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SONDAGGIO BIDIMEDIA: CHI VORRESTE COME LEADER DEL CAMPO LARGO? SILVIA SALIS 31%, CONTE 30%, SCHLEIN 27%

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

PER MOLTI UNA SORPRESA, NON PER NOI… SILVIA E’ L’UNICA CHE POTREBBE BATTERE GIORGIA MELONI

Il sondaggio di Bidimedia mostra come andrebbero i partiti se si votasse oggi: Fratelli d’Italia è al 29,5%, seguito dal Pd al 22,2%; recuperano M5s e Avs, rispettivamente al 12,5% e 6,9%. Testa a testa tra Lega e Forza Italia.
Fra gli elettori del campo largo, l’alleanza del centrosinistra, la leader con più preferenze è Silvia Salis, la sindaca Pd di Genova.
I consensi ai partiti
Fratelli d’Italia resta primo, al 29,5%. Nell’ultima settimana guadagna due decimi, che lo fanno riavvicinare al 30%. Anche se in questo sondaggio resta poco al di sotto, è oramai assodato che FdI abbia raggiunto quella soglia e che svetti in testa alle classifiche, con largo vantaggio su tutti gli altri partiti.
L’unico che riesce a superare il 20% e ad avvicinarsi di più è il Partito democratico. Tuttavia, rispetto a sette giorni fa perde lo 0,2% e scende al 22,2%. Nonostante un buon posizionamento i dem continuano ad avere difficoltà ad accorciare lo stacco con FdI.
La leggera flessione del Pd è controbilanciato da Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra, che recuperano due decimi a testa. Entrambi comunque, risultano molto distanti dai vertici della classifica, rispettivamente al 12,5% e al 6,9%.
Nel centrodestra, gli equilibri restano immutati. In questi tre anni infatti, FdI ha continuato a crescere, mentre gli alleati sono
rimasti fermi. La Lega è all’8,1%, in calo dello 0,2% e Forza Italia si posiziona all’8,3% (+0,1%). Noi Moderati invece, non supera l’1% ed è allo 0,9%.
Tra le forze del campo largo, c’è anche Casa Riformista, il nuovo progetto di Matteo Renzi con Italia Viva, che attualmente prende il 2,3% (-0,2%). Segue +Europa, all’1,1% (-0,1%). Leggermente più sopra troviamo Azione, al 2,8% (-0,1%).
I partiti più piccoli prendono pochi decimali: Ora! lo 0,7%, il Partitoliberaldemocratico lo 0,6%, Potere al Popolo lo 0,8% e Rifondazione Comunista lo 0,7%. Solo Democrazia Sovrana e Popolare raggiunge l’1%.
Chi sarà il leader del campo largo?
Il sondaggio offre anche un quadro sui possibili leader del campo largo alle politiche del 2027. Tra gli elettori dei partiti del centrosinistra, le preferenze ricadono su Silvia Salis, la sindaca Pd di Genova.
Il 31% degli intervistati vorrebbe vederla correre alla guida della coalizione progressista come possibile nome a cui assegnare la presidenza del Consiglio.
Seguono Giuseppe Conte, con il 30% ed Elly Schlein, con il 27%. Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini raccoglie appena il 7%, seguito dal presidente dell’Anci e sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, al 5%.
(da Fanpage)

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POCA CREMA E SOLO NELLA COPPETTA: ARRIVA IL GELATO A MONTECITORIO CON IL BANCO FRIGO E SEI GUSTI

