L’OMBRA DEL RICATTO SUL CASO MORISI: LA LITE PER I SOLDI, LA TELEFONATA, IL SITO DI INCONTRI E GLI ALTRI PUNTI DA CHIARIRE
MISTERO SUL PUSHER CHE HA FORNITO LA COCAINA… I RAGAZZI AVREBBERO MINACCIATO DI RACCONTARE DELLA DROGA SE MORISI NON AVESSE PAGATO IL COMPENSO PATTUITO
«C’è stato un furto, dovete venire». Sono le 15,30 del 14 agosto quando arriva una chiamata al 112. A telefonare è Petre, rumeno di 20 anni appena uscito dalla casa di Luca Morisi, l’ex responsabile della comunicazione social di Matteo Salvini.
Il giovane chiede aiuto, vuole fare una denuncia. Quando arrivano i militari lo identificano insieme a un altro ragazzo rumeno.
Petre racconta di essere stato derubato da quell’uomo con cui hanno trascorso una notte di sesso a pagamento e con il quale hanno consumato cocaina. Poi apre lo zaino e consegna un flacone di ghb, la «droga dello stupro».
Per Morisi è l’inizio della fine, l’addio alla Bestia che ha creato e fatto crescere portando Salvini ad essere uno dei politici più presenti in rete e con milioni di follower grazie a una strategia aggressiva e martellante.
Ma il comportamento del giovane Petre apre nuovi retroscena sulla vicenda. E avvalora l’ipotesi che dietro questa storia ci sia un vero e proprio ricatto.
Sono ancora molti i punti oscuri nella vicenda, interrogativi che l’inchiesta dovrà adesso chiarire partendo proprio da quel pomeriggio di agosto.
Morisi si accorda con i due giovani per farsi raggiungere nell’appartamento di Palazzo Moneta a Belfiore, in provincia di Verona. I ragazzi arrivano il 13 agosto. Petre sostiene che sono stati contattati attraverso un sito di incontri.
È andata davvero così? Oppure è stato qualcun altro a indicare a Morisi il nome dei due escort? Entrambi dicono che nell’appartamento erano soltanto loro tre.
Eppure nelle prime versioni veniva accreditata la presenza di un quarto uomo di 50 anni. L’avvocato Fabio Pinelli, che difende Morisi, assicura che non c’era nessun altro. È possibile che la quarta persona sia lo spacciatore di cocaina?
«Abbiamo consumato tanta droga», ammette Petre. Alle 17,15, quando i carabinieri perquisiscono l’appartamento di Morisi trovano tracce di polvere bianca su due piatti, un’altra bustina con 0,31 grammi viene sequestrata nella libreria.
Chi l’ha portata? Morisi è un personaggio noto, possibile che non temesse di poter subire un ricatto acquistando droga? Saranno i carabinieri a dover ricostruire come e dove si sia rifornito. E soprattutto se anche in passato ci siano stati episodi analoghi di acquisto e successiva cessione di stupefacenti. Al momento nei suoi confronti c’è soltanto una segnalazione al prefetto per quel giorno.
Anche Petre è stato denunciato per il possesso del flacone di ghb.
I ragazzi sarebbero partiti da Milano destinazione Belfiore nel veronese. Gli escort hanno detto di aver pattuito con Morisi quattromila euro di compenso per la giornata: 2500 prima e 1500 dopo. Nel racconto rilasciato sulle colonne de La Repubblica ieri, Petr racconta che Morisi avrebbe provato a non pagare la seconda tranche dicendo di avere dei problemi con la carta di credito. Versione riconfermata anche da Alexander, il secondo dei due escort.
La mancata transazione però riscalda gli animi, soprattutto alla luce del fatto che i tre protagonisti della vicenda risultavano ampiamente sotto effetto di cocaina e forse anche di Ghb, quella comunemente nota come la droga dello stupro.
“Ci hanno fatto un furto, ci hanno fatto un furto”, grida Petr al telefono con i carabinieri.
Pochi minuti dopo una seconda telefonata al 112, in cui ribadisce il furto e aggiunge di sentirsi male. Al momento dell’arrivo dei Carabinieri, si legge nel verbale della serata, uno dei due ragazzi rumeni estrae dall’auto una “bottiglietta di vetro da succo di frutta – viene spiegato nelle carte – quasi piena, da 125 millilitri contenente del liquido trasparente”. Quella che doveva essere la Ghb.
In effetti nelle prime dichiarazioni ai militari Petre avrebbe spiegato di essere stato derubato da Morisi che non gli aveva pagato la prestazione sessuale nonostante avessero pattuito la consegna di 1.500 euro. E questo conferma il racconto di qualche vicino sul fatto che nella casa fosse scoppiata una lite.
Ma si trattava soltanto di soldi? Il sospetto è che in realtà i due giovani abbiano portato la droga liquida e di fronte al rifiuto di Morisi di dar loro una cifra stabilita lo abbiano ricattato minacciando di chiamare i carabinieri. Come poi è effettivamente accaduto.
Possibile che Morisi non si sia reso conto del rischio che correva? Quante altre volte aveva organizzato simili serate?
Il 1 settembre il creatore della “Bestia” abbandona l’incarico. La notizia rimane riservata fino al 23 settembre e quando viene resa pubblica lui stesso diffonde un comunicato: «Lascio per motivi personali, non ci sono problemi politici all’interno della Lega».
Salvini è già informato di quanto accaduto, però si decide di avvalorare questa versione. Cominciano a rincorrersi indiscrezioni su un’indagine in corso e poi arriva la conferma di una segnalazione per droga al termine di una notte di sesso a pagamento.
Il caso irrompe in una Lega già divisa su numerose questioni politiche e tra le ipotesi che circolano in queste ore c’è anche quella che Morisi sia in realtà finito in trappola. Vittima delle sue debolezze private che lo hanno costretto a dimettersi.
(da agenzie)
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