ADELE GAMBARO E’ UNA VETERANA CINQUESTELLE, STAVOLTA NON POSSONO FAR PASSARE UNA DISSIDENTE PER VENDUTA
MILITANTE DEL MOVIMENTO FIN DALL’INIZIO, LAUREA E MASTER IN RELAZIONI INTERNAZIONALI, TONI PACATI… E’ UNA DELLE IMMAGINI FORTI E STIMATE DEI GRILLINI IN EMILIA
Quarantotto anni, consulente per enti pubblici, è la più anziana delle senatrici emiliane elette a febbraio con il Movimento 5 stelle.
Adele Gambaro, la parlamentare sul punto di essere espulsa per avere definito Beppe Grillo il problema del Movimento 5 stelle, con una laurea e un master in relazioni internazionali in tasca, negli anni Novanta si trasferisce dalla sua Genova a Bologna, dove comincia a collaborare con la Regione per la promozione di progetti dell’Unione europea per le piccole e medie imprese
Al movimento di Grillo aderisce fin dalla nascita, facendosi le ossa in quello che per i 5 stelle è stato il più importante laboratorio politico: Bologna.
Si iscrive al meet up nel 2009, il Movimento è ancora agli esordi e i militanti attivi, quelli che non si perdono nemmeno un’assemblea, si possono contare sulle dita di una mano: “Per me il Movimento è una comunità di persone che hanno a cuore il benessere di tutti, che ambisce a migliorare la società , a renderla più equa e sostenibile” dice.
Toni pacati e mai sopra le righe, è l’esempio di come spesso i candidati a 5 stelle siano distanti anni luce dai modi di comunicare di Grillo.
Guai confondere Grillo col Movimento, almeno fino a oggi le personalità e le competenze erano separate.
E lo era anche il modo di fare politica. Con i risultati di febbraio, questi equilibri, sono decisamente scomparsi.
La storia di Gambaro, nella scalata alle istituzioni, inizia nel 2009 quando si candida alle elezioni comunali di Bologna.
Va male però: con il 3,2 % la lista civica a 5 stelle piazza a Palazzo d’Accursio solo un consigliere, Giovanni Favia.
L’anno dopo ci riprova, sempre in lista con Favia, per un posto nell’assemblea regionale. Anche lì non ce la fa.
La sua strada verso le istituzioni si apre solo due anni dopo, con le parlamentarie, le primarie online usate dal Movimento per scegliere i candidati per il Parlamento: con 148 voti si piazza al secondo posto della lista per il Senato, assicurandosi un posto certo a Palazzo Madama.
Pochi giorni prima si dice “consapevole di avere una enorme responsabilità nei confronti di chi mi voterà , degli iscritti al movimento, di tutti i cittadini italiani e, infine, della mia famiglia”.
Quando indosserà i panni della senatrice a 5 stelle, assicura, si muoverà come “un amministratore della cosa pubblica, esecutore delle istanze della cittadinanza, renderà sempre conto del suo operato a tutti i cittadini, anche attraverso alla rete”, e sarà pronta dopo 5 anni a lasciare il posto al suo successore.
Ma soprattutto lavorerà sodo, “studiando e informandosi, così da non arrivare alle sedute impreparata”.
In Senato è componente della commissione permanente Affari esteri ed emigrazione.
Ieri, sulla sua pagina Facebook, la senatrice è stata riempita di insulti.
Qualcuno che le chiede quanto sia stata pagata per questa uscita.
Invece, sul blog di Grillo, la situazione è diversa: non c’è un plebiscito. Assolutamente (e centinaia di commenti sfavorevoli a Grillo sono sistematicamente cancellati…n.d.r.)
Molti sono dalla parte del leader, altri invece chiedono a Grillo di abbassare i toni dello scontro e lo accusano di aver fatto ricorso “alle purghe” contro chi all’interno del Movimento manifesta dissenso.
“Ma non è che la risposta sia sempre buttiamoli fuori dal movimento, Scilipoti, epurazione ecc. ecc — fa notare Giacomo — si può parlare e condividere un pensiero oppure ogni volta che si dice una cosa bisogna aver paura che si venga mandati via dal movimento? ”.
“Cosa ci chiedi poi a fare se sei tu il problema? Vuoi sentire l’eco delle pecore? — chiede ‘Z x Zolfo’ — Queste sono purghe! Nè più nè meno. Epurazione del dissenso”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
Leave a Reply