Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
L’ANALISI ISS: ABBIAMO EVITATO UNA CATASTROFE
Senza i vaccini, in Italia dal 1 settembre ad oggi avremmo avuto 25 mila morti per
Covid invece che 4 mila, ovvero 6 volte di più. E dal 1 aprile avrebbero potuto essere 75 mila, il triplo di quelli effettivi. È quanto emerge dall’analisi che abbiamo condotto per Fanpage.it all’interno del progetto di ricerca e divulgazione Coronavirus – Dati e Analisi Scientifiche, a partire dagli ultimi dati comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel bollettino del 17 novembre 2021.
Nell’ultima settimana in Italia si sono registrati 72 mila casi positivi, con un incremento del 26% rispetto ai sette giorni precedenti. Da diverse settimane la crescita dei contagi si è assestata tra un +25% e un +30% settimanale, un lieve e costante peggioramento” come ha detto Draghi, ma ancora sotto controllo. Il dato a cui prestare maggiore attenzione sono come sempre le terapie intensive, cresciute del 18% a livello nazionale nell’ultima settimana, con il Friuli-Venezia Giulia unica regione ad aver superato la soglia del 10% di posti occupati.
Continua ad essere la Provincia Autonoma di Bolzano la più colpita dal virus con un’incidenza settimanale di 437 casi ogni 100 mila abitanti, seguita da tutte le altre regioni del Nord con la sola eccezione della Lombardia, che al momento registra un’incidenza di 113 casi ogni 100 mila abitanti.
Le buone notizie arrivano dalle terze dosi di vaccino (o dalla seconda per chi ha fatto J&J), che hanno quasi raggiunto le 200 mila somministrazioni giornaliere e sono in costante aumento.
Lo studio che quantifica i decessi senza i vaccini
La domanda in questi mesi se la stanno facendo in tanti: quanti morti staremmo contando oggi se non avessimo i vaccini? Per rispondere siamo partiti dall’analizzare i dati del bollettino dell’ISS, che dal 1 settembre ha aggiunto una sezione che riguarda “l’impatto delle vaccinazioni nel prevenire nuove infezioni, infezioni gravi e decessi”. I dati trasmessi sono suddivisi per fasce d’età e per gravità della malattia: semplice diagnosi, ospedalizzazione, ricoveri in terapia intensiva e decessi. Nel guardare i dati riportati in tabella la conclusione è semplice: i vaccini funzionano benissimo, riducono la possibilità di contagio ma soprattutto riducono la possibilità di una manifestazione grave della malattia. Per fare un esempio: negli ultimi 30 giorni in Italia sono state ricoverate in terapia intensiva 424 persone non vaccinate e 177 vaccinate con ciclo completo. Di queste, ben 159 sono over 60. Se guardiamo quindi alla sola fascia 40-59 anni vediamo che i ricoveri in terapia intensiva sono stati 126 per i non vaccinati e solo 18 per i vaccinati, e per la fascia 12-39 anni ci sono stati 24 ricoveri tra i non vaccinati e nessuno tra i vaccinati.
Se serviva un’ulteriore prova sull’efficacia dei vaccini basata su dati reali, e non su trial clinici, bene ora l’abbiamo e possiamo dire che i vaccini stanno salvando tante, tantissime vite. Si, ma quante?
Almeno 50mila vite salvate grazie ai vaccini
Per avere una stima quantitativa e puntuale delle vite umane salvate dai vaccini anti-Covid, su un arco temporale di circa tre mesi, abbiamo confrontato l’incidenza dei decessi tra i non vaccinati con il totale dei decessi registrati nello stesso periodo a causa del Covid. Nel Grafico 1, la popolazione complessiva dei deceduti è rappresentata dalla linea gialla tratteggiata e, per semplicità, posta uguale a 1. Il rapporto dei decessi No-Vax rispetto al totale è invece rappresentato dai pallini rossi, che oscillano tra i valori 5,5 e 6 e il cui valore medio è 5,8. Come si vede dal grafico, nell’arco di tempo considerato il rapporto è molto stabile, e questo significa che i dati sono ben consolidati e “puliti”, e dunque la stima accurata.
Possiamo anche tentare di estrapolare il dato di quante vite abbiamo salvato da aprile 2021, cioè da quando ha cominciato a vedersi l’effetto positivo delle vaccinazioni sui decessi. In questo caso la stima è certamente meno accurata e non possiamo considerare stabile questo fattore 6, che abbiamo raggiunto solo attraverso il 75-80% di popolazione vaccinata.
