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MUORE A 22 ANNI IN OSPEDALE A LIPARI, FAMILIARI E AMICI OCCUPANO L’OSPEDALE SICILIANO: “ORA MUSUMECI CI DICA QUALE SONO LE CONDIZIONI DI SICUREZZA DI QUESTA STRUTTURA”

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

“O SISTEMANO L’OSPEDALE O LO SMONTIAMO NOI”… MA LA REGIONE SICILIA DEVE PENSARE A CACCIARE I MIGRANTI, COSI’ NASCONDE LO SFASCIO DELLA SANITA’

Con mascherine e nel pieno rispetto del distanziamento, un gruppo di persone guidate dal fidanzato della ragazza, e dal cognato, hanno occupato l’ospedale di Lipari per sapere di più sulle condizioni della struttura dove è morta Lorenza Famularo, una ragazza di 22enne scomparsa nella notte tra il 22 e il 23 agosto in circostanze ancora da chiarire.
«Non ci sono accuse rivolte in prima persona a nessuno, vogliamo capire quali sono i requisiti di sicurezza di questo ospedale», dichiara un ex dipendente dell’Ulss a una rete locale, TeleSpazio Messina. «
Vogliamo sapere che tipo di organizzazione c’è e se questo è un ospedale di area disagiata in che modo si è pensato di organizzarlo. Ce lo devono dare i vertici della sanità  provinciale e regionale».
Le persone riunite nella hall d’ingresso della struttura chiedono in particolare risposte al presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alla salute Ruggero Razza, a Lipari. «O sistemano l’ospedale o lo smontiamo noi», hanno detto i familiari e amici della 22enne.
Lorenza Famularo è morta dopo sei giorni da quando aveva avvertito i primi dolori alla testa, al braccio sinistro e all’addome ed essere passata dal pronto soccorso alla Guardia medica dell’isola delle Eolie.
Ma non si conoscono ancora le cause del decesso. Il tampone Covid post-mortem è risultato negativo. I genitori hanno presentato una denuncia ai carabinieri e subito è scattata l’inchiesta della procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Anche l’Azienda sanitaria provinciale di Messina ha inviato un’indagine e sospeso un infermiere dell’ospedale.

(da Open)

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IL TAR DA’ RAGIONE AL GOVERNO E SOSPENDE L’ORDINANZA PATACCA DI MUSUMECI: “VA OLTRE I POTERI DELLA REGIONE”

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

NON SOLO: “NON ESISTE ALCUN AGGRAVAMENTO DEL RISCHIO SANITARIO IN CONSEGUENZA DEL FENOMENO MIGRATORIO E NON PUO’ CHIUDERE I PORTI”… UN POLITICO CON UN MINIMO DI DIGNITA’ STASERA AVREBBE GIA’ RASSEGNATO LE DIMISSIONI

Il Tar di Palermo accoglie   la richiesta di sospensione dell’ordinanza del governatore siciliano Nello Musumeci in tema di immigrazione.
Richiesta del governo Conte che ha fatto ricorso contro l’atto firmato dal governatore siciliano che prevedeva la chiusura immediata degli hotspot e dei porti dell’Isola per un presunto rischio sanitario legato all’emergenza Covid e alla presenza dei migranti.   Il Tar entra subito nel merito, anche nella sospensiva, bocciando   l’ordinanza del presidente della Regione nelle sue fondamenta.
Scrive il Tar nel decreto di sospensione: “Le misure adottate con l’impugnato provvedimento sembrano esorbitare dall’ambito dei poteri attribuiti alle regioni, laddove, sebbene disposte con la dichiarata finalità  di tutela della salute in conseguenza del dilagare dell’epidemia da Covid-19 sul territorio regionale, involvono e impattano in modo decisivo sull’organizzazione e la gestione del fenomeno migratorio nel territorio italiano, che rientra pacificamente nell’ambito della competenza esclusiva dello Stato ai sensi dell’art. 117, co. 2, lett. b), della Cost, e, peraltro, sono certamente idonee a produrre effetti rilevanti anche nelle altre regioni e, quindi, sull’intero territorio nazionale, nel quale dovrebbero essere trasferiti, nell’arco delle 48 ore decorrenti dalla pubblicazione dell’ordinanza, i migranti allo stato ospitati negli hotspot e nei centri di accoglienza insistenti sul territorio regionale, Inoltre la disposta chiusura dei porti all’accesso dei natanti di qualsiasi natura trasportanti migranti sembra esorbitare parimenti dalla competenza regionale”.
La presidente del Tar Sicilia Maria Cristina Quiligotti, che firma il decreto di sospensione,   interviene anche sulla chiusura dei porti ai migranti disposta da Musumeci con il suo atto: “La disposta chiusura dei porti all’accesso dei natanti di qualsiasi natura trasportanti migranti sembra esorbitare parimenti dalla competenza regionale”.
Secondo il Tar Musumeci nella sua ordinanza non dà  alcuna sostanza alla presunta emergenza sanitaria: “In definitiva, l’esistenza di un concreto aggravamento del rischio sanitario legato alla diffusione del Covid-19 tra la popolazione locale, quale conseguenza del fenomeno migratorio, che, con il provvedimento impugnato, tra l’altro, si intende regolare, appare meramente enunciata, senza che risulti essere sorretta da un’adeguata e rigorosa istruttoria, emergente dalla motivazione del provvedimento stesso e altrettanto sembra potersi affermare anche in relazione alla diffusione del contagio all’interno delle strutture interessate; considerato che, pertanto, per le valutazioni tutte sopra esposte, sussistono i presupposti per l’adozione del richiesto decreto cautelare monocratico con conseguente sospensione dell’esecutività  degli effetti dell’impugnato provvedimento fino alla prossima udienza del 17.9.2020, che si fissa fin da ora, ai fini della trattazione collegiale della predetta istanza cautelare”.

