ARATA: “I POLITICI SONO COME LE BANCHE, QUANDO LI USI LI PAGHI”
IL TENTATIVO DI RACCOMANDARE IN OGNI MODO SIRI ATTRAVERSO GIANNI LETTA E IL CARDINALE BURKE, VICINO AL SOVRANISTA BANNON
“Salvini non sa dove mettere Armando, poi io gli ho detto che deve fare il vice ministro con la delega all’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri”. A parlare così, in un’intercettazione del 23 maggio scorso, è il faccendiere Paolo Arata, all’epoca consulente di Salvini per l’energia. Arata sta parlando al telefono con il figlio Francesco, mentre l’Armando per cui si prodiga tanto è Armando Siri, l’ormai ex sottosegretario alle infrastrutture oggi indagato per corruzione.
Il figlio, incuriosito, chiede il perchè della chiamata di Salvini. E Arata risponde: “Perchè voleva sapere quale delega voleva, però… però i Cinque Stelle non volevano fare i vice ministri”. La Dia di Trapani precisa che non sono state “registrate interlocuzioni telefoniche fra Arata e Salvini”. Ma dalle intercettazioni depositate alle procure di Roma e Palermo emergono pesanti pressioni da parte di Arata per la nomina di Siri.
La nomina sarebbe stata sollecitata attraverso vari canali: da Gianni Letta al Quirinale, fino a puntare all’ambasciatore americano in italia tramite il cardinale Raymond Leo Burke.
“Armando l’ho fatto chiamare io da Berlusconi — si vanta Arata nelle intercettazioni – Devo dire che Letta è sempre un amico”. Arata e Gianni Letta si erano incontrati, il 15 maggio dell’anno scorso. Aveva partecipato pure il figlio di Arata, Federico. Il giorno dopo Marco Perini, stretto collaboratore di Siri, diceva ad Arata padre: “So che oggi Armando ha ricevuto una telefonata da Arcore”. E Arata commentava: “Quindi è stato utile l’intervento che abbiamo fatto”. Poi, raccontava l’incontro con Gianni Letta: “Mi ha detto, non l’ho ancora fatto, allora intervengo subito. Ci mancherebbe altro… è una persona che stimiamo molto. Addirittura mi ha detto: ma fui poi io a farmelo venire qua da noi, mi disse anche il nome con cui aveva fatto da traghettatore…”.
Ma non è tutto. Paolo e Federico Arata puntavano a sponsorizzare Armando Siri per un incarico nel Governo anche attraverso il Quirinale: “Nella serata del 17 maggio 2018 – si legge nell’informativa della Dia di Trapani – Federico Arata chiama il padre Paolo dicendogli senza mezzi termini che Armando Siri lo aveva chiamato poco prima chiedendogli di contattare l’ambasciatore americano in Italia (verosimilmente Lewis Michael Eisenberg) affinchè costui intervenisse sul presidente Mattarella per ‘sponsorizzarlo’ per un incarico governativo, poi aggiungeva che aveva provato a chiedere al cardinale Raymond Leo Burke di avvicinare il suddetto ambasciatore, senza ottenere l’effetto sperato, atteso che il cardinale gli aveva riferito di non avere rapporti con quel diplomatico”.
Nell’informativa della Dia sono contenute anche intercettazioni in cui Paolo Arata parla senza mezzi termini di tangenti: “Un po’ i politici li conosciamo ma i politici sono come le banche, li devi usare! E ogni volta che li usi, paghi, basta! Non è che c’è l’amico politico, non c’è l’amicizia in politica”, afferma il faccendiere indagato in un’intercettazione del settembre scorso (agli atti dell’inchiesta) parlando con un imprenditore. A proposito dell’intercettazione gli inquirenti scrivono che Arata “pur non facendo esplicito riferimento alla tangente ma recando riferimento a Siri, esternava l’eloquente considerazione”.
In un’altra conversazione del 17 maggio 2018 tra Paolo Arata e il figlio Francesco, l’imprenditore si dice “forte della provata disponibilità di Armando Siri, che gli aveva consentito di bloccare il cosiddetto ‘decreto Calenda’ e fiducioso nel fatto che lo stesso senatore avrebbe a breve ricoperto un rilevante incarico di governo”, sostenendo che avrebbero avuto “la possibilità di far inserire nel prossimo decreto sulle rinnovabili norme di favore rispetto ai loro investimenti siciliani in quel settore come detto condivisi con il noto Vito Nicastri”.
“Ci mettiamo mano al 100% al decreto sulle rinnovabili, l’ho fatto bloccare, quindi dobbiamo lavorarci un po’ bene anche sul fotovoltaico. Datemi qualche idea di cosa volete che venga messo dentro”, diceva Paolo Arata. “E facciamo mettere quello che vogliamo”. “Facciamo approvare subito nel giro di un mese e lo mandiamo via”, concludeva. Arata afferma anche di essersi prodigato nel maggio 2018, su richiesta dell’ex sottosegretario leghista Siri, “affinchè quest’ultimo ottenesse un incarico di Governo”.
(da “Huffingtonpost“)
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