SIRI, LA INTERCETTAZIONE DI ARATA: “SALVINI HA CHIAMATO CASA NOSTRA”
L’EX CONSULENTE DEL MINISTRO DEGLI INTERNI SVELA NUOVI RETROSCENA DELLA FORMAZIONE DEL GOVERNO : EBBE UN RUOLO DETERMINANTE PER NOMINARLO SOTTOSEGRETARIO
Nei giorni cruciali per la formazione del governo, il faccendiere Francesco Paolo Arata, all’epoca consulente di Salvini per l’energia, ebbe un ruolo determinante per la nomina del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, oggi indagato per corruzione.
Si vantava di averne parlato direttamente con Salvini. Così diceva il 23 maggio 2018: “Salvini non sa dove mettere Armando — spiegava al figlio Francesco — poi io gli ho detto che deve fare il vice ministro con la delega all’energia e lui lo ha chiesto a Salvini e Salvini ha chiamato anche casa nostra ieri”.
E il figlio, incuriosito, chiedeva: “Perchè?”. Ecco la risposta di Arata: “Perchè voleva sapere quale delega voleva, però… però i Cinquestelle non volevano fare i vice ministri”.
Dalle intercettazioni depositate alle procure di Roma e Palermo emergono pesanti pressioni da parte di Arata per la nomina di Siri.
La nomina sarebbe stata sollecitata attraverso due canali: da una parte, Gianni Letta e Silvio Berlusconi, dall’altra il cardinale Raymond Burke.
“Armando l’ho fatto chiamare io da Berlusconi — si vantava Arata, intercettato dalla Dia di Trapani – devo dire che Letta è sempre un amico”.
Arata e Gianni Letta si erano incontrati, il 15 maggio dell’anno scorso. Aveva partecipato pure il figlio di Arata, Federico. Il giorno dopo Marco Perini, stretto collaboratore di Siri, diceva ad Arata padre: “So che oggi Armando ha ricevuto una telefonata da Arcore”. E Arata commentava: “Quindi è stato utile l’intervento che abbiamo fatto”.
Poi, raccontava l’incontro con Gianni Letta: “Mi ha detto, non l’ho ancora fatto, allora intervengo subito. Ci mancherebbe altro… è una persona che stimiamo molto. Addirittura mi ha detto: ma fui poi io a farmelo venire qua da noi, mi disse anche il nome con cui aveva fatto da traghettatore…”.
Ad Armando Siri non bastava. Il 17 maggio, Federico chiamò il padre per dirgli che Siri “gli aveva chiesto di contattare l’ambasciatore americano in Italia”, scrive la Dia. Ecco la frase intercettata: “Mi ha detto se potevo fargli arrivare qualche sponsorizzazione presso l’ambasciatore americano che a quanto pare si sente con il presidente Mattarella, è allora papà ?”. Chiedeva ancora Federico Arata: “Il cardinale non lo conosce questo ambasciatore?”
L’emendamento
Il rapporto della Dia di Trapani con le nuove intercettazioni è stato depositato dai pubblici ministeri di Roma agli atti dell’incidente probatorio che si terrà giovedì prossimo. Il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno chiesto di ascoltare Vito Nicastri, il “re” dell’eolico in affari con Arata, e suo figlio Manlio: nei giorni scorsi hanno svelato la promessa che Francesco Paolo Arata avrebbe fatto a Siri per piazzare un emendamento, il “regalo” sarebbe stato di 30 mila euro.
“Un pò i politici li conosciamo – commentava Arata – ma i politici sono come le banche, li devi usare. E ogni volta che li usi, paghi, basta. Non è che c’è l’amico politico, non c’è l’amicizia in politica”. Una frase che racconta molto dell’attivismo dell’ex consulente della Lega oggi agli arresti domiciliari, indagato a Palermo per i suoi affari occulti con Nicastri, a Roma per la mazzetta promessa a Siri.
Il decreto rinnovabili
“Ci mettiamo mano al 100 per cento al decreto sulle rinnovabili, l’ho fatto bloccare”. Diceva anche questo Arata. In una conversazione del 17 maggio 2018 con il figlio Francesco, “l’imprenditore – scrive la Dia di Trapani – forte della provata disponibilità di Armando Siri, che gli aveva consentito di bloccare il cosiddetto ‘decreto Calenda’ e fiducioso nel fatto che lo stesso senatore avrebbe a breve ricoperto un rilevante incarico di governo, diceva al figlio che grazie a Siri, appunto, avrebbero avuto la possibilità di far inserire nel prossimo decreto sulle rinnovabili norme di favore rispetto ai loro investimenti siciliani in quel settore come detto condivisi con il noto Vito Nicastri”.
(da agenzie)
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