Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
RECENTEMENTE HA PRESENTATO ESPOSTI SUI FONDI NERI DI FDI E SU FORZA NUOVA
“Stamattina ho aperto la porta di casa e ho trovato questa sorpresa”. Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, racconta della grossa scritta ‘infame’ lasciata nella notte all’ingresso del suo appartamento di Ostia. Bonelli ha sporto denuncia contro ignoti per quella che appare una chiara intimidazione.
Al telefono ha una voce scossa. Perché non è la prima volta che si trova di fronte a minacce serie legate alla sua attività politica.
Nel 2000, quando si occupava delle spiagge del litorale romano, gli bruciarono mezza casa.
Nel 2016 un gruppo di persone si presentò nel cuore della notte sotto casa, dove si trovava con la moglie incinta, e lasciò sullo zerbino uno scatola contenete gli organi di un animale.
Gli autori della scritta non si sono fatti vivi e non hanno rivendicato l’intimidazione. Va ricordato che, recentemente, Bonelli ha presentato due esposti alla magistratura. Uno alla Procura di Milano per l’inchiesta di Fanpage sui presunti fondi neri usati nella campagna elettorale di alcuni dirigenti di Fratelli d’Italia.
L’altro, depositato alla Procura di Roma, su Forza nuova e alcune dichiarazioni del loro leader, Giuliano Castellino (“Dobbiamo chiedere lo scioglimento di questa Camera e di questo Senato. Giurie popolari, togliere il potere ai Pm, scioglimento del Csm e di tutte le organizzazioni politiche che hanno condizionato per decenni la vita del Paese. Io non voglio abbassare il livello. Lo voglio alzare! Abbiamo una nazione da liberare”, aveva detto Castellino).
Una denuncia finita sul tavolo del pm Eugenio Albamonte che indaga su Forza nuova e che potrebbe sfociare nell’intervento della magistratura propedeutico allo scioglimento dell’organizzazione dell’estrema destra.
Bonelli riceve subito la solidarietà dei suoi compagni di partito.
“E’ un messaggio che colpisce tutto il partito di Europa verde, sotto attacco con ripetute minacce”, scrivono il co-portavoce dei Verdi-Europa verde di Roma, Guglielmo Calcerano, e Nando Bonessio, neo-eletto consigliere comunale per Europa verde.
“Roma non può lasciare spazio alla violenza. Nonostante le pressioni, continueremo nella nostra attività per garantire una città più verde e sicura. Non cederemo davanti all’odio e continueremo a salvaguardare la democrazia in tutte le sedi istituzionali”, dicono i dirigenti Verdi laziali.
(da agenzie)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
L’ATTACCO A SALVINI QUANDO LA LEGA SCENDERA’ SOTTO IL 15%
Pizza con contorno di Quirinale. È stato questo, il Colle, il vero motivo della cena
tra il ministro degli esteri Luigi di Maio e quello dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.
Il grillino vuole convincere l’amico leghista della bontà di tenere ancora a lungo Mario Draghi a palazzo Chigi mentre Giorgetti (GG per gli amici) vorrebbe farlo salire quanto prima al Quirinale (ed anche il premier è d’accordo con le parole del suo fedelissimo ministro del Mise).
Ma perché di Maio sta facendo tutto questo?
Due sono i motivi: il primo è che più Draghi sta a palazzo Chigi e più Conte si logora. Il secondo è che più Draghi sta a palazzo Chigi e più si favorisce quella “scomposizione e ricomposizione” dei poli tanto cara al ministro degli esteri (ormai diventato un professionista della politica a tutti gli effetti) e che presto potrebbe interessare anche a Giorgetti (Salvini non vede l’ora che lasci il partito).
L’ambizione è federare un nuovo polo centrista, liberandolo dalla stretta sovranista di Salvini e Meloni. Il sovranismo è ormai giudicato un handicap per la politica italiana. Non per niente l’incontro tra i due avviene in concomitanza con la rumorosa intervista di GG contro Salvini. Un’operazione studiata a tavolino per provocare il terremoto nella Lega.
