Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
MOLINARI E FEDRIGA PRENDONO LE DISTANZE: “HANNO SBAGLIATO AD ANDARE”
Lega contro Lega dopo la manifestazione flop di Piazza del Popolo sul no al Green Pass obbligatorio.
All’evento di ieri organizzato dal Comitato Liberi di Scegliere si sono presentati i parlamentari Armando Siri, Claudio Borghi, Alberto Bagnai e Simone Pillon. Contestando, di fatto, un provvedimento – il decreto Covid che ha introdotto il Green Pass obbligatorio – votato da un governo appoggiato dal Carroccio.
E mentre ai microfoni di Open il senatore Siri ha sostenuto che nella Lega «c’è molto pluralismo» e che Matteo Salvini «è la persona più plurale che io conosca», stamattina il capogruppo del Carroccio alla Camera ha detto che i parlamentari leghisti hanno sbagliato ad andare.
«Io non ci sono andato e ritengo che i miei colleghi abbiano sbagliato ad andare», ha detto stamattina Molinari ad Agorà Estate su Rai Tre. «Nonostante sia libera la scelta di manifestare e di esprimere un pensiero, credo che gli esponenti del mio partito che sono nel governo abbiano sbagliato ad andare in piazza – ha ribadito – E quella comunque non era la piazza della Lega. Era una piazza autoconvocata su un tema che però la Lega ha posto al governo».
Non solo: anche il leghista Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, si è dissociato: «Personalmente non condivido la campagna No vax o No pass: dunque quella della fiaccolata non è la mia piazza», ha detto in un’intervista a la Repubblica, anche se «la libertà di manifestare e di esprimere dissenso è sacra. E non bisogna criminalizzare chi pone dei dubbi».
D’altro canto quella di Piazza del Popolo, convocata contemporaneamente in altre 14 città italiane con risultati simili, non era una manifestazione della Lega. A manifestare c’erano anche cani sciolti come Vittorio Sgarbi e Florian Philippot, organizzatore delle proteste contro Macron in Francia.
Mentre mancavano Giuliano Castellino e Forza Nuova, gli ideatori delle proteste della scorsa settimana, che vedono nel Carroccio un potenziale concorrente politico.
Ma che la partecipazione dei leghisti alla piazza che critica il governo a cui partecipa la Lega dia qualche problema al Carroccio lo si intuisce dalle parole di Borghi oggi all’Adnkronos: «Che ci sia qualcuno che dice, dalla notte dei tempi, che non è d’accordo con il governo mi pare normale, nessun parlamentare leghista, comunque ha fomentato gli slogan contro il premier. È un governo di unità nazionale, ma questo non vuol dire che tutto il Paese deve essere d’accordo».
Cosa c’è dietro le liti sul Green Pass
Ma forse dietro la Lega che litiga sul Green Pass obbligatorio c’è anche altro. Ovvero quella contrapposizione tra il “vecchio” Carroccio, da sempre ancorato ai confini del Nord, e la svolta nazionalista impressa dal nuovo segretario Salvini.
Il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti da un paio di giorni è silente sulla tematica mentre si precipita a fare i complimenti agli atleti che vincono medaglie a Tokyo.
Lo stesso Giorgetti viene puntualmente preso di mira dai fan del Salvini populista e sovranista che non hanno mai visto di buon occhio la partecipazione della Lega al governo Draghi e oggi gli chiedono di uscirne.
Naturalmente non è un problema solo di Giorgetti, visto che oltre a Fedriga anche altri governatori come Luca Zaia a volte vengono dipinti come insofferenti nei confronti della linea barricadera di alcuni parlamentari che sono entrati nella Lega dopo l’avvento di Salvini in segreteria.
E allora ecco che le frizioni di oggi possono essere la spia di uno scontro sempre meno sotterraneo tra la Lega di lotta e quella di governo. Che potrebbe prima o poi scoppiare.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
IL COMITATO CHE AVEVA ORGANIZZATO LA PROTESTA DAVANTI AL MUNICIPIO HA CANCELLATO L’EVENTO MA NON HA AVVISATO I PARTECIPANTI
Come quando ci si mette d’accordo per andare a giocare a calcetto, ma
l’organizzatore che deve portare il pallone non va e non avvisa gli altri.
