Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
NON POSTARE IL SELFIE DEL VACCINO SERVE FORSE PER ILLUDERE I NO VAX CHE NON LO SI SIA REALMENTE FATTO?
Quando i politici vi dicono di voler mostrare, attraverso i social, solo la realtà dei fatti, state molto attenti a prendere per buona al 100% questa affermazione.
Nel pomeriggio, si è diffusa la notizia di Giorgia Meloni vaccinata: la leader di Fratelli d’Italia, questa mattina, ha ricevuto la prima dose nell’hub dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma.
Tuttavia, nel primo pomeriggio – potremmo essere smentiti da un momento all’altro, ma per ora la situazione è questa -, i social della leader di Fratelli d’Italia non ha ancora mostrato ai followers l’immagine dell’avvenuta vaccinazione. Quasi come a far valere un principio: se non viene pubblicata sui social, allora non è mai esistita.
Probabilmente, Giorgia Meloni vuole evitare quanto accaduto a Salvini. Il leader della Lega, senza essere particolarmente esplicito, si è mostrato sui social con il green pass sul tavolino mentre, sorridendo, prendeva un caffè.
I commenti a corredo di quell’immagine non erano stati affatto lusinghieri. Per diversi mesi, il leader del Carroccio – come la stessa Giorgia Meloni, del resto – aveva strizzato l’occhio all’elettorato scettico nei confronti del vaccino e, di conseguenza, nei confronti del green pass. Il fatto di aver ricevuto la prima dose è stato percepito, da quello stesso elettorato, come una sorta di tradimento dei principi fino a quel momento portati avanti dalla sua propaganda, sui social e non solo.
Tuttavia, la notizia della vaccinazione di Giorgia Meloni è trapelata lo stesso attraverso i canali di stampa tradizionali. È stata l’agenzia Adnkronos a dare notizia della somministrazione della prima dose, in seguito alla comunicazione dello staff della leader di Fratelli d’Italia, che ha anche riportato che la Meloni aveva prenotato la vaccinazione già nel mese di giugno ma che poi, per impegni di natura politica, era stata costretta a rinviare il suo appuntamento.
Le immagini sui social, però, non ci sono. La riflessione è amara: nella società dove la rappresentazione conta più della realtà sembra essere avvalorata la tesi secondo cui nulla esiste se prima non viene effettivamente pubblicato sui social network. E viceversa.
È lo schema, del resto, che ha alimentato la propaganda politica attraverso Facebook e Twitter negli ultimi 7 anni almeno e che ha reso il dibattito pubblico appiattito verso il basso, verso l’urlo via social, verso l’immagine d’impatto.
O verso silenzi che – come in questo caso – sono significativi. Basterà non pubblicare la foto della vaccinazione per dare l’illusione all’elettore di Giorgia Meloni contrario al vaccino che questa cosa non sia mai avvenuta?
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
ITALIA VIVA ALL’1,2%
Nel panorama politico italiano regna l’equilibrio: i primi quattro partiti sono
raccolti in appena 3 punti percentuali e i primi tre in appena un punto.
È quanto emerge da un sondaggio realizzato dall’istituto Ixè.
Secondo la rilevazione, Lega, Partito democratico, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle registrerebbero oggi percentuali di consenso comprese tra il 17 e il 20%. E, addirittura, Lega, Pd e FdI oscillerebbero tutti tra il 19 e il 20%.
In particolare, il primo partito sarebbe quello guidato da Matteo Salvini, con il 19,9% di voti. Al secondo posto i dem, con il 19,2%, al terzo la formazione di Giorgia Meloni, con il 19%, e al quarto il M5S del neo-leader Giuseppe Conte, al 17,3%.
Ampiamente distaccati tutti gli altri partiti, a cominciare da Forza Italia – ferma all’8,4% – per arrivare a Italia Viva: la formazione di Matteo Renzi arranca all’1,2%, secondo il sondaggio di Ixè.