L’obiettivo non è diventare il segretario al posto del Matteo (a Giorgetti la cosa non interessa: punta semmai alla presidenza del Consiglio per il dopo Draghi oppure gli piacerebbe in futuro un ruolo di commissario europeo) ma esserne lo stratega, creare i presupposti affinché Salvini lasci la guida di via Bellerio a qualcun altro e si sposti l’asse del partito verso il centro facendo l’accordo con i popolari europei.
Questo gli hanno chiesto gli amici americani nel suo recente viaggio negli States. La resa dei conti ci sarà tra poco, quando la Lega scenderà ancora nei sondaggi (la caduta viene ormai ritenuta irrefrenabile senza un deciso cambio di rotta). Per sferrare il colpo di grazia a Salvini stanno solo aspettando che si scenda sotto la soglia psicologica del 15%. Non manca molto.
Sapete quello che si dice? “Matteo ha preso il partito al 3% e al 3% lo sta riportando”.
(da TPI)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
GLI ORGANIZZATORI SI SONO RIFIUTATI DI CONCORDARE IL PERCORSO CON LE AUTORITA’ E NESSUNO HA LE PALLE DI VIETARE IL CORTEO: PRIMA O POI CI PENSERANNO I CITTADINI MILANESI ESASPERATI
Il dialogo tra la Questura di Milano e i promotori della manifestazione No Green pass – che è arrivata al sedicesimo appuntamento consecutivo – è finito.
Domani, 6 novembre, si scenderà in piazza senza essere arrivati a un accordo e per questo, ancora una volta, si rischia il caos.
La Questura parla di «opinabili dichiarazioni» dei promotori della manifestazione che hanno usato toni «non in linea con una corretta interlocuzione con le istituzioni». Le autorità, infatti, avevano provato in tutti i modi a venire incontro alle loro esigenze, mantenendo sia il passaggio vicino ad alcuni punti indicati dai manifestanti sia il transito attraverso la centralissima piazza Duomo.
Da una parte si voleva dare «adeguata visibilità» alla protesta, dall’altra si volevano salvaguardare gli obiettivi sensibili «mitigando i pesanti disagi che, per 15 sabati consecutivi, hanno afflitto cittadini e commercianti milanesi». «Disagi che hanno peraltro provocato numerose prese di posizione da parte di enti, associazioni ed istituzioni», spiegano i poliziotti
Secondo la Questura, infatti, i manifestanti No Green pass non avrebbero avuto alcuna intenzione di trovare, mediando con le forze dell’ordine, un percorso che potesse andare bene a tutti. Il loro obiettivo era solo quello di arrivare allo scontro. Si parla infatti di manifestanti che hanno «palesato un maggiore interesse alla contrapposizione fine a sé stessa che la ricerca di una ipotesi volta a garantire il diritto di manifestare». Per questo motivo l’impossibilità di giungere a un percorso condiviso ha spinto il Questore di Milano a emettere un provvedimento di prescrizione. Cosa prevede? Concentramento in piazza Fontana e poi corteo, dalle 17 alle 21, da piazza Duomo – passando per via Mazzini, piazza Missori, corso di Porta Romana, viale Caldara, viale Regina Margherita, piazza V Giornate, viale Bianca Maria, corso XXII Marzo, viale Piceno, via dei Mille, viale Abruzzi, piazzale Loreto e corso Buenos Aires – fino a piazza Oberdan, «dove la manifestazione dovrà concludersi».
(da Open)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
NELLA CITTA’ CON IL PIU’ ALTO NUMERO DI CONTAGI SI PERMETTE A 8.000 PERSONE DI DIFFONDERE IL VIRUS PERCHE’ NESSUNO HA IL BUON SENSO DI VIETARE IL CORTEO
Nonostante il preoccupante aumento dei contagi, alla vigilia del corteo che si
terrà domani, 6 novembre, a Trieste e promosso dal Coordinamento No Green Pass, gli organizzatori hanno fatto sapere che non organizzeranno «alcun servizio d’ordine e di controllo; siamo consapevoli dei rischi collegati al virus e siamo in grado di autotutelarci».