Possiamo però ipotizzare che questo fattore, inizialmente pari a 1, sia cresciuto nel tempo con l’avanzare della campagna vaccinale, e che sia cresciuto molto in fretta soprattutto nei primi mesi quando abbiamo vaccinato i più fragili. Una stima realistica potrebbe allora essere quella di considerare questo fattore medio pari a 3 per il periodo aprile-novembre 2021, e allora scopriamo che le vite salvate dal 1° aprile sono oltre 50 mila
Ci siamo spinti oltre e abbiamo voluto tentare la stessa stima basandoci sui dati raccolti a livello europeo dagli archivi della John Hopkins University e di ourworldindata.org, consapevoli che in questo caso il margine di errore è maggiore e i dati molto più “sporchi”, a causa dei diversi protocolli interni dei vari Paesi.
Ne viene fuori però un qualcosa di estremamente utile e interessante e che vi mostriamo nel Grafico 2, che riporta, per ogni Paese Europeo, sull’asse x la percentuale di popolazione vaccinata e su quella delle y l’incidenza dei decessi per Covid, nel periodo che va dal 1° settembre al 22 novembre 2021. Il significato del grafico è molto semplice e intuitivo: in basso a destra ci sono i Paesi dove si vaccina tanto e per questo si muore poco; in alto a sinistra invece quelli in cui si è vaccinato poco e purtroppo si muore tantissimo. L’Italia, per fortuna, è tra quelli che ha vaccinato di più e per questo l’incidenza dei deceduti è inferiore ai 100 casi ogni milione di abitanti. In Romania e Bulgaria invece, dove si è vaccinato tra il 20 e il 30% della popolazione, si muore 16-18 volte di più.
Anche da questa analisi è possibile estrapolare una stima di quante persone sarebbero morte, in Italia e negli altri Paesi, se non avessimo con noi i vaccini. Il risultato è di circa 800 persone ogni milione di abitanti, che per l’Italia significa 48 mila morti dal 1° settembre al 22 novembre. In realtà nello stesso periodo, grazie ai vaccini, di morti ne abbiamo avuti 4 mila, 10 volte di meno.
Per concludere c’è da fare un’altra considerazione. Queste stime si basano su un ipotetico scenario in cui, oltre all’assenza di vaccini, non ci sarebbero nemmeno troppe misure di contenimento, se non quelle minime che usiamo tutti i giorni in zona bianca. Ma sappiamo bene che la realtà senza i vaccini sarebbe stata un’altra: gli ospedali sarebbero rimasti pieni, le terapie intensive strabordanti, e l’Italia sarebbe tornata per lunghi mesi colorata di arancione e rosso. Quindi i vaccini non solo hanno risparmiato più di 120 mila vite umane, ma hanno anche permesso il rilancio della nostra economia.
(da Fanpage)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
TASSO NON VACCINATI IN TERAPIA INTENSIVA E’ 12 VOLTE PIU’ ALTO
Nell’ultima settimana si osserva un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età e in particolare nella popolazione di età inferiore ai 12 anni. “Nel periodo 8 – 21 novembre 2021, in questa popolazione sono stati segnalati 31.365 nuovi casi, di cui 153 ospedalizzati e 3 ricoverati in terapia intensiva”. Nella classe di età 6-11 anni “si evidenzia, a partire dalla seconda settimana di ottobre, una maggiore crescita dell’incidenza rispetto al resto della popolazione in età scolare, con un’impennata nelle ultime due settimane”. Lo rileva l’Iss nel suo report settimanale esteso, pubblicato oggi.
“Si evidenzia, inoltre un aumento del tasso di ospedalizzazione nella fascia sotto i tre anni (poco sopra i 2 ricoveri per 100.000 abitanti) nelle ultime settimane, mentre nelle altre fasce di età risulta stabile”. Nell’ultima settimana inoltre viene confermato l’andamento osservato nella precedente settimana, con il 27% dei casi diagnosticati nella popolazione di età scolare. Il 51% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 32% nella fascia 12-19 anni e solo il 11% e il 6% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni.
Continua a restare alto il livello di protezione da parte del vaccino contro la malattia grave da Covid: nell’ultimo mese il tasso di terapie intensive nei non vaccinati in Italia è a 6,7 per centomila, mentre nei vaccinati da meno di sei mesi è a 0,54 per centomila, ossia 12 volte più basso.