Da segnalare anche il nutrito fronte di indecisi e/o astenuti, che rappresentano più del 40% degli elettori.
Lega: 19,9% Partito democratico: 19,2% Fratelli d’Italia: 19% Movimento 5 Stelle: 17,3%
Forza Italia: 8,4% Azione: 3,1% Sinistra Italiana: 2% Articolo Uno: 2,7% PiùEuropa: 1,6% Italia Viva: 1,2% Europa Verde: 1,1%
Indecisi/astenuti: 40,8%
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
HANNO RISCHIATO LA VITA NEI ROGHI DI CUGLIERI E TRENSNURAGHES
Divorati dalle fiamme pur di mantener fede al loro compito: è questa la sorte alla quale sono andati incontro i cani da pastore, presenti con le greggi sul territorio dell’Oristanese, distrutto dai roghi di questi giorni
Alcuni di loro, dopo aver portato in salvo le pecore, sono finiti con zampe, cute e occhi ustionati alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano, la stessa del cane Palla, per le cure.
Dei veri e propri eroi tra le fiamme, mentre una tragedia ambientale si sta consumando sulle pendici del Montiferru, da Cuglieri a Trensnuraghes.
A Trensnuraghes, in particolare, raccontano al sito linkoristano.it le volontarie di Bosa dell’associazione animalista Speranzampetta, durante l’evacuazione, “gli abitanti hanno assistito a una scena commovente: due cani pastore maremmani sono entrati nel paese con al seguito il loro gregge, salvo. Hanno messo in sicurezza le pecore da soli e una volta nel paese si sono accovacciati aspettando il loro pastore”
E in un primo bilancio degli incendi nell’Oristanese, oltre ai centri abitati, si contano i danni nelle campagne: le fiamme hanno devastato pascoli e recinzioni, capannoni, fienili, non lasciando scampo agli animali, rimasti in trappola e finiti carbonizzati.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
IL TASSO MEDIO E’ DEL 14,4%, MA SONO MOLTI I PARLAMENTARI ASSENTI NEL 50% DELLE VOTAZIONI
È del 14,4% il tasso medio di assenteismo tra deputati e senatori dall’inizio della
legislatura. Ma con differenze individuali anche molto significative sulle 15.587 votazioni elettroniche complessive monitorate fino al 7 luglio da Openpolis, da cui sono emerse assenze ingiustificate superiori al 50% per 49 parlamentari, pari a circa il 3% del totale degli eletti.
I quali, in base ai regolamenti di Camera e Senato, sono tenuti a partecipare ai lavori, salvo impegni giustificati o missioni che infatti non comportano la decurtazione della diaria.
In tutti gli altri casi, chi non è presente lo fa per ragioni personali di varia natura e può sottrarsi senza particolari controlli. L’unica forma di monitoraggio è, appunto, la partecipazione alle votazioni elettroniche: fermo restando che nel corso di una seduta se ne possono saltare poche o molte e che, in caso di dibattito senza voti, le presenze non sono quantificabili (ma sono visibili, per esempio, nei banchi semi vuoti che spesso fanno da sfondo a question time o informative).
MALE LA CAMERA
I dati analitici disponibili, quindi, potrebbero non essere esaustivi ma sono comunque indicativi sul tenore generale dell’assenteismo. Il livello più alto si registra alla Camera, con il 17,1% rispetto al 7,5% del Senato, e questo perché a Palazzo Madama il risicato scarto tra maggioranza e opposizione costringe spesso a presenziare l’Aula con più assiduità anche ministri e sottosegretari.
Nello specifico, sono 501 i deputati con livelli di assenteismo compreso tra 0 e 25%, e 103 nella fascia tra 25,1 e 50%; ma in 23 non hanno preso parte a oltre la metà delle votazioni elettroniche.
Tra i senatori la maggior parte di assenze è compresa tra lo 0 e il 25%, soglia superata solo da venti membri.
