Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
L’IMPORTANTE E’ TOGLIERSI I FIGLI DA CASA… L’ANALISI SU 6.156 ISTITUTI
Una situazione non certo da paese del G7. Ricade in aerea sismica 1 e 2 il 4% delle scuole, di cui solo
poco più del 30% è costruito con la tecnica antisismica, mentre più dell′87% degli edifici è sotto la classe energetica C.
I dati sono emersi dall’analisi effettuata su un campione di 6.156 edifici in 87 comuni capoluogo di provincia, frequentati da circa 1,2 milioni di studenti, fotografata nel rapporto ‘Ecosistema scuola 2021’ (dati 2019) di Legambiente.
Dalla rilevazione emerge anche che non è stato ancora bonificato l’amianto in 145 edifici (in gran parte al nord) di quelli oggetto d’indagine, frequentati ogni giorno da 28.500 studenti. La metà delle scuole non ha impianti per lo sport e solo il 55% circa ha la mensa scolastica. Dati medi nazionali che, lungo i vent’anni di indagine, mostrano la permanenza di un costante divario tra nord, centro, sud e isole.
â€³È il momento di rimettere la scuola al centro delle comunità e dei territori come leva di emancipazione sociale e crescita collettiva e, per questo, di fare in modo che ogni investimento sia parte di questa visione complessiva e non solo una spesa per ‘riparare’ quello che non va ”, ha sottolineato Claudia Cappelletti, responsabile scuola Legambiente. “La Fondazione Agnelli, sulla base dei dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, ha quantificato in circa 200 miliardi i fondi necessari per ristrutturare e rinnovare le scuole italiane: una cifra importante che ci può fare da punto di riferimento per andare a comporre un quadro di risorse che saranno sempre parzialmente sufficienti se non gestite con un cambio di passo della governance dell’edilizia scolastica”.
Per garantire una gestione virtuosa dei fondi per migliorare la qualità degli edifici scolastici occorre, secondo Legambiente, innanzitutto mappare i bisogni attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire dall’efficientamento energetico e dalla messa in sicurezza, sostenere le strutture tecniche delle amministrazioni che sono più indietro nel reperimento dei fondi e nella capacità progettuale, semplificare le linee di finanziamento, il loro accesso e la loro gestione per ridurre il divario esistente tra i progetti finanziati e quelli conclusi e conseguentemente, tra gli importi stanziati e quelli rimborsati agli enti locali.
Solo in questo modo,i fondi a disposizione potranno incidere in maniera significativa ed efficace su un patrimonio edilizio vetusto e poco curato nel tempo, sperequazioni territoriali importanti fra la qualità degli edifici e dei servizi scolastici tra nord, centro, sud e isole, l’eccessiva concentrazione di studenti in spazi non adeguati al benessere e alla didattica, la necessità di interventi strutturali urgenti, la progressiva perdita dei servizi pubblici collettivi rivolti alle scuole, a cominciare dai trasporti.
(da agenzie)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
“I CASI POTREBBERO RADDOPPIARE IN DUE SETTIMANE”
L’ordine dei medici di Torino chiede la zona rossa immediata per il Piemonte. “Abbiamo alcune stime secondo cui l’incidenza di persone positive in Piemonte, che al 7 marzo era di 277 ogni 100.000 abitanti, potrebbe raddoppiare entro le prossime due settimane a parità di condizioni – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto che critica il meccanismo di analisi dei dati che di fatto li esamina quando ormai sono vecchi di quasi due settimane. È la terza volta che l’Ordine chiede il lockdown. L’aveva fatto l’8 marzo 2020, due giorni prima che scattasse in tutta italia, e 1° novembre.
“È demenziale che il governo assuma decisioni sulla base di rilevazioni risalenti a 10 giorni prima, utilizzando un sistema farraginoso che non tiene conto di tutti i dati già a disposizione e delle proiezioni possibili. Intervenire quando la situazione è ormai fuori controllo non serve” sostiene il medico secondo il quale “la situazione epidemiologica attuale in Piemonte vede un costante aumento, giorno dopo giorno, dei contagi e dei ricoveri per Covid-19, con il concreto rischio di saturazione dei reparti ospedalieri”.