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

VOLUTO DALLA MAGGIORANZA, I PROBLEMI DEGLI ITALIANI ORA SONO RISOLTI

Iniziano oggi i lavori per installare nella buvette di Montecitorio il banco frigo per i gelati a uso esclusivo dei deputati.
Una novità fortemente voluta da Fratelli d’Italia per celebrare uno dei simboli del Made in Italy e, magari, per attirare qualche onorevole in più nelle giornate di calura estiva.
Secondo fonti interne, nel banco gelati saranno presenti sei gusti differenti di gelato artigianale. Ci sono però delle limitazioni non indifferenti: sarà possibile prendere solo coppette, non coni, e la quantità di gelato fornita sarà minore rispetto a quella dei bar disseminati intorno al palazzo.
Le regole del gelato parlamentare: poco e nella coppetta
Poco gelato e solo nelle coppette, due regolamenti rigidi che servono per mantenere intatta la vocazione del celebre bar in stile liberty presente all’interno di Montecitorio.
I cibi sono fatti per essere consumati in loco e rapidamente. Dai panini alle pizzette fino ai supplì o bagel, tutti cibi facilmente mangiabili da in piedi e in qualche minuto. E così deve essere anche il gelato, motivo per il quale si è optato per il divieto del cono «da passeggio».
Il gelato era già entrato a Montecitorio, ma solo in forma confezionata e nei bar dei dipendenti al piano terra. L’ingresso di un vero banco frigo per il gelato artigianale è stato approvato in via definitiva lo scorso 17 settembre dai tre questori della Camera. Contrario Filippo Scerra di M5s, mentre favorevoli Paolo Trancassini di FdI e Alessandro Manuel Benvenuto della Lega. Oggi, sabato 8 novembre, hanno preso il via i lavori di
modifica e adeguamento del bancone ligneo per installare il contenitore refrigerante per le creme.
(da Open)

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“LA MELONI HA DEFINITO ‘TOGA ROSSA’ IL PROCURATORE LO VOI, CHE DA GIOVANE ANDAVA AD ATTACCARE I MANIFESTI PER IL FRONTE DELLA GIOVENTÙ! PER MELONI UNO COSÌ DIVENTA UNA ‘TOGA ROSSA’ SOLO PERCHÉ PRENDE UNA DECISIONE SGRADITA”

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

RENZI ALL’ATTACCO DEL GOVERNO SUL CASO DEL TORTURATORE LIBICO: “NORDIO HA MENTITO AL PARLAMENTO. LO SCONTRO SULLA GIUSTIZIA? MELONI SE NE SERVE PER NON PARLARE DELL’AUMENTO CLAMOROSO DEI CRIMINI E DELLA PRESSIONE FISCALE”… LE INTERCETTAZIONI ILLEGALI CON PARAGON? OGNI GIORNO CE N’E’ UNO NUOVO CHE VIENE SPIATO DA UN SOFTWARE IN USO ESCLUSIVO AI SERVIZI SEGRETI E QUESTI DICONO ‘NON SIAMO STATI NOI’”

Matteo Renzi lei è stato tra i più critici del governo sul caso Almasri, ora di fronte all’arresto del generale della Rada da parte della procura di Tripoli il governo ha fornito una nuova versione,
ovvero che lo abbiamo rimandato indietro proprio in ottemperanza a una richiesta della Libia. Che valutazione ne dà?
«Quindi tutto quello che hanno raccontato in Parlamento era falso? Hanno una concezione del diritto come fosse una storia di Instagram, dicono una cosa e pensano che dopo 24 ore — puff — sparisca. Non si rendono conto che in questa vicenda soprattutto ha perso definitivamente la faccia il ministro della Giustizia».
Anche il ministro dell’Interno Piantedosi ha dichiarato che era stato restituito ai libici in quanto soggetto pericoloso?
«Almeno lui ha tenuto la stessa posizione, Nordio invece ha mentito al Parlamento.
Lei lo copriva di elogi all’inizio
«Proprio perché avevo creduto in lui, amaramente sono costretto a prendere atto del suo fallimento. Prendiamo il caso Garlasco, ma come può il ministro della giustizia dire che dopo tanti anni bisogna arrendersi? C’è uno potenzialmente innocente in carcere e c’è uno potenzialmente colpevole fuori, ci sono dei magistrati che hanno fatto delle indagini vergognose, ci sono forse delle stecche di denaro che sono state date, e lui dice di arrendersi? Si devono arrendere i criminali non i magistrati, caro Nordio. E se quello in carcere fosse suo figlio?».
Lo scontro sulla giustizia secondo lei indebolisce Meloni?
«Al contrario, Meloni se ne serve per non parlare di un argomento su cui la sinistra dovrebbe svegliarsi e cioè che in Italia c’è un aumento clamoroso dei crimini e della pressione fiscale. È su tasse e sicurezza che si manda a casa la Meloni».
Il governo accusa i magistrati di voler interferire impropriamente in una sfera di autonomia della politica, sia sul caso Almasri sia sul contrasto all’immigrazione clandestina. Non è così?
«E’ vero, sono i magistrati che tramano contro di lei, solo che i magistrati si chiamano Bartolozzi, Nordio e Mantovano, sono i tre magistrati che stanno lavorando contro la credibilità del governo».
Si metta nei panni della premier. Il capo dei servizi segreti le viene a dire che, se non rilasciamo Almasri, centinaia di italiani in Libia rischiano di diventare il giorno dopo degli ostaggi. Lei cosa avrebbe fatto?
«Mettiamo pure che sia andata così, La strada maestra era quella di rimpatriare il torturatore e, senza dare vita a questa tarantella di versioni, mettere il segreto di stato».
E in pubblico cosa avrebbero dovuto dire?
«Che c’era un’esigenza di sicurezza del Paese e che questa esigenza andava difesa utilizzando le procedure previste dall’ordinamento italiano».
Ovvero?
«Si può opporre il segreto di Stato, ma rispettando un preciso protocollo, invece Nordio ha detto bugie, la Bartolozzi — è una mia opinione — ha mentito ai magistrati e la Meloni ha attaccato i giudici definendo toga rossa il procuratore Lo Voi. Ma lo sa chi è Lo Voi?».
Ce lo ricordi lei…
«È un magistrato che fin da giovane manifestava le proprie simpatie per la destra, uno di quelli che andava ad attaccare i manifesti per il Fronte della Gioventù! Per Meloni uno così diventa una “toga rossa” solo perché prende una decisione sgradita pensano che ogni critica sia lesa maestà».
Sullo scandalo Paragon, ha visto che è stato spiato anche Francesco Nicodemo, il suo ex spin doctor ai tempi del Pd?
«È mai possibile che in questo Paese ogni giorno ce ne sia uno nuovo che viene spiato da un software in uso esclusivo ai servizi segreti e questi dicono “non siamo stati noi”? Questi fanno come gli pare e a chi dice “scusa, ci sono delle regole”, la risposta è: tu vuoi bloccare chi ha vinto le elezioni».
(da Fanpage)