È andata più o meno così la manifestazione di protesta contro il Green Pass a Genova. A organizzarla, come in altre piazze italiane, era stato il Comitato Libera Scelta e a metterci la firma – e il volto – era stato Paolo Becchi.
Peccato che tutto, alla fine, è saltato e chi voleva protestare si è trovato a essere protagonista di un piccolo assembramento senza cartelli, senza organizzazione e, soprattutto, senza quell’elemento necessario per la fiaccolata di Genova: le fiaccole.
A ricostruire la clamorosa gaffe comunicativa attorno alla fiaccolata Genova contro il Green Pass è stato il sito di informazione locale “La Voce di Genova“.
Nel video pubblicato dal quotidiano si vedono alcune persone sedute lungo via Garibaldi, nei pressi di Palazzo Tursi, sede del Municipio. I volti dei presenti sembrano essere spenti e spaesati.
Piccoli capannelli di persone parlano tra di loro. Ma per fare cosa? In realtà si trovavano lì per partecipare alla manifestazione per protestare contro le ultime decisioni del governo sul tema delle ulteriori misure per contenere i contagi. Ma qualcosa è andato storto e quanto accaduto lì è il simbolo del flop registrato anche in altre piazze italiane.
Difetti di comunicazione. Perché Paolo Becchi, fiero organizzatore dell’evento mai consumato, aveva provato ad avvisare i genovesi della cancellazione di questa fiaccolata a Genova. Lo aveva fatto intorno alle 14 sulla sua pagina Facebook in un video di dieci minuti. Un messaggio che, però, non era arrivato a tutti.
Sicuramente non a chi si è ritrovato davanti a Palazzo Tursi attendendo una fiaccola da accendere. Per loro il tardo pomeriggio si è trasformato in una chiacchierata tra pochi intimi con la condivisioni di alcuni volantini no vax.
(da NextQuotidiano)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
LA RIMONTA INCREDIBILE DEGLI ULTIMI 100 METRI
Loro si chiamano Federica Cesarini, varesina di 24 anni, e Valentina Rodini, 26nne di Cremona.
Insieme hanno portato a casa un risultato storico: non solo la prima medaglia nel canottaggio femminile italiano ma addirittura un oro, il secondo per l’Italia alle olimpiadi di Tokyo 2020.
L’Italia ha conquistato la medaglia d’oro nel doppio pesi leggeri donne di canottaggio alle Olimpiadi di Tokyo 2020 in una gara incredibile, con un rush finale da cardiopalma.
Federica Cesarini e Valentina Rodini hanno concluso la loro gara in 6’47″54, precedendo la Francia (6’47″68) e l’Olanda (6’48″03) rimontando dal quarto al primo posto e riuscendo a superare francesi e olandesi di quei pochi centesimi che sono stati sufficienti per conquistare l’oro.
Gli ultimi cento metri sono stati così incredibili che neanche Cesarini e Rodini credevano al risultato scritto sul tabellone, inaspettato per loro e per tutti. Repubblica riporta le loro parole dopo la vittoria: . “Gli ultimi cinque colpi non passavano più, sono stati i più lunghi della mia vita”, festeggia Lodini appena scesa a terra. “Quando abbiamo passato la linea del traguardo Valentina mi ha urlato “è oro, è oro” – racconta la sua compagna di barca -. Vedevamo passare sul tabellone la nostra foto, poi quella delle francesi, poi le danesi”
E dire che, come racconta Il Messaggero, la strada di Federica e Valentina non è stata semplice: “Il percorso verso Tokyo di Rodini e Cesarini è stato più che complicato, tra infortuni e il Covid che hanno costretto le due anche a lasciarsi per poter continuare ad allenarsi e non perdere la forma. Poi ai Giochi le due si sono rimesse in barca insieme e hanno vinto gli ultimi Europei a Varese. Da lì è nata la forza per presentarsi alle Olimpiadi e scrivere la storia del canottaggio italiano”.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
“GLI ADULTI PENSINO A PROTEGGERE I PIU’ PICCOLI”
“Sappiamo che Covid-19 è molto meno pericoloso per i bambini che per gli adulti,
ma con la vaccinazione dei più grandi e la presenza di un virus molto più contagioso aumenta la percentuale dei casi tra i bambini non vaccinati e aumentano anche i casi gravi tra i più piccoli, negli Usa si vede soprattutto negli stati dove i vaccinati sono pochi e il virus circola ancora molto intensamente”.