“In queste ore a livello nazionale e a livello locale è in corso una discussione sull’opportunità di istituire una “zona rossa” nella nostra regione a partire dalla prossima settimana. Come Ordine dei Medici di Torino – prosegue Giustetto – riteniamo invece che la zona rossa debba partire immediatamente: aspettare ancora altri giorni prima di procedere con nuove misure, che in ogni caso dovranno essere adottate, non ha alcuna logica nè dal punto di vista sanitario nè dal punto di vista economico e sociale”.
Il pericolo, secondo l’Ordine, è infatti che “la situazione di qui alla prossima settimana possa aggravarsi ulteriormente causando, di conseguenza, un più marcato aumento dei contagi, dei pazienti ricoverati e purtroppo dei decessi. Ma non solo: una chiusura tardiva, oltre a essere meno efficace rischia anche di rivelarsi più lunga e quindi meno sopportabile per le attività economiche e per le ripercussioni sotto il profilo sociale e psicologico”.
L’appello dell’Ordine dei medici arriva insieme a quello dell’Anaao, il sindacato degli ospedalieri. “Se deve essere zona rossa, come dicono i numeri, lo sia da subito. Posticipare le restrizioni permette al contagio di diffondersi in misura tale che poi la ripresa, sia essa economica, delle scuole, dell’attività ordinaria delle strutture ospedaliere, della vita sociale, sarà più complessa e tardiva -scrive il sindacato in una nota – L’andamento del contagio e la pressione sugli ospedali, ci classificano come zona rossa. Posticiparla causerà , oltre a maggiori danni all’economia e ad una esponenziale diffusione del contagio, soprattutto un maggiore numero di decessi”. Il mondo della sanità chiede insomma alla Regione di fare “scelte coraggiose e dolorose per tutelare i propri cittadini, e di farle al più presto. Senza aspettare decisioni centrali, perchè al tempo perso corrispondono vite perse e attività produttive in maggiore affanno”.
(da agenzie)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
LA PRODUZIONE DEL VACCINO RUSSO ACUISCE LE DISTANZE TRA I DUE
L’uno non fa che parlare. L’altro preferibilmente tace. 
Matteo Salvini si è ritagliato il ruolo di spina nel fianco del governo Draghi. Giancarlo Giorgetti funge invece da principale stabilizzatore dell’esecutivo.
C’è chi dice che sia un gioco delle parti e c’è chi sostiene invece che tra il numero uno e il numero due della Lega la divaricazione si stia accentuando. Il caso del vaccino Sputnik V, la cui produzione potrebbe avvenire in Italia tra l’esultanza del leader leghista, dimostra per eccellenza questo gioco politico.
Gioco politico anche definibile braccio di ferro tra l’ex ministro dell’Interno e il ministro dello Sviluppo economico che è stato quello che più di tutti ha spinto il Carroccio sulla via del nuovo governo fino a convincere un Salvini inizialmente riluttante.
La prima immagine parlamentare dell’esecutivo, il giorno della fiducia in Senato, è eloquente. Tra Giorgetti e Draghi fu subito palese l’intesa, negli sguardi e nelle parole. E quando il premier ha detto rivolto polemicamente verso Salvini che l’euro è irreversibile, il titolare del Mise che gli sedeva accanto non solo non ha fatto una piega ma ha mostrato segni di assenso.
Lo scontro adesso all’interno della Lega è sulla collocazione europea e sui rapporti che da sempre Salvini intrattiene con la Russia, da cui invece Giorgetti ha da sempre sottolineato, attraverso i suoi comportamenti, una certa distanza.
Quindi, ecco che ieri è arrivato l’annuncio che l’Italia sarà il primo paese in Europa a produrre il vaccino russo: “Sarà coinvolto lo stabilimento della Adienne Srl a Caponago, a Monza, a partire da luglio”, ha spiegato Vincenzo Trani, presidente della Camera di Commercio Italo-Russa.
L’accordo è stato firmato tra l’amministratore delegato Kirill Dmitriev del Russian Direct Investment Fund (Fondo governativo del Cremlino, ndr) e l’azienda svizzera con una sede in italiana per la produzione di 10 milioni di dosi entro l’anno.
Chi è Trani? Il presidente della Camera di commercio Italo-Russa è molto conosciuto dal Cremlino. È in contatto con Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia, il quale ha annunciato che ci sono altre due aziende italiane interessate alla produzione del vaccino russo sono due: “Molto note nel settore – spiega Fallico – sono nella fase finale delle trattative con il Fondo russo”. Ma soprattutto Trani ha sempre difeso l’operato dell’ex ministro Salvini in particolare all’epoca dello scandalo sui presunti fondi russi alla Lega dicendo che si trattava di una “bufala”.
