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SI POSSONO PAGARE LE TASSE ED ESSERE FELICI. LA PROVA? LA FINLANDIA

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

IL PAESE GUIDA DA OTTO ANNI LA CLASSIFICA DEL “WORLD HAPPINESS REPORT”, MERITO DELLO STATO SOCIALE: I FINLANDESI PAGANO IMPOSTE MOLTO ALTE, MA HANNO IN CAMBIO SERVIZI DI ECCELLENZA. NON SOLO SCUOLE FENOMENALI, MA ANCHE SPAZI PUBBLICI APERTI A TUTTI. COME LA BIBLIOTECA OODI DI HELSINKI, DOVE SI PUÒ GIOCARE AI VIDEOGAME, STAMPARE IN 3D, LEGGERE, ACCEDERE A STUDI TV O RADIO. TUTTO GRATUITO E ACCESSIBILE A TUTTI

La Finlandia e i Boston Celtics non hanno quasi nulla in comune se non una cosa: la capacità di vincere alla grande, per otto anni di fila. Per i Celtics, si trattò di otto campionati NBA dal 1959 al 196
Per la Finlandia, si tratta invece di essere in cima alle classifiche mondiali della felicità negli ultimi otto anni. Quest’ultimo risultato potrebbe essere considerato un traguardo ancora più importante in tempi così incerti, ma il mistero della felicità finlandese sfugge a molti, inclusi gli stessi finlandesi.
Il World Happiness Report è un rapporto annuale pubblicato dall’Università di Oxford in collaborazione con Gallup e le Nazioni Unite.
«Le persone andavano a vedere il sondaggio cercando di capire cosa non andasse nel sondaggio», ha spiegato Frank Martela, filosofo e professore.
Martela, che quest’anno ha pubblicato Stop Chasing Happiness: a pessimist’s guide to a good life (Smettila di inseguire la felicità: guida pessimista a una buona vita), ritiene che i finlandesi fossero scettici a causa del modo in cui la felicità viene misurata.
«Immagino che uno dei motivi principali sia cosa viene effettivamente misurato in questo World Happiness Report», ha
detto Martela.
Il rapporto classifica la felicità di una nazione in base a una sola domanda: su una scala da zero a dieci, quanto è vicina la tua vita alla migliore vita possibile?
«Che è una domanda diversa da, per esempio, hai provato gioia oggi, oppure hai sorriso o riso oggi?», ha detto Martela.
La felicità significativa, nel caso dei finlandesi, si riduce davvero alla soddisfazione, il che porta a chiedersi: perché i finlandesi sono così soddisfatti?
«Il tipo di società che abbiamo è stata in grado di prendersi cura dei cittadini relativamente bene», ha spiegato Martela.
Oodi, la Biblioteca Centrale di Helsinki, ne è un esempio. La biblioteca si definisce un «luogo di incontro vivente» che offre servizi bibliotecari tradizionali, spazi per i videogiochi, studi digitali, servizi di stampa 3D e altro ancora, tutto gratuito e accessibile al pubblico.
«L’idea è assicurarsi che tutti abbiano l’opportunità di fare questo tipo di cose indipendentemente da quanti soldi abbiano», ha detto Martela.
Ma le tasse più alte che alimentano una società di tipo socialista valgono la pena per i finlandesi.
«C’è più un’idea di società qui, credo; la gente accetta che se paghi le tasse, allora ottieni qualcosa in cambio», ha spiegato Tim Bird, che si è trasferito in Finlandia dal Regno Unito più di quarant’anni fa.
Bird era anche affascinato dalla vicinanza alla natura in Finlandia
«Questa è una delle grandi cose di Helsinki, non sei mai troppo
lontano dall’ambiente naturale», ha detto.
Un’altra possibile spiegazione per la felicità del paese potrebbe essere il rapporto dei suoi cittadini con la temperatura. La Finlandia ha più saune pro capite di quante auto passeggeri abbia gli Stati Uniti.
Carita Harju, coautrice di The Power of Hot and Cold (Il potere del caldo e del freddo), ha spiegato che usa la sauna ogni giorno tanto per i benefici sulla salute quanto per quelli mentali. Dopo essersi riscaldata, si tuffa nel gelido Mar Baltico. I rapidi cambiamenti di temperatura rilasciano endorfine, ma per Harju si tratta di relax.
(da agenzie)