“Negli ultimi 30 giorni sono stati notificati 61.908 casi (37,7%) fra i non vaccinati, 4.260 casi (2.6%) fra i vaccinati con ciclo incompleto, 81.740 casi (49,7%) fra i vaccinati con ciclo completo entro sei mesi, 15.519 (9,4%) fra i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi e 969 casi (0,6%) fra i vaccinati con ciclo completo con dose aggiuntiva/booster. Il 49,1% delle ospedalizzazioni, il 64,2% dei ricoveri in terapia intensiva e il 44% dei decessi sono avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino”.
L’Iss sottolinea che “dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, scende dal 72% al 40% l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di COVID-19 rispetto ai non vaccinati” ma resta alta l’efficacia vaccinale nel prevenire casi di malattia severa. Per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 91% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all′81% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati.
(da agenzie)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
“SENZA VACCINI AI PAESI POVERI IL MONDO NON SI SALVA DAL COVID”
Githinji Gitahi, a capo della più grande organizzazione a sostegno delle popolazioni
africane, ha messo in guardia il Nord del mondo: «Smettete di accumulare dosi o non ne usciremo»
«Non serve proibire i voli dal Sudafrica. La strategia più efficace, oltre che la più etica, è assicurarsi che tutti siano vaccinati». Con l’arrivo della nuova variante Covid, la cosiddetta Omicron, torna a far discutere il tema della scarsità di vaccini nei paesi in via di sviluppo. «Date le dosi all’Africa o il mondo non si salverà dal Covid», ha detto in un’intervista a la Repubblica il direttore di Amref Healt Africa Githinji Gitahi, dirigente dell’organizzazione impegnata anche in campo sanitario in africa. Gitahi, che è anche responsabile della nuova Commissione africana contro la pandemia, ha ricordato che nel continente ci sono 1,3 miliardi di persone: «L’Africa ha il 17% della popolazione mondiale, ma finora ha avuto accesso solo al 3% delle dosi di vaccino globali».
Mentre il Nord del mondo procede con le campagne per inoculare le terze dosi, molti Paesi africani non hanno neppure iniziato le somministrazioni delle prime. «Nel mondo si somministrano più terze dosi che prime dosi», ha detto Githai. «Ovvero le nazioni ricche stanno erogando più richiami di quante prime dosi siano erogate dalle nazioni povere». Il tema sul tavolo resta quello della liberalizzazione dei brevetti, ma anche di una condivisione più efficace dei prodotti già sul mercato.
Il ruolo di Covax
Il programma Covax dell’Organizzazione mondiale della sanità, pur continuando a consegnare dosi nei Paesi non in grado di stipulare accordi commerciali con le case farmaceutiche, non ha centrato l’obiettivo di consentire a tutti di raggiungere gli obiettivi sanitari fissati dall’Oms.
Secondo i dati di ottobre pubblicati dalla Bbc, in Africa solo 15 paesi su 54 hanno raggiunto la percentuale del 10% di popolazione vaccinata, e la metà degli Stati del continente ha vaccinato meno del 2% della popolazione. «Covax dovrebbe permettere che almeno il 70% degli africani si vaccinino entro giugno 2022», ha detto Githai. «Ma per questo non basta che una nazione o l’altra oggi donino 5 milioni di dosi come atto sporadico: il migliore meccanismo è che le nazioni ricche annullino i propri ordini per le loro nuove dosi». Il programma di sostegno sta pian piano migliorando, e anche le case farmaceutiche si sono dette pronte a dare una mano producendo di più per l’Africa. La prospettiva, però, è quella di riuscirci per la fine del 2022. E il rischio è che sarà troppo tardi.
(da agenzie)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
18 ENNE DENUNCIATO PER APOLOGIA DI FASCISMO
Doveva essere un normale controllo dei documenti.
Sottoposto all’alcol test, il ragazzo è risultato negativo
Fermato dai carabinieri per un normale controllo mentre era alla guida della propria auto, una volta sceso ha alzato il braccio facendo il saluto romano.
Un giovane 18enne di Millan, frazione di Bressanone, in Alto Adige, ha reagito così davanti alla pattuglia delle forze dell’ordine che nella serata di ieri lo ha fermato per un controllo di documenti.
