“CARA GIORGIA, TI SCRIVO”
LA LETTERA DI BERTOLASO ALLA MELONI SU “IL TEMPO”: “MIE PAROLE STRUMENTALIZZATE”
Cara Giorgia,
dopo aver letto la tua nota di questo pomeriggio vorrei chiarire, con la schiettezza che mi contraddistingue, che nella mia intervista a «FuoriOnda» di ieri, volutamente strumentalizzata, non ritengo ci fosse nulla di offensivo nei tuoi confronti, nè in quello delle donne che vivono la straordinaria esperienza di «dare la vita».
Non ho mai detto che una donna in gravidanza non può fare la campagna elettorale e non può fare il Sindaco. E un tale pensiero nemmeno mi sfiora.
Oltre a essere da sempre impegnato a combattere pregiudizi e discriminazioni, sono un medico e so bene che la gravidanza è tutt’altro che una malattia, e che non preclude alcun obiettivo a chi si trova nella più dolce delle attese.
D’altronde, gli esempi sono tantissimi e in ogni campo. Anche quando annunciasti la tua gravidanza si discuteva della tua candidatura a Sindaco di Roma e, se non ricordo male, fosti proprio tu a voler riflettere bene sulla possibilità di volerti e poterti impegnare in tale sfida.
Oggi la mia premura, accompagnata da sincere parole di affetto, si rivolgeva a quanti, in queste ore (come allora), ti stanno tirando in ballo strumentalmente, con l’unico scopo di alimentare polemiche che non hanno alcuna ragione di essere, spesso facendo leva proprio sulla tua gravidanza.
È quest’atteggiamento che trovo inqualificabile e degno di speculatori.
Ciò che intendevo dire e che ribadisco oggi è: «lasciate Giorgia in pace e non usatela nel bieco tentativo di metterci uno contro l’altro».
Questo è il mio pensiero e null’altro. In tutte le occasioni ho precisato che riconosco il diritto alla maternità quale priorità da rispettare e tutelare in tutte le sue forme, compresa la libertà di scegliere quali sono gli obiettivi e i limiti che ciascuna donna vuole darsi.
Più volte nelle nostre conversazioni private abbiamo affrontato e convenuto proprio su questo tema.
Colgo quest’occasione per chiederti un impegno comune: battiamoci per dare alle donne la libertà di scegliere il loro presente e il loro futuro; impegniamoci concretamente per costruire una rete di servizi dedicata alle mamme e all’infanzia, degna della Capitale di un Paese civile; promuoviamo norme e regolamenti stringenti che permettano alle donne una reale conciliazione tra gli impegni familiari e quelli di lavoro.
Con questo chiarimento mi auguro si possa mettere la parola fine a questa polemica del tutto fuori luogo e che non giova a nessuno, tanto meno ai cittadini che attendono risposte concrete.
Con affetto e stima, Guido Bertolaso.
(da “il Tempo“)
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