Distinguendo per gruppi parlamentari, alla Camera è Fi a guidare la classifica degli assenteisti (oltre il 30%), seguita da Leu (24,8%) e dal misto (22%), mentre il M5s si posiziona in fondo, con poco più del 10% di assenze.
Al Senato, invece, in cima si attesta il misto (15,6%), tallonato da Iv e Fdi (entrambi sul 12%) e da Fi (11,3%).
Anche qui il M5s conteggia poche assenze, ma non quanto la Lega che vanta la percentuale più bassa, inferiore al 2%.
Poco significative risultano le differenze di genere: quasi inesistenti alla Camera (17,3% per le donne contro il 17% degli uomini), poco più marcate al Senato, con assenze maschili all’8,1% e femminili al 6,3%.
Analizzando i territori di elezione, i più assenteisti sono i parlamentari eletti all’estero, seguiti alla Camera da Lazio (20,7%), Abruzzo (20,1%) ed Emilia Romagna (18%), e al Senato da Toscana (11,3%) e Veneto (10%). I meno assenti sono i deputati della Sardegna (10,1%), e soprattutto i senatori delle Marche con una media poco superiore all’1%.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
BERNARDO AVEVA AMMESSO DI GIRARE ARMATO E DI PORTARE L’ARMA IN OSPEDALE… A COSA GLI SERVA NON E’ DATO CAPIRLO… STRADA: “SE FOSSI IL SUO CAPO PIU’ CHE LA POLIZIA CHIAMEREI IL REPARTO DI PSICHIATRIA”
Qualche giorno fa è uscita la notizia che Luca Bernardo, candidato sindaco di Milano per il centrodestra, ma anche rispettabile pediatra, gira in ospedale con la sua pistola.
Dopo le ovvie polemiche, anche per il recentissimo caso di Voghera, però Bernardo non è arretrato di un millimetro spiegando che lui ha “un porto d’armi da difesa personale. Il che vuol dire che in tutta Italia, tranne nelle aggregazioni politiche posso portare l’arma addosso. Quindi, idealmente anche in ospedale, in corsia, sul metro, in tram, in macchina, ovunque. In corsia non l’ho mai portata e non la porterò mai. È un titolo che può essere rilasciato solo dalla Prefettura, non dalla Questura, e può essere rilasciato solo per motivazioni. Il Fatebenefratelli non deve neanche rispondere perché posso andare ovunque tranne che nelle aggregazioni politiche”.
Ora forse il medico dovrà avere pazienza e spiegare anche a quel capoccione di Gino Strada come starebbero, a suo avviso, le cose.
Perché il medico e fondatore di Emergency, oggi intervistato da Repubblica Milano, non usa mezze parole per chiarire cosa ne pensa.
Strada, che pure ha esercitato in situazioni un pelino più problematiche di Bernardo a Milano, racconta di non aver mai portato con sè un’arma, così come i suoi colleghi di Emergency, anche nei teatri di guerra più pericolosi.
E va anche oltre: “Io non ho mai portato una pistola, né in ospedale né altrove, e trovo che sia una negazione dell’essere medico”.
E spiegando che se lui fosse il primario di un ospedale a Milano un medico con la pistola non potrebbe rimanere in corsia commenta il caso specifico di Luca Bernardo: “Perché non può lasciarla a casa? Un ospedale, come dice la parola stessa, deve essere “ospitale”, non può mai esserci qualcuno che potenzialmente potrebbe uccidere con un’arma. Queste dinamiche devono stare fuori dall’ospedale, sennò lì il nostro ruolo è finito. Violare questo principio credo sia di una gravità estrema”. Chissà se Bernardo ha capito. La politica non c’entra, c’entra l’essere medici.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
“IL GREEN PASS E’ LA SOLUZIONE GIUSTA, PERICOLOSO IL CORTEO NELLA MIA BERGAMO FERITA”
Calderoli prende le distanze da Salvini e dai No vax: il ministro ha riconosciuto la
pericolosità, e l’inutilità, delle proteste in piazza da parte di chi il green pass proprio non lo vuole.