Una provocazione che ha spinto gli agenti a verificare lo stato di sobrietà del ragazzo, ma il 18enne è risultato negativo all’alcol test. Dopo averlo identificato, i militari hanno denunciato il ragazzo per apologia del fascismo.
(da agenzie)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
A ROMA VOGLIONO “OCCUPARE PONTE SISTO”
Il sabato è arrivato. È il giorno delle proteste dei No Green pass che, anche oggi 27
novembre, si sono dati appuntamento in tutta Italia per dire no alla certificazione verde anti-Covid (e al nuovissimo Super Green pass).
Tre gli appuntamenti a Milano: uno «preavvisato» in Questura all’Arco della Pace dalle 15 alle 21, alla presenza tra l’altro dei No Green pass di Torino; gli altri due «clandestini», ovvero senza aver dato alcuna comunicazione in Questura.
Si tratta, nello specifico, di appuntamenti rimbalzati in chat che vanno dalla manifestazione in piazza Duomo a Milano, con i No pass che vorrebbero mischiarsi tra i turisti e le famiglie, al raduno in Porta Venezia.
Un’organizzazione che, di fatto, è saltata: sembrano essere lontani i tempi delle proteste partecipate che partivano da piazza Fontana per poi attraversare il Duomo e addirittura corso Buenos Aires. Un fronte dei No Green pass che, dunque, sembra sgretolarsi sempre di più al punto che oggi 27 novembre le forze dell’ordine sperano in un sabato quasi normale. Senza troppo caos anche grazie alle denunce, alle multe e ai Daspo fatti in queste settimane.
A Milano mascherine obbligatorie in centro
La Questura nelle ultime settimane ha usato il pugno duro, schierando centinaia di agenti in assetto antisommossa e facendo scattare nuove perquisizioni, come quelle di ieri nei confronti di un uomo di 62 anni, accusato di aver aggredito la troupe di Piazzapulita (La7) durante la manifestazione del 13 novembre. I carabinieri hanno trovato nella casa dell’uomo anche un tirapugni con una lama e un manganello telescopico. Persone pericolose che, secondo il pm Enrico Pavone, agirebbero «in maniera compatta», con «logiche da branco» e con aggressioni verso i giornalisti che appaiono «particolarmente allarmanti». Resterà da capire se i manifestanti oggi indosseranno la mascherina nelle zone del centro di Milano dove, fino al 31 dicembre, è divenuta obbligatoria, così come deciso dal sindaco della città, Beppe Sala. Multe da 400 a 3.000 euro per i trasgressori.
La situazione a Roma
A Roma, invece, i No vax si sono dati appuntamento, sempre in chat, per le 17.30 circa. L’obiettivo è quello di «occupare» Ponte Sisto (vicino al ministero della Salute, questa è l’unica preoccupazione) con una fiaccolata della libertà No Green pass. Quello che circola, tra l’altro, è un invito firmato “Noi siamo il popolo” con sfondo il Tricolore.
Ma alla Questura non è arrivata alcuna richiesta. Un invito che, di fatto, potrebbe scaldare gli animi dell’estrema destra ma non sono attesi grandi numeri secondo le forze dell’ordine della Capitale.
La situazione, insomma, sembra essere sotto controllo. È probabile che, nel corso della manifestazione a Ponte Sisto, venga richiesta ancora una volta la libertà per i forzanovisti finiti in carcere dopo aver assalto la sede della Cgil a Roma. L’area di Trastevere, comunque, verrà presidiata per evitare brutte sorprese. A questo si aggiunga, infine, che la Questura dovrà garantire anche altre manifestazioni, da quella contro la violenza sulle donne a quella, voluta dai sindacati, contro l’ultima manovra finanziaria del governo Draghi.
(da agenzie)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
PROTESTA IL GOVERNO: “PUNITI SOLO PERCHE’ ABBIAMO SCOPERTO LA VARIANTE”
La chiusura delle frontiere in Europa e in diversi altri Paesi nel mondo per chi proviene dal Sudafrica ha scatenato la reazione irritata del governo di Città del Capo: «L’eccellenza scientifica dovrebbe essere applaudita»
Solo nelle ultime 24 ore in Sudafrica, i nuovi casi positivi di Coronavirus con variante Omicron sono stati 2.828. A preoccupare è la velocità di trasmissione soprattutto tra i giovani: «Le persone tra i 20 e i 30 anni arrivano con una malattia da moderata a grave, alcuni dei quali necessitano delle terapie intensive», ha dichiarato il capo dell’unità di terapia intensiva dell’ospedale Baragwanath di Soweto. «Stiamo assistendo a un netto cambiamento nel profilo demografico dei pazienti», ha aggiunto, secondo quanto riferisce il Guardian.