La dichiarazione è stata diffusa dopo l’ordinanza del sindaco Roberto Dipiazza, che prevede di ingaggiare alcuni steward che controllino che i manifestanti indossino le mascherine e rispettino il distanziamento interpersonale durante le manifestazioni.
La misura servirebbe ovviamente a contenere il contagio da Coronavirus.
Il Coordinamento si è appellato invece «alla responsabilità e al buon senso» dei partecipanti «al di là delle imposizioni», «per la tutela della salute individuale e collettiva». Alla manifestazione sono previste circa 8 mila presenze.
Se il comitato dovesse davvero non rispettare le regole impartite dalla questura, gli organizzatori rischiano sanzioni amministrative pecuniarie da 400 a mille euro.
Gli stessi importi possono essere addebitati in un secondo momento ai manifestanti che non rispettano le misure sanitarie. Gli organizzatori rischiano anche una denuncia per manifestazione non autorizzata.
Secondo il provvedimento del Questore di Trieste, la manifestazione si terrà tra le 15 e le 18, e non fino alle 21 come riportato nel preavviso, e non si avvicinerà a obiettivi ritenuti sensibili.
Il tragitto non terminerà in Largo Riborgo, ma in piazza della Libertà, punto di partenza del corteo. I manifestanti non attraverseranno piazza della Borsa e corso Italia, ma le Rive e via Mazzini per poi proseguire verso piazza Goldoni, via Carducci e piazza Oberdan e infine piazza della Libertà.
Nel frattempo quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati della Procura di Trieste perché coinvolti, con ruoli diversi, nel blocco del varco 4 del Molo Settimo del Porto di Trieste e gli scontri tra manifestanti No Green pass e Polizia nel rione di Campi Elisi dopo lo sgombero forzato dell’area, avvenuti il 18 ottobre.
La Procura contesta i reati di interruzione di pubblico servizio, invito a disobbedire alle leggi statali in violazione alla legge sulla pubblica sicurezza e resistenza a pubblico ufficiale.
(da agenzie)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
IN PASSATO SI ERA DEFINITO SCETTICO SULL’ESISTENZA DEL COVID
Nel corso del primo anno di pandemia, Massimo Boldi si è reso protagonista di “uscite” fuori luogo parlando del virus e della malattia. Prima di diventare “testimonial” pro-mascherina per la Regione Lombardia, l’attore aveva indossato le vesti – che poco gli si addicevano – di virologo in più occasioni, come quando sperava nella pioggia per ripulire e disinfettare l’aria. E non solo.
In diverse occasioni, anche pubbliche, si era detto scettico nei confronti dell’esistenza del Covid, appoggiando le posizioni di altri “esperti” (le virgolette sono d’obbligo) che sono scesi in campo per parlare di argomenti scientifici di cui non avevano (e non hanno) contezza.
Ora, però, dopo aver affrontato la malattia (il vaccino l’ha resa più blanda) quell’alone di scetticismo si è sciolto.
“Da quanto è iniziata la pandemia sono stato, devo dire la verità, scettico – ha detto l’attore nello studio di Dritto e Rovescio, su Rete 4 -. Ero vicino a Vittorio Sgarbi, ci confrontavamo e ho anche fatto delle dichiarazioni. E poi, alla fine, non sono stato colpito. Sono stato fortunato. Fino a quando ho fatto la vaccinazione. Era il mese di aprile”.
Poi l’attore racconta dell’estate trascorsa tra le ferie e il lavoro, compreso un film che doveva essere girato e poi non se ne è fatto nulla. Fino ad arrivare al mese scorso. Insomma, era scettico rispetto a questa pandemia e si confrontava con altrettanti scettici di portata nazionale. Poi, però, è successo qualcosa che ha stravolto le sue condizioni.
“Mi è venuto il COVID un mese fa – ha proseguito Massimo Boldi -. Quando avevo già fatto la vaccinazione. Fortunatamente, la mia amica Maria Rita Gismondo mi ha aiutato e mi ha tirato fuori dal guaio. Però mi sono reso conto di esser stato veramente un bugiardo e incosciente, perché fare la vaccinazione è veramente una cosa utile, perché alla mia età non so cosa mi sarebbe capitato se non l’avessi fatta. O se mi fosse venuta la malattia un anno fa”. Poi conclude spiegando di stare bene, con il suo iconico motto “ciàpa sü”.
