MELONI DIVENTA “BUONA E POP”: SI PENSA A UN FILM E A SANREMO
LE NUOVE LINEE PER LA COMUNICAZIONE: “BASTA ESTREMISMI IN FDI, COMPARSATA A SANREMO E UN POOL DI CRONISTI SULL’AEREO DI STATO
Allontanare l’immagine della leader troppo dura ed estremista. Per far posto alla donna di Stato e contemporaneamente nazionalpopolare che guida le cancellerie europee e media tra Stati Uniti e Ue per “tenere unito l’Occidente”, come ripete spesso. Insomma, la premier “di tutti”. È questa la nuova strategia comunicativa che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni vuole tenere da qui alle elezioni del 2027. Un cambio di immagine pubblica. Tale da coinvolgere tutto il suo staff, i vertici di Fratelli d’Italia e, si racconta, anche se la notizia non trova conferme ufficiali, un’agenzia di comunicazione statunitense.
Di come far diventare concreto questo cambio di immagine, Meloni ne ha parlato nei giorni scorsi in una riunione con il suo staff della comunicazione a Palazzo Chigi. Tutti presenti, compreso il sottosegretario e responsabile comunicazione del governo, Giovanbattista Fazzolari. L’idea, spiega una fonte a conoscenza della questione, sarebbe quella di trasformare l’immagine della premier in una leader sempre più internazionale e che parli anche ai moderati per ottenere la riconferma a Palazzo Chigi.
Venerdì, poi, lo staff si è riunito di nuovo per far partire la macchina della svolta comunicativa e dare seguito al “briefing” con Meloni. Tra le idee sul tavolo c’è quella di far partecipare la presidente del Consiglio al prossimo Festival di Sanremo, come già avvenuto nel 2023 con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e migliorare i rapporti con la stampa al seguito per
dimostrare che la premier risponde alle domande dei cronisti: non è escluso che da qui a breve Meloni e il suo staff inizino a portare con sé i giornalisti sul volo di Stato nelle missioni internazionali. L’idea è partire con un pool di poche testate – un’agenzia, un quotidiano, una tv e una all news – e poi allargare.
Parallelamente nel partito sarebbe iniziata l’organizzazione di un grande evento pre-elettorale tra un anno, nell’autunno del 2026, come fu nel 2024 a Pescara alla vigilia delle europee. E dopo l’estate inizierà anche la partita delle “liste” elettorali: anche se nel prossimo Parlamento Fratelli d’Italia riconfermerà lo stesso numero di eletti del 2022, Meloni vuole fare “piazza pulita” di molti parlamentari che si sono dimostrati inaffidabili o che hanno commesso troppe gaffe.
Quindi la riconferma e l’inserimento nelle liste elettorale si baserà su un criterio: oltre alla candidatura dei ministri uscenti in quota FdI (compreso quello della Giustizia, Carlo Nordio), Meloni non farà correre le figure “troppo estremiste”.
In questo contesto si inserisce la copertina del Time con il volto della presidente del Consiglio dal titolo Where Giorgia Meloni is leading Europe (“Dove Giorgia Meloni sta portando l’Europa”). Nell’articolo, nonostante diverse critiche, Meloni e i suoi collaboratori (compresa la sorella Arianna) si concentrano da un lato proprio sul ruolo internazionale della premier, che ha “abbracciato” l’Unione europea e la Nato; dall’altro sulle sue origini popolari, dalla Garbatella a Palazzo Chigi. Il passaggio che più si lega a questa “svolta” però è quello in cui Meloni dice: “Non sono razzista, non sono omofoba, non sono fascista, non
sono tutto quello che hanno detto”. Specularmente, un cambio di linea rispetto al “sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana” del comizio di Vox a Madrid del 2021.
La copertina di Time è servita alla premier anche per provare a spingere negli Stati Uniti la sua autobiografia uscita in Italia nel maggio 2021 (qui ha venduto oltre 170 mila copie) e tradotta a maggio anche negli Usa dal titolo I am Giorgia. My roots, my principles con la prefazione di Donald Trump junior, figlio del presidente degli Stati Uniti. Trump junior nella prefazione scrive che “Giorgia Meloni ha apportato un cambiamento duraturo nella politica italiana, proprio come mio padre qui in America”. Il libro è uscito in America il 20 maggio scorso con la casa editrice Skyhorse. Non sono ancora disponibili i primi dati di vendita negli States ma se il libro dovesse avere il successo che ha avuto in Italia l’idea sarebbe addirittura quella di trasformarlo in un film. Giorgia Meloni a Hollywood, meglio di qualsiasi spot elettorale verso il 2027.
(da Il Fatto Quotidiano)
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