A BERGAMO 3.000 SPETTATORI ALLA SCENEGGIATA NAPOLETANA ORGANIZZATA DAI BARBARI DECADUTI
BELSITO ORA NON LO CONOSCE PIU’ NESSUNO: TUTTA COLPA DI UN MORTO CHE NON PUO’ DIFENDERSI E DELLA CIA…MARONI ECCITA L’ARENA INVOCANDO LO SCORRERE DEL SANGUE PUGLIESE E INVOCA REGOLE COME SE FOSSE ENTRATO IN LEGA IERI…BOSSI CADE DAL PERO E NON MOLLA IL POTERE, MARONI RIMANE L’ETERNO SECONDO
«Umiliati per essere stati considerati un partito di corrotti».
Roberto Maroni sale sul palco dell’Orgoglio leghista di Bergamo con Umberto Bossi.
Insieme a loro anche Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, oltre al segretario provinciale di Bergamo, Cristian Invernizzi e il presidente della Provincia, Ettore Pirovano.
Inizia la sceneggiata dell’ipocrisia padagna: «dolore per Bossi che non merita questo» dice Maroni.
Non fa in tempo a pronunciare il nome di Renzo Bossi che la folla copre la sua voce urlando «booh» e impedendo all’ex ministro dell’Interno di proseguire il discorso.
Poi Maroni riprende a suonare il trombone della retorica: «Dobbiamo fare pulizia perchè è intollerabile che vengano meno i nostri ideali. Chi sbaglia paga, senza guardare in faccia nessuno. Umberto Bossi, non un pirla qualsiasi, si è dimesso con un gesto da vero leghista».
Poi Maroni annuncia: «Il prossimo consiglio federale dela Lega, giovedì, procederà all’espulsione dal movimento dell’ex tesoriere Belsito».
«Da oggi si cambia, basta con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi» dice Roberto Maroni dal palco. «Oltre alle regole, oltre alla pulizia, dobbiamo pensare alla cosa più importante, che è l’unità del movimento».
«C’è la necessità che i congressi nazionali (ovvero regionali, ndr) si facciano subito e che il congresso del Veneto si faccia lo stesso giorno di quello della Lombardia».
«Mi spiace che Rosi Mauro non abbia accolto la richiesta del nostro presidente, ma se non si è dimessa ci penserà la Lega a dimetterla» (forse non ha capito che da quel ruolo nessuno può cacciarla n.d.r.)
Poi la caduta razzista: «Così finalmente – aggiunge Maroni – forse potremo avere un vero sindacato padano, guidato da un padano vero».
Poi prende la parola Umberto Bossi che si difende: «il cerchio magico non esiste». Amen.
Ma recita anche il mea culpa: «Mi dispiace anche per i miei figli, li ho rovinati io, dovevo fare come Berlusconi mandare i figli a studiare all’estero».
E la moglie? «Addirittura si è detto che mia moglie fa le messe nere: poveraccia, lei insegna, questa è pura persecuzione».
Tra qualche fischio racconta la scelta di Francesco Belsito come tesoriere. «Belsito è stato infilato dall’intelligence».
Anzi anche da Balocchi che, essendo mancato due anni fa, non può smentire.
Quando emerse che Belsito aveva fatto investimenti a Cipro, lui gli disse: «a Cipro ci investe la mafia». «Andai a dirgli sei matto», ha proseguito nel racconto il presidente federale della Lega Nord. «E poi lui iniziò a parlare al telefono».
«Avete capito che è una specie di complotto», ha detto alla platea, tra i fischi. Poi su Maroni: «Non è vero che sia un traditore, bisogna che si smetta di dividere la Lega: questo crea varchi per il nemico che è il centralismo romano”
Umberto Bossi ribadisce la tesi del complotto contro la Lega «unico partito d’opposizione», promette: «Chi ha preso i soldi della Lega li deve ridare».
E promette: «Mai più parenti nel partito».
Al termine degli interventi alla fiera di Bergamo il presidente del «Carroccio», ad una precisa domanda dei giornalisti: «Maroni è stato investito segretario?», replica secco: «Stasera no. La Lega non funziona così. Vedremo al congresso federale…».
Alla fine la fatwa colpirà solo Renzo e Rosy Mauro e tutto tornerà come prima, con gli intrallazzi di sempre.
Magari equamente ripartiti.
Con un leader come Maroni rischi di finire sotto un’auto anche attraversando sulle strisce.
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