A scriverlo è il virologo Roberto Burioni sulla sua pagina Facebook Medical Facts, condividendo la notizia dell’aumento delle ospedalizzazioni pediatriche per coronavirus in Arkansas, negli Stati Uniti.
Il professore di Virologia all’Università San Raffaele prosegue: “Un suggerimento a tutti quelli che stanno prendendo decisioni politiche riguardo alla riapertura delle scuole: non pensate di avere a che fare con un virus come quello dell’anno scorso. Il virus è molto, molto, molto più contagioso e le misure preventive che hanno funzionato nello scorso inverno potrebbero non funzionare ora.
Infine, una raccomandazione: il modo con il quale possiamo proteggere bambini che non si possono ancora vaccinare è riducendo la circolazione del virus attraverso la vaccinazione di tutti quelli che si possono vaccinare. Questo potrebbe cambiare molto in meglio la situazione”.
Un altro post del professore di virologia cita i dati a 6 mesi della sperimentazione del vaccino Pfizer: “La protezione contro la malattia sintomatica rimane molto alta anche se sta lievemente scendendo nel tempo (96% a 2 mesi, 90 a 4 mesi, 84% a 6 mesi) però è ancora troppo presto per stabilire la necessità di un richiamo (che non sarebbe una tragedia, lo facciamo per tanti altri vaccini, lo faremo anche per questo!)”.
“Il dato veramente positivo, da festeggiare, è che l’efficacia contro la malattia grave è inchiodata e ferma al 97% anche dopo 6 mesi. Questo ci permette di considerare con tranquillità e senza urgenza se fare o meno un richiamo”, conclude Burioni.
Sempre in queste ore tramite Facebook il virologo ha condiviso i risultati di uno studio apparso sul NEJM (The New England Journal of Medicine), che le infezioni dei vaccinati. “Nessuno grave, nessuno ricoverato e soprattutto nessuno dei vaccinati che si sono ammalati ha contagiato altri individui”, scrive Burioni specificando però che lo studio ha alcuni limiti: “Lo studio risale alla variante alfa (con delta potrebbe andare peggio); sono coinvolti operatori sanitari, quindi tutti giovani e in salute”.
(da Huffingtonpost)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
QUELLA DI OGGI NON E’ UNA DESTRA SERIA, LA DIFFERENZA TRA FARE POLITICA E FARE I PAGLIACCI… A VEDERE QUESTI SOGGETTI, ALMIRANTE AVREBBE IL VOLTASTOMACO
“Perché non avete provveduto, sapendo fin dal 1970 che l’infezione era portata dal biotipo “El Tor”, a correggere ed a potenziare i vaccini, cosa che avete fatto solo con il settembre 1973, e cioè quando l’infezione era già in atto? C’è nell’aria in tema di colera tutta un’azione concertata tendente a minimizzare, a far dimenticare, come per dire che questi napoletani hanno stancato: che cosa sono, in definitiva, 24 morti?”.
Le parole che leggete (ripescate da Massimiliano Coccia e rilanciate su facebook) sono di Beppe Niccolai, deputato del Movimento Sociale Italiano che interveniva alla Camera dei Deputati il 2 ottobre 1973 contro il governo Rumor, reo secondo i missini di aver sottovalutato il colera, di non aver ascoltato la scienza sui vaccini e di aver avuto posizioni aperturiste non bloccando la vendita di pesce e prodotti affini.
“Magari Giorgia Meloni e Matteo Salvini – aggiunge perfidamente Coccia nel suo post – potrebbero rileggersi quegli atti parlamentari e capire la differenza tra loro e quelli di cui si definiscono eredi. La differenza tra fare i pagliacci e fare politica…”.