Nell’inchiesta finì anche l’incontro all’hotel Metropol di Mosca, durante il quale Gianluca Savoini, molto vicino alla Lega e presidente Lombardia Russia, sodale di Matteo Salvini, parla con alcuni russi di strategie sovraniste anti-Ue e di affari legati al petrolio.
Quindi i legami tra la Lega di Salvini e la Camera di commercio Italo-Russa sono sempre stati forti. Mentre Giorgetti nel febbraio scorso in un’intervista sul Corriere ribadiva che la Lega è filo-americana, che la Russia è un paese strategico “sia per il commercio che per il suo peso strategico. Dunque dobbiamo avere rapporti buoni e proficui. Certo seri e formali, non dilettanteschi e carnevaleschi”.
Nel settembre scorso La Padania, sito non ufficiale del partito leghista, si domandava se Giorgetti voglia mettere il Carroccio contro la Russia.
Nel caos leghista e nell’imbarazzo generale, ieri Giorgetti si è ritrovato a dover smentire il senatore Roberto Calderoli che gli attribuiva il merito dell’accordo sul vaccino Sputnik con la Russia.
Fonti vicine al Mise hanno preso le distanze. “La produzione di Sputnik V in Italia è una “operazione legittima che rientra nelle logiche di mercato” e in quanto tale “non può essere attribuita al ministero dello Sviluppo economico. Nel momento in cui si arriverà alla produzione il vaccino non potrà essere utilizzato fino a quando sarà completata l’istruttoria di Ema, e ogni suo utilizzo sarà vincolato al via libera della struttura competente”.
Inoltre le stesse fonti hanno fatto sapere che domani ci sarà una nuova riunione con Farmindustria, il commissario straordinario per l’emergenza Covid 19, Francesco Paolo Figliuolo, e il consulente economico del Mise per i vaccini, Giovanni Tria. Un modo per ribadire la presa di distanza dalle manovre leghiste e del segretario Salvini che ha esultato.
Salvini, che si era fatto convincere all’avvicinamento alla famiglia dei Popolari europei, ora il caso Sputnik lo ha ricacciato all’indietro e lo sta facendo avvicinare non ad Angela Merkel ma alla creazione di un nuovo gruppo europeo con Orban e i reazionari polacchi. Un’area politica e culturale dalla quale Giorgetti è lontanissimo.
(da “Huffingotonpost”)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
MANCANO PIU’ DI TRE MILIONI DI EURO E LA SEDE ROMANA RISCHIA LO SFRATTO
Non tornano i conti in Forza Italia. Mancano i soldi nelle casse del partito di Silvio Berlusconi. E ora la sede romana in piazza San Lorenzo in Lucina, in pieno centro storico a due passi da Montecitorio, rischia lo sfratto.
Il motivo? Il contratto è scaduto lo scorso 28 febbraio, un affitto mensile di undicimila euro, circa 130mila all’anno, che però al momento non si riescono a recuperare per le difficoltà finanziarie in cui versa il partito.
E non è la prima volta che succede: la sede di San Lorenzo in Lucina ha rischiato più volte la chiusura a causa dei conti in rosso, soprattutto dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
Prima, infatti, interveniva Berlusconi, ora non può versare più di centomila euro per Forza Italia. Ma la cifra mancante è più alta, e di parecchio: mancano infatti all’appello ben tre milioni e 700 euro di quote, quelle non versate regolarmente da consiglieri regionali e parlamentari forzisti che sono circa il 30 per cento.
Per loro potrebbero scattare dei provvedimenti: dall’esclusione alle prossime elezioni fino all’espulsione, come extrema ratio. Una cosa simile è già successa nel M5S, nel gennaio 2020 e qualche mese fa, quando i probiviri sono intervenuti nei confronti dei parlamentari del M5S non in regola con le restituzioni.
I morosi azzurri
Bisogna dunque correre ai ripari per rimpinguare le casse di Forza Italia. Per questo, con ogni probabilità , a breve potrebbe ripartire il pressing nei confronti di deputati e senatori morosi. Tra gli inadempienti ci sono anche molti consiglieri regionali, ma ammonta perlomeno al 30 per cento la quota dei parlamentari in ritardo con i pagamenti o che ha deciso di non versare più.
I parlamentari di FI sono chiamati a versare 900 euro al mese, mentre quelli del Pd ne versano 1500 e Lega e Movimento molti di più.
