BEPPE GRILLO: “LA MIA LIGURIA GOVERNATA DA RETE4, DOVE GLI INDUSTRIALI AL POSTO DEL BUONGIORNO TI DICONO L’IBAN E DOVE AL PORTO RUBAVANO TUTTI”
DAL PALCO DI BOLOGNA IL FONDATORE DEL M5S INTERVIENE SULL’AFFARE TOTI
Si intitola “Io sono un altro” e forse è davvero così. Beppe Grillo al teatro Celebrazioni di Bologna, nella seconda data del suo nuovo spettacolo, dice la sua sul caso di Liguria, dove il governatore Toti è agli arresti domiciliari per un’inchiesta che sta travolgendo il suo sistema di potere. Grillo non lo nomina, ma è evidente il riferimento, immediato, visto il passato da giornalista Mediaset del governatore. «Vengo da una regione governata da Rete 4» inizia Grillo. «Da una regione di industriali che invece di dirti buongiorno ti dicono l’Iban».
Poi parla del porto, dove afferma «ho lavorato anche io. Rubavano tutti, si rubava tutti ma funzionava tutto. Il sale, lo zucchero, il caffè, qualcuno magari un televisore arrivato dalla Cina. Ma nessuno si è mai arricchito. Era meraviglioso».
Il fondatore del Movimento 5 Stelle proprio sotto le Due Torri ha mosso i primi passi politici con il Vaffa Day, nel 2007 quando riempì piazza Maggiore dove venne trasportato dalla braccia di 50 mila persone su un canotto. Allora lo acclamavano tutti, era l’inizio della sua ascesa.
Ma il recital continua e Beppe Grillo aggiunge: «Poi un giorno un portuale ha deciso di non rubare più. Onestà, onestà. È diventato incorruttibile. Ma io dubito che una persona incorruttibile sia una persona per bene. Hitler era incorruttibile». Frasi allusive e poco chiare che stupiscono nell’attuale scenario, ma è la prima volta che Grillo interviene sull’affaire Toti e sulla corruzione arrivano queste parole ambigue. Sul palco prevale la malinconia, quando racconta di sentire che il suo è stato un fallimento, poi scherza sul teatro semivuoto e infine lamenta: «Stanno scomparendo tutte le mie battaglie. Ma io prima di scomparire vi porto tutti via con me». E qui scherza, ma è una delle poche volte.
Lo spettacolo prosegue. Attacca il governo, in particolare sul lavoro. «Consideriamo occupato uno che ha lavorato un’ora. Bisogna intendersi sulla semantica». Accusa Meloni e i suoi ministri di falsificare tutto quello che hanno fatto. «Il povero Conte» gli scappa accennando all’ex premier 5 Stelle e attuale leader del Movimento che in passato aveva tanto sostenuto ricordando i 209 miliardi del superbonus.
Non nega di essere stanco, dice di essere vecchio. «Ho 76 anni, 78, 80». E ricorda di avere ancora un centinaio di cause pendenti. «Casaleggio faceva fuori delle persone e queste poi scrivevano a me, affermando che loro si erano iscritti su beppegrillo.it e che io dovevo riassumerle». Qui rievoca i tempi del legame con l’altro fondatore dei 5 Stelle. Un affondo è sul diritto di famiglia e sul fatto che venga messo in discussione il diritto d’aborto: «Ancora si parla di aborto e non aborto? Abbiamo un diritto di famiglia vecchio. Ma sarà cambiata o no la famiglia?». Sta per calare il sipario: «Non faccio più spettacoli, non riesco più a intrattenervi, non riesco a capire chi siete. Ho fatto tutto nella mia vita, andate a fanculo col cuore». Finisce così la Vaffa night.
(da La Repubblica)
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