(da agenzie)

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L’UOMO DEI SELFIE SENZA BUSSOLA, ORMAI VIVE AI MARGINI DEL DIBATTITO POLITICO

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

TRA UNA POLEMICA CON   MASTELLA E UN’IMPROBABILE SFIDUCIA ALLA AZZOLINA, CON IL SOVRANISMO IN CRISI IN EUROPA E IL DISCO ROTTO DEI SUOI COMIZI

Nelle ultime ore il leader della Lega Matteo Salvini si è messo in evidenza per due polemiche a distanza, che vale la pena di analizzare.
La prima è con il ministro dell’Istruzione Azzolina, che Salvini vuole allontanare dall’incarico attraverso una mozione di sfiducia da sottoporre al voto del Parlamento. La seconda è con il sindaco di Benevento Clemente Mastella, a seguito di una manifestazione svoltasi in quella città  con il leader della Lega presente in piazza senza mascherina.
Ne parliamo perchè le due situazioni (diversissime tra loro e per nulla collegate), sono però assai rappresentative della condizione “politica” in cui il “Capitano” si ritrova da qualche mese a questa parte, diciamo dall’autunno dello scorso anno.
Cominciamo dalla mozione di sfiducia alla Azzolina, che otterrà  (come da tradizione) un solo risultato tangibile, cioè compattare la maggioranza di governo non fosse altro per il fatto che Conte, Di Maio, Zingaretti e Renzi si stanno certamente attrezzando per un rimpasto, ma non sono certo disponibili a farselo dettare da Salvini.
Quanto a Mastella (vecchio lupo di mare della politica, navigatore esperto ed inaffondabile) è ben evidente che a guadagnarci nella polemica è proprio il sindaco di Benevento, che se ne può fregiare con orgoglio.
Salvini cioè sembra alla ricerca di uno spazio, di un ruolo, di una missione per sè e per il suo partito, obiettivo che sembra improvvisamente diventato difficile.
Salvini non è più al governo (e non va dimenticato che proprio da ministro ottiene per la Lega lo spettacolare successo delle Europee, portando il suo movimento politico allo stratosferico risultato del 34%, un po’ come Renzi che arrivò da premier al 41% nel 2014), Conte ha rafforzato il suo ruolo politico in modo marcato, la pandemia ha tolto ossigeno ai temi cari alla Lega (immigrazione in testa) generando un certo clima di fiducia verso il governo che ha caratterizzato gli ultimi mesi e, infine, con la vittoria di Bonaccini in Emilia Romagna si è spezzato il mito dell’invincibilità  del Capitano
A tutto ciò va aggiunto un rilevantissimo aspetto di carattere internazionale, con l’arretramento   un po’ in tutta Europa delle istanze sovraniste, di cui l’elezione di Ursula von der Leyen alla guida UE è pietra miliare (nonchè prima concreta convergenza tra M5S e PD).
Ecco allora la condizione di Salvini di oggi, un po’ personaggio in cerca d’autore.
Adesso però sembra navigare senza bussola, come mostrano anche le sue foto su Instagram: un po’ troppo piene di riferimenti gastronomici e poco inclini ai contenuti politici.
destra peraltro stanno succedendo cose di non poco conto, compreso l’emergere assai “tonico” della figura di Giorgia Meloni, che potrebbe risultare anche il principale beneficiario del voto regionale di fine settembre (soprattutto in caso di vittoria di Raffaele Fitto in Puglia).
Insomma è un Salvini obbligato a cercare di reinventarsi quello che si appresta alla campagna d’autunno. Lo spazio c’è, ma non possiamo più dire con certezza che sarà  il Capitano a beneficiarne