E si pensa anche a qualche intervento estremo per chi non ha saldato la propria parte, potrebbe non venire più ricandidato o lasciato senza incarico o, addirittura, espulso.
La sede romana di Forza Italia
Un appartamento di circa 300 metri quadrati, con uffici e saloni affrescati, preso in affitto a oltre 130mila euro l’anno, al terzo piano di un antico edificio protetto dalle Belle Arti, palazzo storico Almagià -Fiano, che fino agli anni ’90 fu anche sede dell’esclusivo Circolo degli Scacchi per poi diventare per qualche tempo sede dell’Unire.
La sede di Forza Italia, nella centralissima piazza San Lorenzo in Lucina, è stata inaugurata da Silvio Berlusconi a fine settembre del 2013 (circa 3mila metri quadrati con un costo iniziale di affitto di 960mila euro a fronte dei 2,8 milioni annui per i 5mila metri quadrati della vecchia sede di via dell’Umiltà ) e ha rischiato più volte la chiusura a causa dei conti in rosso, soprattutto dopo l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
FI vorrebbe il rinnovo, ma cerca anche un’altra sede più economica
Il contratto di locazione è scaduto a fine febbraio. I vertici azzurri vorrebbero firmare il rinnovo ma si stanno guardando intorno, magari spuntasse fuori un’altra sede più vantaggiosa. Come conferma il tesoriere azzurro, il senatore Alfredo Messina, che a fatica cerca di tenere sotto controllo i conti del partito: “Vogliamo rinnovare l’affitto di via in Lucina 17 pari a 11mila euro al mese, ma cercherò di trovare qualcosa di più economico, perchè è giusto farlo, purchè si tratti sempre di locali in posizione centrale e di facile accesso per i parlamentari”.
Messina spiega che lui è pronto a confermare l’affitto attuale ma manca ancora l’accordo con la controparte e, intanto, cerca altre soluzioni alternative e, appunto, più convenienti. ”L’importante – spiega – è che l’immobile sia comodo e vicino a Camera e Senato. La sede che abbiamo ci va un po’ stretta ma la posizione resta strategica”.
Chi sostituirà Carfagna come vicepresidente alla Camera
Intanto, Silvio Berlusconi è arrivato in mattinata a Roma per incontrare i vertici di Fi per fare il punto della situazione politica. E continua la partita sulla vicepresidenza della Camera. Oggi si vota nell’Aula di Montecitorio chi dovrà sostituire Mara Carfagna che è entrata nel governo. In lizza ci sono Baldelli, Calabria, Mandelli e Prestigiacomo ma non ci sarebbe ancora l’accordo. Mentre ieri in serata è stato eletto capogruppo Roberto Occhiuto, al posto di Mariastella Gelmini. Il vicario sarà Valentini.
(da “La Repubblica”)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
LA CANTANTE RISPONDE A TONO AI SOLI RAZZISTELLI LEONI DA TASTIERA: “POVERETTI STRONZI E FRUSTRATI CHE COMMENTANO UNA RAGAZZINA DI 18 ANNI, MA FATEVI I CAZZI VOSTRI”
Elodie 3. Odiatori 0. Si potrebbe riassumere così il botta e risposta andato in scena sui social, tra
Facebook e Instagram, che ha visto protagonista ancora una volta Elodie Di Patrizi, la star dell’ultimo Festival di Sanremo, questa volta nelle vesti di conduttrice. Elodie è intervenuta in una serie di video-stories sulla sua pagina Instagram per rispondere alle decine di commenti di hater che le sono piovuti addosso dopo la pubblicazione su Facebook di una sua foto, a 18 anni, durante il suo provino di X-Factor.
“Trans”. “Rifatta”. “Guarda che vestiti”, sono alcune delle frasi che hanno colpito di più Elodie, che, attraverso il suo canale ha deciso di rispondere in modo diretto e, come di consueto, senza troppi giri di parole.