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IL PARTITO FILO EUROPEISTA PAS, GIÀ AL GOVERNO A CHISINAU, VINCE LE ELEZIONI PARLAMENTARI DOPPIANDO I RIVALI FILORUSSI DEL BLOCCO PATRIOTTICO

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

SANDU: “DALLE ELEZIONI UN MANDATO FORTE PER L‘ADESIONE ALL’UE”

Dal risultato delle elezioni arriva “un mandato forte per il processo di adesione”. Lo ha detto la presidente della Moldavia e leader del partito filo-Ue (il Pas), Maia Sandu, in una conferenza stampa organizzata a Chisinau. “Abbiamo dimostrato al mondo intero che siamo coraggiosi e dignitosi, che non ci siamo lasciati
intimidire”, ha aggiunto Sandu con riferimento alle ingerenze russe. Nella tarda mattinata la presidente ha ricevuto anche la telefonata di congratulazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Il Partito Azione e Verità (Pas), al potere dal 2021 in un paese tra i più poveri d’Europa, ha ottenuto il 50,16% dei voti e, secondo le proiezioni, potrebbe mantenere la maggioranza assoluta in Parlamento con 55 seggi su 101, contro i 63 dell’assemblea uscente.
La Russia “non è riuscita a destabilizzare la Moldavia” e la sua “influenza sovversiva” non si diffonderà ulteriormente: lo afferma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che rende omaggio alla Moldavia affermando che “ha vinto l’idea dell’Europa, l’idea di uno sviluppo nazionale normale e stabile”. “L’influenza sovversiva della Russia non si estenderà ulteriormente in Europa”, ha aggiunto.
Il Cremlino attende di dare una valutazione sul risultato delle elezioni in Moldavia dopo che tutte le forze politiche del Paese si saranno espresse, e sottolinea che alcune di esse denunciano “possibili violazioni”. Lo ha detto il portavoce, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax.
“Il voto della Moldavia è un chiaro sì a un futuro europeo. Nonostante i massicci sforzi della Russia per diffondere disinformazione e comprare voti, nessuna forza può fermare un popolo impegnato per la libertà.
Siamo al fianco della Moldavia nel suo percorso verso l’Ue”. Lo scrive sui social l’alto rappresentante Ue Kaja Kallas.
”Malgrado i tentativi di ingerenze e pressioni, la scelta dei
cittadini moldavi si è espressa con forza. La Francia è al fianco della Moldavia, nel suo progetto europeo e il suo slancio di libertà e di sovranità”: lo scrive in un messaggio pubblicato su X il presidente francese, Emmanuel Macron.
“Moldavia, ci sei riuscita di nuovo. Nessun tentativo di seminare paura o divisione ha potuto infrangere la tua determinazione. Hai fatto una scelta chiara: Europa, democrazia e libertà. La nostra porta è aperta. E saremo al tuo fianco in ogni fase del cammino. Il futuro è tuo”. Lo ha scritto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen su X.
“Il futuro della Moldavia è in Europa! Con questo storico passo avanti, il popolo moldavo ha scelto la via della democrazia, della speranza e delle opportunità. Ha scelto l’Europa. L’Europa è la Moldova. La Moldova è Europa.” Lo scrive su X la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola.
“Il popolo moldavo si è espresso e il suo messaggio è forte e chiaro. Hanno scelto la democrazia, la riforma e un futuro europeo, nonostante le pressioni e le interferenze della Russia L’Ue è al fianco della Moldavia. In ogni fase del percorso”. Lo dichiara su X il presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa. Il primo ministro polacco Donald Tusk plaude alla vittoria in Moldavia del partito filo-europeista Azione e Solidarietà (Pas) della presidente Maia Sandu sul Blocco patriottico filorusso guidato dall’ex capo di Stato Igor Dodon. “Ci è voluto un grande coraggio da parte della nazione moldava e di Maia Sandu personalmente per vincere queste elezioni. Non solo avete salvato la democrazia e mantenuto la rotta europea – scrive il primo ministro su X – ma avete anche fermato la Russia nei suoi
tentativi di assumere il controllo dell’intera regione. Una buona lezione per tutti noi”.
(da agenzie)

