ALEXIS CHIEDE I SOLDI PER ARRIVARE A FINE MESE E POI NEGOZIARE UN ACCORDO CON IL FONDO SALVA STATI
PER ORA NESSUNA PROPOSTA SCRITTA MA ATENE LA PRESENTERA’ IN GIORNATA… INTERVIENE ANCHE OBAMA
La trattativa tra Grecia e creditori riparte al rallentatore.
Al primo Eurogruppo post- referendum, convocato d’urgenza per discutere la crisi greca, il neo ministro delle Finanze Euclide Tsakalotos non si è presentato con una nuova proposta da sottoporre ai colleghi europei.
Il nuovo piano verrà inviato ufficialmente domani, e anticipato questa sera da Alexis Tsipras al summit dei capi di stato UE.
L’ipotesi del governo ellenico ricalca quanto chiesto la scorsa settimana in scadenza del vecchio piano di salvataggio e prevede l’intervento del Fondo salva stati Esm.
Intanto però il governo greco vorrebbe chiedere un prestito ponte per coprire il fabbisogno finanziario fino a fine luglio.
Negoziando intanto un nuovo programma di salvataggio della durata di due anni, con l’intervento del fondo Esm.
Una richiesta, quella del prestito ponte, resa quasi necessaria dal fatto che le procedure per ottenere stanziamenti del fondo salva stati sono lunghe e articolate e certo non potrebbero essere espletate prima della prossima, decisiva, scadenza del 20 luglio, quanto Atene sarà a chiamata a restituire 3,5 miliardi.
Nessuna sorpresa quanto alla scelta di Atene non presentare subito il piano di proposte.
Quella che Alexis Tsipras vuole giocare con l’Europa è una partita politica.
Lo era già prima del referendum, quando non riusciva a imporla. Lo è ancor di più oggi, almeno nelle intenzioni del premier greco, dopo la valanga di ‘oxi’, ‘no’, al piano proposto dai creditori.
“Politica”, scandiscono anche piuttosto dal quartier generale di Syriza ad Atene, mentre il loro leader è a Bruxelles a parlare con i partner europei.
Soprattutto con i diretti interlocutori: Angela Merkel e Francois Hollande è la via che ha scelto il premier greco oggi, decidendo di mandare il suo nuovo ministro dell’Economia Euclid Tsakalotos all’Eurogruppo senza uno straccio di piano sulle riforme, senza carte, senza documenti.
Se a Bruxelles i partner europei erano allibiti da quello che hanno interpretato come un affronto, ad Atene la mossa era già nota, decisa: nessuna sorpresa.
In serata pesa la dichiarazione di Obama
Il presidente statunitense Barack Obama, prima di parlare con Tsipras, ha parlato al telefono anche con Angela Merkel. E le ha detto che la Grecia deve rimanere nell’Eurozona.
“Sono negoziati complicati. Ma per raggiungere un’intesa è necessario essere costruttivi. Il successo è nell’interesse di tutti e passa per un accordo su un pacchetto di misure condivise”, è l’appello rivolto dalla Casa Bianca a Bruxelles.
(da “Huffingtonpost”)
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