(da “Huffingtonpost”)

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IL DIRETTORE DELL’OSPEDALE RUGGI DI SALERNO SPIEGA A SALVINI PERCHE’ NON L’HA FATTO ENTRARE NELLA STRUTTURA: “GLI OSPEDALI SONO LUOGHI DI SOFFERENZA NON DI SELFIE E DI DEMAGOGIA”

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

“QUA VIGONO REGOLE SANITARIE A TUTELA DEI DEGENTI E DEL PERSONALE, NEMMENO I PARENTI POSSONO ENTRARE, SALVINI IMPARI AD AVERE RISPETTO DEGLI ALTRI”

Il direttore della struttura sanitaria ha voluto precisare per quale motivo al leader della Lega era stato negato l’accesso nella giornata di ieri, quando era in tour elettorale nella città  campana e aveva pensato di fare un passaggio proprio all’interno della struttura sanitaria.
Per Salvini, impedirgli l’accesso — era questa la versione riportata sulla sua pagina Facebook — era un modo per evitare l’ispezione dell’ex ministro dell’Interno e attuale senatore del Carroccio: «Milioni di euro di soldi pubblici buttati dal signor De Luca in un ospedale Covid mai inaugurato, una vergogna — aveva detto Salvini -. La direzione generale ha ritenuto di impedirci di accedere e documentare».
Tuttavia, il direttore generale dell’ospedale ha spiegato perchè è stato impedito l’accesso di Salvini al Ruggi.
Semplicemente, le motivazioni erano di carattere sanitario: in un periodo così delicato, con la pandemia in corso e una crescita dei contagi, non sarebbe stato affatto prudente far entrare un gruppo di persone esterne alla struttura all’interno dell’ospedale.
Vincenzo D’Amato ha diramato una nota in cui ha spiegato le sue ragioni al senatore della Lega: «Le norme di sicurezza e prevenzione legate all’emergenza Covid non consentivano e non consentono l’ingresso in ospedale di persone estranee, a tutela della sicurezza dei pazienti e dell’intero personale — scrive il direttore -. Nemmeno i familiari dei degenti, anche in casi di particolare gravità , possono accedere. È stato un atto non rispettoso delle regole, inopportuno in relazione anche all’attuale fase emergenziale e quanto determinatosi sarà  oggetto di approfondimento».
Infine la stoccata politica al leader della Lega: «Gli ospedali sono luogo di sofferenza e non di demagogia, in ogni Paese civile».

(da agenzie)

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CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA PER VIOLENZA SESSUALE MA PER L’ASSESSORE LEGHISTA PUO’ RIMANERE A CAPO DEI TRASPORTI DELLA BASILICATA

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

NELLA STESSA STRUTTURA LAVORA PURE LA VITTIMA, MA PER LA LEGHISTA NON E’ IL CASO DI FARE “UNA CACCIA ALLE STREGHE”… E POI SI SPACCIANO PER CHI DIFENDE LE DONNE VIOLENTATE