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DOVE C’È UN PUTINIANO, C’È UNA MAZZETTA: NATHAN GILL, EX DEPUTATO BRITANNICO E GIÀ UOMO DI PUNTA DEL PARTITO DI NIGEL FARAGE IN GALLES, AMMETTE DI AVERE INCASSATO BEI RUBLI DA MOSCA: “HO PRESO TANGENTI PER PARLARE BENE DELLA RUSSIA E DI PUTIN”

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

GILL SI È DICHIARATO COLPEVOLE DI OTTO CAPI DI IMPUTAZIONE: HA RICEVUTO DENARO DA OLEG VOLOSHYN, UNA “PEDINA” DEI SERVIZI RUSSI, E IN CAMBIO DOVEVA RILASCIARE DICHIARAZIONI E ORGANIZZARE EVENTI A FAVORE DEL REGIME DI “MAD VLAD”

A proposito di disinformazione della Russia. C’è un ex deputato britannico dell’Europarlamento ed ex colonna di Nigel Farage in Galles, che ha ammesso: “Sì, ho preso soldi e tangenti da Mosca per parlare bene della Russia e di Putin, in tv e pubblicamente”.
La rara e straordinaria ammissione, in un Occidente in cui negli ultimi anni sono visibilmente cresciuti i sospetti verso potenziali “agenti russi”, è arrivata da Nathan Gill: 52 anni gallese, europarlamentare brexiter dal 2014 al 2020 per ben due partiti di Nigel Farage – Ukip e poi Reform UK, che oggi sta volando nei sondaggi. Non solo: Gill è stato anche leader di Ukip Galles tra il 2014 e il 2016 e leader dell’attuale Reform UK in Galles tra marzo e maggio 2021, guidando la campagna elettorale del partito per il Senedd (Parlamento gallese).
Come riporta la Bbc, GIll si è dichiarato colpevole di otto capi d’imputazione per corruzione tra il 6 dicembre 2018 e il 18 luglio 2019. Ciò perché ha ricevuto denaro da Oleg Voloshyn – secondo gli Stati Uniti una “pedina” dei servizi segreti russi – per poi tenere discorsi al Parlamento di Strasburgo e rilasciare dichiarazioni in favore di Mosca
Come dimostrano le carte del processo che si è tenuto Londra,
Oleg Voloshyn – ex membro nel Parlamento ucraino per un partito filorusso e sanzionato nel 2022 dall’amministrazione Biden – aveva incaricato Gill in almeno otto occasioni di fare dichiarazioni specifiche pro Russia. Ovviamente, in cambio di denaro. A provarlo ci sono decine di messaggi WhatsApp tra i due
Nel dicembre 2018, per esempio, in un discorso parlamentare, Gill difese i controversi canali televisivi 112 Ukraine e NewsOne, sostenendo che fossero trattati ingiustamente dallo Stato ucraino. Sebbene questi canali fossero legati a Viktor Medvedchuk, uomo vicinissimo a Vladimir Putin – tanto che il presidente è il padrino di sua figlia – e rilasciato da Kiev qualche tempo fa in uno scambio di prigionieri con la Russia.
In altre occasioni, continua la Bbc, Gill, padre di cinque figli, è apparso su 112 Ukraine per difendere Medvedchuk, allora sotto processo in Ucraina per alto tradimento. E, in cambio di tangenti, ha organizzato eventi tra europarlamentari, rappresentanti filorussi ucraini e lo stesso Medvedchuk. Inoltre, dopo aver ricevuto i bonifici, Gill ha presentato specifiche interrogazioni parlamentari a Strasburgo in difesa di Mosca.
Gill, figura di spicco della destra brexiter gallese nel decennio scorso, oggi non è più membro di Reform UK, dal quale è stato allontanato.
(da Repubblica)

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A CINQUE SETTIMANE DAL VOTO PREVISTO IL 4 NOVEMBRE, IL SINDACO USCENTE DI NEW YORK, ERIC ADAMS, HA ANNUNCIATO IL RITIRO PROVOCANDO UN TERREMOTO NELLA CORSA ELETTORALE PER DECIDERE CHI GUIDERÀ PER I PROSSIMI QUATTRO ANNI LA PIÙ GRANDE CITTÀ D’AMERICA