(da agenzie)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
AVEVA DETTO DI PREFERIRE LA MORTE AL VACCINO… MAGARI SI ERA FATTA UNA FOTOCOPIA
In questi lunghi mesi abbiamo assistito a svariate sceneggiate cinematografiche
per protestare contro la certificazione verde. Abbiamo visto manifestazioni addobbate con riferimenti volgari e prive di senso, ma anche udito parole senza né capo né coda.
A riunire tutte queste caratteristiche ci ha pensato Ilaria Brunelli che di professione fa la Consigliera comunale in quel di Bassano Del Grappa, in provincia di Vicenza.
“Eccolo lì, in 4 pezzi, il mio Green Pass strappato. Esattamente un secondo dopo essermi seduta al mio posto ho distrutto il documento. L’ho subìto solo per continuare a rappresentare i cittadini come consigliera comunale. Ma rimane immorale e pericoloso”.
Il foglio con la sua certificazione verde, dunque, è stato strappato subito dopo averlo esibito alla persona che aveva il compito di verificare che tutte le persone che stavano partecipando alla seduta del Consiglio comunale fossero provviste di Green Pass. Come prevede la legge.
E non si tratta di un personaggio non noto alle cronache sulla distopia pandemica. Meno di due mesi fa, infatti, avevamo incontrato il nome di Ilaria Brunelli raccontando la storia della sua ennesima boutade social:
“Mesi fa valutavo l’idea di vaccinarmi. Ma l’aggressività e la coercizione che adottate sono così abnormi che ho deciso che non mi vaccinerò per nulla al mondo. Lo faccio per me ma soprattutto per gli adolescenti e giovani a cui il vostro farmaco fa più male che bene […] Preferisco morire di COVID che lasciarvi calpestare i diritti della società in cui vorrei vivere. Ve lo dico col sorriso di chi non ha paura di morire per un Diritto: Voi siete pericolosi”.
Il pluralis maiestatis per alcune tesi singolari. Soprattutto per il suo ergersi a paladina dei diritti dei più giovani.
Eppure è ancora in consiglio comunale, capogruppo del partito di maggioranza.
(da agenzie)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
“DEVONO CAPIRE CHE SENZA VACCINO SI MUORE, MIO PADRE E’ MORTO PER COVID E L’HO VISTO NELLA CAMERA MORTUARIA”
“Da figlia di vittima mi sentivo dire dai no vax: “Chissà che ci mettono nei vaccini, tra microchip e 5G”. Quanti insulti mi sono presa perché a volte non avevamo posto per fare i tamponi, e i no vax che chiamavano, mi dicevano: “Bastardi, io come faccio ad andare a lavoro? Morite”. Dovevo trattenere la rabbia in quei momenti”.
Sono le parole di Cristina Longhini, 39 anni, farmacista di Bergamo, intervistata da HuffPost. È una delle promotrici del comitato “Noi denunceremo” (“verità e giustizia per le vittime del Covid”) ed è consigliera del Movimento italiano farmacisti collaboratori.
Un anno fa, ha fatto denuncia contro ignoti per il decesso del padre, Claudio Longhini, morto a 65 anni il 19 marzo 2020 all’ospedale di Bergamo.
Cristina, oggi, non ha dimenticato i giorni più bui della malattia di suo padre, e combatte ogni giorno contro chi si rifiuta di vaccinarsi. “È difficile non sbottare quando vedi tuo padre trasportato in un carro dell’esercito e fino a 15 giorni prima stava bene”.
Suo padre Claudio si ammala di Covid a marzo 2020. Ha febbre, diarrea, nausea, ma il medico di base dice che è un virus intestinale e gli prescrive un antibiotico per l’intestino e una tachipirina.
Dopo una settimana si aggrava, ma secondo il medico bisogna andare avanti con la terapia, mentre l’Ats di Bergamo e il 118 le dicono di poter intervenire solo se l’uomo ha delle crisi respiratorie.