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SALVINI ESULTA PER UNA RAGAZZA INCINTA DETENUTA IN CARCERE, ANTIGONE REPLICA: “QUESTO E’ ESSERE PRO VITA?”

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

COSA SIGNIFICA PER UNA DONNA INCINTA O CON FIGLI PICCOLI LA VITA IN CARCERE

Una ragazza di 24 anni è detenuta in carcere, a Venezia, anche se è incinta. È in custodia cautelare, dopo essere stata sorpresa nel presunto furto di un borsello, perché era già finita al centro di indagini della Procura per altri furti. A permetterlo è il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni, che ha cambiato il Codice penale per togliere tutele alle donne incinte e a quelle con figli piccoli. Una battaglia portata avanti soprattuto dalla Lega. Matteo Salvini, vedendo la notizia della detenzione di una giovane che presto sarà madre, ha esultato sui social: “Bene così!”, ha scritto, rivendicando la misura.
Parole che hanno sollevato proteste dall’opposizione. “Che Stato è quello che si vanta di togliere la libertà a una donna incinta invece di aiutarla, accompagnarla, reinserirla?”, ha chiesto Sandro Ruotolo, eurodeputato del Pd.
Fanpage.it ha contattato Susanna Marietti, coordinatrice nazionale di Antigone, associazione che si impegna per tutelare i diritti umani nelle carceri italiane. Marietti non si è limitata a commentare le parole del vicepresidente del Consiglio, ma ha spiegato cosa significa, davvero, per una donna vivere l’esperienza del carcere quando è incinta o quando ha un figlio di meno di un anno.
Cosa pensa delle dichiarazioni di Matteo Salvini sul caso di Venezia?
Si commenta da sola una persona che esulta sempre e solo quando i più fragili e i più deboli vengono gestiti con la repressione e il pugno duro, invece che attraverso gli strumenti delle politiche sociali. La gioia di chi è contento di vedere un feto svilupparsi dentro una galera, con tutti tutti i rischi che questo comporta, e con la possibilità che poi la stessa donna si ritrovi a partorire in carcere, come già altre volte è successo.
Questa evidentemente è l’idea del ministro di essere ‘pro vita’. Negli anni ci ha abituati, e d’altra parte questa è una norma che ha voluto in prima persona, non potevamo aspettarci nulla di diverso.
Al di là della situazione giudiziaria che si è verificata con la 24enne di Venezia, Antigone ha comunicato che negli ultimi mesi è tornato a salire. Sono gli effetti del decreto Sicurezza?
È presto per dirlo, bisogna valutare la situazione specifica di ciascuna detenuta e vedere se la tendenza continuerà anche in futuro. Ma mi sembra verosimile che le due cose siano collegate.
Certamente questa è la direzione in cui va la norma.
Quando si parla di carcere, spesso lo si fa in maniera vaga e un po’ astratta. Ma cosa significa concretamente, per una donna incinta, ritrovarsi detenuta invece di poter usufruire di misure alternative?
Una donna incinta in carcere, nella gran parte dei casi, vive continuamente nella paura. Come tutte noi donne che abbiamo partorito sappiamo, durante una gravidanza sei seguita costantemente, e da vicino. Ci sono medici che monitorano la situazione, e questo ti dà tranquillità. In carcere tutto questo è molto più difficile.
Il nostro sistema penitenziario è a macchia di leopardo, il sistema sanitario è regionalizzato, sono le Asl che entrano negli istituti, quindi le condizioni possono cambiare molto da un carcere all’altro. Ma in generale non si riesce ad avere le attenzioni specifiche di cui avrebbe bisogno la donna che aspetta un figlio. E in una gravidanza l’inaspettato può sempre succedere. Per una perdita di sangue, ad esempio, chiunque correrebbe subito dal ginecologo o al Pronto soccorso. Ma nelle carceri è tutto molto rallentato.