Una condanna in via definitiva a 2 anni e 6 mesi per violenza sessuale su una propria dipendente e, poi, anni dopo, la conferma al ruolo di presidente di un Consorzio di aziende, tra cui la stessa per la quale ancora oggi lavora la vittima di abusi, nonostante le polemiche e nonostante la richiesta di dimissioni arrivata da più parti, sindacati e esponenti politici.
È bufera attorno alla figura di Giulio Ferrara, ex direttore della Sita, azienda di trasporti con diverse sedi, tra cui una lucana, rieletto, tra le polemiche, presidente del Cotrab, il consorzio delle aziende di trasporti della Basilicata.
La vicenda è complessa, e, nella Regione, va avanti da anni. Ma è con l’ultimo voto, che lo conferma in carica, messo a verbale il 20 agosto, che si sono riaccese le proteste: online è stata lanciata una petizione per destituire Ferrara, arrivata in meno di 24 ore a oltre 15mila firme, e anche i senatori del Movimento 5 stelle, che già  con il loro consigliere Lucano, Gianni Leggieri, avevano paventato il rischio di una riconferma al vertice, hanno annunciato battaglia, promettendo un’interrogazione parlamentare.
Intanto dalla Regione i fronti sono divisi: da una parte il Comitato per le pari opportunità  ha preso le distanze dalla nomina, definendo la rielezione un “segnale preoccupante“, mentre l’assessora leghista ai trasporti, Donatella Merra, con un comunicato ha fatto sapere di essere “l’ultima a dover intervenire sulla questione”, di non poter quindi “abbandonarsi a una semplice ‘caccia alle streghe’” nè “avallare posizioni”
La vicenda
Ma andiamo con ordine. Gli abusi denunciati dalla donna risalgono all’ottobre 2009, e sono avvenuti all’interno della Sita, all’epoca di proprietà  di Ferrovie dello Stato, e quindi Statale, di cui Ferrara era capo indiscusso in Basilicata. Secondo la ricostruzione, confermata da tre sentenze, di primo e secondo grado e della Cassazione, fatta grazie al racconto di lei e alle testimonianze di alcuni colleghi, l’allora direttore ha invitato la vittima nel suo ufficio per poi, mentre era vicino alla scrivania per vedere delle carte, afferrarla dai fianchi, facendola sedere con forza sopra le proprie gambe, e toccarla nelle parti intime. Tre, appunto, le sentenze che hanno confermato la colpevolezza di Ferrara, che ha compiuto la violenza “abusando di relazioni di ufficio e di autorità ”, visto che la vittima era una sua “sottoposta”: la prima del 2016, con una condanna per l’ex direttore a 2 anni e sei mesi, di fronte a una richiesta del Pm di 9 anni e tre mesi, la seconda, l’appello, del 2018, e poi l’ultima, quella della Cassazione, risalente all’ottobre del 2019.
Gli appelli inascoltati e la riconferma
Dalla sentenza definitiva, sono stati diversi gli appelli, in particolare di sindacati e Movimento 5 stelle: in tutti si chiedevano le dimissioni di Ferrara che, cessato il suo ruolo all’interno della Sita, restava però al vertice del Cotrab.
“Si impone una nuova riflessione di quanto accaduto — diceva il consigliere regionale Leggieri (M5s) all’indomani della decisione della Cassazione — Ho già  chiesto le dimissioni di Ferrara e insisto”.
Della stessa opinione l’Usb, il sindacato di base, della Basilicata, che, a distanza di qualche mese dalla sentenza, si meravigliava dell’assenza di presa di posizione del consorzio, invitando a “disporre l’immediato allontanamento” di Ferrara, e considerando i tempi lunghi “un’ulteriore violenza a danno della vittima e più in generale di tutte le donne e uomini, di tutte le lavoratrici e lavoratori”.
Ma è dal 20 agosto, quando Ferrara, decaduto il mandato, viene rieletto come presidente del Consorzio delle aziende di trasporti, che il caso diventa nazionale, sia grazie al nuovo impegno del consigliere pentastellato, che grazie a una petizione lanciata in rete dal collettivo
Dalla stessa parte martedì, raggiungendo in 24 ore oltre 15mila firme, che chiede alle ministre Elena Bonetti e Paola De Micheli, e all’assessore regionale ai trasporti Donatella Merra, la destituzione del presidente. “Mi dicono che molte aziende non si sono presentate alla votazione — spiega Leggieri al Fatto.it — Ma questa è comunque una situazione che ha dell’incredibile”.
Le opinioni e la nota dell’assessore ai trasporti
Nelle ultime ore in molti hanno preso posizione sull’accaduto. A partire dalla Commissione regionale Pari opportunità  che ha sottolineato come “non sia stata in alcun modo presa in considerazione la posizione della vittima, e la sua protezione”.
“La rielezione — scrive la Commissione — costituisce un segnale preoccupante che non puà  essere certamente letto come una disattenzione”, per questo, “chiediamo l’immediata destituzione del Presidente del Cotrab e che la Sita si attenga al proprio codice etico”.
E anche Valeria Valente, la presidente dem della Commissione di inchiesta sul femminicidio e la violenza di genere, ha condannato la rielezione, sottolineando che “se esiste un vuoto normativo che impedisce di evitare situazioni come questa va colmato subito” e che in questo modo “si manda alle donne un messaggio forte e chiaro: denunciare è inutile”.
Ma è la posizione dell’assessore ai trasporti della Regione, eletta in quota Lega, a far discutere di più.
Dopo una prima giornata di silenzio, infatti, Merra ha rilasciato un comunicato, prendendo le distanze dalla richiesta di destituzione, e sottolineando che “chi si trova a gestire il delicato mondo dei trasporti, nella sua più ampia e palese complessità , non può abbandonarsi a una ‘caccia alle streghe’”.
“Forse l’assessore non ha capito la gravità  della situazione — commenta al Fatto.it il consigliere Leggieri — Parliamo di una persona condannata per violenza sessuale. O lo butta fuori, o meglio che si dimette”.

