L’ARGENTO VIVO
LA BELLA VITA DI CORROTTI E CORRUTTORI
Una suite dove bere champagne, mangiare aragoste e farsi massaggiare da due o tre ragazze con l’argento vivo addosso, in attesa di andare al Casinò. Sarebbe questo il paradiso per i protagonisti del Fronte del Porto ligure, così come emerge dalle intercettazioni.
È quasi mezzo secolo che leggo i resoconti della bella vita di corrotti e corruttori. E a colpirmi, persino più delle ruberie, è la monotonia della loro idea di benessere. Non sono così ingenuo da pensare che uno arrivi a corrompere o a lasciarsi corrompere per finanziare attività di volontariato. Però, anche rimanendo nell’ambito del soddisfacimento compulsivo del proprio ego, possibile che per avere la tessera del club dei gaudenti esista solo quello schema lì?
Champagne, aragoste, massaggi, gioco d’azzardo. Al loro posto mi sforzerei di essere più creativo. Affitterei un isolotto nel Pacifico e una Spa nel deserto. Farei il giro del mondo in 80 giorni, comprerei la prima edizione dei miei libri preferiti, brigherei per un posto sulla prossima astronave che andrà nello spazio. Berrei anche dell’ottimo barolo e non sempre champagne. E mangerei spaghetti alle vongole o risotto ai porcini, invece delle prevedibilissime aragoste. Quanto al pagare degli esseri umani per ricavarne piacere, mi permetto di contestare che sia l’unico orizzonte plausibile di felicità. Preferisco cimentarmi in qualche impresa che infonda l’argento vivo a me, anziché ridurmi a spremerlo dagli altri.
(da corriere.it)
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