IL DIRETTORE DELL’OSPEDALE RUGGI DI SALERNO SPIEGA A SALVINI PERCHE’ NON L’HA FATTO ENTRARE NELLA STRUTTURA: “GLI OSPEDALI SONO LUOGHI DI SOFFERENZA NON DI SELFIE E DI DEMAGOGIA”
“QUA VIGONO REGOLE SANITARIE A TUTELA DEI DEGENTI E DEL PERSONALE, NEMMENO I PARENTI POSSONO ENTRARE, SALVINI IMPARI AD AVERE RISPETTO DEGLI ALTRI”
Il direttore della struttura sanitaria ha voluto precisare per quale motivo al leader della Lega era stato negato l’accesso nella giornata di ieri, quando era in tour elettorale nella città campana e aveva pensato di fare un passaggio proprio all’interno della struttura sanitaria.
Per Salvini, impedirgli l’accesso — era questa la versione riportata sulla sua pagina Facebook — era un modo per evitare l’ispezione dell’ex ministro dell’Interno e attuale senatore del Carroccio: «Milioni di euro di soldi pubblici buttati dal signor De Luca in un ospedale Covid mai inaugurato, una vergogna — aveva detto Salvini -. La direzione generale ha ritenuto di impedirci di accedere e documentare».
Tuttavia, il direttore generale dell’ospedale ha spiegato perchè è stato impedito l’accesso di Salvini al Ruggi.
Semplicemente, le motivazioni erano di carattere sanitario: in un periodo così delicato, con la pandemia in corso e una crescita dei contagi, non sarebbe stato affatto prudente far entrare un gruppo di persone esterne alla struttura all’interno dell’ospedale.
Vincenzo D’Amato ha diramato una nota in cui ha spiegato le sue ragioni al senatore della Lega: «Le norme di sicurezza e prevenzione legate all’emergenza Covid non consentivano e non consentono l’ingresso in ospedale di persone estranee, a tutela della sicurezza dei pazienti e dell’intero personale — scrive il direttore -. Nemmeno i familiari dei degenti, anche in casi di particolare gravità , possono accedere. È stato un atto non rispettoso delle regole, inopportuno in relazione anche all’attuale fase emergenziale e quanto determinatosi sarà oggetto di approfondimento».
Infine la stoccata politica al leader della Lega: «Gli ospedali sono luogo di sofferenza e non di demagogia, in ogni Paese civile».
(da agenzie)
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