(da “Il Fatto Quotidiano”)

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“IL COVID CORRE, VA PEGGIO, GLI ITALIANI LO SAPPIANO”: POSITIVI IN TUTTE LE REGIONI, RT A 0,75, 1374 FOCOLAI ATTIVI, ETA’ MEDIA SCESA A 29 ANNI

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

LOPALCO: “IN POCHE SETTIMANE SAREMO COME FRANCIA E GERMANIA”… L’80% DEI CONTAGI IN TERRITORIO ITALIANO, SOLO IL 20% PER RIENTRO DALLE VACANZE

Il coronavirus continua a correre, aumentano i positivi, continua a diminuire l’età  media dei contagiati e preoccupano le notizie che arrivano da Francia e Germania, dove si stanno registrando numeri record e provvedimenti sempre più restrittivi, come l’immagine di un futuro molto prossimo.
In Francia i casi di contagio superano quota 6 mila, è stata estesa la zona rossa e scatta l’obbligo indossare la mascherina anche all’aperto a Parigi.
La Germania di una molto preoccupata Angela Merkel, dà  una stretta alle regole Covid e dopo aver chiuso le scuole si prepara ad allungare anche il divieto di ingresso negli stadi fino alla fine dell’anno.
“Attenti o ci troveremo nelle stesse condizioni. Francia e Germania hanno vissuto qualche settimana prima quello che stiamo vivendo noi adesso – avverte l’epidemiologo dell’Università  di Pisa e capo della task force della Regione Puglia per l’emergenzaCovid, Pier Luigi Lopalco – Se non si interviene con politiche attive di blocco dei focolai e tracciamento dei contatti, a breve ci troveremo nelle condizioni di Francia e Germania. La proiezione è quella, bisogna rallentare quanto più possibile la corsa del virus nel nostro Paese”.
L’Italia – con i suoi 1411 nuovi casi riscontrati oggi, il trend in crescita da quattro settimane a questa parte, il raddoppio dei positivi rilevato dalla Fondazione Gimbe nella settimana compresa tra il 19 e il 25 agosto -“si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento”.
È la fotografia scattata nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità  e del Ministero della Salute, aggiornato al 25 agosto.
Casi in aumento dunque, “anche se Rt – che viene calcolato sulle persone sintomatiche – rimane al di sotto di 1, pari a 0.75”, ha fatto notare il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza.
L’età  media, 29 anni, dei casi diagnosticati nell’ultima settimana (dal 17 al 23 agosto) conferma il trend in diminuzione – “la circolazione avviene oggi con maggiore frequenza nelle fasce di età  più giovani”, si legge nel report con riferimento alla “avanzata riapertura delle attività  commerciali, inclusi i luoghi di aggregazione” e alla “aumentata mobilità ”.
In tutte le Regioni e le Province sono stati diagnosticati contagi, l’80 per cento è avvenuto in Italia – risulta importato da Stato estero il 20,8 per cento dei nuovi casi diagnosticati nella settimana di monitoraggio, tuttavia “si osserva rispetto alla settimana precedente un aumento di casi importati da altra Regione o provincia – oltreil 60 per cento identificato grazie a test e al contact tracing.
I focolai aumentano per la quarta settimana consecutiva: 1374 quelli attivi, dei quali 490 nuovi. Spesso scaturiti, stante la “trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale”, dagli assembramenti da movida e dal mancato rispetto delle regole di distanziamento fisico “sia sul territorio nazionale che all’estero”, scrivono Iss e Ministero della Salute, evidenziando “la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale”.
Insomma, quest’ondata estiva, che sta travolgendo pure vip e starlette non risparmiando gli sportivi preoccupa parecchio. “È fondamentale mantenere una elevata consapevolezza circa il peggioramento della situazione epidemiologica – si legge nel rapporto di Iss e Ministero della Salute – e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico”.
Quindi un monito a rispettare la quarantena e le altre misure. Ai 94 mila tamponi certificati in tutta Italia nelle ultime 24 ore andrebbero aggiunti in realtà  quelli rapidi, che non compaiono nella contabilità  del Ministero.
Tra le regioni torna in testa per nuovi positivi la Lombardia con 286 casi, seguita dall’Emilia- Romagna con 171 e dal Lazio con 152. A 132 il Veneto, a 130 la Campania, 57 i casi scoperti in Sardegna oggi. Per ora i posti occupati in terapia intensiva restano stabili (-2 nelle ultime 24 ore), ma gli effetti di questo periodo di spostamenti e assembramenti si potranno valutare nelle prossime due-tre settimane, avvisano gli esperti.
“La popolazione deve essere consapevole del peggioramento della situazione”, il senso di una delle conclusioni del report di Iss e Ministero del Lavoro. Una situazione, quella che vive oggi l’Italia, “che richiede un intervento immediato con politiche attive”, ragiona Lopalco. “Le regole dell’epidemiologia sono sempre le stesse, il virus Sars-Cov2 pure. Non sta cambiando – spiega l’epidemiologo – i 1411 nuovi casi di oggi sono diversi da quelli da febbraio-marzo perchè con le politiche di sorveglianza stiamo individuando casi che non vedevamo, molti asintomatici. Se da un lato è una buona notizia, dall’altro bisogna fare molta attenzione a concentrarsi solo sul fatto che le rianimazioni sono sostanzialmente libere. Se questa curva la facciamo crescere senza controllo – dice Lopalco – le rianimazioni torneranno a riempirsi”. L’obiettivo deve essere “rallentare l’andamento della progressione del contagio, appiattire la curva epidemica. Oggi abbiamo gli strumenti tecnici per farlo – va avanti l’epidemiologo – e dobbiamo lavorare in questa direzione, puntando sull’identificazione dei casi, anche asintomatici, e l’isolamento”. Il rischio, conclude Lopalco, è “ritrovarsi nelle condizioni di Francia e Germania”.