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

SI RIAPRE LA PARTITA, E LA SFIDA E’ TRA IL DEMOCRATICO, ISLAMICO E SOCIALISTA, ZORHAN MAMDANI, E L’EX GOVERNATORE DELLO STATO, ANDREW CUOMO …SECONDO I SONDAGGI, MAMDANI ERA IN TESTA IN UNA CORSA A TRE MA COL PASSO INDIETRO DI ADAMS, IL SUO VANTAGGIO DIMINUISCE

A cinque settimane dal voto di novembre il sindaco uscente di New York, Eric Adams, ha annunciato il ritiro provocando un terremoto nella corsa elettorale per decidere chi guiderà per i prossimi quattro anni la più grande città d’America.
Si riapre di fatto la partita, e la sfida sembra essere a due, tra il Dem ‘socialista’, Zorhan Mamdani, e l’ex governatore dello Stato, Andrew Cuomo. Mamdani, secondo i sondaggi, é decisamente in testa in una corsa a tre, ma il suo vantaggio diminuisce considerevolmente col passo indietro di Adams, terzo incomodo che si era ripresentato alle elezioni del 4 novembre come indipendente per evitare le primarie tra candidati dem.
Ora che si è ritirato, anziché appoggiare uno dei rivali Adams ha invitato gli elettori a guardare con sospetto sia Mamdani che Cuomo. Senza nominare direttamente Mamdani, ha messo in guardia che “forze subdole” stanno spingendo “agende radicali e divisive” nella politica cittadina, affermando che “i newyorkesi dovrebbero diffidare di qualsiasi politico o movimento politico che sostenga che dobbiamo distruggere in blocco i sistemi
costruiti insieme nel corso delle generazioni per introdurre un nuovo ordine, non testato, guidato da sedicenti salvatori”.
Quanto a Cuomo, sempre senza nominarlo, Adams ha ribadito la vecchia ruggine contro l’italo-americano: “Politici di cui non ti puoi fidare, che non apprezzano te né valutano il tuo futuro, ma pensano solo a se stessi”.
Secondo il New York Times, il sindaco uscente aveva nelle ultime settimane valutato possibili vie d’uscita, con i suoi consiglieri che a un certo punto avevano avviato negoziati con l’entourage del presidente Trump per un incarico di ambasciatore in Arabia Saudita. I legami tra Adams e Trump sono visti con sospetto dall’elettorato newyorchese soprattutto dopo che il sindaco aveva ottenuto l’archiviazione di una tangentopoli in cui era rimasto invischiato in cambio di un giro di vite sui migranti
Oggi il sindaco ha ammesso che, nonostante i suoi sforzi, non vedeva un percorso possibile per farsi riconfermare. Ha attribuito la colpa alle “voci ripetute sul suo ritiro” e alla decisione del Campaign Finance Board della città di negargli fondi pubblici strozzando in questo modo economicamente la sua campagna.
(da agenzie)

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QUEL COGLIONAZZO DI HEGSETH NON PUÒ ESSERE LASCIATO SOLO: AL MEGA VERTICE CON I GENERALI INDETTO DAL MINISTRO DELLA GUERRA AMERICANO PARTECIPERÀ ANCHE DONALD TRUMP

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

HEGSETH HA CONVOCATO IN GRAN FRETTA TUTTI I MASSIMI UFFICIALI MILITARI A STELLE E STRISCE, SCATENANDO IL PANICO TRA I COMMENTATORI. POI SI È SCOPERTO CHE VOLEVA SOLO UN PALCO PER TENERE UN DISCORSO SULLA SUA VISIONE DI UN “ETHOS DI GUERRIERI”. ORA È ARRIVATA LA NOTIZIA CHE CI SARÀ ANCHE IL PRESIDENTE