Senza parlare di quando poi si arriva al parto. La situazione si complica soprattutto se è un parto prematuro, ma non solo. Pochi anni fa, a Roma, una donna partorì da sola, aiutata solo dalla compagna di cella, perché il medico non arrivò in tempo. La compagna era un’altra donna incinta, e senza nessuna competenza.
Il decreto Sicurezza colpisce non solo le donne incinta, ma anche quelle con figli piccoli, fino a un anno. Per loro la vita in carcere è ancora più difficile?
Abbiamo parlato con molte di loro. Una cosa che ritorna spesso è il senso di colpa che provano per l’esperienza che loro figlio sta vivendo, un’esperienza che rischia di segnarlo per tutta la vita. Tutti gli psicologi dell’età evolutiva ce lo dicono: in quella fase, i bambini sono delle ‘spugne’, assorbono sensazioni ed emozioni che hanno un forte impatto nel loro sviluppo cognitivo verso l’età adulta. Molte detenute sono frustrate all’idea che i loro bambini si porteranno strascichi di questa esperienza in futuro. Detto questo, non dipende tutto dalle norme.
In che senso?
Mi piacerebbe vedere un’amministrazione penitenziaria e una magistratura di sorveglianza più reattive. Sono certa che se si lavorasse caso per caso, si riuscirebbe anche con le norme attuali a trovare alternative per tutte, o quasi, le donne che si trovano in carcere. Non parliamo mai di grandi criminali, ma di piccoli reati di strada.
E anche quando una donna è in carcere con il bambino, l’amministrazione penitenziaria potrebbe intervenire per migliorarne la vita. Il bambino non è detenuto, non c’è motivo per cui non possa allontanarsi dalla struttura. Servirebbero delle figure apposite che lo portino all’esterno – all’asilo, al parco, in piscina, come tutti i bambini – e la sera lo riportino in carcere dalla mamma. Questa cosa si fa, oggi, solo dove ci sono
associazioni di volontariato che se ne fanno carico. Perché non intervengono le istituzioni a riempire questo vuoto?
Perché non lo si fa?
Probabilmente, perché queste donne vengono prese come simbolo di qualcosa da colpire, da punire. Lo dimostra anche l’esultanza di Salvini.
La legge prevede che le donne in questa situazione siano detenute nei cosiddetti Icam, Istituti a custodia attenuata per detenute madri. Ma i posti a disposizione sono pochi, gli Icam sono solo quattro in Italia. Bisognerebbe espanderli?
In realtà, l’Icam non è poi così diverso da un carcere. È una struttura detentiva chiusa, gestita dal ministero della Giustizia, da cui la madre non può allontanarsi. Concretamente, hanno degli spazi un po’ più adeguati. Ma, per fare un esempio a Roma, l’asilo nido di Rebibbia non è così lontano dall’Icam di Lauro.
Su cosa bisogna puntare, allora?
Le case famiglia. Quelle sì, sono un’altra cosa. Sono una misura alternativa, principalmente le si usa per la detenzione domiciliare speciale introdotta nel 2001 proprio per le madri, fino ai dieci anni di età. L’idea è di ripristinare la convivenza con il figlio. Sono piccole strutture a vocazione familiare, un po’ come un appartamento d’accoglienza, dove la mamma può stare col figlio e il figlio esce tranquillamente. Servirebbero i soldi per espanderle: all’epoca, la legge fu fatta scaricando tutte le responsabilità sugli enti locali, che però nel tempo non vi hanno dedicato molte risorse.
(da agenzie)