Nella fascia d’età 20-30 «il 65 per cento non è vaccinato e la maggior parte del resto è vaccinata solo a metà», dunque con una sola dose anti-Covid. Secondo i test diagnostici, la variante Omicron, così come è stata definita dall’Oms, potrebbe essere responsabile del 90 per cento dei nuovi casi. Avrebbe poi un tasso di riproduzione di 2, cioè ogni persona infetta potrebbe diffondere il virus ad altre due persone. Intanto protesta il governo del Sudafrica che se la prende con i Paesi che hanno chiuso le frontiere a chi arriva dal loro territorio: «Questa ultima tornata di divieti equivale a punire il Sudafrica per aver sequenziato la mutazione e per la sua capacità di rilevare nuove varianti rapidamente. L’eccellenza scientifica dovrebbe essere applaudita e non punita», scrive il governo in un comunicato.
(da agenzie)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
IMPENNATA DI CASI TRA I BAMBINI IN 7 GIORNI
I nuovi dati dell’Istituto superiore di sanità restituiscono un quadro in peggioramento
nelle fasce di età più giovani, non ancora coperte dal vaccino
La protezione garantita dai vaccini anti Covid continua a confermarsi a livelli alti, secondo i dati dell’ultimo report dell’Iss sull’andamento della pandemia in Italia.
Nel rapporto completo, che va a integrare il punto settimanale del venerdì, gli esperti riportano che nell’ultimo mese il tasso dei ricoveri nelle terapie intensive dei non vaccinati è stato di 6,7 per 100.000 abitanti, mentre quello dei vaccinati da meno di sei mesi di appena lo 0,54, cioè 12 volte più basso.
Dati che confermano quindi l’efficacia dei vaccini a evitare le forme severe della malattia, ma che d’altro canto ribadiscono la necessità di ricorrere per tempo alla dose booster.
Chi ha completato il ciclo vaccinale da meno di 6 mesi gode di una protezione dalla Covid del 91% rispetto ai non vaccinati, mentre scende all’81% per chi è vaccinato da oltre 6 mesi. Per questi ultimi casi, però, cala dal 72% al 40%: «l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di Covid-19 rispetto ai non vaccinati».
L’incidenza tra gli under 12
Nell’ultima settimana si è osservato un aumento dell’incidenza in tutte le fasce d’età e in particolare nella popolazione di età inferiore ai 12 anni: dall’8 al 21 novembre sono stati segnalati 31.365 nuovi casi, di cui 153 ospedalizzati e 3 ricoverati in terapia intensiva. In particolare, è tra i 6 e gli 11 anni che si nota una maggiore crescita rispetto al resto della popolazione in età scolare, «con un’impennata nelle ultime due settimane». In totale, il 51% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia 6-11 anni, il 32% nella fascia 12-19 anni e il 11% e il 6% sono stati diagnosticati rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni.
C’è anche un aumento dei ricoveri nei bambini sotto i 3 anni nelle ultime settimane (poco sopra i 2 ricoveri per 100.000 abitanti), mentre nelle altre fasce di età risulta stabile.
(da agenzie)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
IL CRITICO D’ARTE DEFINISCE AUTOLESIONISTA LA SUA PROTESTA
Il paradosso è servito e diventa ancor più palese quando a dare una severe bacchettata sulle dita è uno dei principali oppositori del Green Pass e delle sue dinamiche.
Perché a distanza di qualche ora dall’ultimo delirio di Enrico Montesano, è stato Vittorio Sgarbi a entrare a gamba tesa contro l’attore romano, sottolineando come la sua annunciata azione per protestare contro la certificazione verde e il vaccino sia solamente auto-lesionista. E non solo, il deputato e critico d’arte spiega che il comico stia cercando un posto al sole, in politica, ammiccando ai no vax.
“L’idea di boicottare economia è estremistica, è un lockdown ancora più stretto – ha detto Vittorio Sgarbi all’AdnKronos commentando l’ultima dichiarazione fatta da Enrico Montesano – Lui potrebbe avere anche ragione a volersi opporre alle misure restrittive del governo, ma la sua posizione mi appare troppo estremistica per trovare un seguito”.