Ecco cos’ha detto:
“Sono finita su un post di quando avevo 18 anni, del provino di X Factor e ho letto un po’ di commenti. Un po’ così, diciamo, senza senso. Qualcuno diceva ‘una piccola trans’. Non sono una trans, ma non credo sia un’offesa. È un’offesa? È brutto? Qual è il problema? Non capisco”, commenta la cantante attraverso alcune Instagram Stories. Ma non è finita qui: “Oppure qualcuno ha scritto ancora ‘Si vede che è cresciuta e si è rifatta come tutte le altre’. Non mi sono rifatta e pure se fosse, anche qui, i c***i vostri? Terzo, un’altra ‘È andata a fare il provino con dei vestiti, guarda’. Non avevo una lira. Mi sono messa un pantalone e una maglietta. Avevo 18 anni. Comunque tutto questo per dire che comunque ci stanno un sacco di str**zi fuori, frustrati a commentare il video di una ragazzina di 18 anni. Che tristezza infinita”.
Elodie ha così voluto mettere un punto a questi attacchi gratuiti, ma ha già dimostrato tutto il proprio talento sul palco dell’Ariston, destregiandosi alla grande tra canzoni, balletti e gag, raccontando anche il suo passato e la sua persona attraverso un monologo.
(da “NextQuotidiano”)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
4 MILIONI DI DOSI IN PIU’ RISPETTO ALLE CONSEGNE PREVISTE
“Per affrontare le varianti aggressive del virus e per migliorare la situazione nei punti critici, è necessaria un’azione rapida e decisa. Sono lieta di annunciare oggi un accordo con BioNTech-Pfizer, che offrirà agli Stati membri di mettere a disposizione un totale di 4 milioni di dosi di vaccini entro la fine di marzo che verranno fornite in aggiunta alle consegne già previste”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Ciò aiuterà gli Stati membri nei loro sforzi per tenere sotto controllo la diffusione di nuove varianti”, ha aggiunto.
Per l’Italia – precisano fonti di palazzo Chigi – ciò equivale ad una quota aggiuntiva di 532mila dosi che saranno consegnate nelle ultime due settimane di marzo e che aiuteranno ad affrontare l’emergere di nuovi contagi e varianti”.
La nuova fornitura, spiega von der Leyen in una nota, “aiuterà i Paesi membri a tenere sotto controllo la diffusione delle nuove varianti del virus. Queste dosi, attraverso un uso mirato là dove più necessario, in particolare nelle zone di confine, contribuiranno inoltre ad assicurare o a ripristinare la libera circolazione delle persone e delle merci”. Questi ultimi costituiscono “elementi chiave – conclude la presidente della Commissione – per il funzionamento dei sistemi sanitari e del mercato unico”.
(da agenzie)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
SUI SOCIAL C’E’ CHI DICE: “STAI ATTENTO”… E SPUNTA IL NOME DELLA SERRACCHIANI
“Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il #Pd nel cuore e
queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48 ore per riflettere bene. E poi decidere”.
Enrico Letta interviene su Twitter dopo essere stato indicato dal Partito democratico come la persona più adatta a ricoprire il ruolo di segretario che fino a qualche giorno aveva Nicola Zingaretti.
“Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo. Ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde. Ma questa inattesa accelerazione mi prende davvero alla sprovvista; avrò bisogno di 48ore per riflettere bene. E poi decidere.
Enrico Letta”
Ma cominciano anche a circolare voci di una possibile candidatura femminile, tra le ipotesi Debora Serracchiani.
Le attestazioni di stima per l’ex premier continuano. Andrea Romano, deputato Pd e portavoce di base riformista ospite ad Agorà ha detto: “Enrico Letta è una figura di indiscutibile autorevolezza e prestigio, che in una fase tanto difficile della vita del Pd garantirebbe sicuramente equilibrio e saggezza alla guida di una squadra di comando di uomini e donne. Al contempo considero inevitabile che il Pd arrivi ad una vera, autentica e trasparente discussione congressuale in tempi rapidi, e comunque non appena la pandemia lo consentirà “.
In mattinata, è intervenuto anche Pier Luigi Bersani, parlamentare e presidente di Articolo Uno Mdp-Leu: “Letta ed io siamo la prova vivente che in quel partito una volta si poteva lavorare assieme in vera amicizia e in vera lealtà “, ha detto sempre ad Agorà su Rai Tre.
Il prossimo weekend ci sarà l’assemblea del Pd. Che dovrà votare un nuovo segretario dopo le dimissioni di Zingaretti. Per la presidente dem, Valentina Cuppi, Enrico Letta è “una personalità autorevole, sono stati fatti altri nomi, le candidature si faranno domenica in assemblea, probabilmente fino ad allora ci saranno colloqui e interlocuzioni, vedremo nelle prossime ore ma è l’assemblea il luogo deputato a decidere e a scegliere”, ha precisato a Start su Sky Tg24.
