di non presenziare all’inaugurazione, e le tante polemiche di questi mesi, state facendo “pace” con il clima di questi giorni?
“Noi non dovevamo fare pace con nessuno, erano quelli che hanno pensato di trasformare l’inaugurazione di un ponte nato da una tragedia in una festa di carnevale, che dovevano fare pace con i nostri morti. Dal programma che vedo sarà una cerimonia più sobria, e siamo contenti che i nostri cari siano ricordati a margine di un momento del genere. Non ci sentiremo mai parte di quel ponte, nato sulle ceneri di un dramma, personalmente non ci metterò mai piede, nè ci interessa l’inaugurazione e spero vivamente che una volta in funzione tutta questa attenzione mediatica finisca. Ma almeno i nostri cari saranno ricordati in modo attento e rispettoso. La cosa più importante”.
Nei giorni tesi delle polemiche, quando le istituzioni hanno deciso comunque di festeggiare con concerti e Frecce tricolori il varo della nuova infrastruttura, avevate chiesto espressamente non venissero nominati i vostri familiari. Ora avete cambiato idea, perchè?
“Quando si è prospettata la possibilità di una inaugurazione in diretta tv con presentatori e cantanti, abbiamo chiesto al sindaco e commissario straordinario Marco Bucci, con il quale siamo in costante contatto, di non leggere durante l’inaugurazione i nomi dei nostri cari. Ora sembra che la cerimonia sia diventata più sobria, più giusta, e saremo contenti se verranno pronunciati i loro nomi. Ma il loro ricordo, il vero momento della memoria, per noi troverà spazio solo il 14 agosto, nel secondo anniversario della loro morte, tra gli alberi del memoriale temporaneo che è stato allestito sotto al nuovo ponte. Solo lì potranno avere il giusto rispetto che meritano”
Come voi, in tanti hanno rinunciato a presenziare al taglio del nastro, dal comitato degli sfollati ai Vigili del Fuoco. Che ieri hanno fatto sapere non saranno tra gli invitati di lunedì.
“Queste notizie ci fanno commuovere, non finiremo di ringraziarli. Queste dimostrazione di vicinanza per noi sono determinanti, ci fanno coraggio, ci danno forza nella nostra ricerca della verità . Una battaglia di civiltà , non solo una battaglia dei parenti di chi ha perso la vita nel crollo”.
Cosa direte, al Presidente Mattarella? Ha chiesto espressamente di incontrarvi prima della riapertura del nuovo viadotto.
“Ci dirà alcune cose lui, abbiamo tante cose da dirgli noi. Rimarrà tutto tra noi, però, non voglio anticipare quello che gli chiederemo. Di sicuro gli faremo presente alcune nostre sensibilità , e faremo qualche richiesta per il futuro”.
(da “La Repubblica”)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
HA CONVOCATO L’AMBASCIATORE TUNISINO MA NON SIA MAI CHE L’ABBIA FATTO CON QUELLO EGIZIANO… MENTRE LAMORGESE OTTENEVA UN AUMENTO DEI RIMPATRI E TRATTAVA CON TUNISI, DI MAIO USA I CONTRIBUTI DOVUTI PER LA COOPERAZIONE COME ARMA DI RICATTO
Il sempre più improbabile ministro degli Esteri, probabilmente infastidito dall’attivismo “mediterraneo” della sua collega ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha deciso di tornare alla ribalta mediatica, annunciando lo stop ai fondi per la cooperazione allo sviluppo fino a quando la Tunisia non dimostrerà una maggiore collaborazione nel contrasto alle partenze dalle sue coste.
Non contento della sparata, giovedì ha convocato alla Fernesina l’ambasciatore tunisino chiedendo maggiori controlli sulle coste del Paese nordafricano e una rapida ripresa dei rimpatri.
Convocare un ambasciatore è, sul piano diplomatico, un atto importante, grave. Che il ministro Di Maio si è guardato bene dal fare nei riguardi dell’ambasciatore egiziano dopo l’ennesima presa in giro sul caso Regeni o per esprimere la riprovazione italiana per il trattamento inflitto dalle autorità egiziane a Patrick Zaki.
Ma si sa, Giggino è forte con i deboli e debole con i forti.
E’ usare i soldi della cooperazione come arma di ricatto: se fai il bravo te li diamo, altrimenti ti arrangi. E fare il bravo, per il titolare della Farnesina, significa garantire l’esternalizzazione delle frontiere, non importa se questo significa ricacciare indietro decine di migliaia di disperati, intercettati in mare, e ricacciarli nei lager libici.
