CASO MARO’, ALL’AJA PRIMA UDIENZA AL TRIBUNALE ARBITRALE: “GIRONE NON PUO’ ESSERE TRATTENUTO COME GARANZIA”
L’AMBASCIATORE ITALIANO: “GIRONE DEVE POTER TORNARE IN ITALIA IN ATTESA DELLE DECISIONI DEL TRIBUNALE INTERNAZIONALE”
Altri quattro lunghissimi e durissimi anni in India.
Questo rischia il marò Salvatore Girone secondo l’ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano, che nell’udienza al Tribunale arbitrale che si è aperta stamani all’Aja ha spiegato che il procedimento arbitrale sul caso “potrebbe durare almeno tre o quattro anni” e Salvatore rischia di rimanere “detenuto a Delhi, senza alcun capo d’accusa per un totale di sette-otto anni”, determinando una “grave violazione dei suoi diritti umani”.
Azzarello sostiene che il Fuciliere “deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale” dell’arbitrato
Il suo caso sarà oggi all’esame del tribunale arbitrale dell’Aja e sempre oggi la vicenda dei due militari italiani arrestati in India sarà al centro delle discussioni tra i vertici dell’Unione Europea e il premier Narendra Modi in visita a Bruxelles
L’udienza dell’Aja è stata aperta dal presidente del Tribunale arbitrale e nel pomeriggio toccherà alla parte indiana.
La sentenza è attesa tra circa 4 settimane.
“L’unica ragione per cui il sergente Girone non è autorizzato a lasciare l’India è perchè rappresenta una garanzia che l’Italia lo farà tornare a Delhi per un eventuale futuro processo. Ma un essere umano non può essere usato come garanzia per la condotta di uno Stato” ha detto ancora l’ambasciatore.
“L’Italia ha già preso, e intende ribadirlo nel modo più solenne, l’impegno di rispettare qualsiasi decisione di questo Tribunale”, compresa quella di “riportare Girone in India” nel caso in cui l’arbitrato dovesse riconoscere alla fine del procedimento la giurisdizione indiana.
(da “Huffingtonpost”)
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