Potremmo finirla qui: colpiti e affondati. Ma forse qualcosina vale la pena aggiungerla, cercando in tutti i modi di non cadere in una nostalgia senza senso e fuori luogo.
È folle l’idea che la Meloni e Salvini con i loro slogan, con il loro populismo, con la loro eterna corsa verso il baratro della propaganda, possano davvero rappresentare una destra seria, repubblicana, europea, costituzionale
E però una cosa va detta, prendendo spunto dalla citazione di Niccolai recuperata da Coccia: dato il contesto storico e fatta la tara di un revanscismo finito anche troppo tardi, per complessità, senso dello stato, etica della responsabilità e cultura della legalità, la destra missina in confronto a questa roba qua era a dir poco cioccolata.
Per dirla tutta, ci potrei scommettere: gente come Almirante avrebbe il voltastomaco a vedere come hanno ridotto la destra italiana dopo l’esperienza di Alleanza nazionale.
L’idea che la destra sia a caccia perenne all’occasione contraddice in nuce ogni idea sana di destra di governo.
E non importa che oggi Salvini e Meloni raggiungano insieme (nei sondaggi) il 40 per cento. Il loro successo è dato dalla mancanza assoluta di una destra altra e alta. Una destra tutta da costruire, certo. Ma una destra essenziale affinché l’Italia diventi una grande paese, un paese ancora protagonista nel mondo. Perché senza una destra patriottica capace di assorbire in sé i conflitti della società una nazione è destinata a sicuro declino.
(da Huffingtonpost)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
“IL VIRUS CIRCOLA PIU’ DI QUANTO DOCUMENTATO A CAUSA DELL’INSUFFICIENTE ATTIVITA’ DI TESTING E TRACCIAMENTO”
Dai casi ai decessi, passando per i ricoveri, cresce l’epidemia e “di fatto siamo
entrati nella 4/a ondata”. Dopo 15 settimane di calo, tornano a salire le vittime: 111 nell’ultima settimana, sono state il 46% in più rispetto ai 76 della settimana precedente. Lo rileva il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe relativo alla settimana 21-27 luglio 2021, che vede un incremento settimanale del 64,8% di nuovi casi (31.963 rispetto 19.390), un aumento del 42,9% di persone in isolamento (68.510 rispetto a 47.951), un aumento del 34,9% di ricoveri con sintomi (1.611 rispetto a 1.194) e del 14,5% delle terapie intensive.
In tutte le Regioni eccetto il Molise si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi e in 40 Province l’incidenza supera i 50 casi per 100.000 abitanti.
Tre Province fanno registrare oltre 150 casi per 100.000 abitanti: Caltanissetta (272), Cagliari (257) e Ragusa (193). Il virus, inoltre, “circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati”, dichiara Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, “a causa dell’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi”. Infatti, a fronte ad un’impennata del rapporto positivi/persone testate (dall′1,8% della settimana 30 giugno-6 luglio al 9,1% di quella 21-27 luglio) la media dei nuovi casi ha subito una flessione nell’ultima settimana.
Si conferma infine un lieve incremento dei ricoveri che documenta l’impatto ospedaliero della variante delta: il numero di posti letto occupati da pazienti Covid in area medica è passato dai 1.088 del 16 luglio ai 1.611 del 27 luglio e quello delle terapie intensive dai 151 del 14 luglio ai 189 del 27 luglio, anche se le percentuali rimangono basse, con tutte le Regioni che registrano molto valori inferiori al 15% per l’area medica e al 10% per l’area critica.
La Fondazione nel suo monitoraggio si sofferma anche sui dati relativi ai vaccini. “A fronte della diffusione della variante Delta che si avvia a diventare prevalente, quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno ancora completato il ciclo vaccinale e 2,06 milioni (11,5%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose con rilevanti differenze regionali (dal 19,9% della Sicilia al 6,4% della Puglia) e 1,11 milioni (6,2%) sono in attesa di completare il ciclo con la seconda dose”. È quanto emerge dal report.
“Da circa 2 mesi l’incremento delle coperture in questa fascia d’età – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali, mentre rimane ‘congelato’ il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale proprio dei soggetti più esposti a rischio di malattia grave”.