(da “Huffingtonpost”)

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LA TESTIMONE: “AL BILLIONAIRE GENTE AMMASSATA, NON SI RESPIRAVA, NEL LOCALE MANCA LO SPAZIO”

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

LA PROCURA APRE UN’INCHIESTA

I magistrati sono pronti a indagare su cosa è accaduto nel noto locale di Flavio Briatore, in Sardegna. A sostenerlo è il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri. A Radio Cusano Campus ha detto: “Rimango atterrito dal fatto che al Billionaire siano stati dati numeri e generalità  falsi. Significa non avere la testa rivolta agli altri. Non so come verranno rintracciati questi soggetti, spero vengano trovati in altro modo, magari con la carta di credito. La Procura aprirà  un’inchiesta su questo”.
Intanto, scrive il Corriere della Sera, dal locale è stato consegnato il registro dei clienti. Il fatto che alcuni abbiano dato generalità  false complica non poco le cose. Ma la speranza è che partendo da quella lista si possa risalire anche a chi ha frequentato gli altri locali della Costa Smeralda nelle prime due settimane di agosto.
Eliana Michelazzo, l’ex manager di Pamela Prati: “Nella pista da ballo la gente era tutta ammassata senza nessun distanziamento. Negli altri locali c’era lo spazio mentre da Briatore no”.
Ora si scopre che la voglia di fare soldi ha spinto tanti a fregarsene delle regole. Ovviamente il conto lo paga la collettività : “Al ‘Billionaire’ la gente era ammassata, non si respirava, si sudava. Io ad un certo punto mi sono spaventata e mi sono messa in un angolo ad osservare quello che stava succedendo. Nella pista da ballo la gente era tutta ammassata senza nessun distanziamento. Negli altri locali c’era lo spazio mentre da Briatore no”.
Così Eliana Michelazzo, l’ex manager di Pamela Prati a, denuncia quanto accaduto al ‘Billionaire’, dopo i numerosi casi di Coronavirus registrati nel locale di Flavio Briatore e dopo aver appreso la positività  al virus dello stesso imprenditore ora ricoverato al San Raffaele di Milano.
La Michelazzo fornisce come prova le immagini da lei postate sulle sue storie instagram la notte di Ferragosto che mostrano l’interno della discoteca del ‘Billionaire’ con centinaia di persone accalcate e senza mascherine che ballano una attaccata all’altra senza alcun tipo di precauzione.
”Io sono andata a cena con degli amici al ‘Billionaire’ la sera di Ferragosto -prosegue- poi sono scesa con loro nella discoteca e faceva un caldo pazzesco. C’era un ammasso di persone mai viste prima! Ricordo che c’era uno spruzzo di aria gelida che arrivava all’improvviso, una ventata che si propagava per tutto il locale. Immaginate che con il sudore chi era infettato ha propagato il virus per tutto il locale”
”Sono stata anche ‘Phi Beach’ la pista centrale, come potete vedere dalle immagini, era stracolma di gente, io e i miei amici abbiamo preso il tavolo lontano vicino al mare per evitare dalla calca di gente. Quando sono tornata a Roma con la nave -prosegue l’ex manager della Prati- a Olbia nessuno mi hanno fatto il tampone non mi hanno fatto nè il tampone nè il test sierologico. Sono stata in fila 4 ore in fila per fare il tampone a Civitavecchia, sono ancora in attesa del risultato, sto bene ma non nascondo di aver paura”.
”Alla fine ho deciso di mettermi in autoquarantena in attesa dell’esito del tampone. Sono stata ingenua -ammette la Michelazzo- dopo il lockdown ho pensato che il virus si fosse indebolito ma ho capito di aver sbagliato. Vorrei dire ai giovani di tenere alta la guardia, quello che è accaduto in Sardegna lo dimostra”.