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L’ITALIA DEL PUGILATO TORNA SUL TETTO DEL MONDO, PAMELA MALVINA: “DEDICATO A PALESTINA E UCRAINA”

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

LA PUGILE INFERMIERA CAMPIONESSA DEL MONDO NEI PESI LEGGERI

La boxe ha una nuova campionessa mondiale italiana. Dopo la vittoria ai punti contro l’argentina Karen Elizabeth Carabajal, Pamela Malvina Noutcho Sawa è la nuova detentrice della cintura IBO dei pesi leggeri. Una vittoria, la decima su dieci incontri, che l’infermiera di Bologna ha strappato con le unghie proprio nel palazzetto dietro casa, il PalaDozza, davanti a oltre 2mila persone. «Non riesco ancora a realizzare di aver vinto, ora ho paura di addormentarmi e di svegliarmi dovendo ancora combattere», ha commentato a caldo la 33enne. Che poi dal ring ha dedicato il suo trionfo «alle persone che non riescono a vivere con dignità».
Chi è Pamela Malvina: l’arrivo in Italia, l’ospedale e l’amore per il pugilato
Nata in Camerun, Pamela Malvina si è trasferita in Italia quando aveva 8 anni, raggiungendo il padre a Perugia. Ha ottenuto la cittadinanza italiana solo nel 2022, dopo essersi laureata in Scienze infermieristiche a Bologna e aver iniziato lì la propria attività lavorativa all’ospedale Maggiore. L’amore per la boxe è sbocciato durante un tirocinio in Cirenaica, dove Pamela Malvina lavorava in un centro di accoglienza per senza dimora. Da lì, tornata a Bologna, ha preso i guantoni alla Bolognina Boxe e non li ha più lasciati. Dieci incontri ufficiali dopo, è sul tetto del mondo.
Le parole in conferenza stampa e i festeggiamenti di Lepore
«Dedico questa vittoria a tutte le persone che non riescono a vivere con dignità, in particolare a chi sta subendo gli effetti
della guerra e della crisi economica, dalla Palestina al Sudan, all’Ucraina e a tutti i conflitti che in questo momento stanno infiammando il pianeta», ha detto la pugile in conferenza stampa. «È stato un match duro, contro un’avversaria di grandissimo spessore. Come mi sento a essere sul tetto del mondo? Ho paura di svegliarmi domani mattina e rendermi conto di essermi sognata tutto». Parole al miele per la nuova stella del ring italiano le ha avute anche il sindaco bolognese Matteo Lepore, che ha seguito l’incontro dalla prima fila: «Siamo orgogliosi di te. Bologna ha una nuova campionessa e ha trovato un nuovo mito».
(da agenzie)