E’ questo che il ministro di Maio vorrebbe dalla Tunisia? Fare come in Libia? Prendere a modello la cosiddetta Guardia costiera libica, una vera e propria fucina di crimini?
Cosa ha da dire in proposito il presidente del Consiglio, e soprattutto, cosa aspettano i leader, o presunti tali, delle forze progressiste e di sinistra, che del Conte II fanno parte? Una cosa è certa: l’ultima uscita di Di Maio conferma che sul Mediterraneo e la securizzazione della questione migranti, il Conte II è la fotocopia in peggio del Conte I.
(da Globalist)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
“GRAZIE A VOI ABBIAMO BUTTATO MESI NEL CESSO, MERITATE L’ESTINZIONE”
“Stamani mentre mi stavo infilando per l’ennesima volta questo bello scafandro ho pensato a quanti mesi
abbiamo tirato nel cesso. E ho pensato a tutti quegli imbecilli che continuano a dire che tanto il virus è finito. Col cavolo che è finito”.
Comincia così il lungo sfogo di una infermiera dell’ospedale San Luca di Lucca in un post su Facebook, con tanto di foto, che è poi stato rimosso perchè, come si legge sul Tirreno, l’azienda sanitaria non avrebbe gradito questa esternazione.
L’infermiera aveva anche scritto: “Voi andate pure al mare, che io mi diverto a sudare dentro a questo ‘coso’ di plastica. Avete fatto bene a riaprire le discoteche, era di primaria necessità . E fate bene ad andare in giro senza mascherina, fate proprio bene. Meritate l’estinzione”. E ancora: “Mi raccomando ora ricominciate con quella buffonata degli eroi. L’unica medaglia che ci meritiamo è quella per non aver ancora commesso una strage nei confronti dei cretini che popolano questa Terra. Riflettete”.
(da Fanpage)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
“LA CURVA SI STA RIALZANDO”
Ogni giorno, i medici che fino a poche settimane fa erano considerati eroi devono combattere con l’ondata di negazionisti, complottisti e imbecilli vari che stanno mettendo in serio pericolo la salute del Paese.
Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza per l’emergenza Covid, ha dichiarato in un’intervista a Repubblica: “Siamo ancora nella pandemia. Si parla di fase 2, di post Covid, ma in realtà siamo fermi alla 1. Qualcuno non ha capito che abbiamo ottenuto l’appiattimento della curva ma non l’abbiamo ad azzerata. Se allentiamo la guardia, appunto smettendo di usare la mascherina quando serve, rischiamo di tornare indietro”.
I negazionisti, afferma Ricciardi, “danneggiano solo quando la politica li prende in considerazione. Se li ignora non ci sono problemi, se fa come Bolsonaro o Trump si osservano subito le conseguenze negative. Decidere credendo che il virus non c’è, che è nato in laboratorio, che si sconfigge con l’idrossiclorochina e sbagliare certe decisioni ha causato migliaia di morti. Quando, come dice Mattarella, la politica si allea con la scienza e ignora le notizie false salva le vite. E salva l’economia. Anche in quel campo i problemi maggiori li ha avuti chi ha ignorato la verità scientifica”.
Quanto alla scuola “va riaperta seguendo una programmazione ferrea – sottolinea Ricciardi – Anche qui bisogna essere scientificamente rigorosi e organizzativamente forti. Guardiamo i protocolli cinesi, sul distanziamento fisico, l’igiene, il comportamento individuale, che hanno funzionato. Chi non ha fatto così, come Israele e Francia, ha avuto problemi. La scuola può essere il fulcro della vita civile e dello sviluppo ma se non è ben gestita diventa il fulcro della diffusione del virus”.
(da agenzie)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
IL 77% E’ PREOCCUPATO, IN FRANCIA 88%, IN SPAGNA 96%
Una ricerca dell’agenzia di marketing e public relations Burson, Cohn & Wolfe (Bwc) condotta nel mese di
luglio su 4 paesi di europei (Italia, Francia, Spagna e Germania) ha evidenziato come gli italiani siano, in Europa, quelli che meno si preoccupano del ritorno del virus a settembre, la cosiddetta ‘seconda ondata’: il che, secondo l’agenzia, è un dato positivo perchè la mentalità degli italiani sarebbe libera dalla paura e pronta a ricominciare.
L’Italia è l’unico mercato in cui più si afferma che la priorità è riaprire l’economia (52%) piuttosto che prevenire la diffusione del Coronavirus (48%), contro una media europea del 63% di intervistati ancora timorosi (con il 73% della Spagna).