Donald Trump ha deciso di partecipare all’ultimo minuto all’incontro con i massimi generali americani martedì a Quantico, in Virginia, convocato la scorsa settimana dal segretario alla Difesa Pete Hegseth.
Il Pentagono è stato allertato che le misure di sicurezza dovranno
cambiare significativamente, e la gestione passa nelle mani del Secret Service, il servizio a protezione del Presidente.
Su quale sia lo scopo del mega-incontro ancora non c’è chiarezza. Gli alti ufficiali sono stati convocati in gran fretta, non solo quelli che lavorano negli Stati Uniti ma anche quelli di stanza all’estero, sulla carta per ascoltare Hegseth che parla della sua visione di un «ethos di guerrieri».
Qualcuno teme che dietro la convocazione ci sia un annuncio di possibili tagli al personale. Quello che è certo è che ora a prendersi la scena sarà Trump e non il suo appena ribattezzato «ministro della Guerra».
Il vertice aveva creato allarme in tutto il mondo ed era poi stato spiegato che si tratta di un’occasione per il capo del Pentagono per tenere un discorso «sullo spirito guerriero» e vedere «faccia a faccia» centinaia di leader militari da tutto il mondo.
Pete Hegseth aveva infatti ordinato a centinaia di generali di radunarsi in una base del Corpo dei Marines in Virginia. Parnell, consigliere senior del segretario alla Difesa, non ha espresso alcuna preoccupazione in merito alla notizia dell’incontro di martedì.
(da agenzie)

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ZELENSKY RIVELA: “ABBIAMO INFORMAZIONI DI INTELLIGENCE CHE DIMOSTRANO COME I RUSSI STIANO USANDO LE PETROLIERE PER LANCIARE E CONTROLLARE I DRONI CHE FANNO VOLARE SUI PAESI EUROPEI”

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

ESISTE QUINDI UNA FLOTTA CHE NAVIGA NEL MEDITERRANEO E NEI MARI DEL NORD, UFFICIALMENTE PER TRASPORTARE GREGGIO, MA CHE IN REALTÀ FUNGE DA RAMPA DI LANCIO PER VELIVOLI TELEGUIDATI

Zelensky e le incursioni dei droni in Europa, secondo atto. Dopo aver messo in allarme i nostri apparati scrivendo su X che l’Italia «può essere il prossimo obiettivo», il presidente dell’Ucraina è tornato sull’argomento, con un videomessaggio al termine di una giornata assai complicata in cui si è registrato un tremendo attacco russo sulle città ucraine durato dodici ore.
«Abbiamo informazioni di intelligence che dimostrano come i russi stiano usando le petroliere per lanciare e controllare i droni che fanno volare sui Paesi europei», dice Zelensky. «Questo è un altro motivo per cui il Mar Baltico e gli altri mari dovrebbero essere interdetti alle navi cisterna russe, almeno alla flotta ombra».
Il presidente ucraino quindi aggiunge due informazioni al suo precedente messaggio. La prima è la modalità di lancio dei droni ostili: non da postazioni nascoste e spie sparse sul territorio dell’Ue, ma dalle petroliere. La seconda riguarda l’esistenza di una flotta che solca le acque del Mediterraneo e dei mari del nord, ufficialmente per trasportare greggio e altri materiali ma che in realtà fungerebbe da rampa di lancio per velivoli teleguidati
Il caso raccontato ieri da Repubblica del Lauga, il mercantile russo che alcuni giorni fa incrociava davanti alle coste della Sicilia e che le intelligence europee sospettano avere la stiva piena di droni, sembra esattamente ciò a cui si riferisce Zelensky.
La Russia nega di essere responsabile delle incursioni e degli sconfinamenti dei caccia e smentisce di stare pianificando attacchi a Paesi Nato, ma tra i membri dell’Alleanza atlantica si è fatta strada l’idea che Mosca voglia testare i tempi di reazione europea e dare una prova della sua determinazione a raggiungere gli obiettivi in Ucraina.
Allarmi specifici per il nostro Paese non risultano, né al ministero della Difesa né al Copasir, e infatti il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani invita a «non drammatizzare», e parla di «messaggi politici», più che militari.
«Putin ha un’aggressività inaccettabile, però non credo assolutamente che voglia attaccare l’Italia, questo lo posso smentire. Comunque la nostra difesa aerea è sempre vigile e attenta, l’efficienza dell’aeronautica militare è sempre alta sia a terra sia in cielo», dice il titolare della Farnesina.
I segnali di possibile escalation, comunque, non mancano e tengono in allerta l’Unione europea, come i nuovi avvistamenti sospetti nei cieli della Danimarca, a pochi giorni del vertice informale dei 27 leader europei a Copenaghen: da oggi e fino a venerdì, lo spazio aereo danese verrà chiuso a tutti i voli civili di droni.
Come detto, però, i droni più numerosi e letali sono ancora quelli che colpiscono, quotidianamente, l’Ucraina. Ieri l’assalto russo su
Kiev, Zaporizhzhia, Khmelnytsky, Sumi e Odessa è durato per dodici ore di seguito: quasi 500 droni kamikaze e 40 missili, inclusi i balistici Daggers, hanno preso di mira il suolo ucraino. Quattro vittime a Kiev, tra cui una bambina di dodici anni, 70 i feriti.
(da agenzie)