“Le manifestazioni vanno segnalate alle autorità ma soprattutto va garantito che non possano diventare un mezzo di diffusione del virus. Quell’assembramento, con le persone le une addosso alle altre senza mascherina, è stato pericoloso per la salute, a partire da quella dei manifestanti”.
Così il vice presidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, parlando con il Corriere della Sera delle manifestazioni contro il Green pass, soprattutto nella sua città.
“Cosa abbia significato per Bergamo il Covid lo constato ogni volta che vado ad un gazebo. C’è sempre qualcuno che mi ricorda una persona scomparsa. E sono tutti anziani, i leghisti della prima ora. Lutti gravissimi per noi”, ha raccontato.
“Da un lato, va sempre garantita la libertà di protestare contro decisioni politiche o di governo che non si condividono. Ma dall’altro, bisogna rispettare le regole”, prosegue parlando del corteo no-vax a Bergamo.
Riguardo ai no Vax, non ha dubbi: “Credo che sbaglino nella maniera più totale. Lo dico da medico e da cittadino. Io appena ho potuto mi sono vaccinato. E ringrazio Dio di aver già fatto la prima e la seconda dose. Chi non si vaccina commette un grosso errore”.
Quanto al Green pass: “Per me il certificato è una soluzione giusta in un momento sbagliato”. Ovvero: “Voglio dire che per imporre il certificato bisogna essere in condizioni di garantire il vaccino a tutti. Solo così si toglie anche l’eventuale alibi a chi lo rifiuta. E invece, ci sono già Regioni che non riescono a garantire le iniezioni e così la mancanza di green pass non si può addebitare al cittadino che non ne ha colpa”.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
“CHE SENSO HA CONTESTARE IL GREEN PASS QUANDO I TUOI MINISTRI LO HANNO VOTATO?”… “SOLO L’8-9% NON INTENDE VACCINARSI”
“Come fa la Lega a essere in piazza a contestare un provvedimento votato anche dai suoi ministri? Su questo sbaglia, perché il 70% dell’elettorato leghista e di Fratelli d’Italia ha paura di essere contagiata”.
È l’analisi di Alessandra Ghisleri, sondaggista e direttrice di Euromedia Research, che in collegamento con In Onda su La7 ha tracciato il profilo delle persone che si oppongono al vaccino anti Covid e all’obbligo di green pass, cercando anche di quantificare numericamente il popolo dei cosiddetti no vax.
“La maggior parte degli italiani – ha spiegato – si è già vaccinata, quasi il 50% ha almeno una dose. Ed è favorevole al green pass e alle limitazioni. Abbiamo poi tra l’8% e il 9% di persone che non vuole assolutamente vaccinarsi e il 7% di scettici”
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
SFAMAVA 300 PERSONE OGNI GIORNO TRA LE STAZIONI DELLA CITTA’
È morto all’età di 91 anni Dino Impagliazzo, ‘lo chef dei poveri’. Originario di Isola
della Maddalena, viveva a Roma da tempo dove svolgeva attività per il sociale.
Lascia la moglie Fernanda, compagna di una vita, il figlio Marco presidente della Comunità di Sant’Egidio e altri tre fratelli impegnati da sempre nel sociale. I funerali saranno celebrati martedì 27 luglio alle ore 11:00 nelle chiesa di Santa Maria in Trastevere, in centro città.
Sfamava oltre 300 persone ogni giorno tra le stazioni ferroviarie della Capitale assieme ai volontari che lo seguivani da anni. Personalità nel mondo cattolico e sociale, era uno storico membro del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich e della Comunità di Sant’Egidio. Nel 2020 era stato insignito dell’Onorificenza al Merito della Repubblica Italiana da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella presso il Quirinale .
Era il fondatore e presidente della associazione RomAmor Onlus che si occupa in primis di sfamare senzatetto e indigenti per le strade di Roma e del recupero sociale delle persone in difficoltà.