Peraltro, il trend di somministrazione delle prime dosi – sottolinea il report – conferma l’appiattimento delle curve degli over 80 e delle fasce 70-79 e 60-69 e una flessione per tutte le classi d’età superiori ai 30 anni, con notevoli differenze di copertura tra le varie classi anagrafiche.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
“HO SCRITTO ALLA MINISTRA LAMORGESE, LA POLIZIA NON E’ INTERVENUTA”… “A GUIDARE L’ASSEDIO IL CAPO DI “IO APRO” CHE POCHI GIORNI FA ERA CON SALVINI”
“Squadristi e vigliacchi che hanno spaventato i miei figli ma non sono riusciti a intimidirmi”. Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, vice presidente Anci e presidente di Ali, è scosso: la notte scorsa un corteo No-Vax ha urlato slogan sotto il suo portone per 40 minuti.
Ricci denuncia il clima di pressione contro gli amministratori locali, ma se la prende anche con il Viminale: “Ho scritto al ministro Lamorgese e al prefetto. È inaudito che sia stato permesso e che nessuno sia intervenuto. Prendano i provvedimenti necessari a impedire che succeda ad altri”.
Sindaco, la tensione con i No-Vax sta salendo ovunque e chi governa i territori è in prima linea, ma si aspettava che venissero addirittura sotto casa sua?
Sinceramente no, non mi aspettavo una cosa del genere. Sapevo che c’erano manifestazioni in tutta Italia, compresa Pesaro, ma non credevo che avrebbero avuto la sfacciataggine e la vigliaccheria di venire sotto casa mia di notte. Sono dei vigliacchi e degli squadristi.
Lei non c’era. La sua famiglia si è spaventata?
I miei figli di 11 e 15 anni sicuramente sì, l’hanno presa male. Mia moglie mi ha chiamato immediatamente perché hanno urlato per oltre mezz’ora sotto le finestre e si sono attaccati al campanello. È riuscita solo a sporgere una mano e fare una foto della situazione. È stato imbarazzante e spiacevole.
Sindaci e governatori sono in prima linea nel far rispettare le regole su scuola, trasporti, locali pubblici. Vi sentite minacciati dai No-Vax?
Gli amministratori locali sono in prima linea in generale, e in questo clima le intimidazioni sono aumentate. Già con le chiusure, adesso con i facinorosi contro le vaccinazioni. Noi sindaci siamo esposti non solo sulla gestione ma anche nel dare messaggi positivi: già nel novembre scorso in tanti avevamo lanciato la campagna “vaccinarsi è un dovere” e l’idea del green pass per entrare nei locali frequentati in modo da non bloccare di nuovo l’economia.
Cosa può fare il governo per aiutarvi?
Governo e Parlamento si sono impegnati a tutelare i sindaci anzitutto dal punto di vista normativo. Draghi ha preso degli impegni con l’Anci. Abbiamo bisogno di serenità per noi e per le nostre famiglie.
Lei ha detto che sarà molto facile identificare i facinorosi sotto casa sua. Chi sono?
Sarà molto facile perché si sono identificati da soli. Il corteo era guidato dal leader del movimento Io Apro, che su Instagram ha postato la diretta facendo vedere a migliaia di fanatici dove abitiamo, cosa che in questo momento mi preoccupa più di tutto. Ma le immagini sui social consentiranno alle autorità di trovarli. Io stamattina ho dato mandato al mio legale di fare denuncia contro queste intimidazioni e violazioni della libertà personale. La mia famiglia è stata costretta a tirare giù le serrande e chiudersi dentro.
Nelle stesse ore a Roma manifestavano anche parlamentari leghisti. A Pesaro c’erano esponenti politici di qualche partito
Non so se c’erano esponenti politici. So però che il capo di Io Apro quattro giorni fa era con Salvini che solidarizzava con le sue istanze. Ora, mi colpisce che il leader di un partito di governo solidarizzi con chi in questi mesi ha violato più volte la legge e arriva sotto casa di un sindaco con una manifestazione intimidatoria. Mi aspetto che prenda le distanze da un movimento che di democratico non ha nulla e che è lontanissimo dalla libertà che dice di proteggere.