Anche per quanto riguarda la seconda ondata del virus gli italiani sono preoccupati (77%) ma in misura minore di Francia (88%) e Spagna (96%).
In particolare, l’Italia è il Paese europeo che vede meno degli altri il rischio nel ritorno al lavoro (16%) e dell’apertura di esercizi commerciali non essenziali (15%) ma anche del settore dell’ospitalità (ristoranti, bar, hotel – 34%).
Il 28% degli intervistati in Italia si aspetta di rientrare regolarmente a lavoro a settembre (Spagna e Francia addirittura dal mese di agosto).
Ben il 75% si sente assolutamente tranquillo di tornare al lavoro anche domani. Il 48%, però, ha il timore di portare a casa il virus e il 29% non si fida che i propri colleghi seguano le necessarie attenzioni.
Il 58% ritiene, comunque, che il proprio datore di lavoro abbia preso tutte le necessarie precauzioni (leggermente sotto la media europea del 62%).
“Abbiamo voluto sondare – afferma Elena Silva, co-market leader di Bcw Burson Cohn & Wolfe Italia – la percezione in alcuni Paesi europei per capire meglio la propensione e i timori dei lavoratori nei confronti del rientro alla normalità nei posti di lavoro in seno all’emergenza sanitaria Covid-19. Nonostante un comprensibile grado di preoccupazione, gli italiani si mostrano pronti a dare il proprio apporto alla ripresa economica in tempi brevissimi”.
(da agenzie)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
LA POLIZIA HA BLOCCATO LA MANIFESTAZIONE APPOGGIATA DA GRUPPI NEONAZISTI… GRAZIE A QUESTI CRIMINALI IN GERMANIA I NUOVI CONTAGIATI SONO TORNATI A LIVELLO DI MILLE AL GIORNO
Migliaia di persone, senza mascherina e non a distanza di sicurezza, si sono radunate a Berlino, sul viale di Unter den Linden, per manifestare contro le misure di contenimento del coronavirus per il sedicente “giorno della libertà ”.
Secondo i media locali, sarebbero state circa in 15mila a contestare le misure prese dal governo. Una manifestazione molto partecipata, anche se interrotta dalla polizia, a causa del mancato rispetto delle regole che stavano contestando.
Anche la Germania, quindi, ha i suoi gilet arancioni. Rispetto alle manifestazioni italiane, però, c’è stata molta più partecipazione, ma anche più contestazione.
Infatti, a Berlino ci sono state alcune contro-manifestazioni
Così come nella manifestazione italiana, le forze dell’ordine hanno presentato una denuncia penale contro gli organizzatori dell’evento, cioè il gruppo “Iniziative Querdenken” – iniziativa pensiero trasversale -, fiancheggiati, secondo la Build, da gruppi neonazisti, che hanno invitato alla partecipazione.
Per i manifestanti, le misure di lockdown sono una insopportabile violazione dei diritti umani. I cori più diffusi sono stati “Corona, falso allarme”; “siamo costretti a indossare una museruola” e ”è la pandemia la più grande teoria cospirazionista”. “Via queste leggi che ci sono state imposte, via le mascherine che ci rendono schiavi”, ha detto una dimostrante alla Bbc.
Nelle ultime 24 ore la Germania ha registrato 955 nuovi casi di coronavirus, per un totale di 209.653 persone contagiate dall’inizio della pandemia. I decessi hanno raggiunto quota 9.148 dall’inizio dell’emergenza.
I politici tedeschi hanno lanciato dure critiche contro l’evento: “A migliaia festeggiano la ‘seconda ondata’, senza mascherina, senza distanza. Mettono in pericolo i nostri successi contro la pandemia e per la ripresa economica. Irresponsabile!”, ha scritto su Twitter Saskia Esken, leader dell’Spd.
Dello stesso tenore il commento di Jan Redmann della Cdu: “A Berlino si torna a manifestare contro le misure di contenimento mentre registriamo 1000 nuove infezioni al giorno. Questa pericolosa stupidaggine non ce la possiamo più permettere”.
(da agenzie)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
LA SINDACA: “COSA SIAMO DIVENTATI?”…. TE LO DICIAMO NOI: UN PAESE DI MERDA
Una donna si è cosparsa di liquido incendiario e si è data fuoco prima delle 13 in un campo vicino a un
ristorante a Crema. Un passante, che era in auto con la moglie, è sceso dalla macchina e ha cercato di spegnere le fiamme con un asciugamano, aiutato in seguito da un uomo arrivato con un estintore. Nel frattempo – ha poi raccontato il soccorritore – altre persone con il telefonino in mano sono rimaste nel parcheggio del ristorante. Per la donna non c’è stato nulla da fare.