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CHIESTO L’ARRESTO PER UN CANDIDATO DELLA LEGA IN PUGLIA

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

USA FALSI TESTIMONI PER UN INCIDENTE MORTALE

Francesco Ferretti De Virgilis avrebbe fornito una ricostruzione fasulla della dinamica di un sinistro in cui, nel 2023, perse la vitaun 26enne. Il pm di Taranto ha chiesto per  lui i domiciliari
Era disposto a tutto pur di mettere le mani su un maxi risarcimento da parte di una compagnia assicurativa. Per questo Francesco Ferretti De Virgilis, avvocato pugliese candidato nelle file della Lega alle Regionali del 23 e 24 novembre, avrebbe convinto alcune persone a fingersi testimoni di un incidente stradale in cui un giovane 26enne aveva perso la vita, addossando la colpa a un automobilista che con quel sinistro non c’entrava nulla. Ora sulla testa del legale pende una richiesta di misura cautelare ai domiciliari
La tesi dell’avvocato De Virgilis e l’assicurazione
Le accuse ipotizzate a carico del 51enne sono calunnia e truffa assicurativa. Dopo il tragico incidente, avvenuto nel dicembre 2023 a Maduria in provincia di Taranto, Francesco Ferretti De Virgilis aveva iniziato a rappresentare la famiglia del giovane vittima. Proprio in questa circostanza, avrebbe – secondo la procura – architettato un piano per puntare il dito contro il proprietario di un’Audi che era nei paraggi al momento dello schianto fatale. La sua responsabilità era stata suffragata da alcuni testimoni, che avevano raccontato di aver visto quell’auto tagliare la strada alla Opel su cui c’era il 26enne, causandone lo schianto e il decesso. Il passo successivo sarebbe poi stato quello di rivolgersi alla compagnia assicurativa da cui era coperto l’autista falsamente accusato e richiedere un maxi risarcimento.
La ricostruzione della dinamica e i testimoni inesistenti
A smontare il castello costruito da Ferretti De Virgilis è stata la polizia locale. Visionando i filmati delle telecamere di videosorveglianza, hanno notato che la dinamica dell’incidente è stata del tutto diversa. Di un’Audi che taglia la strada alla Opel non c’era traccia, anzi il 26enne avrebbe perso da solo il controllo del mezzo. L’auto del giovane si è poi schiantata contro un muro di cinta di una casa e si è ribaltata più volte su se stessa, causando il decesso del giovane. Dai video registrati, inoltre, era evidente che i testimoni portati dal legale difensore della famiglia non fossero nelle vicinanze del luogo dove è avvenuta la tragedia.
La richiesta dei domiciliari e l’interrogatorio preventivo
Alla luce di quanto scoperto dalla polizia locale, il pubblico ministero di Taranto, Francesco Ciardo, ha chiesto al gip la misura cautelare degli arresti domiciliari per l’avvocato Francesco Ferretti De Virgilis. Nei prossimi giorni il candidato leghista in Puglia sarà sentito nell’interrogatorio preventivo.

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REGIONI AL VOTO? PIOVONO MANCE DAL GOVERNO IN PUGLIA E CAMPANIA

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

COME E’ SUCCESSO NELLE MARCHE, A POCHI TEMPO DAL VOTO ARRIVANO SOLDI ED ACCORDI PER PRENDERE PER IL FONDELLO I GONZI

Tu guarda il caso a volte: ecco freschi freschi ben 70 milioni di euro dal governo “per la valorizzazione delle comunità e delle identità locali”, annunciano con gioia gli esponenti di Forza Italia pugliesi. Dalla Campania invece giunge notizia, da parte del candidato presidente del centrodestra Edmondo Cirielli (FdI), di un nuovo finanziamento della Banca europea per gli
investimenti da 1,4 miliardi “per la sicurezza dei Campi Flegrei”, e così “la Campania è la seconda Regione per trasferimenti da parte del governo, con cifre record mai viste negli ultimi trent’anni”.
Sarà che la Campania è forse quella più contendibile per il centrodestra, c’è il leghista Gianpiero Zinzi che aggiunge un’altra buona novella: “L’aeroporto di Grazzanise è stato inserito nel piano nazionale degli aeroporti. Un risultato storico per tutta la Campania, raggiunto grazie a Matteo Salvini al governo e all’impegno parlamentare del gruppo della Lega”. Due giorni fa Giorgia Meloni invece si era premurata di ricordare di aver promosso “interventi complessi come Caivano, oggi un modello replicato in altri territori, che dimostrano che quando lo Stato investe, si organizza e resta, le cose cambiano davvero”.
È tutta una serie di “risultati storici”, di “attenzioni particolari”, di “modelli virtuosi” e “grandi opportunità”, “un investimento complessivo che premia la nostra identità e il lavoro svolto in sinergia con il governo”.
Le note inviate alle agenzie dei vari esponenti di centrodestra sono trionfanti. Tipo, altro esempio: “Il prossimo 18 novembre, a Foggia, presso il Consorzio di Bonifica di Capitanata, sarà presente il sottosegretario Patrizio La Pietra per fare un punto dell’interconnessione idrica Liscione-Occhito. In quell’occasione saranno illustrati i risultati di mesi di intenso lavoro dei tavoli tecnici, che hanno finalmente posto le basi per un progetto storico: un’opera attesa da decenni, fondamentale per garantire
sicurezza idrica alla Capitanata e dare nuova linfa al nostro comparto agricolo, cuore pulsante del territorio. Grazie al governo Meloni, un impegno storico diventa finalmente realtà”, dice la senatrice Anna Maria Fallucchi (FdI). Oppure: “Alle Fattorie Garofalo di Capua abbiamo illustrato le opportunità dei contratti di filiera, con una dotazione di oltre 1,2 miliardi di euro grazie all’azione del ministro Lollobrigida, a beneficio di produzioni d’eccellenza come la mozzarella di bufala campana dop”, scrive Marco Cerreto, deputato di FdI.
È un po’ il modello Marche, quando prima delle elezioni regionali per volontà sempre del governo la regione entrò nella zona economica speciale; o come a Pordenone, anche quella sotto elezioni beneficiata magicamente dalla nomina a Capitale italiana della Cultura per il 2027. Ora da rivendicare mancano solo le bonifiche dell’Agro-pontino.
(da agenzie)