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LA GIRAVOLTA DI TRUMP: TRADITO DAL SUO AMICO PUTIN, SI RISCOPRE FILO-UCRAINO: L’AMMINISTRAZIONE USA AVREBBE DATO IL VIA LIBERA A KIEV AGLI ATTACCHI IN “PROFONDITÀ” SUL TERRITORIO RUSSO

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

LA POSSIBILE VENDITA DI MISSILI TOMAHAWK, CON GITTATA MAGGIORE RISPETTO AGLI ATACMS, DI CUI GLI USA DISPONGONO IN ABBONDANZA

Per il presidente americano Donald Trump ”non ci sono santuari” e le forze armate ucraine possono condurre attacchi in Russia ”in profondità”. Lo ha dichiarato l’inviato speciale degli Stati Uniti in Ucraina Keith Kellogg in una intervista a Fox News. ”Bisogna usare la capacità di colpire in profondità, non esistono santuari”, ha detto Kellogg a proposito della posizione di Trump sul fatto
che l’Ucraina possa condurre attacchi a lungo raggio in Russia.
La decisione finale se l’Ucraina possa condurre attacchi a lungo raggio all’interno della Russia spetta a Trump, caso per caso, ha precisato Kellogg. La scorsa settimana il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto a Trump di fornire a Kiev missili da crociera a lungo raggio Tomahawk durante un incontro a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Gli Stati Uniti stanno “valutando” la possibilità di fornire missili Tomahawk a Kiev, mentre Mosca continua a rifiutare i colloqui di pace bilaterali e trilaterali mediati da Trump, ha confermato ieri il vicepresidente americano JD Vance.
I sistemi di difesa aerea russi hanno intercettato e distrutto 84 droni ucraini che sorvolavano alcune zone del Paese durante la notte. Lo scrive la Tass citando il ministero della Difesa di Mosca.
“I sistemi di allerta della difesa aerea hanno intercettato e distrutto 78 droni ucraini: 24 sulla regione di Bryansk, 21 sulla regione di Belgorod, 9 sulla regione di Voronezh, 9 sulla regione di Smolensk, 7 sulla regione di Kaluga, 4 sulla regione di Mosca, 3 sulla regione di Orël e 1 sulla regione di Kursk. In totale, 84 droni ucraini sono stati intercettati e distrutti durante la notte”, si legge nella dichiarazione.
Che il titolo dell’editoriale del Financial Times — «Perché l’Ucraina sta vincendo la guerra» — firmato dallo storico e filosofo israeliano Yuval Noah Harari sia fin troppo ottimista appare evidente soprattutto nel giorno in cui il Cremlino ha ripreso a bombardare le grandi città ucraine con ferocia.
E che sia poco aderente alla realtà anche lo scenario ipotizzato
da Trump a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a New York, ovvero una riconquista da parte delle forze di Kiev dei territori occupati dai russi, è chiaro a tutti gli analisti militari.
Lo stesso generale Valery Zaluzhny, oggi ambasciatore a Londra, ha fatto notare come l’operazione nel Kursk sia stato un errore costato un numero eccessivo di vite umane ucraine. «Non conosco il prezzo di tali azioni, ma è ovvio che è stato troppo alto», ha scritto l’ex capo di stato maggiore ucraino in un articolo pubblicato online.
Inoltre, per tutta l’estate Kiev ha sofferto sul fronte Est, costretta a cedere terreno e a ritirarsi per evitare ulteriori perdite. Basta però rovesciare la medaglia e guardarne l’altro lato per vedere che nemmeno Mosca sta vincendo.
Come se — è il paragone fatto dal generale australiano in pensione Mick Ryan — a più di tre anni dall’invasione dell’Iraq nel 2003, gli Stati Uniti fossero riusciti a conquistare solo il 20 per cento del Paese, subendo nel frattempo un milione tra morti e feriti. Nessuno si azzarderebbe a considerarla una vittoria.
Il via libera da Trump non è ancora arrivato e potrebbe anche non arrivare mai, se si considerano le continue giravolte della Casa Bianca. Ma presto Kiev potrebbe incassare il permesso di comprare dagli Usa (e usare) missili Tomahawk. Più potenti degli Atacms, con una gittata maggiore, utilizzati in diversi scenari, dall’Iraq di Desert Storm alla Siria contro l’Isis, fino ai Caraibi contro i narcos, sono un’arma di cui gli Stati Uniti dispongono in abbondanza e cederli a Kiev non intaccherebbe l’«America First» in materia di riserve militari, come successo per i Patriot.
Si tratta di una fornitura cui nemmeno l’amministrazione di Joe Biden, fin qui ben più filo Kiev di quella attuale, aveva mai acconsentito, spaventata dalle possibili reazioni di Mosca. In realtà — fanno notare gli analisti — difficilmente quest’arma può cambiare definitivamente il corso della guerra come già successo per gli Himars e gli Atacms. Ma farebbe aumentare la pressione sulla Russia per costringere Putin a sedersi al tavolo.
E lo stesso Zelensky ha osservato come l’acquisto di per sé basterebbe già come messaggio a Mosca. La campagna di Kiev «DeepStrike» (attacchi in profondità su territorio russo), fin qui basata sull’utilizzo dei droni, sta ostacolando direttamente le attività operative e le linee di rifornimento russe: in meno di due mesi, le forze ucraine avrebbero colpito 85 obiettivi di alto valore sul suolo russo.
Tra cui 33 siti militari, basi, magazzini, aeroporti e aerei a terra, nonché 52 strutture militari-industriali che producono armi, munizioni, carburante e droni. Tradotto: se potenziata coi missili a lunga gittata, «DeepStrike» potrebbe provocare ulteriori grattacapi al Cremlino.
(da agenzie)