Negli ultimi giorni c’è stato un fortissimo pressing sull’ex premier per fare il segretario del Pd. Che subito aveva stoppato gli entusiasmi, sempre con un post sui social in cui aveva ringraziato specificando che ora fa “un’altra vita e un altro mestiere”, oggi infatti è il direttore della Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi. Ma ora scrive di avere a cuore il Pd e di volere più tempo per pensarci.
Le reazioni sui social
Da “Forza Enrico” a “Abbiamo bisogno di te”. Dopo il tweet di Enrico Letta, i militanti si fanno senttire. Ed ancora: “Una bellissima notizia anche solo perchè sei una persona molto per bene. E credimi, di questi tempi non è affatto scontato”. Ancora: “ll tuo ritorno alla guida del Pd potrebbe essere l’unica ragione per tornare a votarlo”, scrive un altro utente. “Presidente, è chiaro che la riflessione da parte sua si imponga. È però altrettanto spontaneo che in moltissimi si attenda un suo sì!!!”. E un altro: “Presidente lei è una bella persona, è stato un grande Premier, a torto sottovalutato, alla politica italiana farebbe solo bene”.
Ma c’è anche chi mette in guardia l’ex-premier: “Caro Enrico valuta approfonditamente. Il Pd è parricida oltre che fratricida!”. E un altro avverte: “Attenzione il Pd è un nido di vipere”.
(da agenzie)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
LEGA CALA AL 22,5%, M5S 21,4%, FDI 16,4%, PD 14%
Secondo i sondaggi politici di Cartabianca il Partito Democratico scivola dietro a FdI, ma con una perdita meno rovinosa di quella che era stata indicata da SWG, secondo cui i DEM crollavano di quasi due punti percentuali.
Per EMG invece la situazione è più sfumata: il PD cala dello 0,4%, mentre Fratelli d’Italia sale con la stessa percentuale.
La novità è che la Lega è in calo di quasi mezzo punto, come se Giorgia Meloni avesse rosicchiato consenso a Salvini.
Il Movimento 5 Stelle invece rimane praticamente immobile con un lieve rialzo dello 0,2, ma sufficiente per lasciare indietro FdI. Situazione quasi immobile per Italia Viva e Forza Italia.
(da agenzie)
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Marzo 10th, 2021 Riccardo Fucile
LETTA STRAVINCE CON IL 46%, BONACCINI AL 16%
Le dimissioni di Nicola Zingaretti da segretario del PD hanno segnato profondamente il partito e la
sua percezione tra gli elettori.
Lo testimoniano i sondaggi, quelli più recenti, che ora vedono i dem staccati, di gran lunga, rispetto a Lega e Movimento 5 Stelle. Ma anche alle spalle di Fratelli d’Italia, in crescita costante da settimane.
Il partito deve trovare una struttura per ricostruirsi e può farlo solamente attraverso la scelta di un nuovo segretario in grado di porre le basi per l’ennesima “ripartenza”. I sondaggi politici offrono uno specchietto sui cui il Nazareno potrebbe (e dovrebbe) riflettere.
L’ultima rilevazione che accende l’occhio di bue sulla percezione degli elettori nei confronti del Partito Democratico è quello Ipsos per Di Martedì, trasmesso in onda ieri sera su La7 e commentato dagli ospiti in studio e in collegamento.
Il focus non è solamente sul Partito Democratico, ma è evidente come le figure tirate in ballo possano essere considerate in legame tra di loro.
“Il centrosinistra avrebbe maggiori possibilità di risollevarsi dal punto di vista elettorale se fosse guidato da…?”.
Il 46% degli intervistati preferirebbe il tandem Enrico Letta e Giuseppe Conte, mentre solamente il 16% opterebbe per il ticket Stefano Bonaccini e Matteo Renzi.
I ticket e i tandem
C’è da sottolineare anche come il 38% delle persone contattate da Ipsos non abbia espresso alcuna preferenza: sia perchè non convinto dalle proposte, sia per un disinteresse rispetto alle vicende del Partito Democratico e del Centrosinistra in generale.
Ovviamente le coppie proposte non sono state scelte a caso: Enrico Letta, per evidenti e storici motivi, non potrebbe viaggiare al fianco di Matteo Renzi. E la figura che meglio si unirebbe al leader di Italia Viva è quella del Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Ma la coppia non scoppia, secondo i sondaggi politici di oggi.
(da “NextQuotidiano”)
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