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ALBANIA, I CENTRI SONO VUOTI MA IL GOVERNO SPENDE ALTRI 70 MILIONI IN MANOVRA

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

SPESA RIFINANZIATA, CONTINUANO A SPUTTANARE I SOLDI DEGLI ITALIANI

Albania, i centri sono vuoti ma il governo spende altri 70 milioni in manovra
Giovedì prossimo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni riceverà a Roma il primo ministro albanese Edi Rama per il primo vertice ufficiale Italia-Albania dal 2010, quando a Palazzo Chigi c’era ancora Silvio Berlusconi. Il 13 novembre i due firmeranno un accordo di partenariato strategico su dieci settori, tra cui l’energia, la sanità e l’immigrazione. L’obiettivo principale, infatti, sarà quello di rilanciare i centri per migranti in Albania a due anni esatti dalla firma del protocollo che è stato svuotato dalle sentenze della magistratura italiana. “I centri in Albania fun-zio-ne-ra-nno”, aveva detto la premier.
Il governo ci crede eccome perché, a fronte dei 111 migranti che sono stati reclusi negli ultimi mesi (di cui attualmente una decina), ha deciso di continuare a spendere soldi per i due centri per il rimpatrio di Gjader e Schengjin. Secondo le tabelle del ministero dell’Interno allegate alla legge di Bilancio, solo nel 2026 lo Stato italiano spenderà 30 milioni di euro per la gestione dei centri e per il funzionamento del protocollo. Una cifra che arriverà a circa 70 milioni se consideriamo anche il triennio 2026-2028. Soldi che potrebbero essere inutili perché la Corte d’Appello di Roma nei giorni scorsi ha messo in dubbio la possibilità di firmare il protocollo. Se la Corte di Giustizia Ue dovesse accogliere il ricorso, come ha scritto ieri il manifesto, i centri potrebbero addirittura chiudere.
La maggior parte dei fondi stanziati per mantenere i due centri in Albania provengono dal bilancio di 818 pagine del ministero dell’Interno. La prima voce riguarda il fondo per il “rimborso
delle spese sostenute dalla parte albanese” per l’attuazione del protocollo e per il “rafforzamento della collaborazione in materia migratoria” per cui vengono stanziati 14,7 milioni ogni anno tra il 2026 e il 2028.
Altri 6,2 milioni l’anno per tre anni, oltre al residuo di 2,6 milioni rispetto a quanto previsto un anno fa, saranno stanziati per “l’attivazione, la locazione e la gestione” dei centri di trattenimento per migranti. Infine, il ministero dell’Interno decide di investire ulteriori 6,4 milioni sull’acquisto di “automezzi, dei natanti e degli aeromobili” non solo per il funzionamento dei centri ma anche per “studi, prove e sperimentazioni” per l’esecuzione del protocollo. Mille euro l’anno vengono anche stanziati per l’acquisto di impianti e materiali “telefonici, telegrafici, radiotelefonici, radioelettrici” e di altre attrezzature per i centri. In totale quindi il Viminale per il 2026 arriva a stanziare 30 milioni di euro, che diventano più di 70 nel triennio fino al 2028.
Anche il ministero della Giustizia ha previsto due nuove voci di spesa per il funzionamento dei centri in Albania che l’anno scorso non erano state previste. Sono le somme destinate all’informatizzazione dell’amministrazione giudiziaria per l’accordo e quelle per l’allestimento delle aule per la celebrazione delle udienze. Nelle tabelle del ministero, però, non vengono indicate cifre precise per l’incertezza derivante dalla mancata attuazione del protocollo Roma-Tirana.
Una somma, quella dei 70 milioni, che farebbe molto comodo alla maggioranza di governo che da settimane sta litigando per provare a eliminare la tassa sugli affitti brevi a cui Lega e Forza Italia si oppongono. Il ministro Giorgetti ha spiegato che servono 100 milioni di coperture per eliminarla.
(da agenzie)