Quando finalmente un medico viene a visitarlo, l’11 marzo, suo padre ha 65 di ossigenazione. In quel periodo intubavano con un valore pari a 80. Il tampone risulta positivo. Ha una polmonite interstiziale, ma in terapia intensiva non hanno posti disponibili per lui.
Nel frattempo le condizioni di suo padre si aggravano. “Il 19 marzo alle 5:45 del mattino ci chiamano dall’ospedale per dire che non gli arriva più ossigeno agli organi periferici. Poco dopo è morto”.
Di tutta la famiglia, solo Cristina decide di andare nella camera mortuaria. “Ho visto com’era ridotto il suo corpo. Aveva sangue che gli usciva dagli occhi, dal naso, dalla bocca, sangue probabilmente derivante dalle embolie polmonari. Ho stentato a riconoscerlo quando l’ho visto. Questo dovrebbe far capire a tutti i no vax come il virus distrugga completamente l’organismo”.
Per la causa penale, che ha intentato un anno fa e che oggi è in stand by, potrebbero volerci anni. Per quella civile ci vogliono da uno a cinque anni. “Spero che qualcuno ammetta le proprie colpe e ci risarcisca”.
Cristina è amareggiata, delusa da uno Stato e da un servizio sanitario nazionale che negli ultimi due anni ha preteso tanto dalla sua categoria, ma ha restituito poco. “Noi farmacisti abbiamo un contratto scaduto – dice -. Siamo sottopagati. E negli ultimi due anni ci hanno oberato di servizi: stampa Green Pass, fai tamponi, fai vaccini. Abbiamo fatto abuso di professione, perché noi non siamo riconosciuti come operatori sanitari a tutti gli effetti. Eppure abbiamo cercato di sopperire alla mancanza di medici in ogni modo”.
Poi racconta: “In farmacia apriamo alle 6.30 del mattino. Le mie colleghe sono sfruttate fino a mezzanotte per fare ogni giorno centinaia di tamponi ai no vax, e la maggior parte di noi, quando li fa, riscontra casi positivi. E non abbiamo nemmeno l’indennità di rischio…viviamo con la costante paura di portare il virus a casa. In più, dobbiamo anche beccarci gli insulti dai no vax. Una volta uno mi chiama e mi dice: “Fate tamponi?”, io ho risposto di no, e lui: “Muori”. E ha riattaccato. Ne usciremo migliori, dicevano, io non credo”.
Una grande responsabilità, secondo Cristina, la ha anche il governo, “che dovrebbe comunicare meglio le informazioni su vaccini e green pass, perché c’è tanta, troppa ignoranza. La gente deve capire che se non si vaccina rischia la vita”.
(da agenzie)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
IL DELIRIO: “NON VOGLIAMO ADEGUARCI A QUESTO SISTEMA NEONAZISTA”
«Il Covid è una malattia al pari dell’influenza se ben curata. La maggior parte dei
morti è stata mal curata. È una strage di Stato».
Queste parole sono di Cristina Muratore, una delle titolari della farmacia Veneggia a Belluno.
Il 30 ottobre l’Ulss 1, l’azienda sanitaria locale, ha deciso di chiudere la farmacia dopo un’ispezione: il direttore sanitario non era vaccinato, esattamente come non lo erano le due titolari.
Il 3 novembre la struttura ha chiuso le saracinesche appendendo due cartelli: «Farmacia forzatamente chiusa dall’Ulss 1 per la nostra volontaria non adesione alla campagna vaccinale» e «Si riaprirà al ritorno della democrazia». A riportare la notizia è stato il giornale locale Il Corriere delle Alpi.
Scorrendo il suo profilo Facebook, le posizioni di Muratore sono chiare: contro il vaccino per il Coronavirus, contro il Green pass.
L’ultimo post, pubblicato poche ore fa, sostiene il sindacato di base dei Vigili del Fuoco di Verona che ha proposto uno sciopero della fame contro il certificato introdotto dal Governo Draghi: «Dei veri eroi, forza ragazzi non mollate!».