L’attore, infatti, ha proposto ai suoi “seguaci” di boicottare centri commerciali, Amazon e anche i pagamenti con carta di credito (oltre ai depositi in banca) per “colpire l’economia”.
Ed è proprio qui che Sgarbi, pur stimando la battaglia che Montesano ha deciso di affrontare da quasi due anni, lo critica: “non credo possa avere il risultato auspicato perché è una posizione autolesionistica. Combatte una battaglia troppo laterale, e rischia così di essere assimilato ai no vax. Mi pare strano che sortisca un risultato, credo che questo rientri più nelle sue provocazioni”
Insomma, la strategia dell’attore sembra molto simile al concetto di “darsi la zappa sui piedi”. E Sgarbi non si ferma qui, provando a smascherare il giochino a cui si sta prestando Montesano con le sue dichiarazioni e mobilitazioni: “Sta cercando uno spazio politico nell’area no vax, ma questa non è la strada giusta. Doveva dire semmai ‘fate di più’ in questo periodo, per dimostrare eventualmente che non si diffonde comunque il contagio, ma non ‘fate di meno’”.
(da NextQuotidiano)
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Novembre 27th, 2021 Riccardo Fucile
STAVA EFFETTUANDO I TEST RAPIDI
Valentina Accardi è una farmacista, ha 27 anni e lavora a Roma presso la farmacia De
Angelis di via Marmorata. Mentre una nuova variante, la Omicron, sta preoccupando l’Europa e l’Italia, lei racconta una storia che purtroppo è tutt’altro che inusuale: è una dei tanti farmacisti che ha dovuto subire aggressioni e insulti da parte dei no-vax
“Stavo solo facendo il mio lavoro, ero assegnata al turno dei tamponi rapidi. Poi quella donna è entrata nel gazebo e ha iniziato a insultarmi. Urlava contro di me: “Sei schiava della dittatura sanitaria anche tu, il Covid non esiste”. Poi la situazione è degenerata e mi ha sputato addosso. Sono dovuti intervenire i miei colleghi e allora si è allontanata”, ha raccontato al Messaggero.
La struttura presso la quale lavora Accardi è stata inserita nella piattaforma della Regione Lazio per il piano anti COVID. Vengono perciò effettuati i tamponi rapidi usati per ottenere il green pass valido per 48 ore. E durante questa attività sempre pià spesso avvengono episodi che sfioranno la violenza, come l’aggressione alla dottoressa Accardi avvenuta mercoledì pomeriggio:
“Quando quella donna, la No vax, mi ha sputato addosso – racconta la farmasista – ho temuto per la mia salute e quella dei miei familiari. Mi sono subito spogliata, ho cambiato gli abiti, il camice e mi sono disinfettata. È stato terribile. Intanto i colleghi hanno invitato la donna ad allontanarsi e dopo alcune resistenze, si è allontanata e non l’abbiamo più vista”. Una rabbia che con l’arrivo del nuovo super green pass rischia di diventare ancora più esplosiva
Mentre professionisti come la dottoressa Accardi vengono aggrediti altri invece danno un pessimo esempio come hanno constatato i carabinieri del Nas di Grosseto, al termine di alcuni controlli effettuati negli ultimi giorni presso diverse farmacie della Maremma, che hanno riscontrato in una farmacia di Arcidosso che le due persone che vi stavano lavorando all’interno, rientranti nella categoria ‘professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario’, erano entrambe sprovviste di copertura vaccinale. I due infatti, uno nelle vesti di amministratore unico della società che sta dietro l’insegna della farmacia, e l’altro quale dipendente, erano già stati sospesi dalle funzioni, con provvedimento emesso ed a loro notificato dall’Asl Toscana sud est per inosservanza dell’obbligo vaccinale.
I due, quindi, continuavano nonostante il provvedimento ad esercitare la professione. Ciò ha fatto scattare il deferimento in stato di libertà all’autorità giudiziaria per esercizio abusivo della professione sanitaria, più la contestazione di varie sanzioni amministrative, specifiche per il lavoratore nonché per il datore di lavoro, previste dalla normativa di settore. Gli atti sono stati infine inviati, per gli aspetti di competenza, al sindaco di Arcidosso: è ipotizzabile infatti che l’attività possa essere temporaneamente sospesa.
(da NextQuotidiano)
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