CONTE IN SPAGNA E PORTOGALLO, MA L’INCONTRO CLOU SUL RECOVERY FUND E’ A BRUXELLES
INCONTRO A QUATTRO CON VON DER LEYEN, MERKEL, MICHEL E SASSOLI
Dopodomani, mentre Giuseppe Conte sarà a Madrid a stringere i bulloni della solida alleanza con Pedro Sanchez sul piano di ripresa europeo dopo la crisi covid, a Bruxelles si svolgerà quello che può essere ben definito un ‘incontro clou della trattativa sul recovery fund.
Ursula von der Leyen si riunirà con Angela Merkel, Charles Michel, David Sassoli per piantare i paletti alla difesa della proposta della Commissione sul fondo di ricostruzione: 750 miliardi di euro, di cui 500mld di sussidi e 250mld di prestiti, finanziati anche con l’introduzione di risorse proprie dell’Ue, cioè tasse sui giganti del web e tasse sui prodotti di industrie inquinanti esportati nel continente da paesi extra Ue.
Può sembrare un ennesimo incontro della lunga e complicata trattativa sul recovery fund, ma non è così. Il vertice voluto dalla presidente della Commissione attiva l’articolo 324 del Trattato europeo che prevede la consultazione tra i presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione nell’ambito delle procedure di bilancio. Garanzia ulteriore è che al vertice parteciperà anche la cancelliera Merkel, presidente di turno dell’Ue nonchè prima sostenitrice del recovery fund.
Per Roma e i paesi alleati come la Francia, la Spagna, il Portogallo (che Conte visiterà domani per un bilaterale con il premier Antonio Costa), l’incontro di mercoledì a Bruxelles è la migliore garanzia che la proposta della Commissione sul recovery fund non esca stravolta dalle trattative tra i governi in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 luglio.
In sostanza la si può spiegare così: ciò che del recovery fund non piace ai paesi ‘frugali’ del nord Europa, è ciò che al contrario chiede l’Europarlamento. A cominciare dalle dimensioni “ambiziose” del fondo fino all’introduzione delle nuove tasse. Includere il presidente dell’Eurocamera nei negoziati serve a frenare le richieste dei frugali: un piano di ripresa meno ambizioso non verrebbe approvato dal Parlamento Ue, che l’anno scorso – si ricordi – ha bocciato ben tre commissari di nomina governativa, ai tempi della formazione della squadra von der Leyen.
Insomma, all’incontro di mercoledì si coalizzeranno ben tre interessi comuni, tutti in linea con quelli italiani. L’interesse di von der Leyen di difendere la proposta della Commissione, quello di Merkel di chiudere un accordo ambizioso sul recovery fund e quello di Sassoli di far presenti le prerogative del Parlamento che può bocciare un accordo non ambizioso. Tre contro uno: Michel, presidente del Consiglio ‘costretto’ a tener conto delle varie richieste degli Stati.
Da parte sua, Conte porta ‘in dote’ il piano nazionale di riforme, per rassicurare i paesi del nord sull’uso delle risorse europee, in vista del Consiglio Ue della settimana prossima.
Domani a Lisbona e dopodomani a Madrid il premier rinsalderà l’asse con Spagna e Portogallo, alleati di questa battaglia fin dall’inizio della crisi covid. L’importo del fondo, ricorda Sanchez oggi dopo un bilaterale con Costa, deve essere “almeno” quello proposto dalla Commissione. “E’ essenziale che l’Europa si sbrighi e dia una risposta sufficientemente robusta alla crisi”, dice il premier portoghese.
Non è escluso che con il premier spagnolo ci sia uno scambio anche sulla richiesta di prestiti al Meccanismo europeo di stabilità : anche Sanchez ora si ritrova a dover gestire un pressing politico da parte degli indipendentisti catalani. La scorsa settimana il governatore della Catalogna Quim Torra ha annunciato la richiesta di un prestito al Mes per la sua regione.
Ma la posizione del governo italiano non cambia: nessuna richiesta al Mes prima di aver raggiunto l’intesa europea sul recovery fund.
La risoluzione di maggioranza, che verrà messa ai voti del Parlamento italiano il 15 luglio prossimo in vista del Consiglio europeo, non tratterà la richiesta di aiuti al Salva Stati.
Se ne parlerà dopo: prevale il freno dei cinquestelle, ancora preoccupati per le condizionalità ‘ex post’, in particolare la sorveglianza rafforzata prevista dal trattato sul Mes e ‘neutralizzata’ da un accordo politico tra i leader Ue sulla nuova linea di credito istituita per le spese sanitarie legate al covid, senza condizionalità .
Mercoledì si annuncia come giornata importante per i negoziati sulla risposta europea alla crisi.
Tra l’altro, in mattinata, prima dell’incontro con von der Leyen, Michel e Sassoli, la cancelliera Merkel interverrà in plenaria all’Europarlamento per spiegare gli obiettivi del semestre di presidenza tedesca dell’Ue. Tra questi: raggiungere l’accordo sul recovery fund prima dell’estate.
Se non sarà sufficiente il vertice del 17 e 18 luglio, ne seguirà un altro a strettissimo giro, prima della fine del mese. Di certo, da quando è iniziata la presidenza tedesca dell’Unione, il primo luglio scorso, Merkel è entrata nel vivo delle trattative: lunedì avrà un bilaterale anche con Conte
Sassoli invece si sta anche occupando di creare una rete di intellettuali europei a sostegno del recovery fund, strumento rivoluzionario per l’Ue in quanto per la prima volta crea una sorta di debito comune tra gli Stati attraverso i bond emessi dalla Commissione europea.
Oggi un primo incontro online con il filosofo francese Edgar Morin e lo scrittore Roberto Saviano. Ne seguiranno altri per cercare di approfittare della crisi per rompere con le politiche neoliberiste mai corrette dopo la crisi del 2008.
(da “Huffingtonpost”)
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