(da agenzie)

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L’INSOPPORTABILE IPOCRISIA DEGLI ORFANI DELLA MOVIDA CHE ORA ACCUSANO I LOCALI DI AVERLI ESPOSTI AL CONTAGIO

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

CHI HA IMPOSTO LORO DI AVERE ATTEGGIAMENTI SCONSIDERATI? … E ORA CI SONO 3.000 CLIENTI DEL BILLIONAIRE LIBERI DI GIRARE E NON RINTRACCIABILI PERCHE’ HANNO DATO NOME E TELEFONO FALSO

Adesso, direbbe Walter Siti, è il momento del contagio. E la cosa più insopportabile sono “i pentiti del Billionaire” che sembrano la parodia dei pentiti di mafia e di terrorismo, perchè quelli si separano con l’abiura dal dramma, mentre questi si separano con l’abiura dalla farsa.
Fanno ridere, dunque, le lacrime coccodrillesche degli orfani della movida che — adesso — accusano i locali della Costa Smeralda di averli esposti al rischio, dopo aver fatto bisboccia spensierati.
Se sei stato a ballare, o se hai bevuto con altri dieci dalla stessa bottiglia (come ha raccontato un dipendente della discoteca ad Alessio Schiesari, di In Onda) la colpa è tua e solo tua.
Al massimo può esserci un corresponsabile: ma se eri nei locali della “movida armata” e hai sballato eri maggiorenne, vaccinato, e sapevi a cosa andavo incontro.
E così ci sono tremila clienti del Billionaire in giro per l’Italia da rintracciare, il primo focolaio ad alto reddito di questa epidemia.
Quasi tutti sono giovani, quasi tutti (come abbiamo raccontato) a mobilità  elevata, moltissimi sono vip che adesso ci bombardano con i loro selfies addolorati e dolenti. Avrebbero dovuto essere tutti (teoricamente) tracciati al loro ingresso nel locale più noto della Costa Smeralda (come degli altri) sono tutti già  tornati nei loro comuni di residenza, e ora sono un rischio per chi li incontra, senza sapere cosa hanno fatto.
Un lavoro improbo, cercarli e tamponarli, per le Asl di riferimento, soprattutto se nel corso della ricerca si si scopre che molti di loro hanno dato un numero di telefono falso. Siccome in Italia il dramma e la farsa vanno sempre a braccetto, ha preso corpo sui media, ed è finita in poche ore, anche la leggenda metropolitana della non-positività  di Briatore, e il tema più dibattuto in Italia,
l’ormai nota vicenda della “prostatite”, furoreggia sui social da 72 ore. Se Briatore ha rinunciato alla sua privacy, e al mito che fino a ieri gli era più caro (quello dongiovannistico, dell’infaticabile latin lover), un motivo c’è: questo gli ha permesso di negare fino all’ultimo (agli altri e a se stesso) la positività  e il virus.
Adesso, dopo il comunicato del San Raffaele, non ci sono più dubbi. E intanto chiude anche il suo locale di Montecarlo, finisce sotto terapia intensiva il suo barman di Porto Cervo, sono positivi sessanta lavoratori dell’indotto Billionaire e un altro responsabile di un locale della zona (il Sottovento).
Mai come oggi il focolaio Billionaire, con intorno gli altri locali più prestigiosi della Costa Smeralda, segna la differenza fra ricchi e poveri nell’ultima fase della pandemia, quella che stiamo vivendo, conta anche dove vieni curato, e come, e se puoi arrivare in quella struttura, e come: dalla lotta di classe siamo passati alla lotta di cluster.
Nessuna ingiuria per i “pentiti del Billionaire”. Ma neanche nessuna lacrima, per loro.