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“LA MEDAGLIA DI LEGNO ALLE OLIMPIADI È STATA LA MOLLA PER TORNARE A VINCERE”: IL C.T. DELL’ITALVOLLEY FEFÈ DE GIORGI PARLA DELLA VITTORIA DEGLI AZZURRI AI MONDIALI CONTRO LA BULGARIA: “SONO SUCCESSE TANTE COSE CHE SOLO UN GRUPPO COME QUESTO POTEVA ASSORBIRE E TRASFORMARE IN ENERGIA POSITIVA”

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

“LA SCONFITTA CONTRO IL BELGIO NEI GIRONI È STATO UNO SCHIAFFO CHE CI HA FATTO ENTRARE SUBITO NELLA REALTÀ VERA DI QUESTO TORNEO MENTRE ALCUNE SQUADRE SONO RIMASTE SORPRESE E SONO USCITE DI SCENA”

E sono cinque. Ferdinando “Fefè” De Giorgi li ha vinti tutti i Mondiali dell’Italia, tre da giocatore e due da commissario tecnico. È l’allenatore salentino a certificare che la Generazione dei fenomeni vince ancora, segnando la storia proprio come 35 anni fa.
«Sono orgogliosissimo, soprattutto per la Federazione, che ora entra nella leggenda. Essere in compagnia di Julio Velasco anche in questo traguardo mi rende davvero felice. Mi ha mandato un messaggio ma non l’ho ancora letto. Lo sento sempre vicino, facciamo parte della stessa famiglia da decenni», commenta mister 5 mondiali dopo la finale vinta con la Bulgaria tra lacrime e abbracci.
Un Mondiale vinto da un gruppo speciale.
«Dall’infortunio a Lavia al recupero di Russo sono successe tante cose che solo un gruppo come questo poteva assorbire e trasformare in energia positiva. È stato un anno importante, culminato con questa vittoria che è una grande soddisfazione ma, a prescindere da questo, è un gruppo che ha un suo percorso, una sua evoluzione, una sua crescita che ha sempre cercato».
Ma perché è così speciale?
«Lo è nel modo di vivere la maglia, nel modo di aiutarsi, nel modo di integrare le persone. Quest’anno abbiamo avuto degli innesti che non sono mai stati lasciati indietro. È da questo punto di vista che è un gruppo speciale e lo ha dimostrato in tante occasioni e poi in particolare al Mondiale».
Dopo la partita persa con il Belgio si vedeva nero.
«È stato uno schiaffo che ci ha fatto entrare subito nella realtà vera di questo torneo mentre alcune squadre sono rimaste sorprese e sono uscite di scena».
Si è sentito messo in discussione?
«Siamo sempre sotto esame. Se soffrissi questo tipo di situazione, dovrei cambiare mestiere».
La medaglia di legno di Parigi è stata la molla per rivincere i Mondiali?
«Nello sport le grandi vittorie nascono sempre da sconfitte che fanno male, nascono da lì per chi le sa usare. Se invece le usi per farti del male da solo allora non ce la fai».
Dal 2021 a oggi quanto è cambiata la sua Italia?
«Partimmo con il cambio generazionale avendo solo 15 giorni per preparare una squadra e convocando anche giocatori di A2 e vincemmo gli Europei. Nel frattempo c’è chi si è sposato, ha avuto figli, ha aperto un’attività. Nella vita di un atleta ogni anno vale di più, anche in termini di consapevolezza».