Ha compiuto innumerevoli viaggi nell’Est Europa ancora sotto il Regime Sovietico per portare con tir rifornimenti alimentari per i più poveri. Tanti i volti incontrati nel carcere di Rebibbia, i baraccati, gli sfollati, i terremotati.
Numerosi gli interventi di Impagliazzo tra scuole e università, l’ultimo 2020 all’Università LUMSA la sua esperienza di vita rivolta al prossimo.
Nel 2018 Dino ha ricevuto il prestigioso ‘Premio Internazionale Cartagine 2.0 nella sezione ‘Solidarietà’ destinato a coloro che hanno contribuito in Italia e all’estero alla diffusione della cultura e del sapere in diversi settori.
Nel 2016 lo Chef dei poveri ha incontrato Papa Francesco, salutandolo da parte di tutti i barboni di Roma e invitandolo a servire la mensa dei poveri organizzata giornalmente da Dino e i volontari dell’Associazione RomAmor Onlus.
(da agenzie)
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Luglio 26th, 2021 Riccardo Fucile
CONFERMATA L’ORIGINE DOLOSA. IL PRIMO ROGO PARTITO DALL’INCENDIO VOLONTARIO DI UNA MACCHINA
La situazione della Sardegna è sempre più complicata, le fiamme hanno travolto molti dei comuni dell’Isola nella parte centro occidentale. Le foto che in queste ore circolano sul web sono terribili, ma su tutte una simboleggia il disastro della regione: il prima e il dopo dell’ulivo millenario di Cuglieri.
In tantissimi su Twitter hanno utilizzato queste due immagini per chiedere una specie di tregua alla devastazione. Una ragazza twitta “Ci sono passata la settimana scorsa. Ho visto il cartello con l’indicazione “ulivo millenario”. Avrei voluto andarci ma era tardi e dovevo rientrare. “Ci tornerò “ mi sono detta. E ora lo vedo qui in questa foto , straziato e violentato. Peggio dei Talebani!”.
Sono più di mille le persone evacuate, coinvolta tutta l’area del Montiferru. Il bilancio provvisorio è drammatico, i roghi hanno investito ventimila ettari di terra, molti i pascoli e i boschi che sono stati inceneriti e con loro hanno perso la vita anche migliaia di capi di bestiame. Sono state devastate anche aziende che avevano la loro sede in quell’area, oltre alle case vacanze di cui ora rimane solo cenere.
“Siamo di fronte a condizioni mai verificate nella storia dell’autonomia sarda, per ampiezza del territorio colpito e per i cambi di vento. Abbiamo da subito operato per potenziare i velivoli a disposizione dell’antincendio, da tre a otto, e attivato il meccanismo europeo di solidarietà e domani arriveranno canadair francesi (4) e greci (2)”. Lo ha detto ieri sera il presidente della Regione, Christian Solinas, al termine della Giunta straordinaria che ha approvato la dichiarazione di stato di emergenza, dopo un confronto con i sindaci dei Comuni più colpiti dalle fiamme. “Con questo atto avremo meno burocrazia e potremo chiedere subito risorse al Governo”, ha detto ancora Solinas. Ora c’è forte preoccupazione perchè per domani è atteso l’arrivo del maestrale.
Secondo le prime ricostruzioni a scatenare gli incendi sarebbero stati gli interventi dell’uomo. Il rogo iniziale avrebbe trovato origine nell’incendio di una vettura, gli inquirenti però sono concentrati nel capire se possono essere più d’uno i luoghi da cui sono partite le fiamme. In queste ore stanno già operando 57 unità operative a terra, di cui 28 provenienti dai Comandi di Nuoro, Sassari e Cagliari e 29 del locale Comando di Oristano. A Tresnuraghes tre squadre hanno operato per tutta la notte nel contrasto al fronte del fuoco. Ora a temere è la parte sud della regione, nelle prossime ore infatti il vento cambierà in favore del maestrale. Sotto scacco ci finirà la Gallura.
(da NextQuotidiano)
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