TUTTI I NODI VENGONO AL PETTINE, ALLA FACCIA DEI “TROMBETTIERI DI REGIME” CHE CI RACCONTANO CHE VA TUTTO BENE, MADAMA LA MARCHESA: GLI STABILIMENTI BALNERARI SONO MEZZI VUOTI, GLI ITALIANI, IMPOVERITI E CON I SALARI DA FAME, NON RIESCONO A PERMETTERSI PIU’ NEANCHE QUALCHE GIORNO IN UNO STABILIMENTO
E NON E’ SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZI, CHE COMUNQUE SONO ALLE STELLE: SI RITROVANO IN DIFFICOLTA’ ANCHE GLI STABILIMENTI “LOW COST”. A JESOLO, DOVE UN LETTINO (CON SPRITZ OMAGGIO) COSTA 16 EURO, UN QUINTO DEI POSTI È LIBERO … ORA CHE GLI ITALIANI STANNO SCOPRENDO DI AVERE LE PEZZE AL CULO E IL PORTAFOGLI VUOTO, NONOSTANTE LA PROPAGANDA RAI-MEDIASET RINCOGLIONISCA GLI ELETTORI DI ILLUSIONI, COME CAMBIERA’ IL CONSENSO DEGLI ITALIANI?
L’ultima spiaggia? Lettino e ombrellone in offerta speciale a Ferragosto. Altro che overtourism: per la prima volta, dopo l’incubo mucillagine, Jesolo fa i conti con l’eclissi del villeggiante. Anche il mare popolare, simbolo storico dell’estate adriatica nel Nordest, soffre il congedo dall’età dell’oro. […] «Anni di criminalizzazione del turista mordi e fuggi — sospira Daniel Gerotto, bagnino alla Nemo Beach — e adesso avercene».
Inizio agosto marino da paura: 14 chilometri di sabbia e di sole da riempire e invece niente, migliaia di sdraio e di ombrelloni chiusi pure a mezzogiorno. «Ricordo le tedesche — dice Alico Boschiero, direttore dell’Arenile dei Pioppi — tenaci come in fabbrica. Per due settimane si stendevano alle 8 e alle 18 erano ancora immobili sul lettino, entusiaste e paonazze. O le famiglie italiane: aprivano casa in giugno e sgonfiavano il canotto con l’inizio delle scuole. In aprile prevedevo al centesimo il bilancio stagionale dei miei mille ombrelloni. Adesso, ogni giorno, una scommessa».
Rispetto all’anno scorso i parziali delle presenze sono da lacrima: meno 19% in maggio, da meno 5 a meno 7 tra giugno e luglio, meno 10% da inizio agosto. Nebbia fitta perfino sulla sacra spiaggia ferragostana: libero, certificano le prenotazioni, un
ombrellone su cinque a Jesolo Lido, uno ogni tre lungo il litorale tra Caorle e Rosolina. Incolpevole lo spaventa-turisti del caro lettino.
«Nessun aumento — dice Paolo De Favero, direttore dei bagni Mascagni — o ritocchi del 3-5%. Un giorno costa da 16 a 27 euro in settimana, da 32 a 50 nel weekend. Il problema è che germanici e italiani sembrano scomparsi. Quando riappaiono, arrivano e ripartono in giornata: scelgono la spiaggia libera, si portano il pranzo al sacco, rinunciano a cocco e cornetto».
«Se alla domenica attacchi uno o due giorni feriali — dice il bagnino Davide Pasqual — risparmi il 15%. Se prendi il lettino tutta la settimana tagli il 30%, spritz, doccia e bagno compresi. Risultato? Zero. La gente non c’è. Quella che c’è arriva tardi, cammina sulla battigia, fa il bagno e va in bici: la giornata spiaggiati a rosolare faccia e schiena è finita».
Numeri senza precedenti per Jesolo. Secondo sabato d’agosto, ore 11.30: 40mila ombrelloni disponibili, 12.455 ancora liberi e chiusi. Già riservati per il pontone di Ferragosto? Ventiseimila. Un anno fa, stesso periodo, si era in overbooking. «Il meteo sullo smartphone — dice Carla Costantini, infermiera di Padova cresciuta al Lido — segna il prima e il dopo del last minute. Aggrapparsi alla pioggia impedisce di guardare in faccia la
realtà: le economie europee sono in crisi, le guerre pesano, le persone perdono il lavoro, le pensioni calano e il costo della vita esplode. Jesolo resta una spiaggia per tutti, ma anche il low cost diventa un lusso». Conseguenza: seconde case chiuse anche nel cuore dell’estate, habitué del Nordest irrintracciabili, hotel occupati al 70% e migliaia di B&B in saldo.
«Le abitudini — dice Roberta Nesto, presidente della Conferenza dei sindaci della Costa veneta — sono cambiate. Si risparmia su tutto, il lusso è stare via, il resto è troppo. Addio quindici giorni fermi, meglio sei weekend quando iniziano le offerte. Lettino e ombrellone non sono più la priorità. Si spende piuttosto per bici e pedalò, per visitare una città vicina o una cantina, o per il parco acquatico».
Vacanze e turismo, il Pd critica la Rai e il Tg1.
I componenti dem della Vigilanza Rai affermano in una nota: “Ancora una volta la Rai, attraverso il Tg1, sceglie di dipingere un Paese che non c’è. Nel servizio sul turismo, la narrazione è quella di un’estate da record, con agosto destinato a “fare il pieno” e un settore in salute. La realtà, invece, racconta altro. Sempre più italiani rinunciano alle vacanze che sono diventate sempre più difficili da fare. Il potere d’acquisto è crollato: per molti, anche un ombrellone in spiaggia è diventato un lusso”
“Secondo il sindacato balneari – prosegue una nota – gli ombrelloni occupati sono il 15% in meno rispetto allo scorso anno. Gli albergatori si aspettano un calo di presenze, mentre Altroconsumo segnala che dal 2020 i prezzi delle strutture ricettive sono aumentati del 34%. I salari, invece, scendono: -7,5% rispetto al 2021 (dati Ocse). Lo ha ammesso persino il presidente di Federalberghi, ricordando che “il turismo è legato alle buste paga”. E intanto i lavoratori del settore continuano a vivere nella precarietà, come dimostra lo sciopero dei bagnini a Rimini per stipendi troppo bassi”.
Secondo il Pd, “la crisi è reale e riguarda centinaia di migliaia di famiglie, ma il servizio pubblico televisivo continua a edulcorare la situazione, prestando così la propria linea editoriale alla volontà del governo di mettere la mordacchia al dissenso e impedire un dibattito pubblico libero e pluralista”.
La nota aggiunge: “Chiediamo una Rai realmente indipendente, che racconti il Paese per com’è e non per come il governo vuole farlo apparire. Salari, inflazione, precarietà e diritto alle vacanze non sono dettagli: sono la fotografia di un’Italia in difficoltà e meritano di stare al centro dell’informazione pubblica”.
(da Dagoreport)
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