Sindaco, lei su Facebook è stato molto duro con il ministro Lamorgese. È una contestazione su questa vicenda o riguarda la gestione complessiva dell’ordine pubblico da parte del Viminale?
Ho scritto al ministro Lamorgese e al prefetto perché a Pesaro la gestione dell’ordine pubblico è stata del tutto inadeguata. Come è possibile che sia stato permesso un corteo fin sotto casa del sindaco, scortato dalla polizia, e che per quasi 40 minuti siano stati a urlare senza che nessuno sia intervenuto? E’ inaudito. E poiché può succedere ad altri, spero che il ministro prenda i provvedimenti necessari. Ma non riguarda l’opera del Viminale in generale: Lamorgese sta facendo un lavoro straordinario ed è uno dei ministri che stimo di più.
(da Huffingtonpost)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
IN CASA C’ERANO LA MOGLIE E I FIGLI CHE SI SONO SPAVENTATI
Le immagini che arrivano da Pesaro dovrebbero far riflettere quella parte politica
che continua a fare da sponda ai pensieri no vax.
Vittima di un vero e proprio assedio sotto la sua abitazione è stato il sindaco di Pesaro – e Presidente delle Autonomie Locali Italiane (ALI) – Matteo Ricci.
Il primo cittadino della città marchigiana, da sempre culla di convinti anti-vaccinisti, non era nella sua abitazione in quei concitati momenti, ma all’interno dello stabile si trovavano la moglie e i figli.
“Manifestazione no-vax sotto casa mia – ha scritto Matteo Ricci su Twitter -. Da non credere. E io non ci sono neanche a casa, con famiglia e figli increduli e spaventati. Siete degli squadristi, vergogna. La libertà non sapete neanche cosa sia. Vaccinarsi è un dovere civico e morale, come ha detto Mattarella”.
Il sindaco marchigiano ha citato le parole del Presidente della Repubblica che mercoledì, in occasione della cerimonia della consegna del Ventaglio da parte dell’Associazione Stampa Parlamentare (ASP).
Una brutta scena in quel di Pesaro, fortino di teorie no vax diffuse nel tempo. Immagini che hanno provocato l’immediata reazione della politica. Enrico Letta, segretario del PD, ha twittato: “Vai avanti Matteo Ricci. Siamo con te”, corredato con l’hashtag “vaccinarsi”. Anche il suo predecessore alla guida del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, non ha fatto mancare il suo supporto al primo cittadino pesarese: “Con Matteo Ricci, per la libertà quella vera, senza paura!”.
Perché quelle scene di ordinaria follia dovrebbero aprire gli occhi alla politica che, invece, continua ad ammiccare verso ambienti estremisti che poi arrivano a prodigarsi anche in gesti di intimidazione come quelli immortalati in quella fotografia. Decine di persone sotto casa di un sindaco per manifestare contro una decisione che, tra le altre cose, non ha neanche preso lui.
(da agenzie)
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Luglio 29th, 2021 Riccardo Fucile
“GIUSTO CHIEDERE IL GREEN PASS AI DIPENDENTI, ALTRI IMPRENDITORI LO FARANNO”…. “UN DATORE DI LAVORO DEVE TUTELARE LA SALUTE DEI DIPENDENTI E DELLE LORO FAMIGLIE”… “GLI INSULTI SUI SOCIAL? IN 52 ANNI QUESTA AZIENDA NON HA MAI LICENZIATO NESSUNO”
“Non ho paura degli insulti dei no vax, non sono solo. Molti colleghi imprenditori si sono complimentati, vogliono fare lo stesso nella loro azienda. E poi le critiche aggressive sono solo sui social, i miei dipendenti sono favorevoli”.
L’iniziativa portata avanti da Fernando Sarzi è una di quelle che in tempi pandemici è in grado di creare tempeste su Twitter. L’hashtag #Sterilgarda – dal nome dell’azienda che rappresenta, come presidente del consiglio di amministrazione – è salito in cima ai trend topic, quando è stato diffuso l’oggetto della lettera che Sarzi ha inviato ai suoi 328 dipendenti: dal primo settembre per lavorare nello stabilimento dovrete avere una doppia vaccinazione.