(da TPI)

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I CONTESTATORI DI SALVINI A SAPRI TENUTI LONTANI PER NON ROVINARE IL COLLEGAMENTO CON RETEQUATTRO: SIAMO GIA’ IN RUSSIA

Agosto 27th, 2020 Riccardo Fucile

IN ITALIA SUCCEDE ANCHE QUESTO: TRUPPE CAMMELLATE AL COMIZIO PER MOSTRARE UNA PIAZZA PIENA, OLTRE 100 AGENTI PAGATI DAI CONTRIBUENTI PER TENERE A DISTANZA I CONTESTATORI E POI VIA ALLA MARCHETTA DI RETEQUATTRO

Al contrario di quanto successo ad Agropoli durante il comizio serale del Capitone, a Piazza San Giovanni non è volata una mosca. Come mai? Eppure i contestatori non si sono ricreduti. C’erano ma sono stati tenuti ben lontani dal palco.
Chi c’era racconta su Facebook: “Salvini, ha definito “incantevole” piazza San Giovanni. I contestatori, “osservati” da troppi agenti di polizia (in vita mia, non ne ho mai visti tanti…), tutti giovani e supportati anche da gente anziana, hanno, civilmente, fatto rumore, intonando, con fischietti e tamburi, slogan anti-Salvini”
E anche Selvaggia Lucarelli pubblica la segnalazione di una ragazza che conferma: “Ieri sera a Sapri, in provincia di Salerno, cittadina famosa per la spedizione in epoca risorgimentale del patriota Carlo Pisacane ma sicuramente nota per la rivolta del 1979 sulla stazione ferroviaria che paralizzò l’Italia intera, non è stato permesso di manifestare il dissenso nei suoi confronti a causa di una massiccia presenza di forze dell’ordine, tra i quali almeno 50 celerini, più altri 50-60 tra poliziotti e carabinieri. Non è risultato possibile neanche avvicinarsi alla piazza del “comizio”. Quando si è fatto notare alle forze dell’ordine che il senatore Salvini (ovviamente senza mascherina) faceva selfie incontrollati con centinaia di persone, quasi tutti senza mascherina, sono stati rivolti solo dei sorrisi sbeffeggianti”
Ma di testimonianze con foto piene di polizia che sorveglia gente che usa fischietti se ne trovano ovunque.
Ma c’e’ un retroscena che va raccontato.
1) Era stato programmato da tempo un collegamento in diretta con una trasmissione di dis-informazione di Retequattro e non ci poteva permettere nè una piazza misera ne’ la presenza di contestatori.
2) Quindi duplice operazione: portare truppe cammellate da fuori (come ampiamente testimoniato delle 500 persone presenti molti provenivano da altre città ) e tener lontani i contestatori per non turbare i sogni degli evasori fiscali della padagna del magna magna
3) Dare un’immagine da famiglia Barilla della piazza affollata con tanto di ripresa dal basso, come da tradizione, e impedire la circolazione di liberi cittdini tenuti a centinaia di metri dal palco da uno spiegamento di forze che il Sud non ha mai visto quando si tratta di trovare mafiosi latitanti.
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