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IL GUARDIAN DENUNCIA: UN CENTINAIO DI PALESTINESI DETENUTI SOTTOTERRA IN ISRAELE IN CONDIZIONI DISUMANE

Novembre 8th, 2025 Riccardo Fucile

AVVIENE NEL CARCERE DI RAKEFET

Privati della luce naturale, da gennaio, ma anche di cibo adeguato. Non hanno informazioni dal mondo esterno o dalle loro famiglie e nemmeno delle accuse a loro carico. Sono circa cento i detenuti palestinesi di Gaza che Israele tiene sottoterra, nel carcere di Rakefet, tra cui ci sono anche due civili, un infermiere di 34 anni arrestato in un ospedale a dicembre 2023 e un adolescente, giovane venditore di cibo, arrestato nell’ottobre 2024 mentre attraversava un posto di blocco israeliano.
Lo rivela il Guardian citando in esclusiva gli avvocati del Comitato pubblico contro la tortura in Israele (Pcati) che rappresentano i due civili. Il carcere di Rakefet, che in ebraico significa “fiore di ciclamino”, è stato aperto all’inizio degli anni
’80 per ospitare alcuni tra i più pericolosi esponenti della criminalità organizzata israeliana, ma è stato chiuso nel 1985 perché ritenuto disumano. Ma il ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben-Gvir, ne ha ordinato la riapertura dopo gli attacchi del 7 ottobre.
Inizialmente il carcere era stato progettato per un piccolo numero di detenuti di massima sicurezza in celle individuali e quando è stato chiuso ospitava 15 prigionieri. Ma negli ultimi mesi, secondo i dati ufficiali ottenuti dal Pcati, sono circa 100 i detenuti incarcerati lì. Le celle sono senza finestre e senza ventilazione. I prigionieri hanno raccontato agli avvocati di aver subito regolarmente abusi fisici, tra cui percosse, aggressioni da parte di cani con museruole di ferro e guardie che calpestavano i prigionieri, oltre a vedersi negare cure mediche adeguate e ricevere razioni di cibo da fame. Pochissimo il tempo a disposizione fuori dalla cella, in un minuscolo recinto sotterraneo, a volte solo cinque minuti a giorni alterni. I materassi vengono portati via la mattina presto, di solito verso le 4, e restituiti solo a tarda notte, lasciando i detenuti su strutture di ferro in celle altrimenti vuote.
Ben-Gvir ha dichiarato che il carcere di Rakefet è stato riaperto per detenere ’l’élite’ di Hamas, ovvero i miliziani che hanno guidato il massacro del 7 ottobre e i combattenti delle forze speciali di Hezbollah catturati in Libano. Ma nel caso dei due «che abbiamo visitato, stiamo parlando di civili», ha affermato Janan Abdu, avvocato del Pcati, citato dal Guardian. «L’uomo
con cui ho parlato era un diciottenne che lavorava come venditore di generi alimentari. È stato prelevato da un posto di blocco su una strada», ha spiegato. Le condizioni di detenzione dei palestinesi sono «intenzionalmente orribili» in tutte le carceri, ha affermato Tal Steiner, direttore esecutivo del Pcati. Detenuti attuali ed ex detenuti , nonché informatori dell’esercito israeliano, hanno denunciato violazioni sistematiche del diritto internazionale. Ma Rakefet impone una forma di abuso unica. Tenere le persone sottoterra, senza luce solare, per mesi e mesi ha «implicazioni estreme» per la salute psicologica, ha affermato Steiner. «È molto difficile rimanere integri quando si è tenuti in condizioni così oppressive e difficili», ha detto spiegando come vengano compromesse le funzioni biologiche di base, dai ritmi circadiani necessari per il sonno alla produzione di vitamina D.
(da agenzie)

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