Un passaggio in particolare animava le critiche social, che ovviamente sono arrivate accompagnate dal solito corredo di insulti e minacce di boicottaggio: “Qualora la modifica della mansione non sia possibile o esponga altri dipendenti alla medesima situazione di rischio, il lavoratore non verrà ammesso in azienda con sospensione della retribuzione sino alla ripresa dell’attività lavorativa”.
“Sterilgarda in 52 anni non ha mai licenziato nessuno, non intendiamo farlo adesso” ha precisato il presidente Sarzi parlando con Huffpost. L’obiettivo era appunto sospendere la retribuzione nel caso in cui il dipendente sprovvisto di doppia iniezione non potesse essere ricollocato in tempi brevi in luoghi che garantissero la sicurezza di tutti
L’iniziativa personale è stata ispirata da Confindustria, che ha proposto l’obbligo del green pass per chi vuole lavorare in azienda. Una strada che Walter Ricciardi, consigliere di Speranza, ha definito “assolutamente giusta” perché “supportata dall’attuale legge sul lavoro che obbliga i datori a proteggere i propri lavoratori”.
Presidente Sarzi, perché ha deciso di scrivere quella lettera?
Abbiamo sentito l’esigenza di tutelare la sicurezza dei nostri dipendenti, delle loro famiglie e dell’azienda.
Immaginava una reazione del genere?
Sinceramente no, ma sarei pronto a riscriverla. Sono convinto sia l’unica soluzione.
Ci racconti cosa è successo.
Specialmente sui social non hanno usato mezzi termini, siamo stati aspramente insultati. Mi ha fatto male come imprenditore.
Temete ripercussioni gravi? Un boicottaggio che abbia effetti sul ricavato?
No, guardi. Non ho paura. Non credo che queste minacce possano influire sull’azienda. D’altra parte abbiamo ricevuto tante adesioni e complimenti per il coraggio che ho avuto, sia da miei colleghi che da cittadini.
Quali sono state le minacce peggiori?
Mi hanno dato del fascista, del nazista. Questo almeno sui social, i miei dipendenti sono totalmente dalla mia parte.
Gli insulti sono arrivati solo dall’esterno, quindi? I dipendenti come hanno reagito?
Non abbiamo ricevuto nessun commento negativo. Io frequento la fabbrica, secondo me sono tutti d’accordo con me
Le hanno manifestato apertamente solidarietà?
Tanti si sono già dichiarati, qualcuno mi ha anche scritto. Sono preoccupati per quello che dicono questi social.
Qualcuno è stato spinto a vaccinarsi dalla sua lettera?
Io non ho spinto nessuno.
Intendevo se l’iniziativa avesse incentivato la vaccinazione, sensibilizzando qualche dipendente…
Probabilmente qualcuno incerto ha deciso di andarsi a vaccinare in questi giorni.
Perché secondo lei è compito dell’imprenditore intervenire, laddove non si è ancora pronunciato il governo?
Confindustria ne aveva già parlato e io spero vadano avanti. Ho deciso di seguire la loro proposta in autonomia, perché sicuramente avrò qualche dipendente che non fa il vaccino. Non voglio imporglielo, ma era necessario trovare una soluzione per garantire la sicurezza di tutti.
Quindi tornasse indietro, lo rifarebbe, anche alla luce delle conseguenze
Assolutamente sì. Io non ho esigenze politiche, non c’è imposizione da nessuna parte. Volevo un dialogo con i miei dipendenti. Il 9 agosto ci sarà un incontro col medico del lavoro e con l’Rsu per fare il punto della situazione, come tutte le buone famiglie, per vedere se c’è qualcuno a rischio.
Sa di colleghi che vogliono replicare il suo esempio?
Ho ricevuto tanti plausi da colleghi imprenditori, secondo me mi seguiranno.
A chi invece è contrario, cosa direbbe?
Bisogna stare attenti. È responsabilità nostra e rischiamo in prima persona.
(da Huffingtonpost)
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