IN ITALIA SI COSTRUISCE ANCORA SECONDO I CRITERI DI VENTI ANNI FA
IL CEMENTO ARMATO E’ ANCORA PROGETTATO PER CARICHI VERTICALI, SENZA TENERE CONTO DELLA FESSURAZIONE… L’ITALIA NON SI E’ MAI ADEGUATA ALLE MODERNE TECNICHE ANTISISMA… LA NORMA VIGENTE RISALE AL 1996, MA IN REALTA’ E’ QUELLA DELL’87… SI VA AVANTI A PROROGHE
Gli italiani si chiedono in questi giorni successivi al terremoto in Abruzzo perchè siano crollati anche edifici recenti e come sia possibile che anche una struttura come l’ospedale dell’Aquila sia stata danneggiata.
La verità è che in Italia si progetta e si costruisce ancor oggi sulla base di una normativa vecchia di venti anni. Sugli edifici antichi invece sono stati operati interventi di consolidamento, ma fermi a criteri superati.
Lo ha dichiarato alla stampa Sergio Lagomarsino, docente di Tecnica delle costruzioni all’università di Genova e presidente del corso di Ingegneria edile, collaboratore dell’Istituto nazionale di geofisica.
Secondo il docente, in Italia siamo fermi alla normativa del 1996 che in realtà è identica a quella dell’87.
Il cemento armato viene tuttora progettato e costruito senza tenere in considerazione ( e quindi senza calcolare) il suo comportamento in caso di fessurazione, che è esattamente quello che accade in caso di sisma.
In pratica il cemento armato utilizzato è “fragile”, progettato esclusivamente in funzione di carichi verticali.
Un limite imputabile alla normativa che in Italia non è mai stata adeguata alle più moderne tecniche di costruzione anti-sisma.
Normativa del 1996 ma che ricalca quella dell’87, dicevamo. Nel 2003, sull’onda emotiva del terremoto del Molise, la Protezione civile emanò una circolare urgente, rispetto al quale si decise una coesistenza di 18 mesi con la vecchia normativa. Seguirono altre proroghe.
Con l’arrivo delle norme tecniche del 2005, il governo decise che erano necessari altri 18 mesi di tempo.
Nel 2008 l’ennesima deroga del ministero delle Infrastrutture. A giugno 2009 la riforma avrebbe dovuto finalmente entrare in vigore, ma ecco un’altra proroga fino a dicembre 2010.
Dal 1996 ad oggi nessun governo ha mai messo mano alla vecchia normativa.
A fare resistenza ci sono poi i professionisti che hanno problemi di adeguamenti tariffari.
Progettare e costruire secondo regole anti-sisma costa il 3-5%in più, dicono gli esperti dell’Onu.
A fronte di questo aumento, i nuovi calcoli richiedono al professionista un impegno maggiore che la normativa non prevede maggiormente retribuito.
In pratica per l’ignavia dei vari governi succedutisi e una serie di meschini interessi di casta professionale, l’Italia non si è mai data una normativa moderna ed efficace per costruire edifici secondo regole antisismiche.
Il terremoto non sarà magari prevedibile, ma è certamente prevedibile in Italia e lascia sgomenti l’incapacità della nostra classe politica ad affrontare con tempestività e disinteresse una questione vitale come la sicurezza degli edifici, pubblici e privati, del nostro Paese.
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