È stato il sindaco Stefania Bonaldi a pubblicare su Facebook il racconto dell’uomo, commentando che “se gli spettatori di questa tragedia hanno avuto la freddezza di prendere il telefonino ed immortalare la scena, anzichè correre in aiuto o chiamare i soccorsi, allora dobbiamo farci delle domande. Serie e molto, molto urgenti. Cosa siamo diventati?”.
“Una donna si è data fuoco e mentre passavo con mia moglie sono sceso subito dall’auto e ho cercato di spegnere quello che potevo con un asciugamano da palestra”. ha dichiarato l’uomo che l’ha salvata, che ha scritto alla sindaca. “La signora bruciava nel campo di fronte e io ero l’unico che cercava di fare qualcosa. In compenso una ventina di persone con il telefonino riprendevano la scena. Dopo minuti e minuti si è avvicinato uno con un estintore che non sapeva cosa fare. Ho spento tutto con l’estintore”.
L’uomo ha manifestato la sua perplessità verso i passanti: “Ma la gente con il telefonino dal parcheggio mi ha lasciato di sasso. Si parla di un essere umano, ma quelle persone con il telefonino cosa facevano, riprendendo? Se fossi passato un paio di minuti prima, forse l’avrei salvata. Scrivo a lei perchè è il primo cittadino di Crema e questo evento è successo nella sua, Nostra, città . So che lei non può far nulla, ma ho pensato a lei come primo cittadino per avvisarla per prima. Ho scritto a lei perchè magari alcuni messaggi arrivano più forti dalla sua carica… Mi è spiaciuto che nessuno abbia avuto l’idea di intervenire prima”.
(da agenzie)
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Agosto 1st, 2020 Riccardo Fucile
UN QUINTO NE HA PURE APPROFITTATO PER RUBARGLI IL BORSELLO… SOGGETTI INDEGNI DI STARE AL MONDO
Arrestate quattro persone per l’aggressione del carabiniere ferito la scorsa notte a Castellammare. Sono tre maggiorenni e un 17enne. Arrestato anche un quinto uomo che ha rubato il borsello al militare mentre era a terra ferito. Il militare fuori dal servizio è stato ferito alla testa mentre cercava di separare alcuni ragazzi che stavano litigando in piazza Umberto, a due passi dalla Cassa Armonica.
L’appuntato 37enne, effettivo alla stazione di Gragnano, stava passeggiando con la moglie e alcuni familiari quando è intervenuto per sedare la lite che stava degenerando in rissa, nata dopo un incidente tra due scooter. Il militare è stato improvvisamente aggredito da alcuni dei giovani coinvolti nella rissa, che lo ho hanno investito con lo scooter e colpito ripetutamente con calci, pugni, con un casco e una sedia. Uno dei suoi familiari è riuscito a far allontanare i giovani, che sono scappati facendo perdere le loro tracce.
Colpito gravemente alla testa, il 37enne ha perso conoscenza e le ferite hanno provocato una seria emorragia. E’ stato soccorso dai tanti testimoni presenti alla scena, mentre gli aggressori sono fuggiti. Trasportato d’urgenza all’ospedale San Leonardo, è stato giudicato guaribile in 25 giorni. Il traffico è rimasto paralizzato e ne sono conseguite difficoltà anche per far arrivare l’ambulanza sul luogo dei soccorsi. Il 118 ha impiegato 23 minuti.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno individuato e arrestato 4 persone, arrestato anche un uomo che ha rubato il borsello al militare mentre era riverso in strada.
Nel pomeriggio, a Castellammare, I Carabinieri della locale Compagnia e del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno tratto in arresto 3 uomini di 27, 22 e 19 anni ( di cui 2 pregiudicati) e un diciassettenne.
In particolare, grazie all’analisi dei sistemi di videosorveglianza e alle ricostruzioni testimoniali, è stata individuata una parte del gruppo di aggressori, che, irritati dall’intervento del militare, lo hanno colpito sino a lasciarlo a terra privo di coscienza.
Le indagini proseguono per individuare ulteriori complici nell’aggressione, i Carabinieri hanno documentato, inoltre, il furto del borsello del militare, che, mentre lo stesso, riverso in strada, era in attesa delle cure, è stato sottratto da un 42enne pregiudicato, estraneo alle precedenti colluttazioni: riconosciuto e sottoposto a perquisizione, è stato trovato in possesso degli effetti personali del militare e conseguentemente arrestato.
(da agenzie)
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