LA PROCURA BOCCIA IL PIANO ATAC
STIME NON REALISTICHE, COMPENSI AI COMMISSARI TROPPO ALTI
La procura di Roma ha dato parere negativo sul concordato di Atac, l’azienda dei trasporti capitolina, famosa per essere tra le più grandi d’Europa, perchè la proposta così formulata pone «problemi di legalità » e soprattutto «non da garanzie sulla fattibilità del piano» che risulta «carente, o del tutto insufficiente, su alcuni punti essenziali».
A metterlo nero su bianco il procuratore aggiunto di Roma, Rodolfo Sabelli e il pm Stefano Rocco Fava, che hanno analizzato minuziosamente i documenti del Tribunale Fallimentare e quell’enorme debito da 1,4 miliardi di euro che rischia di affossare nel giro di pochissimo la Capitale.
In particolare i pm romani rilevano che i valori di stima dei beni di Atac sono stati «calcolati in maniera apodittica e approssimativa».
«La attestazione – si legge nel parere della procura – rivela tutta la sua carenza laddove recepisce i valori indicati senza alcuna ulteriore verifica degli stessi ne annotazioni critiche limitandosi a scegliere il dato del valore degli immobili nel loro stato attuale».
In pratica in base a tali stime non è possibile valutare se i beni debbono essere considerati «non più strumentali all’attività economica in cui erano inseriti» e se possono «realmente essere appetibili ad un ipotetico acquirente».
L’idea di Atac di ripianare in parte il suo passivo alienando beni di proprietà appare dunque non praticabile.
Inoltre emergono costi di svolgimento della procedura concorsuale che ai giudici appaiono «sproporzionate» rispetto all’oggetto dell’incarico conferito ai commissari. Si tratta dei 12 milioni 800 mila euro dei quali circa 10 destinati al compenso dei commissari giudiziali, a fronte di un passivo di 1 miliardo 615 milioni e un attivo di 720 milioni.
(da agenzie)
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