Al momento non è chiaro quando la farmacia potrà riaprire. Muratore ha spiegato che stanno capendo se cercare un nuovo direttore sanitario: «Per il momento stiamo valutando il da farsi dato che noi non abbiamo un direttore sanitario vaccinato. Non vogliamo adeguarci a questo sistema e rifiutiamo la vaccinazione visto che questa dovrebbe essere fatta senza rischi per la salute, mentre i rischi sono sempre più evidenti e documentati».
Raggiunta al telefono da Il Gazzettino, Muratore ha parlato di neo-nazismo: “Io non vedo la differenza nel momento in cui una persona per lavorare viene obbligata a sottoporsi a un trattamento sanitario sperimentale che porta dei rischi sulla salute. Certo se vogliamo vedere tutto uguale, solo perché uno ha la divisa nazista, la svastica, ecc., ma la storia non si ripete uguale nei minimi dettagli”.
(da agenzie)
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Novembre 5th, 2021 Riccardo Fucile
PRIMA DI AGGIUDICARSI IL PREMIO COME MIGLIORE VIOLINISTA AL MONDO SI E’ RESO PROTAGONISTA DI UN ATTO DI CORAGGIO
Pochi giorni fa Giuseppe Gibboni, 20 anni, salernitano di Campagna, violinista, ha vinto il Premio Paganini, uno dei più prestigiosi concorsi musicali mondiali.
Era da 24 anni che il premio non veniva assegnato a un italiano, 17 anni dopo il giorno in cui il piccolo Giuseppe ha preso in mano il suo primo violino.
Un destino già scritto, insomma, frutto, però, di un sacrificio costante, quotidiano, diviso tra il conservatorio Martucci di Salerno in cui è cresciuto e il Mozarteum di Salisburgo dove si esercita oggi.
Una notizia che avrebbe dovuto aprire le prime pagine di tutti i giornali e telegiornali e che, invece, è finita per riempire le pagine della cultura o qualche breve sulle colonne di destra.
Di tutte le vittorie di quest’anno magico per l’Italia, la vittoria del Premio Paganini è forse quella più importante, di sicuro quella di cui si è parlato (colpevolmente) meno, per quel vizio tutto italico di snobbare la cultura e l’arte.
E’ stato lo stesso Gibboni ad ammettere che qualcosa non torna.
“Sicuramente non c’è la giusta attenzione per l’arte e la musica” ha detto all’Adnkronos, ammettendo però che “le cose stanno cambiando e nel mio piccolo cercherò di fare in modo che questo accada. Cerco sempre di non polemizzare e mi sono concentrato su questo traguardo senza preoccuparmi di quella che sarebbe potuta essere la risposta delle istituzioni o dei media”.
La risposta è intelligente, matura, ma è chiaro che il problema resta, come dimostra anche la mancata – almeno per ora – “chiamata al Colle” da parte del Presidente della Repubblica, che aveva invece ricevuto (giustamente) al Quirinale con tutti gli onori i campioni dello sport che ci hanno regalato quest’estate magica.
Eppure ci sarebbe un altro motivo per attribuire i più alti onori a Giuseppe Gibboni, e questa volta il suo virtuosismo col violino non c’entra.
In pochi sanno che, pochi giorni prima di ricevere il premio, Giuseppe Gibboni si è reso protagonista di un atto di grande coraggio e generosità. Si trovava seduto al tavolino di un caffè di Genova, la città in cui si tiene il concorso, quando ha assistito al tentativo di scippo nei confronti di una signora.
Giuseppe non ci ha pensato due volte, si è alzato dal tavolo, ha rincorso lo scippatore, ha recuperato la borsa e l’ha restituita alla signora, ignara dell’identità di quel ragazzo dai capelli lunghi.
Lo avrebbe scoperto solo giorni dopo, quando sui giornali ha riconosciuto nel vincitore del Premio Paganini quel giovane benefattore.
Un piccolo episodio che, però, racconta bene la qualità dell’uomo che sta dietro al sublime artista. Un’altra ragione per esserne orgogliosi.
(da NextQuotidiano)
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