NORDIO HA DATO I NUMERI SULLE INTERCETTAZIONI? IL PROCURATORE DI BARI, ROBERTO ROSSI, ACCUSA IL GUARDASIGILLI DI AVERE CITATO “DATI FALSI” QUANDO, LO SCORSO 13 NOVEMBRE, HA RISPOSTO IN AULA A UN’INTERROGAZIONE DEL DEPUTATO FORZISTA ENRICO COSTA, FINALIZZATA A DIMOSTRARE L’“APPIATTIMENTO” DEI GIUDICI SULLE RICHIESTE DEI PM PER AUTORIZZARE INTERCETTAZIONI (PER IL MINISTRO NEL 94% DEI CASI DAI GIP È ARRIVATO L’OK AGLI ASCOLTI).
SECONDO ROSSI, NON ESISTONO STATISTICHE DELLE PROCURE A RIGUARDO. NORDIO REPLICA DICENDOSI “ATTONITO E INDIGNATO”
Si tinge di giallo il caso dei dati sulle intercettazioni utilizzati dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio per rispondere a un’interrogazione del deputato forzista Enrico Costa, finalizzata a dimostrare l’appiattimento dei giudici sulle richieste dei pm.
«Quei dati sono falsi» dice il procuratore di Bari Roberto Rossi, durante la festa per i 25 anni di Repubblica Bari del 19 novembre. Nordio si dice «attonito e indignato», mentre Costa agita lo spettro delle querele al procuratore: «Se non dimostra ciò che afferma, la sua è diffamazione bella e buona e ne risponderà».
Il caso esplode poche ore dopo il dibattito in cui, ancora una volta, Giovanni Falcone viene scomodato per sostenere l’urgenza della separazione delle carriere: «La verità del pensiero di Giovanni Falcone ormai è stata chiarita» afferma il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, al quale Rossi replica: «È un’offesa a un uomo che non può reagire. Ti devi sciacquare la bocca quando parli di Falcone, non vali neanche la punta delle
sue scarpe, come non la valgo neanche io».
A Bari la necessità di distinguere i ruoli dei magistrati viene difesa da Sisto anche attraverso i numeri con cui il 13 novembre Nordio ha risposto all’interrogazione di Costa: «Le autorizzazioni alle intercettazioni vengono disposte dal gip nel 94 per cento dei casi chiesti dai pm, le convalide e i decreti d’urgenza nel 95 per cento, le richieste di proroga delle intercettazioni nel 99 per cento, i decreti di proroga urgente nel 100 per cento e le proroghe delle indagini preliminari nell’85 per cento dei casi richiesti».
Per Rossi è la dimostrazione della malafede del governo, che «manipola le cose» per sostenere la separazione delle carriere. Per spiegare che i dati forniti da via Arenula non siano veritieri, chiarisce che «il modello 37 (in cui vengono annotate le operazioni di intercettazione, ndr) non è informatizzato e che alla Procura di Bari nessuno ha chiesto dati sulle intercettazioni».
A Sisto il procuratore chiede di chiarire la fonte dei numeri. La risposta del guardasigilli del 13 novembre faceva riferimento a «dati statistici disponibili, rilevati dai prospetti trasmessi periodicamente dagli uffici giudiziari».
In serata a chiarire è lo stesso Nordio: «I dati concernenti, tra l’altro, le richieste di rinvio a giudizio, le richieste di intercettazione, le richieste di proroga di indagini preliminari sono trasmessi periodicamente dagli uffici giudiziari al ministero della Giustizia mediante prospetti statistici trimestrali. Probabilmente è il procuratore della Repubblica di Bari che ha
dati sbagliati».
Ma negli uffici inquirenti baresi sono certi che comunicazioni del genere non vengano fatte. Perché è vero che le Procure hanno a disposizione i dati sulle intercettazioni effettuate ma non quelli sulle intercettazioni chieste ai gip o su quelle non autorizzate, come conferma anche il procuratore di Catania Francesco Curcio: «Non esistono comunicazioni con quelle statistiche fatte dagli uffici al ministero. Sarebbe interessante capire qual è la fonte dei dati citati».
(da agenzie)
Leave a Reply