Il famoso “Noi Italia”.
«Che nasce fondamentalmente dal desiderio di rappresentare la propria Nazione, di essere insieme agli altri e costruire come hanno fatto i ragazzi quest’anno».
Mercoledì 8 ottobre si torna al Quirinale da Mattarella, tutti convocati.
«Lo rivediamo con piacere dopo che ci siamo assentati qualche mese. Devo pensare a cosa dirgli però…»
E adesso?
«Al di là se ci sarò io, questa squadra ha ancora due cicli olimpici, questo di Los Angeles e il prossimo. Nel 2021 è partito un progetto a lunghissima scadenza non a breve. Si possono fare sonni tranquilli».
(da agenzie)

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COSA DIRÀ LA TRUMPETTA MELONI DI FRONTE AI DATI HORROR DELL’EXPORT ITALIANO? PER COLPA DEI DAZI IMPOSTI DAL PRESIDENTE USA, CROLLANO LE VENDITE DELLE IMPRESE TRICOLORE ALL’ESTERO: LE ESPORTAZIONI VERSO GLI STATI UNITI SONO CALATE DEL 21,2%

Settembre 29th, 2025 Riccardo Fucile

LA RIDUZIONE SI REGISTRA VERSO QUASI TUTTI I PRINCIPALI PAESI PARTNER EXTRA UE E COLPISCE IN PARTICOLARE BENI STRUMENTALI (-16,7%) E BENI DI CONSUMO DUREVOLI (-9,4%) – AUMENTANO SOLO LE VENDITE VERSO REGNO UNITO E SVIZZERA

Ad agosto si stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27 una marcata flessione congiunturale per entrambi i flussi, più ampia per le esportazioni (-8,1%) rispetto alle importazioni (-7,1%).
Lo rileva l’Istat, spiegando che la contrazione su base mensile dell’export è dovuta alle minori vendite di beni strumentali (-16,7%), beni di consumo durevoli (-9,4%) e non durevoli (-7,8%); aumentano, invece, le esportazioni di energia (+5,9%) e
beni intermedi (+2,2%). Su base annua il calo delle esportazioni extra Ue è del 7,7%.
Dal lato dell’import, si rilevano diminuzioni congiunturali diffuse, le più ampie per beni di consumo non durevoli (-16,5%), beni intermedi (-6,1%) e beni di consumo durevoli (-5,1%). “Dopo due mesi consecutivi di forte crescita congiunturale, ad agosto l’export verso i paesi extra Ue registra un’ampia riduzione su base mensile, spiegata soprattutto dalle minori vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli”, commenta l’Istituto di statistica.
Ad agosto le esportazioni su base annua sono calate del 26,1% in Turchia e del 21,2% verso gli Stati Uniti. Lo rileva l’Istat. La riduzione si registra verso quasi tutti i principali paesi partner extra Ue27. Aumentano soltanto le vendite verso Regno Unito (+4,9%) e Svizzera (+4,7%) Le importazioni da Regno Unito (-36,6%) e paesi Opec(-27,1%) registrano le contrazioni tendenziali più ampie; diminuiscono anche gli acquisti da India (-9,7%), Cina (-7,1%) e paesi Mercosur (-5,8%). Per contro, crescono le importazioni da Stati Uniti (+68,5%) e paesi Asean (+13,6%).
(da agenzie)

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